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Autore: KikiAsuka    13/04/2012    3 recensioni
Uno strano individuo che segue Kaname, un imminente ballo scolastico e Sousuke alla ricerca di sè stesso. Seguiteci nell'ardua battaglia del nostro soldato preferito nello scoprire cosa vuol dire fare dell'ultimo anno scolastico l'anno più memorabile della sua vita!
Traduzione dalla fantastica fanfiction di Fabulist :D Spero vi entusiasti tanto quanto ha entusiasmato me!
Kiki.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Dazed an Confused
Autore: Fabulist
Traduzione: Kiki
Manga/Anime: Full Metal Panic!
Pairing: Sousuke/Kaname
Commenti della traduttrice: Oh. Mio. Dio. Sto morendo di agitazione D: 
Questa fanfic mi è capitata tra le mani tempo fa mentre gironzolavo su Fanfiction.net e, dopo varie indecisioni, mi sono finalmente decisa a chiedere all'autrice se mi era possibile tradurla e farla quindi approdare anche sulle sponde (?) di Efp... Insomma, l'ho trovata così bella e ben scritta che mi era impossibile resistere *____* Oltretutto avevo notato da tempo che questo fandom era stato sempre piuttosto abbandonato dai writers italiani, e così mi sono detta "Facciamogli riprendere vita *____*!"
La traduzione è stata più e più volte revisionata (da me, amici, genitori, compagni di scuola, gente a caso sugli autobus... insomma, un paciugo XD) , quindi non stupitevi se ogni tanto spunterà o svanirà un -kun o un -san... Insomma, diciamo che Sosuke e compagnia non si fanno molti problemi su questo XDD
Ringrazio ancora una volta Fabulist per avermi dato il permesso e vi lascio qui il link dell'originale (che, per chi come me è masochista, merita decisamente di essere letta in lingua originale XD)
Buona lettura!
Kiki.
http://www.fanfiction.net/s/2423778/1/Dazed_and_Confused



CAPITOLO 1 - Parola del giorno

Presi un respiro profondo, scrocchiandomi le nocche in modo sistematico e chiudendo gli occhi per un attimo. In situazioni estreme, soprattutto quando l'ansia è così predominante, è meglio mantenere la calma a tutti i costi. In caso contrario, può causare lesioni e talvolta la morte.

Mantieni la calma.

Mantieni la calma.

Quando sentii le mie pulsazioni ritornare a un battito cardiaco normale, aprii gli occhi e diedi uno sguardo pieno di determinazione e di accanimento al mio target. Purtroppo, l'azione intimidatoria non sembrava aver avuto alcun effetto sul vecchio rosso libro rilegato in pelle di fronte a me. Con un sospiro, mi sistemai meglio sulla sedia e sollevai il libro aperto, sfogliandone le pagine ingiallite, alla ricerca di un particolare paragrafo.

C'erano volute settimane perché mi decidessi a sedermi qui, in biblioteca, a questo tavolo, con questo libro. L'idea mi era venuta già da un po‘ di tempo, mentre ero in una sala cinematografica. Una scena specifica della pellicola sembrava riguardarmi in particolare, e da allora non ero riuscito a togliermela dalla testa. Ma l'incertezza… no, la paura, mi aveva impedito di cercare risposte. E se la mia ipotesi fosse stata giusta? Cosa sarebbe successo se mi fossi ritrovato davvero in una tale condizione?

Deglutii, liberando la mia mente da quei pensieri. In battaglia non c'è spazio per le ipotesi. Devi semplicemente agire. Essere a conoscenza di qualcosa è utile, anche se può rivelarsi doloroso o inquietante. I problemi non possono essere risolti fino a quando uno non li comprende.

Sfregai le mie mani sudate sul tessuto dei miei pantaloni e presi un respiro più profondo prima di girare la pagina. Lentamente, feci scorrere il mio dito lungo una delle colonne, finché non trovai quello che stavo cercando.

Eccolo lì, in grassetto. Lessi lentamente e con attenzione, non avevo intenzione di crearmi fraintendimenti.

Lo ero?

Lo ero?

Si.

Ero innamorato di Kaname.

Fissai con sguardo assente la pagina di fronte a me per molto tempo, finché le parole non mi parvero sfocate e il mio corpo riprendeva calma. Aspettai un secondo prima di rileggere, controllando ogni punto con attenzione.


Amore

1- Un profondo, tenero, ineffabile sentimento di affetto e di sollecitudine verso una persona, come quella derivante dalla parentela, il riconoscimento di qualità interessanti, o un senso di unità sottostante.

Tenni il segno della pagina con un dito e fissò lo sguardo su 'ineffabile', facendo un cenno affermativo. Sì, avevo sempre provato sensazioni forti e delicate per Kaname, in una misura che nemmeno io ero in grado di esprimere... al punto da sentirmi costretto a controllare sul dizionario. Sì, era preceduto da amicizia: una stretta (decisamente ossessiva) amicizia. Io avevo certamente riconosciuto le sue qualità. Possedeva attributi estetici visivamente gradevoli, come i lunghi capelli, gli occhi grandi, le sue grandi...

Sì, quando ero con Kaname, avevo la sensazione di reciproca comprensione, come se a volte non avessimo bisogno di parlare per intenderci, o che fosse addirittura meglio non dire una parola. Mi sentivo come se fossimo sullo stesso campo, vicino a lei in un modo che mi era sempre stato estraneo prima che mi fosse assegnata la sua protezione. Io ... Immagino la si potrebbe chiamare “armonia”.

Presi un foglio bianco di carta a righe e ci disegnai due colonne. Sopra la prima scrissi ‘sì’, e sopra l‘altra ‘no’ . Con un gesto risoluto iniziai a fare una
X sotto la colonna 'sì'. Poi riportai il mio sguardo sul dizionario con rinnovato interesse.

2- Una sensazione di intenso desiderio e attrazione verso una persona con cui si è disposti a formare una coppia; la sensazione di sesso e romanticismo.

Deglutii lentamente. Sii onesto. Sii onesto. Anche se non avevo capito completamente la natura dei miei impulsi, non ero così ignorante o così ingenuo da pensare di non avere nessuna attrazione fisica per Kaname. Questi sentimenti solitamente divampavano senza preavviso, se per esempio il vento le soffiava tra i capelli, o se si metteva a ridere in un certo modo, o anche, stranamente, quando appariva debole e vulnerabile. Forse era solo il mio istinto di protezione, ma sospettavo ci fosse qualcosa di più sotto. Poi, naturalmente, vi erano stati casi prevedibili, come nei momenti in cui indossava alcuni vestiti o … non li indossava affatto, o quando facevo per sbaglio intromissione nel suo appartamento mentre lei...

Scossi la testa. C'era una quantità di esempi sufficiente a giustificare un altro X nella colonna dei “sì”.


Saltai il numero tre, che semplicemente dava una descrizione più dettagliata del numero due, il quale non aveva certo bisogno di alcun rinforzo.

4. Un attaccamento emotivo intenso, come per un oggetto o un animale prezioso.

Feci un altro segno sotto i “sì” dopo aver riflettuto un poco su questo punto, anche se non avrei mai classificato Kaname come un animale o un oggetto. Era una persona, una persona molto singolare, ma che, come avevo dovuto ammettere a me stesso tempo fa, avevo imparato a apprezzare e valorizzare più di chiunque altro. Per quanto problematico per me, “intenso attaccamento emotivo” era probabilmente una buona descrizione dei miei sentimenti.

Saltai qualche riga di descrizioni ridondanti. Infine, mi imbattei nel paragrafo che più andava a minacciare la mia stabilità, le parole che mi avevano impedito di completare questa ricerca per tanto tempo.

7- Sostegno; bisogno.

"Sousuke!"

Saltai sulla sedia, chiudendo di scatto il dizionario e nascondendo il mio foglio sotto di esso, il cuore che batteva all’impazzata dentro la mia cassa toracica all‘avvicinarsi di Kaname, terrorizzato dall’idea che lei avesse potuto scoprire la mia… condizione. Limitiamoci a chiamarla una condizione, per ora.

“Chidori” riuscii a dire, in piedi dal mio posto, orgoglioso che la mia voce fosse ad un livello normale.

Kaname alzò gli occhi con una risata, mettendo le mani sui fianchi. "Sousuke, non c'è bisogno di alzarsi ogni volta che entro nella stanza" disse, rivolgendomi un sorriso di commiserazione. "Sei così vecchio stile, lo sai?"

Ma Kaname, tutti dovrebbero alzarsi in piedi per te, ognuno dovrebbe mostrarti rispetto, sempre.

Stetti attento a mantenere la mia espressione stoica. "Le mie scuse, Chidori-san. Non mi sono ancora abituato alla disinvoltura con cui vengono trattate le donne e i superiori nella vita di ogni giorno".

Scuotendo la testa, Kaname si lasciò cadere sulla sedia accanto al mio, e anch’io tornai a sedersi, pur rimanendo vigile.

Appoggiati i gomiti sul tavolo, Kaname aggrottò un sopracciglio alla mia scelta di lettura. "Solo tu, Sousuke, puoi trascorrere i pomeriggi con il Merriam-Webster."

Sono d'accordo con te, Kaname. Solo io posso mettermi a studiare il dizionario, invece di passare il tempo con la ragazza che io… che…

"Lo trovo affascinante, in realtà, Chidori".

L’amore?

Kaname gemette. "Hai davvero bisogno di uscire di più."

Entrambi mantenemmo lo sguardo fin quando una Kyoko eccessivamente piena di entusiasmo si avvicinò al tavolo, dei volantini di un arancione acceso in mano. "Kaname!" Sorrise, avvicinando una terza sedia. Sospirai, rendendomi conto che la mia ricerca di informazioni avrebbe dovuto aspettare, per il momento.

Kaname si riprese, accavallando le gambe. "Che cosa c'è, Kyoko?"

appoggiando i volantini sul tavolo, Kyoko sorrise. "Hayashimizu mi ha chiesto di darti questi prima, nel corridoio. Sono volantini per il ballo di fine anno!"

Kaname sembrava leggermente indispettita, ma accettò i volantini. "Perfetto", mormorò. "Un’altra cosa di cui occuparsi. Fammi indovinare, vuole che li distribuisca io?"

"Sì," confermò Kyoko, annuendo e prendendole le mani. "Non sei emozionata? Sarà l'ultimo grande evento prima del diploma! E saranno tutti in vestiti eleganti…"

Kaname studiò per un attimo i volantini, prima di sbatterli sul tavolo con un sospiro frustrato. "Oh ma per favore, starai scherzando! Il ballo è tra due settimane? Che aspettava a farlo sapere agli studenti?!"

Cercai esitante di inserirmi nella conversazione. "Scusami, ma due settimane non sono un lasso di tempo abbastanza lungo? Mi sembra un periodo di preparazione adeguato per…"

"Oh no, Sousuke," Kyoko insistette, scuotendo la testa. "Le ragazze devono trovare un vestito, prendere appuntamento dal parrucchiere…"

Kaname aggiunse alla lista, "fare la manicure, comprare le scarpe, decidere quali trucchi usare, trovare una borsetta abbinata…"

Kyoko sorrise maliziosamente. "Trovare un accompagnatore…"

Su questo le ragazze sembravano piuttosto tese. "Beh, due settimane non dovrebbero essere un problema per questo," dissi con fermezza. "In una tale situazione, è importante informare della vostra proposta l’alleato potenzialmente più ideoneo per questo evento, prima che gli venga fatta una richiesta da parte di un'altra fazione. Quindi, in realtà, due settimane..."

"Sousuke", disse Kaname esasperata. "A volte ci vuole un po’ per farsi coraggio e invitare qualcuno".

"Se posso dirlo, Chidori," risposi, "mi sembra molto sciocco. Le situazioni che si considerano importanti devono essere risolte immediatamente." Aspetta, chi sto prendendo in giro? Quanto tempo ho aspettato io per decidermi a dare un’occhiata a questa cosa dell'amore?

"Ah si?" mi rispose Kaname in tono scaltro. Ogni volta che usava quel tono mi rendeva stranamente nervoso. "Quindi si può dire che se ci fosse qualcuno che a te, Sousuke, piacerebbe invitare al ballo, tu glielo chiederesti in questo stesso momento?"

Ancora una volta, parlai senza premeditazione. "Sì", risposi con un cenno decisivo. Cosa? Ci giurerei, la connessione tra il mio cervello e la bocca si è rivelata piuttosto inaffidabile ultimamente. "Senza dubbio".

Kaname mi fissò negli occhi attentamente, alzando entrambe le sopracciglia. Perché si comportava così? Aspetta, era una trappola? Portai repentinamente le mani sopra il dizionario. Mi stava provocando? Sapeva della mia condizione? Sapeva che se avessi voluto invitare qualcuno, sarebbe certamente stata lei? Si aspettava che glielo chiedessi qui, ora? Io non so nemmeno ballare! Aprii e richiusi la bocca un paio di volte, cercando di pensare a qualcosa da dire, ma senza successo.

A quanto pare esitai troppo a lungo, perché Kaname si alzò con un sospiro, raccogliendo le sue cose. "Sei senza speranza, Sousuke. Si sta facendo tardi, sarà meglio che io vada a casa."

Mi alzai con lei, ancora cercando di pensare a qualcosa da dire.

Kaname, scusami, ma credo di essermi innamorato di te. E ciò mi sta prendendo un po‘ alla sprovvista, e sto avendo qualche difficoltà nell’assemblare le frasi. In ogni caso, ti va di cercare un angolo isolato da qualche parte? Una panchina? Il tuo appartamento? Oppure, ehi, ti va di venire al ballo con me?

"Ti accompagno a casa", le proposi, prendendo la mia borsa da terra, accanto alla mia sedia.

Kaname mi fece cenno di non scomodarmi, accennando alla sua amica di seguirla mentre usciva dalla biblioteca. "Nah, è venerdì; Kyoko dorme da me, quindi faremo la strada insieme. Staremo bene.".

Come vuoi tu, vorrà dire che ti seguirò nell‘ombra.

"Naturalmente". Annuii.

Rimasi in piedi fin quando la ragazza lasciò la biblioteca, poi rapidamente strappai il foglio da sotto il dizionario, facendo una scansione dei suoi contenuti per l'ultima volta. Poi stracciai con cura la carta in minuscoli pezzi, gettandoli per metà nel cestino e metà fuori dalla finestra vicina, sopprimendo la semplice voglia di ingoiarli. Era stato uno sforzo sincero da parte mia assimilare quel gesto delle usanze del mondo di Kaname, e avevo imparato che qui le prove di deglutizione non erano solitamente considerate normali.

Anche se il documento fosse stato sparso per il mondo o inghiottito da una balena, il suo messaggio era marcato a fuoco nella mia mente, un'inevitabile idea che mi occupava i pensieri.

Ero innamorato di Kaname?

Sì.

Sì.

Sì.

Riposi meccanicamente il dizionario al suo posto sugli scaffali e sistemai la mia borsa a tracolla su una spalla, appoggiandomi completamente allo schienale della sedia. Ora che avevo questa informazione, mi trovavo completamente sperso su quello che dovevo fare. Era una buona notizia? O una cattiva? Dovevo lasciarmi succube di essa o cercare di trovarne una cura? Sarebbe stata una cosa permanente? Mi avrebbe impedito di proteggere adeguatamente Kaname? Dovevo dirglielo? Cosa avrebbe pensato? Che cosa fanno solitamente gli innamorati? Decisi di pensare a tutto questo sulla strada di casa. Volevo raggiungere le due ragazze, non mi piaceva l'idea di loro a spasso per le strade senza una scorta.

Quando mi fui assicurato che Kyoko e Kaname fossero al sicuro nell'appartamento di quest’ultima e che non si fossero accorte della mia presenza, appoggiai le spalle al muro esterno della casa, guardando il tramonto sulla città. Mi ricordò la scena nel film che aveva dato inizio a questa pazza indagine. Era a proposito di un soldato e la sua presunta ragazza. Stavano in piedi su una collina, contro il tramonto, come in tanti altri film militari di scarsa qualità che avevo visto nel mio breve soggiorno a Tokyo. La donna aveva paura di ciò che avrebbe potuto accadere all'uomo in guerra, e l'uomo aveva proceduto a fornire in dettaglio un elenco dei rischi che avrebbe affrontato al fine di assicurare il suo ritorno alla ragazza.

Trovai l'elenco una lista di ordinari, comuni pericoli di tutti i giorni. Diedi un'occhiata in fretta a Kaname per vedere se era ugualmente impressionata dalle promesse del soldato, ma i suoi occhi avevano una scintilla particolare, e lei sembrava piuttosto affascinata dal discorso del soldato.

Confuso, le picchiettai un braccio e le chiesi se quelle cose non erano compiti che qualcuno avrebbe affrontato per qualsiasi dei suoi amici, e lei aveva duramente risposto negativamente e mi aveva detto che il soldato era chiaramente innamorato della donna.

Questa osservazione mi aveva fatto pensare. Quanto più rigiravo l'idea nella mia mente, più mi rendevo conto che avrei fatto qualsiasi cosa su quella lista e anche di più per proteggere Kaname. Mi venne in mente che quello potesse essere solo perché era la mia missione come parte della Mithril e guardia del corpo di Kaname. Tuttavia non mi ci volle molto per mettere questo ragionamento da parte.

Avevo sempre disobbedito agli ordini della Mithril per proteggere Kaname, e sapevo che anche se mantenerla al sicuro fosse cessata di essere una priorità militare, ne avrei ancora fatto una priorità personale. Era perché, come aveva detto Kaname, ero innamorato?

Ora capivo che era davvero quello il motivo.

Stavo per prendere in considerazione un piano d'azione quando sentii una risatina piuttosto sinistra e mi voltai per vedere un uomo vestito di nero in piedi a pochi metri di distanza, indossante una maschera a forma di scheletro abbastanza singolare.

Devo aver fatto un'espressione piuttosto strana. Ero stato addestrato alla caccia di persone sospette, ma era raro che vedessi qualcuno di così tanto sospetto. La mia mano raggiunse la tasca, dove era nascosta in modo sicuro una pistola . "Mi scusi," dissi. "Perché é-"

Ma prima che potessi finire, la figura girò sui tacchi e corse giù per un vicolo. Lo seguii velocemente, ma quando girai l'angolo non vidi nessuno. Tirai fuori la pistola e controllai in ogni portone, scala antincendio, cassonetto,e davanzale, fino a quando raggiunsi un vicolo cieco… niente. Non ne vedevo nemmno le impronte. Con cautela, feci il mio ritorno dal vicolo e mi appostai di nuovo davanti a casa di Kaname. Avrei dovuto avvertirla che un personaggio sospetto era in agguato nelle sue vicinanze. Era troppo evidente per pensare che si trattasse di una coincidenza. Chiunque fosse questo strisciante individuo, ovviamente voleva qualcosa da lei.

Salii le scale due gradini alla volta, arrivai alla porta di Kaname, e bussai più volte. Non ci fu risposta. Da dentro sentivo provenire a tutto volume il basso ridondare di una delle canzoni pop che Kaname adorava, era probabile che non mi sentisse a causa di quel frastuono. Con crescente ansia, provai di nuovo, questa volta più forte.

Niente.

Dannazione, Kaname, fammi entrare. C'è un pazzo qui fuori ad attenderti, e francamente mi piacerebbe riuscire a chiederti di venire al ballo con me prima di un qualche strano tizio dalla maschera a forma di scheletro.

"Chidori," gridai attraverso la porta. "È estremamente importante che tu mi permetta di entrare."

Ancora, nessuna risposta. Dopo che l’aver bussato più forte che potevo senza buttare giù la porta, aver gridato a squarciagola, e aver sparato un colpo di avvertimento non mi diedero nessun risultato, mi feci forza. Era per la sicurezza Kaname, dopo tutto. Presi la rincorsa dal lato opposto del corridoio e mi accanii sulla porta, facendola schiantare al suolo dalla forza della mia spalla.

Atterrai con un rotolamento su un lato ben eseguito nel salotto di Kaname, affrettandomi ad alzarmi in piedi nel vedere Kaname e Kyoko, in mutandine e camicie da notte che coprivano a malapena il sedere, ballare e cantare agitando le loro spazzole per capelli. Vedendomi si fermarono, e Kaname assunse quella che sembrava essere una posizione di battaglia.

"Sousuke!" Gridò, e io arretrai di qualche passo, le mani in aria.

"Prima di fraintendere, Chidori ..." cominciai, ma non credo che lei avesse sentito la mia voce, coperta dal suo stesso urlare.

"Si chiama bussare!" La sua rabbia era impressionante, una delle cose che preferisco di lei, in realtà. Non tanto il fatto che lei si arrabbiasse con me, ma piuttosto che non avesse paura di arrabbiarsi. Cosa molto rara nelle donne di queste parti, sembrerebbe, e a me risultava ammirevole.

"Perdonami, io ho bussato," continuai in tono calmo. "Posso solo supporre che non foste in grado di sentirmi a causa del volume della musica. La cosa importante ora è che c'è un uomo con una maschera a forma di scheletro fuori e-"

Venni interrotto dalla spazzola di Kaname che si scontrava con la mia fronte. Il ché mi bruciò giusto un poco. Dovevo riconoscerlo a Kaname, aveva una buona mira.

"Vattene, vattene subito!" Prese a gesticolare selvaggiamente in direzione della porta con una mano, mentre mi spingeva verso di essa con l‘altra. "Si tratta di un pigiama party per ragazze!"

"Ma Chidori-"

"Non provare a farmi quel tono, pazzo che non sei altro!"

"Ma l'uomo con la maschera da scheletro…"

"-sicuramente non è così minaccioso quanto te!"

"Ma-"


"Buona notte!"

Con quest’ultima frase fui buttato fuori nel corridoio, la porta sbattutami in faccia. Per un momento la fissai, chiedendomi se rientrare o meno. Alla fine, scelsi invece di scivolare lungo il muro e prendere posto sul pavimento, la mia pistola a portata di mano. Chidori lavorava duramente durante la settimana, meritava di divertirsi con la sua amica, e io avrei potuto proteggerla vicino all'ingresso ed essere qui nel caso in cui avesse bisogno di me. Certo, il pavimento freddo non era molto confortevole, ma ero stato in situazioni molto meno piacevoli e me l’ero sempre cavata in modo soddisfacente.

Lo stereo che Kyoko aveva spento dopo avermi visto aveva ripreso a tutto volume, questa volta stava riproducendo un brano particolarmente irritante contenente un testo di andatura estremamente veloce, frastornante e di significato alquanto discutibile. L'unico bene che una canzone fastidiosa come quella poteva fare era distrarre i miei pensieri dalla loro tendenza a soffermarsi sulla visione che avevo di una Kaname decisamente poco vestita.

Ah, cosa faccio nel nome del dovere.

O, dovrei dire forse, in nome dell'amore?


Ci vorrà del tempo perché mi ci abitui.

 

 

 

  
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