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Autore: Soul Sister    13/04/2012    9 recensioni
Presente la 1x22? Brian e Justin che volteggiano l'uno abbracciato all'altro, in mezzo alla pista, con "Save the last dance for me" come accompagnamento? E' stato come un flash: l'idea mi è balzata in mente.
Brian Kinney, il più sexy insegnante di danze latino americane, torna a Pittsburgh.
E Justin? Justin è, semplicemente, l'allievo che ballerà col suo cuore.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Presente la 1x22? Brian e Justin che volteggiano l'uno abbracciato all'altro, in mezzo alla pista, con Save the last dance for me come accompagnamento? E' stato come un flash: l'idea mi è balzata in mente.

Brian Kinney, il più sexy insegnante di danze latino americane, torna a Pittsburgh.
E Justin? Justin è, semplicemente, l'allievo che ballerà col suo cuore.


...
So darling, save the last dance for me

1. Not so bad
-Oh, andiamo! Ti prego, Justin!-
Guardo accigliato Daphne, inspirando una boccata di fumo dalla sigaretta.
-Seriamente, un corso di danza? Sono gay, okay, ma non fino a questo punto.- sbotto.
La mia migliore amica incrocia le braccia al petto, trucidandomi con un'occhiataccia. -Sei uno stronzo. Ti ho chiesto solo un favore!-
-Ma Daphne, non sono capace a ballare!- replico, scocciato, gettando il mozzicone a terra.
Lei alza gli occhi al cielo, gesticolando per sottolineare il concetto: -E' un corso, dove si impara a ballare.-
Sbuffo, infilando le mani infreddolite nelle tasche dei jeans.
Solo io posso avere un'amica tanto svampita da chiedermi di frequentare con lei un corso di danza.
Cioè, finché ballo in camera mia al ritmo di Yellow Submarine è un conto, nessuno mi vede; ma mettermi a far figuracce in mezzo a tante persone non è che sia la mia priorità.
-Ok. Ascolta.- ricomincia Daphne, con zelo. Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo di nuovo, solo perché è lei.
-Il primo incontro è gratuito, tu almeno vieni a vedere. Se poi proprio siamo un disastro, possiamo non iscriverci! Però almeno accompagnami la prima volta!- m'implora, le mani congiunte davanti al viso e un'espressione disperata.
Ci manca poco che si metta in ginocchio e mi abbracci i piedi; mi passo una mano tra i capelli, sbuffando divertito.
-Ok.- concedo, -Ma solo la prima volta! E mi offri il pranzo!- dico, puntandole il dito contro, cercando di sembrare serio e minaccioso. Ovviamente lei mi ignora e mi salta al collo, strillando tutta contenta.
-Sei una piaga.- bofonchio, mentre lei mi scocca l'ennesimo bacio sulla guancia.
-Sei il migliore, Justin, sul serio!-
-Sì, ma ora inventa qualcosa da dire a mia madre! Non ho intenzione di dirle che frequento uno stupido corso di danza!- dico, mentre ormai siamo arrivati al Diner, il locale di Liberty Avenue dove io lavoro come cameriere per mantenermi, almeno in parte, gli studi da quando andavo al liceo.
Appena entriamo, la solita atmosfera accogliente ci fa rilassare, e il caldo tepore mi scongela le ossa che sembrano ibernate. Oggi è piuttosto affollato, e ringrazio il cielo di avere la giornata libera.
Io e Daphne ci spostiamo verso un tavolo libero, e mentre passo davanti al bancone alzo il braccio per salutare Debbie, la proprietaria, una donna solare e alla mano, con una lingua che farebbe arrossire uno scaricatore di porto. Debbie è così, senza freni e senza pudore, forse un po' troppo schietta, ma è impossibile non volerle bene.
Per me è come una seconda mamma. Oltre che a darmi un lavoro, quella donna mi ha anche ospitato per qualche tempo a casa sua, dato che per me era impossibile stare a casa, con mio padre che non faceva altro che insultarmi perché ero finocchio. E prima ancora, ha aiutato mia madre ad accettare meglio la mia omosessualità, porgendole una spalla a cui appoggiarsi e dandole dei consigli. Anche Debbie ha un figlio gay, si chiama Micheal; ci abbiamo messo un bel po' per legare, ma ora andiamo d'accordo e stiamo pure lavorando insieme ad un fumetto. Lui mette le storie, io metto i disegni. Strano come va la vita.
-TOPINO!- esclama la rossa, ignorando i clienti che aspettano di essere serviti e zigzagando tra le persone per raggiungermi e avvolgermi in un abbraccio stritolatore.
-Ciao Debbie..- ridacchio, scoccando a Daphne un'occhiata fintamente esasperata.
Appena scioglie l'abbraccio, Debbie mi da uno scapellotto sulla nuca, facendomi mugugnare di dolore.
-Sei un disgraziato!- esclama, mettendo severamente le mani -con le unghie smaltate di rosso fuoco-sui fianchi.
-E perché?- mi lagno, massaggiandomi il punto dolorante della testa.
-Perché guarda! Non ci sei, e si scatena il pandemonio!- dice, -E poi perché sì.-
Alzo gli occhi al cielo, e finalmente mi siedo al tavolo. Guardo Debbie sbattendo le ciglia e rivolgendole quel sorriso che so lei adora. -Deb, mi porteresti una cioccolata? Anzi, due.-
Lei alza un sopracciglio. -Cioccolata, Topino? Ma dico, sei impazzito? E' quasi ora di cena!- fa, severa.
-Ma Debbie, siamo clienti! Non puoi rifiutare di portarci qualcosa!- le faccio notare.
Forse avrei dovuto tacere, perché ora Debbie sta brandendo la penna in modo minaccioso e me la punta al naso.
-Non osare dirmi quello che devo o non devo fare, capito? Vi porto due bicchieri d'acqua. Non voglio rovinarvi l'appetito.-
Debbie ci volta le spalle e va a prendere ciò che noi non abbiamo ordinato, e io mi scuso con Daphne.
-Figurati, un po' ha ragione.- concede la mia amica, scrollando le spalle.
Quando Deb torna, porta con sè un volantino; posa i bicchiere sul tavolo, e con quelli anche il foglio.
Immediatamente l'occhio mi cade sull'ombra di un ballerino, e nemmeno a Daphne sfugge quel dettaglio.
-Justin, è il corso di ballo a cui andiamo!- esclama, allegra.
Debbie alza un sopracciglio,sorpresa. -Andiamo? Topino, non mi hai mai detto che ti piace ballare!-
-Infatti, non mi piace!- dico subito, scoccando un'occhiataccia a Daphne, che mi fa un sorrisetto di scuse falso come Giuda. -Sono costretto.- continuo, a denti stretti.
-Devo dirlo a Emmett!- esclama, e da quel momento so che sono fottuto. Anche se le dicessi di tapparsi la bocca, Debbie non lo farebbe. Anzi, potrebbe dirlo perfino a mia madre.
Mi passo una mano tra i capelli, frustrato e imbarazzato.
Debbie prosegue: -Beh, non vedo l'ora di vederti col tutù, Topino!- scherza.
-Tutù? Perché tutù?-
Ovviamente, dal momento che non voglio far sapere nulla, la notizia già si sta spandendo a macchia d'olio.
Debbie ride, dando un buffetto alla guancia di Emmett. -Ma guarda, parli del diavolo!- Ecco, appunto.
-Topino balla!- spiega Debbie, con entusiamo, contagiando immediatamente il gay più favoloso di tutta Pittsburgh, amante della moda e di tutto ciò che è romantico. E della parola favoloso, ovviamente.
Questo ragazzo sa essere amabilmente dolce, come spietatamente cinico, però chi lo conosce non può che adorarlo nonostante i suoi modi bizzarri e i suoi vestiti stravaganti.
-Come balla?- chiede, con un'espressione esterrefatta piacevolmente.
-Sì, Daphne lo porta ad un corso di ballo!- spiega Debbie, con un sorrisone.
-Ma è FAVOLOSO!- esclama, -Ehy, Ted! Sai che Justin balla? Oh, tesoro, sono sicuro che il tutù ti starà da dio!-
Mentre Emmett e Deb vaneggiano su quanto possa valorizzarmi il sedere un tutino aderente, Ted mi guarda perplesso. -Davvero? Condoglianze.-
Nonostante sia praticamente depresso, a questo punto, mi concedo una breve risata.
-Justin, io scappo- Daph mi guarda spiacente, e mi scocca un bacio. -Ciao!- saluta in generale, ricevendo in risposta un "ciao cara!" di Emmett e Debbie.
-Ah!- soggiunge la mia amica, prima di uscire, -Comunque è latino americano, niente tutù!-
E se da una parte quella precisazione preserverà la mia dignità da commenti su costumini aderenti vari, so già che sarà un continuo di battutine idiote sul mio movimento di bacino.
I sorrisetti furbi di Debbie e Emmett ne sono la conferma.
-
-
-Oddio, non sto nella pelle.- borbotta Daphne, appena mi raggiunge fuori dallo spogliatoio per andare nella sala.
Di là, mentre mi cambiavo, ho constatato che la maggior parte dei partner era stato obbligato dalle proprie mogli, compagne, o addirittura sorelle.
Una cosa è certa:se Mollusco mi chiedesse mai una cosa simile, la manderei nello stesso posto in cui manderò Daphne alla prima figuraccia che farò- ovvero, a cagare.
Lei non lo sa, ma le farò pentire di avermi trascinato qua e per aver spifferato a tutta la mia famiglia che l'accompagno.
Con tutte le battutine che mi sono dovuto sorbire, a quest'ora dovrebbero già avermi fatto santo.
Comunque non so se continuerò questa pagliacciata.
Anche se Daph ci tiene, non ho intenzione di umiliarmi troppo; se non sono capace, mi arrendo, erano questi i patti.
Sto per dirle di calmarsi, ma una voce femminile richiama la nostra attenzione e di tutti quelli presenti per il corso di ballo. -Signori.-
Nella sala da ballo saremo una trentina di persone, tra ragazzi, adulti, e due o tre coppie di anziani piuttosto arzilli, e tutti tacciamo come pesci mentre la prima lezione comincia.
L'insegnante è una donna bionda, dai tratti gentili; mi piacerebbe farle un ritratto, sperando di riuscire a trasmettere un po' di quella sicurezza che esprimono i suoi occhi scuri.
Posa le mani sui fianchi aggraziatamente, e comincia a parlare, sorridendoci.
-Innanzitutto, salve a tutti.- esordisce, con un tono di voce conciliante, -E benvenuti al nostro corso di danza latino-americana. Io sono Lindsay Peterson, la vostra insegnante che spera tanto di potervi insegnare qualcosa di costruttivo in queste dieci lezioni e..-
-E vai in pace, Lindsay.-
La voce che scavalca quella di Lindsay è maschile, sensuale, profonda, e appena poso lo sguardo sul suo possessore, trattengo il fiato. Quello non è un uomo, è un dio.
Il suo fisico asciutto e piuttosto muscoloso, è fasciato da dei pantaloni neri aderenti, e da una camicia bianca lasciata aperta per mettere in mostra gli addominali. Ma la cosa più affascinante di lui sono i suoi occhi, magnetici ma impenetrabili. E quel sorriso strafottente è forse il sorriso più sexy che io abbia mai visto, anzi, senza ombra di dubbio. Neanche Ben, il ragazzo di Micheal, che è un uomo stupendo, potrebbe vincere contro di lui.
Solo quando Daphne sussurra un -Porca miseria-, mi riscuoto e mi accorgo di aver la bocca secca per averla tenuta aperta troppo.
Il dio raggiunge Lindsay, e le avvolge le spalle con un braccio con fare quasi ironico.
Se lei è sua moglie, è veramente fortunata.
-Io sono Brian Kinney, non sono qui per farvi lezioni di filosofia, e non me ne frega niente se dopo questo corso avrete trovato la vostra vocazione di vita. Io sono qui per insegnarvi ad essere macchine di sensualità, espressione e passione. Il latino americano non è un ballo che si impara a bacchetta come, non so, il classico, con i suoi plié, e tutte queste stronzate. Se vi aspettate questo da me e Linz, quella è la porta.- fa un cenno verso l'uscita con la mano, ma nessuno muove un muscolo; come me, tutti probabilmente pendono dalle labbra di quell'essere assurdamente bello.
Sul suo viso spunta un sorrisetto furbo, e continua a parlare, sciogliendo il mezzo abbraccio da Lindsay.
-Il latino americano è anima, è libertà di muoversi, di ammaliare o di ribellarsi. E', soprattutto, divertimento.-
Mentre lo dice, si volta e si avvicina allo stereo posato a terra in un angolo; immediatamente una musica latina riempie la sala di ballo, e Lindsay va incontro a Brian con fare seducente, mentre lui la prende tra le braccia e cominciano a ballare.
Daphne al mio fianco soffoca un gridolino eccitato, ma io, dal mio canto, non so semplicemente cosa dire, cosa pensare. La mia attenzione è focalizzata completamente sul corpo di Brian che si muove sinuoso con quello di Lindsay, in perfetta sincronia.
Fanno ancora qualche passo veloce, poi, con due sorrisi soddisfatti -probabilmente abbiamo tutti una faccia sbalordita- ritornano dov'erano prima; Lindsay batte le mani, e scrolla le spalle.
-Forza, non perdiamoci in altre chiacchiere inutili. Il monologo di Brian è stato a sufficienza, quindi, tutti a coppie!-
Tutti ridacchiano, e allegramente la gente comincia a disporsi a due a due.
Daphne con uno scatto repentino si abbarrica al mio braccio, e quasi me lo stacca.
-Daph, Daph, rilassati!- la riprendo, cercando di scrollarla via il più delicatamente possibile.
-Ok, scusa.- risponde, con l'ennesimo gridolino.
Brian e Lindsay ci mostrano la posizione da cui cominciare, e poi qualche passo.
-Ragazzi,- annuncia Mr Kinney, -questa è la bachata.-
-Ma l'hai visto?- mi sussurra Daphne, voltandosi per lanciargli un'occhiata ammirata,-E' stupendo.-
Le faccio fare un mezzo giro come ha fatto Brian con Linsday, e assumo un'espressione ironica. -No, guarda, non l'ho notato!- la punzecchio. Lei tenta di calpestarmi il piede, e io ridacchio, scansandola.
-Idiota!-
Sto ancora ridendo per la faccia fintamente offesa di Daphne, quando sento una mano prendermi il colletto della maglietta e staccarmi dalla mia amica. -Voi due impiastri dovete separarvi.-
Brian, comparso alle mie spalle, mi ha fatto mancare due o tre battiti al cuore.
Stiamo per replicare entrambi, quando Lindsay, arrivata da noi, ci zittisce con un'occhiata che non ammette repliche, nonostante abbia un'espressione allegra e divertita.
-No, davvero, non facciamo più i cretini!- esclama Daphne, incerta.
Ma Lindsay ridacchia, scuotendo la testa. -Non è quello il problema. E' che insieme, siete disinibiti quanto due cuccioli di pinguini!-
-E' un modo gentile per dirvi che ballate come se la bachata fosse il girotondo, e che mia nonna è più sensuale di voi due messi insieme. Mai fatto sesso?- fa Brian, con nonchalance, assumendo allo stesso tempo un'espressione maliziosa.
-Brian!- s'indigna Lindsay, -Sei sempre il solito! Cosa c'entra la loro vita sessuale con il ballo?-
-Centra eccome!- ribatte, per poi puntare lo sguardo su di me. -Allora, raggio di sole, non siete una coppia, mh?- dedusse.
Linsday sbuffa e se ne va dagli altri ragazzi, mentre Mr Kinney non accenna a muovere un passo. -Sapete, si vede. Che siete amici e che non c'è attrazione, intendo. Nel ballo si trasmette eccome se i partner si piacciono. A meno che non siate sufficientemente bravi come me e Linz per nascondere la totale indifferenza.-
Il mio cervello non impiega molto a fare due più due: non c'è attrazione, dice lui, quindi non sono una coppia.
Quindi è single, un uomo come lui? O forse c'è un'altra.
Brian mi lascia un buffetto sulla guancia, e mi sorride in modo indecifrabile. -La prossima volta, tu..?- indica la mia amica, che ovviamente arrossisce e sorride ebete. -Tu, com'è che ti chiami?-
-Daphne.-
-Bene, Daphne, tu starai con Lindsay. Avrà sicuramente qualche consiglio da darti. E tu, raggio di sole, starai con me.-
-Kinney, vuoi muovere quel bel culetto immacolato e venire da me, per piacere?!- sibila Lindsay, pestando i tacchi sul parquet, richiamando all'ordine prima che io possa chiedere perché quello scambio.
-Ehi, calma! Sei nervosetta, Linz! Cos'è, il tuo maritino non ti soddisfa sessualmente?- L'espressione della donna si fa praticamente truce; è palese che voglia incenerire seduta stante il suo partner.
-Brian, non tirare la corda. O Gus non avrà più un padre.-
-Solo per il bene di mio figlio!- dice, con fare irriverente e un sorriso furbo, -Mi concede l'onore?-
Lindsay da la mano a Brian, che richiama la nostra attenzione.
Mi rendo conto solo ora, che nessuno ha fatto caso alla conversazione dei nostri insegnanti a parte me e Daphne, rimasti a fissarli come due rimbambiti.
-Allievi, ora tutti insieme! Un, due, tre, incrocio!- esclama Kinney, ripetendo i passi che ci ha mostrato prima.
Daphne li imita immediatamente, sistemando da sola una mia mano sul suo fianco e una nella sua.
-Tra noi non c'è veramente feeling, mi spieghi come abbiamo fatto ad andare a letto insieme?- mi chiede, accigliata.
Io scrollo le spalle, le faccio fare un mezzo giro, e le sorrido. -Me l'hai chiesto tu-
-Era per una buona causa!- dice, convinta. Poi fa un sorrisetto strano, e mi fissa da sotto le ciglia scure; -Non abbandoni il corso, vero?-
-No- sorrido tra me, guardando verso il nostro insegnante -No, penso che non sarà così male come credevo.-

.
.

-
< Soul's corner >

Innanzitutto, ringrazio chiunque sia arrivato fin quaggiù, e che ha speso qualche minuto per leggere questa fic.
E' la prima storia di QaF che scrivo, quindi sono una novellina nel fandom, e sono anche un po' in ansia per i giudizi. Perché spulciando nelle fic, ho notato che quasi nessuno scrive storie completamente uscite dal nulla, stravolgendo i personaggi. E beh, io l'ho fatto.
E', appunto, completamente OOC, e spero di non aver rovinato Justin e Brian; e soprattutto spero che l'idea non vi sembri troppo stupida comunque.
Critiche o apprezzamenti sono ben voluti, giusto per sapere se andare avanti o toglierla prima di essere lapidata brutalmente u.u

Un bacio.

  
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