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Autore: Swaggie    14/04/2012    1 recensioni
Eunhae-
Eunhyuk un bel giorno trova qualcuno che riesce a farlo sentire finalmente bene. Ma è piccolo, non capisce ancora.
Il bambino che ha di fronte sentendo dei rumori si volta ad occhi sgranati.
Hyukjae pensa che siano davvero belli, anche se sono rossi e gonfi.
"...E-ehy." Perchè balbetta? Non sa che dirgli e non sa perchè il cuore gli batte così forte all'improvviso.
Ha paura di sentirsi male e porta una mano al petto. (...) Si ritrova a sedere anche lui ma ora è intenerito. Gli circonda le spalle con un braccio poggiando la testa sulla sua spalla. "Come...ti chiami?" Domanda.
Il piccoletto lo guarda. "Donghae." (...) "Devo andare. E' il mio papà." gli dice triste. "Ci...ci rivediamo?"
Hyuk rimane sorpreso da quelle parole.
"Sì." Gli viene d'istinto rispondere.
"Domani ritorna qui."
Annuisce.
Stavolta è lui a dargli un bacetto casto sulla guancia destra.
Donghae.
Chissà perchè solo quel nome lo fa stare bene.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I am in late. 

Hyukjae è tornato a casa. 
E' nel letto, gli stanno rimboccando le coperte. 
Il padre gli fa il solletico, la madre li guarda divertiti. 
"Domani...parco. Ancora." Sussurra facendo sprofondare la testa nel cuscino morbido. 
La donna gli accarezza il viso. "Hyukkie, non so se possiamo portarti domani." 
"Ma...mamma!" Scatta a sedersi. 
"Mica ci puoi andare tutti i giorni?" Interviene il padre. 
"Ma io...solo domani!" Eunhyuk congiunge le mani a mo' di preghiera. 
Fa anche gli occhietti dolci e sporge in fuori il labbruccio. 
I suoi sembrano cedere quando fa così. 
Ma stavolta non funziona. 
"Vedremo domani." Gli sorride l'uomo per farlo stare buono. 
Non è la risposta che Hyukjae si aspettava, vuole un sì netto. 
Mette il broncio. 
La madre gli posa un bacio sui capelli. 
"Dormi piccolo, a domani." 
Si alza col padre ed entrambi gli sorridono ed escono richiudendosi la porta alle spalle. 
Il buio della stanza da fastidio a Hyukkie. 
Si sente osservato e comincia a credere di non essere solo. 
Un rumore strano lo preoccupa di più allora si nasconde sotto le coperte portandosele fino al naso. 
Si guarda intorno ma non distingue i contorni di nulla. 
Cerca di resistere, ma non ci riesce. 
E' costretto ad accendere di fretta la lucina che ha sul comodino. 
Ha promesso ai suoi e a se stesso che avrebbe cercato di superare la paura del buio, ma non ce l'aveva fatta stavolta. 
Quella luce azzurrina lo tranquillizza. 
Si volta di lato e stringe al petto il suo coniglietto di peluche. 
Gli da un bacetto augurandogli la buonanotte. 
Controlla un'ultima volta l'ambiente e finalmente si addormenta. 
 
 
La mattina seguente si annoia. 
Ha giocano con il suo bunny, il coniglietto, ha fatto colazione, ha giocato con sua sorella. 
In quel momento sta suonando la piccola tastiera. 
Sta cercando di fare il bravo e di non fare domande in modo che i genitori il pomeriggio lo portino al parco. 
E così resta lì, fermo a muovere le dita su quei tasti. 
Il padre nella stanza accanto è al telefono, probabilmente è una cosa di lavoro. 
La mamma sta preparando il pranzo, sua sorella si è appena addormentata sul divano. 
La guarda, si alza e trascina la copertina rosa fino a lei coprendola. 
Le passa una mano fra i capelli e sorride. 
Torna saltellando al suo ritmo e nota che il padre lo sta guardando. "L'hai coperta, Hyukjae?" 
Annuisce deciso. "Se no sente freddo." 
Il padre sorride. "Ma che bravo che sei." 
Si siede al suo fianco domandandogli di fargli ascoltare ciò che sta creando. 
Eunhyuk tutto pimpante gliela fa sentire. 
Alla fine il suo vecchio applaude fischiando. "Ma che bravo! Diventerai un musicista eccezionale." 
"Io...voglio essere ballerino." 
Il padre inclina la testa. "Davvero Hyuk?" 
Annuisce. 
Gli è sempre piaciuto ballare. Nelle recite, è sempre lì in prima fila. E' il primo ballerino e a lui fa davvero piacere. 
"Bene. Impegnati e ci riuscirai." 
E detto questo si rialza e va a dare una mano alla mamma. 
Già Hyukkie si deve impegnare. 
 
 
Finiscono di mangiare e la  madre rimprovera i figli che continuano a tirarsi molliche di pane. 
Ridono e finalmente la smettono solo quando restano seduti solo loro due. 
Hyuk scende, e porta il suo piatto in cucina alla mamma che li deve lavare. 
"Mamma mamma." La chiama. 
Lei prende il piatto e lo guarda. "Che c'è?" E' ancora nervosa per prima a giudicare dal tono che usa. 
Hyuk sospira. "Mi porti al parco?" 
"Hyuk, ho un impegno oggi...emh, perchè non chiedi a papà, ti va?" 
Mette del detersivo su alcuni contenitori. 
Il bimbo esce dalla cucina. 
"Papà, papà!" Chiama a voce alta per farsi sentire. 
"Ehy, sono in studio, vieni piccolo!" 
Attraversa il corridoio ed entra nella stanza. 
Il padre lo fa sedere sulle sue gambe. "Che c'è?" 
"Mi porti al parco?" Domanda Eunhyuk sorridendo timido e abbasando la testa. 
"Oh...Hyuk, ho parecchio lavoro per domani...non penso sarà possibile." 
"Oh, ti prego!" 
Dopo qualche minuto di silenzio, il padre si sistema meglio gli occhiali da lettura sul naso. 
"Facciamo così, cerco di finire in fretta così ti porto, ok? E ci portiamo anche tua sorella!" 
Hyuk si innervosisce. Sa già che se verrà anche lei sarà costretto a portarsela dietro e lui vuole stare con quel Donghae. 
"...Va bene." Non dice nulla, e scende velocemente. 
Si chiude in cameretta e aspetta che il padre finisca. 
 
 
 
Donghae è seduto proprio dove ieri ha fatto quello strano incontro. 
E' tutto uguale. Gli uccellini cantano, il vento fa cadere alcune foglie...l'unica differenza è che non piange. 
La mamma sa che è lì dietro, seduto accanto a quell'antica quercia ed è tranquilla. 
Anche se non sembra preoccuparsi molto del figlio o dei suoi spostamenti essendo molto presa da un'animata conversazione al cellulare. 
Donghae guarda il cielo. 
Guarda le nuvole che si spostano e sussurra "Anche le nuvole camminano..." 
Si stende sull'erba. 
Una farfalla con le ali variopinte si posa su un grande fiore lì vicino. 
Spalanca la bocca sorpreso. Non ne ha mai vista una così bella. 
Si mette a sedere e si trascina a terra avvicinandosi un po'. 
Gli piacciono solo le ali, il corpicino lo trova strano e brutto. 
"Eunhyuk" Dice. Sì, è quello il nome che vuole dargli. 
Perchè quella sua vista l'ha fatto sorridere. 
Si avvicina ancora e ancora...
Allunga l'indice destro per toccarla ma quando è ad un soffio dalle ali, questa scappa via. 
Sobbalza non aspettandosi quel gesto e ride di sè. 
Guarda l'insetto volare su, su...sempre più in alto. 
'Eunhyuk, dove sei?' pensa. 
Sta aspettando da parecchio, ormai si è fatta quasi sera. 
La voce della madre lo fa riprendere. 
"Donghae!" Sembra arrabbiata. Forse è per quella chiacchierata di prima. 
"Dobbiamo andare, corri." Si avvicina a lui e lo prende per mano. 
Donghae cerca di liberarsi da quella stretta. "No, mamma! A-aspetta!" 
Impunta i piedi al suolo, ma non è forte come lei. Ben presto si accorge di essere portato senza alcuna fatica. 
Ma non può andarsene ora, no. Deve aspettare Hyukjae, deve arrivare. Aveva detto ci sarebbe stato. 
Comincia a piangere. 
La madre lo prende in braccio e si ferma guardandolo. 
Prende un respiro per restare calma. "Hae, piccolo mio, è tardi. Dobbiamo preparare la cena. Hai dimenticato che stasera ci sono anche i nonni? Dai, ci torniamo." 
Hae deglutisce e ansima. Si asciuga le lacrime col dorso paffuto della mano. 
"Altri...5 minuti." 
La mamma è intenerita, vorrebbe accontentarlo, ma davvero non può. 
"No, Hae. Mi dispiace ma stavolta no. Ti porto domani e restiamo tutto il tempo che vuoi." 
E' un anno ormai che tutti i pomeriggi Donghae va a svagarsi in quel parco. 
Ricomincia a piangere,  ma è costretto ad arrendersi. 
Non si accorge però di aver lasciato lì, sotto l'albero la sua tartarughina di gomma. 
Cerca di calmarsi ma stavolta non può smettere di piangere, perchè non c'è Eunhyuk a consolarlo. 
 
 
Quando finalmente arrivano, Hyukjae dice "Vado a vedere una cosa!" E prima di essere fermato corre nel posto destinato all'incontro. 
Continua a correre ma quando supera la siepe, rimane deluso. 
Donghae non c'è. 
Si guarda intorno. Magari ha sbagliato posto...
Ma no, c'è lo stesso albero, lo stesso rametto con la quale si è tagliato il dito. 
Si sistema il cerottino che gli aveva messo la madre al loro ritorno e sospira. 
Ci è rimasto male. 
Fa qualche passo e qualcosa richiama la sua attenzione. 
Si china e prende fra le mani una piccola tartaruga di pezza. 
Se la volta fra le dita e sulla pancia nota qualcosa. C'è scritto 'Donghae! :D' 
Sente gli occhietti pungergli. E' stato lì allora, e lui non è arrivato in tempo. 
Arriva la sorella che gli dice "Hyuk vieni sull'altalena?" 
"No!" Urla. Tira un calcio a quell'odioso rametto appuntito e lo spezza. 
La sorella si sorprende ed in silenzio torna indietro. 
"A casa!" Continua ad urlare vedendo il padre. 
"Ma come? Fino a poco fa volevi a tutti i costi venire qui e ora?" 
"A casa!" Ripete il bambino sbattendo un piede a terra. "Domani, ci torniamo domani!" 
"No Hyuk, ora aspettiamo. Siamo arrivati fin qui e tua sorella si sta divertendo." 
Eunhyuk tira un calcio ad un sassolino. "Uffa!" 
Così se ne ritorna dove ha trovato la tartaruga e si mette a guardare il cielo. 
Quasi si addormenta a restare lì, pensando un milione di cose strane. 
Quando delle voci gli intimano che è arrivato il momento di tornare, a fatica si alza e trascina i piedi fino alla macchina. 
   
 
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