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Autore: MaggieMurdock    14/04/2012    3 recensioni
Non propriamente due poesie. Solo parole, emerse anni fa, scritte ascoltando le meravigliose canzoni dei Radiohead. Liberissimi di insultarmi. Ma magari vi piacciono, chissà. A voi il giudizio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo due brevi componimenti (? o presunti tali, diciamo così). Li ho ritrovati insieme ad altri tra le pagine ingiallite di un vecchio moleskine. Le canzoni citate nel primo son contenute nell'album 'Ok Computer' dei Radiohead. (Se non le conoscete, ascoltatele, perchè sono stupende. Davvero, fatevi del bene, non ve ne pentirete.) Se vi piaceranno, vi ringrazio di cuore. Se voleste commentare e dirmelo, ancora di più. Nel caso in cui vogliate dirmi di darmi all'ippica..beh, accetterò anche quello,senza problemi. Grazie a prescindere se leggerete. :)

E Climbing Up The Walls a ferirmi le orecchie, di bellezza vitrea. 
Crepitii di foglie vive e battiti di tamburi
e una voce 
che mi ruba il cuore. 
Assimilami in atomi celesti, domata in fibra 
e ribelle dentro. 
Colorami nera bianca rosa arancio
Ritirami stesa al filo del ricordo. 
Leziosa. 
Vinilica. 
Ridondante. 
Eccessivamente barocca. 
Perduta in grotte fasciate di note sterili. 
Avvolgi le mie ali in pece. 
Starò zitta. 
Starò ferma. 
E dentro esplode Lucky, nel furore. 
It's gonna be a glorious day. 
E il resto 
solo bolle di sapone 
sugli spilli del ricordo. 
Avvolgente limpidezza. 
Rinascere mondata di luce. 
Scorticare cortecce di definizioni banalmente declamate. 
Api sul cerchio mieloso della mia ricerca. 
Vincimi lanciando dardi gialli 
di girasoli appassiti. 
Nebbia viola. 
Bevimi in silenziose pozze d'eterna inquietudine. 
La mia bocca spalancata ti cerca 
in particelle pulviscolari 
nel vento. 

// 

Gocce di salsedine sul vetro freddo
Silenziose le sensazioni flebili sulle mie spalle 
Nefande attardate carezze 
di parole al sentor di ferro, 
mi attorniano braccata in accenti di ambra e melissa. 
Girovago il mio stupore 
in atomi infiniti
accoccolato tra gli sterpi di ancestrale scoperta..
finora attardata da rovi di paura neri e graffianti
sulle mani. 
Porgo i miei occhi ad attrazioni quantomai impensabili
impossibili. 
Assertivo rassegnarsi.
Tortuoso, in bilico, in sintesi, di plastificata sinestesia 
di braccia amene e sole. 
Il mio cuore di saggina, 
null'altro che cenere, null'altro che piccoli stuzzicadenti di fumo
in corone accese.
Null'altro che te. 


ps. Non chiedetemi il senso di tutto ciò, come mi siano uscite dalla penna, cosa pensassi. Non lo so nemmeno io. 
Bene. Ora potete sputarmi, se volete :D

  
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