P.o.v. Adam
« Adam… Adam! »
Spalancai gli occhi con un sussulto e mi voltai verso
Catherine, la mia migliore amica, che al momento mi stava fissando con un
espressione accigliata.
« Che c‘è? » le chiesi in un bisbiglio, lanciando
un’occhiata alla prof di storia per assicurarmi che non mi stesse guardando.
« Cosa diavolo
ti è successo? È tutto il giorno che hai la testa tra le nuvole e scarabocchi
il nome di Shane Webber ovunque.. »
mi sussurrò lei, accennando al mio libro.
Abbassai lo sguardo e mi resi conto che aveva
schifosamente ragione. Dio santo, c’era quel nome ovunque!
Arrossii leggermente e tornai a guardare la mia amica.
« Non è
successo niente Cat, te lo assicuro.. » le risposi alla fine, con aria più triste di
quella che avrei voluto.
Lei scosse la testa con aria esasperata. « Dovresti veramente smetterla Adam.. »
« Ma di fare
cosa? »
« Di sbavare
dietro a quel coglione immenso. »
La guardai profondamente indignato. « Che cos..? IO NON GLI SBAVO DIETRO! »
« Si si…
figurati.. »
« Mi piace un
pochino. Forse. Ecco tutto. »
Lei mi guardò con un sopracciglio inarcato e la sua
migliore espressione scettica. « Un pochino? »
« Un pochino. » confermai.
Lei scosse la testa di nuovo. Non la sopportavo quando
faceva così, cavolo. Lo sapevo benissimo che Shane era uno stronzo con la “s”
maiuscola, lo sapevo anche meglio di lei.. Però non ci potevo fare niente, se
mi piaceva.. E il problema era proprio che non mi piaceva un pochino, mi
piaceva fottutamente tanto.
Tirai un lungo sospiro e appoggiai la testa sul banco,
nella paziente attesa che finisse la lezione.
Mi guardai intorno, cercando una via di fuga, ma non
ce n’erano. Mi avevano circondato, non potevo fare niente.
« Ehy frocio, allora è vero che muori dietro a Shane? »
Li guardai spaventato, con gli occhi sbarrati. Ero confuso,
non riuscivo a capire quello che stavano dicendo. Come avevano fatto a
scoprirlo? Un tizio che non avevo mai visto prima mi si avvicinò, dandomi uno
spintone.
« Vorresti
che te lo sbattesse dentro, eh? » mi ringhiò contro, per poi scoppiare a ridere.
Scossi la testa con fare frenetico, indietreggiando,
fino a quando non andai a sbattere contro il muro. Loro mi si avvicinarono
ancora.
« Avanti
Shane, perché non lo fai felice? » disse ancora, ridendo, e finalmente lo vidi.
Era tra di loro e anche lui mi stava guardando con uno
sguardo schifato e sprezzante. Mi si avvicinò.
« No.. » riuscii a
mormorare.
« NO! »
Mi alzai a sedere, spalancando gli occhi, e mi accorsi
di essere ancora in classe. Avevo il viso imperlato di sudore e tutta la classe
mi stava fissando, ridacchiando. Arrossii di nuovo, e incontrai lo sguardo
della prof, che mi fissava allibita.
Merda. Non solo mi ero addormento in classe, ma mi ero
messo pure a fare gli incubi??
« Signor
Thomas.. Se è tanto stanco, la prossima volta le consiglierei di rimanere a
casa a dormire, invece che disturbare la mia lezione.. Nel frattempo perché non
esce dalla classe? Magari un giretto le schiarirà le idee.. »
Tirai un lungo sospiro e mi alzai, senza ribattere
nulla. Quel ragazzo non poteva assillarmi anche nei sogni, dannazione.
Raggiunsi il bagno a passo svelto e mi sciacquai la
faccia, che oltre ad essere sudata, adesso era anche accaldata e bordeaux.
Ringraziai il cielo che almeno il bagno fosse vuoto, visto che le lezioni non
erano ancora finite. Non avevo proprio voglia di incontrare nessuno in quel
momento.
Naturalmente, appena finii di pensarlo, sentii dei
passi avvicinarsi alla porta.
« Ma guarda chi
si vede.. »
Mi irrigidii al suono di quella voce. Mi voltai
verso di lui.
« C-ciao.. » fu l’unica cosa che riuscii a mormorare,
vedendo Shane in piedi davanti ad uno dei lavandini che mi guardava divertito.
La sua faccia era un po’ migliorata rispetto al giorno prima. L’occhio si era
un po’ sgonfiato, e adesso riusciva a tenerlo aperto decentemente, i suoi
capelli neri non erano più impastati di sangue, e in generale non sembrava più
un ammasso di carne trita.
« È davvero un
colpo di fortuna trovarti qui da solo.. »
esordì, dopo qualche secondo di silenzio.
Io però non ero affatto della stessa idea. Al momento
avrei solo voluto tornarmene in classe, e comunque stargli il più lontano
possibile, dopo quel sogno del cazzo.
« Già, beh,
però io ora devo tornare in classe.. »
Feci per superarlo, per poter raggiungere la porta, ma
lui mi bloccò, prendendomi per un polso. Mi spinse con la faccia contro la
parete, torcendomi il braccio dietro la schiena e stringendo tanto forte da
farmi male. Non riuscii a bloccare un gemito di dolore.
« Che cosa..
Vuoi da me? » riuscii a mormorare. «
Fanculo, mi fai male.. »
Sentii il suo corpo aderire al mio, e la sua bocca
avvicinarsi al mio orecchio.
« Sai, io odio
avere debiti con le persone.. In particolare se queste sono come te.. »
Mi morsi un labbro per il dolore. Non riuscivo a
capire dove diavolo volesse andare a parare con quel discorso del cazzo.
« Mi sono
chiesto “in che modo potrei ripagarlo per essere stato tanto gentile con
me?” » proseguì, con tono leggermente ironico. « Ci ho pensato tutto il pomeriggio, poi mi è
venuta in mente una cosa.. »
Mi strinse ancora più forte il braccio, e io sentii le
lacrime iniziare a pungermi gli occhi.
« Io ti
piaccio, non è vero? » sussurrò alla fine al
mio orecchio.
Spalancai gli occhi. Non poteva averlo detto. Dovevo
aver capito male.
« Forse
potremmo trovare un accordo.. »
Sentii l’altra mano scivolarmi lentamente sul fianco,
e le sue dita insinuarsi sotto la mia maglietta, mentre con la bocca mi
mordicchiava il lobo.
Io stavo per avere un attacco isterico. E probabilmente
quella era una strana cosa a metà tra un sogno e un incubo, perché tutto questo
non poteva star accadendo veramente.
« Cosa ne dici,
può funzionare? » sussurrò ancora, facendo scivolare la mano
fino al bottone dei miei jeans.
E Dio, in quel momento non sapevo proprio cosa
avrei dovuto fare. Shane mi piaceva, si, ma era sempre lo stronzo menefreghista
che era il giorno prima, dubitavo che si fosse improvvisamente scoperto gay e
follemente innamorato del sottoscritto.. Quando sentii le sue dita superare
l’elastico dei miei boxer, finalmente mi decisi a reagire.
« Lasciami! Mi
fai schifo.. »
Gli tirai una gomitata nello stomaco e lo allontanai
da me. Lui non oppose molta resistenza, e non sapevo se lo facesse di proposito
o fosse semplicemente ancora troppo debole per farlo.
Mi voltai verso di lui, e vidi che mi sta guardando
con un ghigno divertito.
« Ti faccio
schifo..? » sussurrò, avvicinandomisi di nuovo. « Eppure non si direbbe affatto.. »
Appoggiò una mano contro il muro, al lato della mia
testa, mentre con l’altra scese nuovamente al cavallo dei miei pantaloni. Io
sussultai, rendendomi conto del leggero rigonfiamento che quello stronzo stava
andando a stuzzicare.
Gli tirai uno spintone e corsi fuori dal bagno,
cercando di risistemarmi i jeans e di non avere un aneurisma nel bel mezzo del
corridoio.
« Vaffanculo.. »
P.o.v. Shane
Rimasi qualche secondo a fissare la porta da cui
Thomas era appena uscito, poi entrai in uno dei piccoli cubicoli, chiudendomi
la porta alle spalle. Scivolai a terra, soffocando l’ennesima imprecazione, e
scoppiai a ridere. Mi ero eccitato! Mi ero eccitato a toccare quel ragazzino!
Dio, dovevo essere messo proprio male.. E per fortuna non se ne era accorto,
altrimenti mi sa che tutta la mia credibilità sarebbe andata a puttane. Lasciai
passare qualche minuto, poi mi alzai ed andai a sciacquarmi il viso, per
calmare i bollenti spiriti. Non avevo alcuna intenzione di farmi una sega nei
bagni della scuola per colpa di un ragazzino sfigato con ancora l’apparecchio
ai denti.
Dopo un paio di minuti ero nuovamente in condizione di
uscire da quel bagno senza sembrare un coglione con gli ormoni a palla, quindi
me ne tornai in classe. Mi stravaccai al mio posto, accanto a Mike, e mi voltai
a guardarlo sorridente.
Lui fece una smorfia seccata. Quella notte non aveva
dormito un cazzo, e adesso era di pessimo umore ed intrattabile.
« Che cazzo è
quel sorriso da deficiente? » grugnì nella mia
direzione.
« Ultimamente
ci si annoia parecchio, non trovi? »
Lui mi guardò perplesso e stizzito. Odiava quando non
parlavo chiaro e tondo da subito.
« Mi sono
trovato un passatempo. » annunciai alla fine.
« Cioè? Ti sei
dato alla danza classica? »
« No, ho deciso
di scoparmi Adam Thomas. »
« Sei diventato
frocio? »
« Non direi..
Sono solo annoiato, e ho trovato un nuovo e divertente modo di torturarlo.. »
Lui mi guardò sconcertato, poi scosse la testa. « Tu sei da manicomio peggio di lui, amico.. Quello non
te lo dà.. »
Inarcai un sopracciglio. « Ma se hai detto ieri che ha una cotta per me. »
« Si, ma non è
idiota, sa benissimo che una scopata con te equivarrebbe alla totale
distruzione della sua vita scolastica e sociale. »
Lo guardai assorto per un attimo, poi sorrisi di
nuovo. « Okay, scommettiamo che entro il mio compleanno me lo
porto a letto? »
Gli porsi la mano.
Mike si voltò a guardarmi con un sorrisetto divertito.
« Okay. »
La strinse.
Un mese e mezzo.
P.o.v. Adam
« Cosa cazzo ha
fatto quello stronzo? » urlò Catherine,
guardandomi con gli occhi sgranati ed un’aria quanto mai sconvolta. « Io lo ammazzo, quel pezzo di merda! »
Guardai la mia amica con aria stanca. « Lascia stare Cat, tanto ci
sono abituato alle sue prese per il culo.. »
« Ma come
diavolo sarebbe a dire?! Questo va oltre le normali prese per in giro! Io gli
spezzo le gambe a quello sfigato omofobo di merda! »
Quasi mi venne da ridere a sentirla parlare così.
Naturalmente a lei non avevo raccontato dei vari “pestaggi”. Dopotutto non mi
avevano mai fatto nulla di serio, a parte qualche livido qua e là, e
sicuramente se gliene avessi parlato lei si sarebbe incazzata tanto da andare a
cacciarsi nei guai. Ci mancava solo che si mettessero a maltrattare pure lei,
Dio santo!
« Non importa,
dai.. » mormorai, abbozzando un mezzo sorriso.
Lei sbuffò, scuotendo la testa. « Io proprio non capisco come tu faccia a sopportare
tutto questo.. E anche a farti piacere quel.. »
« Cat! » la interruppi.
« COSA? »
« Basta così,
okay? »
Lei sospirò, rassegnata. « Non ti capisco proprio.. »
Io scrollai le spalle e le sorrisi. « Non importa, non devi capire per forza. Comunque ora
devo andare.. Magari dopo ti chiamo.. »
Lei annuì controvoglia e mi salutò, tornando poi a
sedersi sul gradino davanti all’ingresso della scuola. Stava aspettando che
iniziassero i corsi di teatro pomeridiani. Avevano chiesto anche a me di
parteciparvi, ma io mi ero rifiutato con gran decisione.
Già ero abbastanza gay, senza che mi mettessi anche a
fare l’attore fallito.
Mi avviai con uno sbuffo verso casa, ed imboccai il
solito vicoletto che mi accorciava la strada di un bel po’. Era tutto il giorno
che ci pensavo, ma ancora non ero riuscito a capire perché diavolo Shane si
fosse comportato così quella mattina. Era solo un nuovo modo per pigliarmi per
il culo? Affondai la faccia ancora di più nella sciarpa e tirai giù il
cappellino nero. Faceva fottutamente freddo quel giorno.
Mi stavo pregustando il momento in cui mi sarei
infilato in casa, sotto una coperta con una cioccolata calda in mano, quanto
iniziai a sentire le risate. Rimbombavano per tutto il vicolo, ma non ci feci
caso.
Era troppo tardi, quando mi resi conto che erano voci
conosciute.
« Ehy, guardate chi c‘è! »
Alzai lo sguardo, spaventato. Davanti a me si
stagliavano i soliti 4 brutti figuri. O almeno, 3 di questi erano brutti. Tom
Curtis, Jim Hampton, Mike Dalton e Shane Webber.
« Ma guarda, il
piccolo Thomas.. » Jim mi si avvicinò,
invadendo il mio spazio vitale. « Sai, dovresti proprio
evitare di andartene in giro da solo.. »
Tom ridacchiò, due passi indietro. « Già, dove hai lasciato la tua amichetta.. Bennet, no? Catherine Bennet. Una
gran figa, magari la prossima volta ce la presenti.. »
« Vaffanculo,
non vi azzardate a tirare in mezzo pure lei. »
Tom e Jim scoppiarono a
ridere, mentre Mike e Shane si scambiarono un’occhiata d’intesa piuttosto
divertita.
Jim mi diede una spinta che mi fece barcollare
all’indietro. « Perché se no che fai, eh, frocetto?
»
Aprii bocca per ribattere, ma non feci in tempo a dire
nulla, perché in quel momento accadde una cosa veramente inquietante. Shane
Webber intervenne.
Si mise in mezzo, tirando una spintarella a Jim, con un sorriso conciliante stampato in faccia.
« Dai Jimmy,
lascia stare questo sfigato e andiamocene che ho fame.. »
Deglutii a vuoto, vedendo Jim
voltarsi verso di lui con aria chiaramente incazzata.
« Che cazzo
fai, Webber, ti metti a difendere questa mezza checca? »
« Ehy, amico, rilassati… Dico solo che preferisco andare a
mangiare, che stare qui ad insultare Dorothy.. »
si voltò a guardarmi leggermente divertito. «
Dai, non c‘è neanche più gusto.. Non gli hai ancora fatto nulla e se la sta già
facendo addosso.. »
Okay, mi aveva chiamato Dorothy, e aveva osato
insinuare che me la stessi facendo addosso -cosa assolutamente falsa-, ma, per
quanto lo potesse negare anche all’infinito, Shane Webber mi stava decisamente
difendendo.
« E va bene.. » grugnì Jim, ancora
accigliato, dopo averci pensato su qualche secondo.
Mi tirò una pacca in mezzo alla schiena, superandomi. « Ci vediamo domani a scuola, frocetto!
» e si allontanò per il vicolo.
Gli altri lo seguirono, tranne Shane, che rimase
davanti a me decisamente più del dovuto.
Mi guardò per un secondo con un’espressione
indecifrabile, poi sorrise divertito. « Scusa per stamattina, ho esagerato. »
Disse solo questo, prima di andarsene. Disse solo
questo, ma bastò a farmi diventare rosso come un fottuto Babbo Natale ubriaco.
Buonsalve gente!!
Innanzitutto devo chiedere
umilmente perdono per avervi fatto aspettare così tanto, e anche perché è
scritta maluccio… spero però che vi diverta almeno un pochino! :D
Fatemi sapere!
P.s. grazie tante per le recensioni e a chi ha aggiunto
tra i preferiti/seguite eccetera!
Vi amo! <3