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Autore: Shee    10/11/2006    4 recensioni
Un breve poesia su una rana sfortunata, forse ridicola, forse malinconica, ma le ore di latino non danno buoni fruttiXD
Genere: Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa l’ho scritta durante l’interrogazione di latino di stamattina. Siccome ho una piccola “statuina” di una ranocchia nell’astuccio sono stata ferma a guardarla e ho notato che aveva gli occhi all’infuori, no? Come tutte le rane, fuori dalle orbite, e allora ho pensato che sarebbe bastato poco perché un occhio si staccasse.

Poi ho pensato alla lezione di religione che ha predicato che ogni attimo della vita è prezioso, anche quello più brutto, e mi è venuto in mente l’essere ciechi e quanto il non vedere possa essere doloroso, ma anche a come alcuni riescano a superarlo, per quanto possibile, e vivere serenamente, accettando la cecità. La cecità salta all’occhio, scusate il gioco di parole, ed è un empio lampante di un brutto evento che però alla fin fine deve essere accettato per riuscire a vivere.

 

 

C’è una rana senza un occhio

E tu la guardi dal tuo cocchio

Ora ti guarda, malandrina

Quella rana, piccolina,

si muove, poi saltella,

è ancora un po’ più bella

salta, salta: ballerina

canta, canta: canterina

cade, si rialza

mai si ferma la sua danza

ora gli occhi le mancano entrambi

ma serena salta avanti

 

 

Carillon

XxX

  
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