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Autore: xArwen    15/04/2012    3 recensioni
Mikey è un ragazzo riservato e passa la maggior parte del suo tempo con la sua migliore amica, Alicia. Ma nasconde una parte inquietante della sua personalità: quando è solo si mette due dita in gola e rivomita tutto ciò che ha mangiato in precedenza. La sua situazione psicofisica stava già precipitando drasticamente quando Gerard, il fratello di Mikey, si accorge della sua malattia e cerca di aiutarlo. Mikey intraprende quindi un lento periodo di riabilitazione aiutato da Gerard, Alicia ed altri nuovi amici. Ma la sorte riserva sempre dei risvolti inaspettati della situazione.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mikey tossì. Ultimamente gli succedeva spesso e la cosa lo innervosiva, in particolare quando la gola iniziava a solleticargli e a provocargli spasmi proprio mentre si trovava nel mezzo di una seduta di riabilitazione. Era terribilmente imbarazzante interrompere il discorso di qualcuno in quel modo ed attirare l'attenzione su di sé. Inoltre quando aveva un attacco più persistente del solito e non riusciva quasi a respirare per gli spasmi della laringe, la faccia gli diventava paonazza e iniziavano a lacrimargli gli occhi. Dopo qualche settimana di fastidiosi inconvenienti di questo tipo aveva imparato a portarsi una bottiglietta d'acqua: aveva notato che bere qualche sorso appena iniziava a presentarsi quel fastidioso prurito in fondo alla gola aiutava a prevenire gli attacchi. Bevve anche quella volta un sorso e la situazione parve calmarsi, quindi tornò a fissare senza interesse le figure del libro di storia, nel comodo angolino dimenticato dell'ultimo banco accanto ad Alicia. Lei, al contrario, scriveva e scriveva per tutto il tempo della spiegazione sul suo quaderno degli appunti. Il motto di Mikey in caso di test in vista, infatti, era: “tanto mi faccio prestare gli appunti da Alicia!” La ragazza era abituata ad un comportamento simile, che si potrebbe definire quasi approfittatore, ma concedeva di buon grado il frutto delle ore passate ad ascoltare l'insegnante in cambio di un concreto aiuto nelle materie in cui aveva qualche difficoltà.

Quando la campanella suonò avvertendo gli studenti che era giunta l'ora del pranzo, come da copione tutti si alzarono contemporaneamente e disordinatamente per accalcarsi lungo i corridoi diretti alla mensa. Ogni volta che ciò accadeva, Mikey si sentiva salire una sgradevole sensazione d'ansia dal profondo della pancia. Da quando il suo problema era conosciuto ad Alicia, ogni volta che si sedevano per il pranzo si sentiva messo sotto osservazione. Non gli era permesso non mangiare e anche Alicia, che di solito spiluccava, aveva preso a riempire il suo vassoio e soprattutto a finirne in contenuto per dare il buon esempio. Era quasi un mese che aveva iniziato con il corso di riabilitazione e si sentiva più sicuro di sé e propenso al gusto del cibo, ma quella stupida voce dell'inconscio che cercava di distoglierlo dai buoni propositi era sempre presente lì da qualche parte e ogni volta che si trovava davanti ad una tavola imbandita doveva lottare contro quegli istinti. E questa battaglia era stremante. Aveva bisogno di continue distrazioni e di una buona dose di autocontrollo per non raggiungere di corsa il primo bagno libero e infilarsi due dita in quella gola rovinata dai succhi gastrici. Solo due volte aveva tradito ogni proposito ed in particolare la fiducia di suo fratello e di Alicia. Ed entrambe le volte gli era sembrato di tornare al punto di partenza, a quello strano ed offuscato periodo grigio in cui era stato privato dalla sua stessa coscienza malata di gran parte degli stimoli esterni per racchiudersi in un guscio sterile ad ogni emozione. Ricordava quei giorni, neanche tanto lontani, con un velo sugli occhi. Come aveva potuto dimenticare Gerard, Alicia e tutte le altre cose belle che aveva intorno, per soffermarsi su indefiniti pensieri che gli avevano riempito la mente di rumore bianco per quasi un'estate intera? Era strano che solo allora, con l'autunno ormai inoltrato, era riuscito a sbattere di nuovo le palpebre e ad intravedere quella fiamma tremolante che era la vita. Vita. Quella parola porta dietro di sé un limpido scorrere di acque trasparenti e cinguettii di uccelli primaverili. Per questo è ben poco convenzionale che tale rinascita – o meglio, riscoperta – sia avvenuta in una stagione meteorologicamente nebbiosa e propensa a facili piogge. La stagione della decadenza per eccellenza. Mikey non sapeva come era potuto piombare così a capofitto in un tale vortice di autodistruzione psicofisica. Cosa c'era che davvero non andava nella sua vita? Cosa lo aveva spinto a non mangiare più e a costruire quella barriera trasparente ma resistente tra sé stesso ed il resto del mondo? Il mondo doveva avergli fatto un grave torto per meritarsi quel trattamento, ma lui non ricordava. Non sapeva. Era accaduto tutto così velocemente ma allo stesso tempo lentamente che non se n'era accorto. Ripensarci adesso, dopo che Gerard era riuscito a farlo ragionare, dopo che Alicia aveva iniziato a sostenerlo più intensamente di prima, dopo che le loro mani piene di vita lo avevano afferrato per il bavero e cacciato fuori da quell'acqua vischiosa che lo sommergeva e da cui non riusciva mai a sollevarsi… lo faceva sentire un idiota. È sempre così, quando si ripensa al passato e ci si accorge di quante cose si sarebbero potute evitare. La cara e vecchia coscienza del poi, onnipresente e delicata come uno schiaffo, ti butta addosso con un secchio di latta la sua acqua rivelatrice che – colando dal tuo viso verso il terreno sotto forma di gocce simmetriche – ti fa sbattere le palpebre, scuotere un poco la testa ed infine dire: “ma come ho potuto?”.

Per tutta la pausa pranzo Mikey ed Alicia avevano parlato delle solite cose di cui si discute quando si mangia insieme in una mensa scolastica, e Alicia aveva sempre lanciato sguardi fintamente distratti al piatto del ragazzo. Lui l'aveva notato e, sebbene lo facesse sentire un pluriomicida carcerato sempre sotto controllo, non osava rimproverare Alicia per il suo modo di fare così protettivo. Lo faceva per il suo bene e lui, anche se gli doleva ammetterlo, sapeva che se sia lei che Gerard avessero abbassato la guardia molto probabilmente avrebbe ripreso la strada dell'astinenza dal cibo.
Quel giorno non c'erano lezioni pomeridiane per il loro anno e la mensa era meno gremita del solito. Dopo aver finito di mangiare il minimo indispensabile per una sopravvivenza equilibrata, Mikey ed Alicia si alzarono per rimettersi gli zaini sulle spalle ed uscire finalmente da quell'edificio.
«Vieni, andiamo da questa parte.»
«Verso la periferia?»
Alicia aveva preso a camminare nella direzione opposta alle loro abitazioni e alla zona commerciale.
«Sì, almeno non vediamo sempre le stesse facciate scolorite delle stesse case.»

Camminarono un po' svoltando in traverse casuali addentrandosi in quel fitto reticolo che costituiva la zona periferica di Belleville. Il panorama non era molto diverso dalla zona residenziale in cui abitavano loro, tranne che per un alternarsi di capannoni, rimesse ed orticelli più frequente.
La strada era semideserta a causa dell'ora e l'asfalto grigio scorreva sotto i loro passi discreti. Giunti ad un piccolo spiazzo dal pavimento di un'erba calpestata e ricoperta da foglie secche, salirono sullo scivolo ricoperto di scritte e disegni osceni che troneggiava come una scultura solitaria. La parte alta era costituita da una casetta di legno che riparava alla bene e meglio dalle ventate autunnali. Entrambi ci entravano a stento ma quello spazio era abbastanza confortevole pur nella sua angustia, perché li costringeva a stringersi come se fossero stati due gemelli nell'utero materno. Dava una sensazione di protezione ed intimità.
Mentre Alicia si stava ancora sistemando per bene seduta sulle tavole polverose al fianco di Mikey, lui la colse di sorpresa baciandola sulle labbra e facendole alzare la testa per ricambiare quel bacio inaspettato. La sentì rilassarsi sotto quel tocco leggero ma continuare a tenere i muscoli del collo contratti a causa della posizione scomoda. Subito però lei si sistemò appoggiandosi sopra a Mikey per abbandonarsi completamente a quegli attimi intrisi di una strana intimità. Stavano ufficialmente insieme da poco più di un mese e non si erano mai scambiati un bacio come quello. Forse a frenarli era il fatto che erano stati solo amici per così tanto tempo che ora ribaltare di punto in bianco i ruoli li spiazzava ancora un po' inconsciamente. Fatto sta che in quell'angolo, almeno apparentemente lontano dal resto mondo, quell'accogliente sicurezza che li aveva avvolti aveva fatto risvegliare in entrambi quegli istinti passionali alla base di ogni grande amore. L'attrazione fisica è la parte fondamentale per ogni rapporto duraturo; se essa manca, il sentimento che si crea tra due persone è semplice stima. Chiunque affermi che il vero amore è fondato su un'affinità solo caratteriale sbaglia. Senza la scintilla complementare della sensualità ogni affettività, per quanto elevata, non raggiunge mai la totalità dell'amore. Per questo gli amici possono essere tanti, ma solo una persona riesce a completare la parte del nostro cuore, sanguinante ed avara di interezza, che comincia a chiedere l'agrodolce ambrosia dell'affetto sin dalla nascita, in cerca del tipo che riesca a colmarla e cicatrizzarla come un balsamo miracoloso. Tutti gli uomini nascono col bisogno di amore, gran parte muoiono portandosi questa loro necessità in un altro mondo con la speranza di poterla soddisfare lì e raggiungere quella beatitudine tanto agognata.
La passione saturava l'aria, qualcosa era irrimediabilmente scattato. Anche gli ultimi veli che separavano le due anime erano stati spostati ed entrambe le anime si erano fuse. Ora erano solo carne contro carne. Due corpi, una sola anima. Una sola storia unita in modo indelebile. Un patto di sangue, i cui filamenti avvolgevano entrambi i cuori dei ragazzi e li legavano tra loro: tesi e pronti a suonare una melodia malinconica quando sono lontani, più allentati nei loro nodi quando si trovano vicini, permettendo quindi ai cuori di battere forte.
Ogni barriera era stata definitivamente annullata con quel singolo gesto, con la semplice e naturale unione di labbra frementi. Alicia era scivolata in basso, quasi con la schiena completamente distesa su quelle tavole polverose dello scivolo. Con le braccia cercava di sorreggersi e manteneva come unico contatto fisico con il ragazzo quel bacio. Mikey si sorreggeva a sua volta poggiando le mani sul pavimento, vicino a quelle di Alicia ma in modo da non toccarsi. Inquinare quel gesto puro con altri contatti fisici avrebbe diminuito l'elettricità statica, gli unici legami dovevano essere quelli tra le anime, i cuori e le labbra. I simboli dell'amore più sincero. È incredibile ciò che può trovarsi dentro un bacio, dentro un oggettivo scambio di saliva. Sentimenti ed emozioni che mille parole non potrebbero descrivere.
Mikey si era improvvisamente ritrovato in una strana posizione che in qualunque altro frangente sarebbe risultata alquanto scomoda. Era in ginocchio, con un piede percepiva la presenza dei due zaini poggiati in un angolo del piccolo rifugio, con il busto si protendeva sopra ad Alicia a dimostrarle quanto si fidava di lei, quanto le si fosse affezionato in quegli anni di intensa amicizia e quanto avesse capito di amarla dal giorno del loro primo bacio.
Dopo undici minuti in cui un lento sfregarsi di lingue aveva ridotto l'attività cerebrale ad una linea retta e l'attività cardiaca ad un sismogramma, Mikey allontanò un po' il viso dopo un ultimo schiocco di labbra. I pensieri produssero un enorme boato, dalla durata così infinitesima da renderlo impercettibile ad esterni, quando rientrarono improvvisamente nelle scatole craniche introdotti dal breve sospiro che segue ogni bacio. Entrambi si guardarono qualche secondo, o meglio, fissarono il vuoto con gli occhi rivolti in direzione della bocca dell'altro. La consapevolezza di ciò che era successo era divenuta opprimente una volta riacquistata la capacità di reagire. È molto più facile abbandonarsi al dolce dondolare delle sensazioni piuttosto che essere trattenuti dal saperle tali. Ma quando si razionalizzano gli impulsi si può giungere ad un livello ancor più coinvolgente, quindi vale la pena sopportare quegli attimi di smarrimento iniziali.
In qualità di anime ormai in simbiosi, entrambi risero. Alicia però reagì per prima e, con una risata più forte di quella di Mikey, spezzò quell'atmosfera che quasi stava diventando bianco latte per la saturazione da sentimenti nuovi e vivi. Tutto era stato definitivamente scoperto, esplorato, analizzato e risistemato. D'ora in avanti ogni gesto sarebbe stato più naturale di quanto non lo fosse mai stato. Gli stessi sentimenti profondi si sarebbero fusi ad una risplendente spontaneità. Non più baci densi come quello. Solo baci leggeri e freschi con amore sempre crescente.
Ora sia Mikey che Alicia possedevano una frizzantezza interiore.
Lei dopo aver riso lo baciò di nuovo e quasi furtivamente cercò a tentoni la chiusura dei suoi pantaloni. Mikey fu percorso da un brivido partito dalla base della spina dorsale ma non esitò a slacciare anche lui i pantaloni della ragazza. L'inverno non era ancora entrato e fortunatamente i vestiti non erano ancora così pesanti da creare impaccio in una situazione come quella. Entrambi non avrebbero mai immaginato di perdere la verginità così, a diciassette anni, in un malandato parco giochi di periferia, dentro uno scivolo, con polvere e terra che si infilava ovunque.


Grazie davvero a tutti per continuare a seguire, apprezzare e recensire le mie storie! ♪
Lo ammetto, mi sono fatta attendere davvero troppo per questo capitolo... Però spero che riteniate ne sia valsa la pena. Davvero ce l'ho messa tutta per scrivere qualcosa di più “serio” e non il solito elenco di fatti, situazioni e frasi fatte triti e ritriti tipico di gran parte degli scritti “non seri”. Cerco di sempre di non cadere nella banalità ma con questo capitolo (modestamente lol) sento di aver fatto un buon lavoro e devo dire che ne sono alquanto soddisfatta! Voglio cercare di migliorare sempre più, anche perché ho intenzione di buttar giù qualcosa di serio in questo anno e poco più che mi separa dalla maggiore età. Perché, sì, voglio provare a pubblicare qualcosa più in là. Ho sempre sognato di fare la scrittrice, anche se non a tempo pieno, e voi direte con fare anche un po' critico “al giorno d'oggi tutti aspirano a diventare scrittori!”. Sono perfettamente d'accordo con voi! Però ho fiducia in questa mia capacità. Io amo la letteratura, mi piace leggere e cimentarmi nella scrittura. Chissà che non possa avere anche io qualche possibilità? Tanto vale provare in questi “anni zero”, così “da grande” avrò un altro possibile sbocco lavorativo (che parolone!) se le Muse mi assistono! Okay meglio mettere da parte i miei fin troppo ambiziosi progetti per il futuro che alla fine questo non è il tempo ed il luogo per farli lol

Ma prima di andar via, concedetemi un ultima pubblicità neanche poi tanto occulta:
qui trovate il mio Flickr, qui la mia libreria su aNobii e qui con un semplice mi piace alla foto potete aiutarmi a vincere un concorso a cui tengo tanto! çwç
Grazie ancora a tutti per i bellissimi complimenti che seppur di rado, data la mia scarsa presenza su efp negli ultimi mesi, mi mandate ;o;


dryvenom

   
 
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