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Autore: Akahana    15/04/2012    1 recensioni
Ogni paura è fondamentalmente orientata verso la morte. Qualunque sia la sua forma, la sua modalità, qualunque sia il suo aspetto, il suo nome, ogni paura è orientata verso la morte. Se vai in profondità, scoprirai di aver paura della morte.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luna d'inverno.

Una luna profonda, brillante, silenziosa.

Un astro lento, nella superficie del cielo.

Segna l'inizio.

Significa protezione.

Forse.

Da queste parti è conosciuta come la Luna del Piccolo Inverno.

Richiama il tempo in cui i nostri antenati celebravano il solstizio invernale: in un campo aperto e spoglio, pienamente illuminato dalla luce della luna, cinto da un lato da una barriera di silenti abeti le cui cime altissime sembrano sfiorare la luna, un enorme falò veniva allora acceso, e la piana ricoperta da un sottile strato di nevischio si colmava di canti antichi e pagani.

Si guardava ciò che era appena terminato per imparare dalle esperienze.

Mi sembra quasi di poterli sentire quei canti, un vortice che saliva d’intensità e si riverberava nella terra dura e gelata che pestavi al dolce sibilo dei flauti o nell’aria pungente al timbro allegro dei tamburelli.

Ora tutto ciò non esiste.

Nella piana non arata crescono sterpaglie, le cataste di legna umida sono ormai la casa di volpi e vipere e nessuno più calpesta quel suolo.

Alcuni uomini siedono in cerchio attorno a un piccolo fuoco al limite opposto dell’oscura foresta, per restare vicino alle case.

Si stringono nei mantelli pesanti, sfregano le mani callose, e sorseggiano ansiosi del vino tiepido dai loro boccali di coccio.

Parlano tra di loro sottovoce, ma nessuno trova la conversazione veramente interessante.

Sono tutti troppo occupati a scrutare il campo gelido e immobile.

Il vento soffia delicato tra gli enormi alberi neri, facendo ondeggiare i loro rami frondosi e producendo fischi bassi e sfuggenti che serpeggiano veloci fino a giungere alle orecchie degli uomini.

Ogni volta che il vento s’ingrossa un po’ o che una volpe scava con le unghie nel terreno o semplicemente un grillo che frinisce solitario sulla brina, le loro teste si alzano di scatto e i loro occhi esplorano febbrili l’ambiente intorno a loro, e le loro mani si posano sui bastoni.

Tutto ciò è giustificato.

Sono contadini, o semplici sentinelle finite lì per una fiasca di vino.

Ma con le notizie che arrivano di recente in città, ogni notte passata all’aperto è terrore.

Da dove viene?

Proprio lì, da quell’oscuro campo gelato.

Il motivo?

Nessuno lo sa.

Si sa solo che qualcosa di malvagio ha casa fra quei tronchi lugubri, qualcosa che sembra trovare forza dalla sola presenza della luna, una luna un tempo adorata e celebrata, ora solo temuta; qualcosa che si nutre della paura degli uomini e del sangue delle sue vittime.

Qualcosa che vive e governa tra l’odiata razza dei lupi.

I suoi alleati, quelli che anticipano la sua venuta con i loro foschi ululati, sagome ombrose emissari del diavolo e portatori di sciagura.

La storia corre, la paura serpeggia tra la gente, è qualcosa di estremamente tangibile nell’aria.

Gli uomini quell’incubo lo conoscono bene.

Li chiamano senza nessun preavviso, chiedono solo il loro nome e il loro mestiere, sono gente perlopiù comune, e hanno un solo compito: vigilare.

Sono vedette del nulla.

Semplici fagotti sparuti e impauriti, dediti al loro nuovo lavoro.

Sorvegliare.

Continuamente, senza sosta, tutta la notte, senza più pensieri razionali di fronte a quella luna funerea.

Artigiani, fabbri, mercanti, vasai, contadini, tessitori, ma solo uomini vuoti e spaventati che fronteggiano i limiti della paura senza alcuna arma o protezione.

Che mestiere è?

Quale destino potrebbero aspettarsi?

Più passano i minuti più l’attesa è insopportabile.

Un lavoro, una condanna.

Ognuno di loro si chiede come sarà il giorno dopo, si chiedono se nevicherà, o se le volpi razzieranno altre galline, sono tutti uguali in quel momento, senza distinzioni di provenienza, età o mentalità; si chiamano istintivamente “compagni” tra loro, anche senza conoscersi, si passano la fiasca di vino, mormorano qualche parola di incoraggiamento.

Io mi stringo nelle mie vesti, assaporando ogni singolo momento in cui l’aria mi solletica il volto.

I miei compagni quasi non mi guardano, troppo occupati a osservare con occhi scintillanti la piana bianca davanti a loro.

Perché quella notte sembra avere qualcosa di diverso?

Il vino sta per finire, presto non rimarrà altro che il silenzio e le proprie riflessioni.

I miei compagni, i miei pari, pensano alla luna, lo so.

Un movimento poi ci fa tutti sussultare.

Dall’altra parte della foresta si sente qualcosa raschiare e muoversi sulla terra.
Mi alzo in piedi lentamente, in mano ho una lama sottile, che riluce dei bagliori della luna.

All’estremità del campo, intanto, i suoni aumentano, poi… ecco! Ora li vediamo!

Sagome inconfondibili, muovono passi incerti, producendo scalpiccii e bisbigli.

Scattiamo in avanti.

Ci nascondiamo dietro i cumuli di legno bagnato, e da lì osservo i miei compagni: mi guardano, i loro respiri rochi producono vaghe nuvolette nell’aria, posso quasi sentire i loro battiti aumentare a dismisura.

Ci confondiamo, strisciamo, non dobbiamo temere, siamo uniti, come sempre, e infine arriviamo vicinissimi.

Li posso sentire, li posso vedere.

Arriviamo alle loro spalle.

Trattengo il respiro.

La luna.

Beffarda, amara, vede tutto e tutti ma resta muta.

Poi la piana è invasa da urla inumane.

Ghiaccio, ferro, sangue.

Fiori scarlatti si aprono sulla neve, sbocciano come fiori della morte, e la luna illumina i sottili rivoli rossastri che defluiscono nella terra.

Sorrido alla luna.

Qual è il tuo lavoro in tutto ciò? sembra che mi chieda.

Io?

Vivo nella foresta, vivo con i lupi, e non ho un’anima.

Io sono l’assassinio delle loro menti e dei loro sensi.

Un assassino.

Io sono la paura.






Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti. Inizio col dire che questa storia è nata per tutt'altro scopo, ma ho pensato che fosse un buon inizio e non potevo lasciarla ad ammuffire chissà dove. Che dire? Spero la lettura vi sia gradita! Le recensioni sono bene accette. :)
Un grazie ad Hayley Cullen96 per aver messo la storia nelle seguite e a Fabio93 nelle ricordate!
  
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