Era un bel pomeriggio d'Aprile. Il vento scostava le piante del gazebo, facendo arrivare un aroma di glicine appena sbocciato al naso di Kurt, il quale era seduto sotto di esso.

Era assorto nei suo pensieri: tra poco il matrimonio dell'amico di suo padre sarebbe iniziato e lui, non conoscendolo nemmeno, si sarebbe dovuto annoiare per più di sessanta minuti.

Nervoso, restava con le mani in mano, morsicandosi un labbro.

No, non era nervoso per l'abito, questo l'aveva scelto con molta cura, - era uno dei più costosi di tutto l'Ohio - ma per una ragione che nemmeno lui conosceva o più semplicemente non voleva spiegare a se stesso.

Si sistemò un attimo la cravatta assaporando quel aria fresca che ora gli scompigliava i capelli ingellati per l'occasione.

Poi una voce lo riportò alla realtà, era Carole.

La cerimonia era iniziata.

La messa e la celebrazione del matrimonio erano ormai passati, anche perché Kurt, per distrarsi un po' aveva osservato e criticato ogni singolo invitato.

Ne aveva osservato l'aspetto, il comportamento e l'abbigliamento.

Questo sistema che aveva adottato per far passare il tempo si era rivelato molto efficace.

E ora si trovava lì, sotto il gazebo di qualche istante prima, ad ammirare la sposa che ballava col proprio padre, scena commuovente, concluse.

Più avanti, proprio di fronte a lui, c'era un ragazzo, sì, quelli ingaggiati per cantare qualche canzone melensa ai matrimoni.

Kurt lo scrutò, curioso. Era un tizio molto carino, sicuramente più basso di lui, moro e riccioluto con occhi color miele.

I suoi occhi li poteva distinguere per bene, brillavano.

Aveva una bella voce, ma il ragazzo inquietava Kurt. Egli lo fissava in ogni momento in cui questo era possibile. Quando poi, per la prima volta incrociò lo sguardo del cantante, quest'ultimo ghignò ammiccando.

La situazione, secondo Kurt, stava diventando imbarazzante o forse semplicemente eccitante.

Le guance di Kurt divamparono, quando vide che lo sconosciuto, sì, quello carino, quello che poco prima lo fissava, stava camminando verso di lui, con fare sicuro.

Si guardava intorno, accattivante, attirando su di sé l'attenzione di molte ragazze.

Probabilmente era etero, quindi da escludere, ma perché veniva verso di lui?

“Ehi, ciao ..” si sentì dire improvvisamente dal tipo che ormai era a soli due passi da lui.

“.. Kurt.” rispose concludendo la frase dell'altro.

“Piacere, sono Blaine” Blaine, così si chiamava, tese la mano aspettando che Kurt ricambiasse.

“A-Ah, piacere mio” cordialmente strette la mano al ragazzo.

Rimasero qualche secondo così, a fissarsi negli occhi, poi Kurt ritirò la mano.

Guardarlo negli occhi gli aveva causato una strana fitta al petto, quel dolore che non sentiva più da molto tempo, ormai.

Non volendo dare troppa importanza a quella sensazione, Kurt sorrise per poi essere ricambiato.

“.. Sei carino, vuoi qualcosa da bere?” Fece l'individuo al ragazzo.

“Ci stai provando?” Sibilò tra i denti, diavolo nemmeno lo conosce e questo prova a persuaderlo?

Il moro rise, sfiorandosi appena le labbra con il pollice.

“Allora vuoi da bere, sì o no?

Alla fine si trovarono seduti uno di fronte all'altro a bere un drink.

Erano presi da una animata conversazione.

Kurt stava criticando lo strano papillon che Blaine stava indossato, mentre quest'ultimo si difendeva, ribadendo più volte che il suo stile era unico e a lui piaceva.

Blaine, secondo Kurt era divertente e carino, ma a volte del tutto inappropriato, forse un po' troppo spinto.

Se ne uscì con domande private e intime ..

“Allora bello, l'hai già fatto?” si era permesso di chiedere.

Kurt, arrossì violentemente, era una cosa di cui lui non parlava mai con nessuno.

La cosa lo intimoriva da morire e questo tipo di domande lo mettevano di cattivo umore.

Forse perché credeva che lui di sex-appeal non ne aveva nemmeno l'ombra.

“Dai, non c'è niente di male. Siamo tra ragazzi, si possono dire queste cose.”

“Sì, ragazzi .. Ma da quanto ci conosciamo? Ah già, da qualche minuto!” Disse mettendosi sulla difensiva.

“Oh, oh calmiamoci bellezza, era solo una domanda, dalla quale deduco che no, sei ancora vergine, è così?” continuò il ragazzo portandosi una mano tra i capelli.

“Sì ...”

“Se ti interessa, possiamo andare in un bel hotel di lusso a svagarci un po', solo io e te.”

Kurt strabuzzò gli occhi a quella affermazione, sperava che Blaine stesse scherzando e invece non era così. Serio, ammiccava con gli occhi in attesa di una risposta.

“Ehm .. Devo proprio scappare ora, ci vediamo!” Il giovane si alzò di scatto dalla sedia e in breve tempo scomparve dalla vista di Blaine, che restò a fissare la sua figura slanciata in lontananza.

Blaine voleva conoscerlo meglio .. Voleva quel ragazzo, ed era sicuro che un giorno si sarebbero rincontrati.

“Finalmente a casa!” esclamò Kurt, aprendo la porta della propria abitazione.

Corse in camera sua e ci si chiuse dentro, sdraiandosi sul letto ancora vestito.

Rimase a pensare a quello strano, ma carino ragazzo che gli stava facendo fondere il cervello.

La cosa durò per molto, ma poi d'istinto ficcò una mano nella giacca nera e ne estrasse un bigliettino ben ripiegato.

Lo aprì con interesse e ci lesse sopra un numero, c'era scritto: “Call me, baby. Blaine”.

La strana fitta al petto, anzi al cuore, si fece sentire ancora.

Angolo scrittrice:

Spero che come Fan fiction vi possa piacere.

L'ho scritta sulla Klaine dato che è la mia coppia preferita.

Posso subito dirvi che aggiornerò una volta a settimana, appena sarà possibile.

Vi auguro una buona lettura.

Aspetto qualche recensione, anche poche XD