Never
Change.
Non
era esattamente cosciente di quello che era
o stava per accadere, non avrebbe saputo dire – per esempio-
come diavolo Rose potesse essere
davvero davanti a
lui in quel momento.
Si ricordava di quel posto, come avrebbe potuto dimenticarsene? Lo
aveva creato
proprio lui nella mente della vampira, pochi istanti prima che lei
morisse per
mano sua.
<<
Ciao. >>
Damon
corrugò la fronte.
La voce era quella, senza dubbio.
Ma era impossibile, lei era..
<<
Morta? >>
<<
Ma che diavolo..!? >>
Rose
era davvero lì, davanti a lui, ancora
sorridente e luminosa proprio come la notte in cui aveva dovuto
lasciarla
andare; i capelli ancora lunghi e indossava quel vestito che profumava
di passato.
La vide sorridere nuovamente mentre inclinava leggermente il viso,
senza
distogliere lo sguardo dal suo.
<<
Tu sei
morta. >>
Ed
era vero, era stato lui ad
ucciderla. Non poteva essere realmente lì, a meno che non
fosse sotto qualche incantesimo o illusione.
Si sentiva parecchio irritato a
dire
il vero; la situazione in cui si trovava gli ricordava troppo
chiaramente quel
periodo i cui i fantasmi erano arrivati a Mystic Falls per colpa della streghetta e la cosa, di sicuro, non gli
piaceva per niente.
Rose scoppiò a ridere.
<<
Benvenuto nel Club. >> Gli rispose
ancora ridacchiando << Allora, Damon, perché
sei qui? >>
No,
no.
Aspetta un attimo.
Adesso era colpa sua!?
<<
Perché tu sei qui.
>> Assottigliò lo sguardo, poi chiese
guardandosi
attorno e aspettando chissà quale cambiamento
<< Ma, esattamente, dov’è
che siamo? >>
<<
Io credo che tu lo sappia. >>
<<
Io non credo sia possibile. >>
Rispose lui piccato. Stava iniziando ad innervosirsi.
<<
Facciamo un patto. >> Annunciò la
vampira << Ti dirò tutto tutto ciò di cui hai
bisogno se farai con me quella
sfida. Senza barare, questa volta.
Tre..Due.. >>
<<
Cos-!? >>
All’improvviso
vide Rose cominciare a correre
giù per il versante di quella collina – era una
collina?- e d’istinto la seguì
nella corsa.
Arrivati a valle, quasi in simultanea, si buttarono entrambi sul prato
sdraiandosi di schiena con le braccia aperte.
Damon guardò in alto e non vide nessun cielo, nessuna luce.
<<
Sono morto? >> Fece quella domanda
in un sospiro, quasi nella speranza di una risposta positiva, come se
fosse
davanti al suo carnefice e gli stesse chiedendo se la tortura a cui era
– da sempre-
sottoposto potesse trovare una tregua.
La
vampira voltò il capo nella sua direzione e
lo vide immobile, mentre guardava quel niente
senza neanche vederlo, perso in chissà quali pensieri.
Cercò di sorridere << Intendi definitivamente?
No, credo proprio di
no. >>
Passò
qualche istante in cui lui non rispose,
sembrava quasi che stesse trattenendo il fiato dato che subito dopo
espirò
profondamente, incurante della presenza dell’altra.
Se è sollevato,
pensò lei, allora, forse,
c’è ancora una speranza.
Rose batté le mani una volta e si tirò su a
sedere, gli rivolse un’occhiata e
sorrise << Allora, perché sono qui?
>>
Damon
la guardò corrugando la fronte << Non
dovevi dirmelo tu? >> si mise seduto anche lui, davanti a
lei per
guardarla in volto.
<<
Questo è il tuo sogno,
Damon. Sono qui perché sei tu a volerlo. >> La
vampira incrociò le gambe e congiunse le mani sulla stoffa
del vestito
<< Allora, cos’è successo?
>>
Il
vampiro si accorse di non ricordare.
Serrò la mascella scavando a fondo nei ricordi, cercando un
motivo, una
spiegazione, a quel assurdo contesto che stava – o no-
vivendo.
Di colpo sentì qualcosa, una fitta dolorosa, tagliente e
pesante allo stesso
tempo, all’altezza dello sterno, proprio dove quel cuore
ormai non batteva più.
Gli sfuggì un sospiro spezzato << Elena
… >>
Rose corrugò la fronte ma non disse una parola, continuando
a guardarlo.
<< Se n’è andata. >>
Annunciò incrinando la voce ma riempiendola d’ira,
di sete di vendetta, d’odio verso tutto e niente.
La vampira poggiò una mano sulla spalla del corvino
sorridendo tristemente
<< Mi spiace, Damon. >> Poi
sospirò. << Forse, però,
era
inevitabile.. >>
Lui la guardò ironicamente, accecato dalla rabbia
<< Beh, tutto cambia,
non è vero? >> Poi quasi gridò
soffocando allo steso tempo le parole
<< Tutto finisce e poi muore, niente resta sempre
com’è. >> Aveva
scostato brutalmente la sua mano e si era alzato.
<< Basta guardare te.
>>
Rose inarcò un sopracciglio << Me?
>>
<< Sì, te. Ti ho uccisa per una stupida legge
della nat- >>
Damon
era come pietrificato.
Lì, in quell’abbraccio spontaneo in mezzo al nulla
o forse a tutto, tra le
braccia di qualcuno che probabilmente era solo un’illusione,
perso. Totalmente.
Soffocò un ringhio stringendo la mascella, restituendo
l’abbraccio lentamente e
posando il mento sul capo della vampira.
Strinse i denti mentre gli occhi si velarono di lacrime che non
sarebbero mai
state versate.
Per
un tempo che non seppe quantificare rimasero
in quella posizione, immobili, in uno sfogo reciproco di emozioni.
Non pensò a nulla, non voleva,
e si
cullò in quella calma dalla parvenza finta e inesistente
senza saperlo
veramente.
Ritornò alla realtà, se così era
possibile definirla, quando Rose si distaccò
da lui e gli prese una mano.
La strinse e alzò il viso scontrandosi con i suoi occhi.
Lei
sorrise, triste ma speranzosa << Vieni,
ti faccio vedere una cosa. >>
<< Cosa? >> Domandò lui sulla
difensiva.
Rose tramontò gli occhi al cielo, cominciando a camminare
tirandolo dalla mano
<< Ti voglio dimostrare che ci sono alcune cose
che non cambiano mai.
>>
Poco
dopo si ritrovarono entrambi su un
rialzamento di terra, davanti a loro c’era una vera e propria
comunità di
persone.
Damon riusciva a vedere tutte le case,l’ dall’alto
in cui si trovava, erano
poche ma così reali che
credette di
essere impazzito.
Quando scorse anche un recinto dove una ragazza stava cavalcando si
girò
immediatamente verso l’amica.
<< Ecco quello che non cambierà mai,
per me. >> Felce lei sorridendo.
Rose
si voltò verso di lui e vide il ghiaccio
dei suoi occhi farsi nostalgico, triste quasi, allora strinse la sua
mano che
ancora teneva con la sua e attirò la sua attenzione.
Poi prese a camminare nella direzione opposta della
comunità, e in poco tempo –entrambi-
si ritrovarono all’interno di una foresta.
<< Ma che diamine ..!? >>
La vampira rise tirandolo ancora una volta dalla mano e cominciando a
correre e
facendo fare lo stesso a lui << Adesso tocca a te!
>>
Adesso
Damon si guardava circospetto attorno, ormai
stanco di chiedersi cosa stesse succedendo o dove si trovasse,
aspettando
semplicemente l’evolversi della situazione.
A pochi passi da lui si trovava una sorgente d’acqua che
risplendeva brillante,
circondata da un prato verde scuro ma rigoglioso di splendidi fiori
bianchi.
L’aria era abbastanza umida e il profumo di quei fiori
notturni era davvero
intenso.
<<
Vieni.. >> Il mormorio di Rose lo
riscosse e la vide che si era avvicinata al bacino naturale. La
imitò,
rimanendo in piedi di fianco a lei mentre lei invece si era accucciata.
Sfiorò con la mano destra la superficie bagnata e quando
l’acqua smise di
tremolare, rispecchiò i loro volti.
<<
Pensaci. >> Fece la vampira
<< Anche nella tua vita
c’è qualcosa che non è cambiato mai.
>>
La
sua non era una domanda, ne un dubbio, ma una
constatazione. Come se lei sapesse che era così
e che
niente avrebbe cambiato quel
dato certo.
A Damon invece non sembrava.
La sua vita, la sua esistenza, era stata sempre e solo vuota; non
riusciva a
ricordare qualcosa che era con lui fin dall’inizio e che
sarebbe rimasto.
L’amore per Katherine, l’amore per Elena, per i
suoi genitori, per Mystic
Falls.. persino l’amore per il sangue, per la paura e il
terrore. Niente era
rimasto stabile.
<<
Prima, durante e dopo. >> Continuò
la sua voce calma << Prima della maledizione, e
dopo. Rifletti Damon, cosa non è
cambiato? >>
Lui non sapeva la risposta a quella domanda; gli sembrava di poterla
acciuffare
ma questa era sfuggevole e ingannatrice.
Non sapeva come rispondere e il silenzio prevalse per interminabili
istanti.
Poi,
ancora una volta, l’ultima, Rose domandò
<< Chi è rimasto,
Damon? Chi non se
ne è mai andato realmente?
>>
Il
vampiro sgranò gli occhi.
La risposta improvvisamente lì, davanti a lui, rispecchiata
nell’acqua e
talmente limpida e banale da costringerlo ad uno sbuffo di risata
sorpresa.
Immagini veloci, coerenti nell’incoerenza e reali.
Di vita.
Risate
e litigi , quando erano umani. Litigi e
risate, quando erano mostri. Odio e rassicurazione, vendette e lavoro
di
squadra.
Tutto lì, davanti ai suoi occhi.
<<
Stai scherzando.. >> Fece lui senza
sapere bene se a voce alta oppure no.
Poi
rise.
Rose
si beò di quella risata liberatoria e, solo
quando finì, senza interromperla, sussurrò
<< Vai Damon. >>
Lui sembrò non capire, aggrottò la fronte e la
guardò mentre i loro occhi s’incrociarono
un’altra volta.
Lei sorrise << Vai. >> Sussurrò
<< Vivi.
>>
Un
passo, poi un altro, un altro ancora; l’acqua
gli arrivava alle ginocchia quando si voltò per guardarla
un’ultima volta.
Le rivolse un sorriso, sincero, grato. Quando lei ricambiò
Damon si sentì
finalmente sollevato, si girò nuovamente guardando davanti a
se e scosse un
attimo la testa prima di essere avvolto da quel calore che gli mancava
da troppo tempo.
<<
La
famiglia.. >>
E
il suo borbottio scomparve con lui, libero.
Piccole precisazioni...
Allora...
Quando Damon dice 'Se ne
è andata' riferendosi ad Elena, qui c'è la
più completa
libertà d'interpretazione.
Come si può intendere la morte, si può anche
intendere come una sua ipotetica partenza da Mystic Falls
(cosa non tanto lontana dalla realtà nella mia testa :P)
Esattamente come il 'Vivi' di
Rose.
Può essere inteso metaforicamente o realmente, a voi la
scelta.
Ovviamente le immagini che
Damon vede alla fine sono quelle
con il fratello.
Con Stefan.
Beh, non credo ci sia molto
altro da dire :)
Con la grande speranza nel cuore che
questa Shot vi sia piaciuta almeno la metà di quanto io
abbia adorato scriverla.
Tess.