E così lui è andato via. Ancora. Sono giorni che ti evita, giorni che i vostri pensieri non sono più in sintonia. Lo guardi sparire dietro le porte dell'ascensore e una stretta allo stomaco ti assale. Senza pensarci troppo componi il numero dell'ispettore Colin sperando di poter dimenticare, almeno per qualche ora, la tristezza che hai nel cuore. E così accade: per una sera ti dimentichi del lavoro, sorridi, fai battute e la compagnia di Colin si rivela non essere poi così negativa come pensavi. Ma poi ad un tratto tutto cambia. I tuoi occhi si posano su uno specchio d'acqua che si trova nel giardino del ristorante e tu non puoi non pensare che è dello stesso blu dei suoi occhi; senti una madre richiamare il suo bambino “Rick, torna qui!” e di nuovo nella tua mente riaffiora prepotente, la sua figura. Un velo di tristezza cade sui tuoi occhi; Colin si accorge del tuo cambiamento, sorride, ha capito che quella serata ti serviva solo per non pensare a lui, ha visto come lo guardavi durante le indagini e così con fare elegante si avvicina a te prendendoti le mani pronto a riportarti a casa. Tu sorridi imbarazzata ma dentro di te pensi che sia meglio che sia finita così la serata. Sai che non c'è più tempo da perdere e che hai bisogno di parlare con Castle e chiarirvi così una volte per tutte. Ringrazi Colin per il passaggio, sali a casa, ti cambi velocemente, prendi le chiavi della macchina e ti precipiti a casa del tuo scrittore. Arrivi e vedi la luce ancora accesa nonostante l'ora tarda e ti ritrovi a pregare che dietro quel vetro ci sia lui magari disteso sul divano intento a scrivere o a vedere un film con Alexis e che non sia in compagnia di quella donna. Scacci quest'ultimo pensiero dalla mente, fai un respiro profondo e con passo lento ma deciso ti avvii verso il suo appartamento; premi il pulsante per chiamare l'ascensore e ti accorgi che le mani tremano per la tensione.

“Rick... Rick.. Rick ma insomma! Che diavolo succede? Cosa è successo con Jacinta?” ti chiede tua madre con insistenza ma tu non sai come rispondere. Sai solo che la serata stava andando per il meglio: eravate in un lussuoso ristorante, vi stavate divertendo poi ad un tratto un cameriere maldestro ti versa addosso del vino e sei costretto ad alzarti per andare alla toilette e cercare di eliminare le macchie dalla tua camicia. Ed è mentre ti sistemi che alzando lo sguardo verso lo specchio non riconosci la tua immagine riflessa: vedi un uomo dall'aria stanca, con le prime rughe che iniziano ad apparire, il fisico leggermente appesantito che gioca a fare il dongiovanni. Eppure Beckett ti aveva aiutato a maturare, a prendere le cose più sul serio, a vedere il mondo da una prospettiva diversa e poi cosa è successo? Ti è bastato sentire di nascosto che lei ricorda tutto del momento della sparatoria per dimenticare quello che provi per lei e farti tornare l'uomo immaturo che eri? E' questo ciò che vuoi veramente? Passare la vita con una donna che è piacevole solo per i sensi? No, non lo vuoi e lo sai perfettamente. Non puoi volere una vita così dopo che hai conosciuto lei. Lei con il suo coraggio, la sua testardaggine, lei con la sua debolezza, le sue paure.Al diavolo la sua menzogna troverai il modo per tornare sull'argomento. Esci dalla toilette, paghi il conto e senza neanche salutare Jacinta ti dirigi verso casa.
Il suono del campanello ti impedisce di rispondere a Martha, ti alzi e ti dirigi verso il portone curioso di conoscere la persona che a un'ora così tarda ha deciso di venire lì.

(continua)

Et voilà! Benvenuti nella mia prima ff!! Spero la storia vi sia piaciuta e se avete qualche annotazione da fare non esitate ! Grazie di cuore a tutti coloro che si soffermeranno a commentare! A presto con (forse) l'ultimo capitolo ;)