Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: phoenix_esmeralda    16/04/2012    4 recensioni
Il sogno di Timmy è diventare gufaio, così come lo sono ormai tutti i bambini della sua età. Ma per raggiungere il suo scopo, deve catturare un gufo ramponato che, come Timmy sa bene, non è proprio del parere...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Il sentiero in discesa non era segnato. Timmi scivolò sul tappeto di aghi di pino secchi e si ritrovò con il sedere per terra, mentre il grosso gufo pennuto che stava seguendo gli svolazzò sopra la testa e sparì oltre gli alberi del bosco. Timmi si rialzò sbuffando e pulì con le mani i calzoni sporchi di terra e aghi di pino.
Ormai aveva deciso che sarebbe diventato un Gufaio, ma per farlo aveva bisogno di ammaestrare un Gufo Ramponato, cosa che tutti gli altri Gufai, a nove anni, erano già riusciti a fare. Lui aveva già scelto il suo Gufo Ramponato e da giorni lo rincorreva, ma l’uccello dalle penne fulve e dagli occhi dorati non era d’accordo con lui. Lo prendeva in giro volandogli intorno, si faceva quasi prendere e poi scappava via ridacchiando. Timmi pensava che fosse un gufo veramente antipatico, e per questo aveva deciso che lo avrebbe catturato ad ogni costo! Poi, una volta ammaestrato, il suo Gufo Ramponato gli sarebbe servito per comunicare con tutti gli altri animali del bosco, e lui sarebbe diventato un Gufaio a tutti gli effetti!
“Aspetta e vedrai” – pensava Timmi, mentre tornava sulle tracce dell’uccello. Il sole era quasi tramontato dietro alla montagna. I gufi uscivano a quell’ora e Timmi si era ormai abituato a girare nel bosco di notte, come un vero e autentico Gufaio.
Ma non aveva ancora finito di formulare quel pensiero, che i rami secchi sotto il suo piede scricchiolarono e lui si trovò a cadere in una grossa buca, fino a quel momento coperta dalle piante. Timmi guardò il cielo che scuriva dal fondo della buca, la terra e gli aghi di pino scivolosi non gli permettevano di arrampicarsi e uscire. Non aveva paura del buio, perché passava spesso le notti nel bosco, ma non voleva che gli altri bambini che erano già diventati Gufai, e che uscivano a quell’ora per parlare con i loro gufi, lo trovassero nel buco. Lo avrebbero preso in giro per un anno intero!!! Era già abbastanza brutto che non fosse ancora riuscito a catturare il suo gufo.
E proprio in quel momento, come per magia, il suo gufo fulvo e pennuto si andò a posare sull’orlo della buca. Lo guardò con i suoi occhi rotondi e gialli e poi cominciò a ridacchiare, con le penne della testa che facevano su e giù.
Timmi, che stringeva ancora in mano il retino da caccia, balzò in piedi e fece un grosso salto cercando di infilare in trappola il pennuto. Ma la buca era troppo profonda, il retino si impigliò nella radice sporgente di un pino e si ruppe, mentre Timmi cadde nuovamente sul sedere, per la terza volta in quella nottata. Al vedere la scena, il gufo ricominciò a ridacchiare, stavolta con il becco spalancato. Era piuttosto rotondo e mentre rideva, le penne facevano sempre su e giù. Timmi lo avrebbe trovato ridicolo in un’altra occasione, ma in quel momento era troppo arrabbiato. Non solo gli amici Gufai lo avrebbero preso in giro, ma persino un gufo spettinato rideva di lui!!
- “Brutto gufo antipatico!” – gli urlò – Presto ti catturerò e diventerò il tuo padrone, e allora la smetterai di ridere di me! Mi aiuterai a parlare con gli altri animali del bosco e farai tutto quello che ti dirò!
Il gufo ridacchiò più forte, come se Timmi avesse detto qualcosa di molto buffo.
- “Non è così che si conquista un gufo” – gli rispose, poi gli diede la schiena e iniziò a lisciarsi le penne in tutta tranquillità.
Proprio in quel momento, Timmi si accorse di qualcosa che spuntava fra i rami accanto a lui…tirò ed ecco, fra le mani si trovò una lunga corda. Dovevano averla lasciata i boscaioli dopo averla usata per abbattere un albero!
Silenzioso, Timmi si alzò in piedi e…zack! Lancio perfetto!! La corda si avvolse attorno alle zampe del gufo imprigionandolo!
- “Adesso sei mio!” – esultò Timmi – “Sei il mio gufo e devi obbedirmi!” – E Timmi aveva già pronto l’ordine adatto – “Tirami fuori di qui, svelto. Un Gufo Ramponato ha ali e zampe abbastanza forti da potermi trasportare fuori da questo buco!!”
Ma il gufo non si mosse – “Puoi anche catturarmi, ma non sono obbligato a obbedirti” – disse. Poi chiuse gli occhi, strinse le ali e divenne in tutto e per tutto una rotonda palla pennuta. La Palla Ramponata era il modo dei Gufi Ramponati per esprimere disapprovazione.
Timmi, arrabbiatissimo, iniziò a urlare contro il gufo, chiedendogli nei modi più prepotenti di tirarlo fuori dalla buca. Ma il gufo non si mosse di un millimetro, continuando a fare la Palla Ramponata.
E poi ecco… dal buio della foresta, fra il profumo di terra e resina, arrivarono delle voci… Le voci degli amici Gufai di Timmi!! 
- “Oh no!! Mi troveranno e mi vedranno così!! Gufo, devi mandarli via, avanti!!”
Ma ancora una volta il Gufo Ramponato rimase Palla, come se Timmi non avesse nemmeno parlato. Nel frattempo le voci si erano fatte molto più vicine e Timmi era ormai disperato. Cercò di nascondersi fra i rami in fondo alla buca, ma erano troppo sottili. Non c’era più nulla da fare.
- “Gufo, ti prego, ho bisogno di aiuto. Te lo chiedo per favore, aiutami!”
La Palla spalancò gli occhi all’improvviso e tornò a essere gufo.
- “Se vuoi che ti aiuti devi liberarmi dalla corda, altrimenti non posso fare niente.”
- “Ma come faccio a sapere che non scapperai lasciandomi qui?”
Il gufo lo guardò con gli occhi rotondi e gialli, intensamente – “Un Gufaio si fida sempre del suo gufo.”
Allora Timmi sciolse la corda e lo lasciò libero. Il gufo aprì le ali e svolazzò sul pino più vicino, poi iniziò a lanciare piccoli versi striduli. Stava comunicando in Codice Ramponato con tutti i gufi degli altri Gufai. Tutti i gufi iniziarono allora a strillare, avvertendo i loro Gufai che quel tratto di sentiero in quel momento era pericoloso e i loro padroni cambiarono immediatamente percorso. Appena in tempo.
Timmi sospirò di sollievo. Il gufo in fondo non era davvero antipatico, l’aveva salvato dalla figuraccia dell’anno!
- Grazie gufo – gli disse, quando lo vide tornare sull’orlo della buca – “Ti ringrazio tanto per avermi aiutato e ti chiedo scusa per essere stato così maleducato prima.”
Il gufo ridacchiò, mentre ancora una volta le penne andavano su e giù spettinandosi, poi svolazzò sopra la sua testa.
- È proprio così che si conquista un gufo!- gli disse, sempre ridacchiando - Avanti attaccati! Io mi chiamo Tonton!
Timmi alzò le mani aggrappandosi alle zampe del suo nuovo Gufo Ramponato, e sorrise perché adesso era diventato un vero e autentico Gufaio.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: phoenix_esmeralda