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Autore: Black Nana    16/04/2012    2 recensioni
Piccola one shot scritta tre secoli fa. Maka è stata trasferita, dopo aver trasformato Soul in Death Scythe, in Australia. Da lì gli scrive una lettera che sarà solo il preludio della nascita della loro storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le lettere di un ritorno di fiamma

Canberra, 21 Marzo.

Caro Soul,

ti scrivo questa lettera, per comunicarti che fra un mese tornerò a Death City. Probabilmente Shinigami ti avrà avvisato che il mio addestramento è finito. Mi dispiace che tu non abbia mai risposto alle mie lettere. La colpa forse è anche mia che tre anni fa non ti dissi la verità. Ma ora che tornerò a vivere stabilmente a Death City, parleremo e ci chiariremo, perché ho delle spiegazioni da darti. Con questo ti lascio, perché sulla carta, non potrei mai riuscire a dirti tutto quello che dovrei, quindi preferisco chiudere questa lettera così. Spero che tu sarai felice del mio ritorno, sappi che io sono molto contenta di rivederti, sono curiosa di vedere come sei cambiato, io non credo di essere cambiata molto, ma questo lo giudicherai da solo.

Distinti saluti, Maka Albarn.

Più la leggevo e più mi rendevo conto, che in quella lettera c’era una nota di sofferenza. Lo avevo compreso dal modo in cui mi aveva salutato, distinti saluti era decisamente un’espressione che non avrebbe mai e poi mai usato per chiudere una lettera, soprattutto se rivolta a me. Insomma anche se non ci vedevamo da quasi quattro anni, tra noi c’era un legame molto forte, che mi aveva permesso di comprendere che per me Maka Albarn, non era solo la mia migliore amica, ma qualcosa di più, tra noi si era sviluppata una certa chimica, prima che se ne andasse dalla madre. Forse se le avessi rivelato che iniziavo a sentire qualcosa per lei, le cose sarebbero andate diversamente tra noi. Purtroppo questo non mi è dato saperlo.

Attesi il suo ritorno, con molta ansia e molte aspettative, ma soprattutto con molte abitudini pessime da cambiare, come quella che ogni notte che mi sentivo depresso e mi ubriacavo finivo a letto con Blair, che per di più si scopava quel porco di Death Scythe. Non mi ci volle poi molto per cacciare la stregatta ninfomane da casa, visto che Spirit aveva cambiato appartamento e lei ne aveva approfittato.

Quando il 21 Aprile andai all’aeroporto di Death City andai a prendere Maka, di ritorno dall’Australia, capii che dovevo assolutamente dichiararmi a lei. Non appena la vidi non riuscii più a formulare un pensiero logico, poiché colei che comparve dinnanzi a me non pareva affatto la mia Maka.

I miei occhi incrociarono i suoi smeraldi e solo allora la riconobbi. Era cresciuta finalmente, la lontananza da casa nostra e da me le avevano fatto bene, poiché era diventata molto più simile ad una donna, che alla secchiona senza tette che avevo lasciato tre anni prima. Mi ritrovai dinnanzi una ragazza dai lunghi capelli biondo cenere, poco più bassa di me, con un fisico asciutto e tutte le curve al punto giusto, insomma era diventata ancor più bella di quanto non me la ricordassi, di certo era migliorata e questo era un altro punto a mio vantaggio.

Durante il tragitto dall’aeroporto, non parlammo molto, poiché Maka mi sembrava troppo stanca per affrontare l’argomento a cui mi aveva accennato nella lettera. Infatti non appena arrivammo a casa lei si accasciò sul divano e fui costretto a prenderla in braccio e condurla in camera sua e posarla sul letto. Mi soffermai ad osservarla, mentre riposava. La sua espressione non era molto serena, probabilmente qualcosa la turbava ma non sapevo cosa.

Quando mi risvegliai, mi ritrovai distesa sul letto e senza capire come, scoppiai in lacrime. Non riuscivo a capire perché ora che ci eravamo ritrovati, non avevo avuto il coraggio di parlargli. Forse sapevo perché non riuscivo a liberarmi di quel macigno che mi opprimeva il cuore. La Maka che odiava gl’uomini e li riteneva tutti dei traditori, non voleva dichiararsi a Soul, per paura di finire come la mamma, abbandonata e tradita dall’uomo che amava. Invece la Maka sofferente, desiderava parlare quanto prima con Soul nella speranza che accettasse l’amore che provava per lui. Alla fine mi decisi a consegnargli quella lettera che gli avevo scritto prima di informarlo del mio ritorno in città. In quello scritto gli avevo confessato che in tre anni avevo sofferto come non mai, per essere stata così vigliacca da avergli nascosto qualcosa di così importante, come la scoperta del mio amore per lui.

Mi alzai dal letto ed uscii dalla mia camera, per andare in salone, dove trovai un biglietto di Soul, che mi avvertiva della sua assenza. Su quel piccolo foglio di carta vi era contenuta una flebile speranza, poiché mi informava che aveva intenzione di farmi una piacevole sorpresa. Ero al settimo cielo, volevo assolutamente creare la serata perfetta, per ripagarlo di tutte le premure che aveva avuto nei miei riguardi, in tutti quegl’anni. Così preparai una cenetta a lume di candela per noi due e mi accertai dell’assenza della stregatta malefica e di altre fonti di disturbo, che avrebbero potuto distruggere la mia perfetta serata romantica con Soul. Ormai tutto era pronto, aspettavo solo il suo ritorno, per dare inizio alla serata, così che finalmente mi sarei dichiarata e avrei scoperto se ne era valsa la pena di passare tre anni a prepararmi all’eventualità che lui mi rifiutasse.

Quello era davvero un idiota disordinato, in tre anni non era stato capace di imparare cosa fossero ordine e pulizia, infatti trovai per la casa indumenti sporchi e mezzi distrutti persino in luoghi stranissimi, come il mobile fuori la veranda, che era diventato la pattumiera personale del cretino. Così mi dedicai a riordinare l’intero appartamento. Dopo di che corsi in camera mia e frugai nei miei bagagli. Sul fondo del trolley, trovai un pacchetto che mi aveva regalato la professoressa Marie.

All’interno del pacco trovai uno splendido tubino corto mono spalla, nero lucido, ricoperto di brillantini, che sulla spalla aveva una decorazione composta da tre cristalli bianchi. Inoltre vi erano anche un paio di decolté neri con platò e tacchi a spillo vertiginosi ed una pochette nera e argento. Evidentemente la professoressa aveva capito che se volevo attirare l’attenzione di quel baka del mio partner, doveva stupirlo e per farlo avevo bisogno di un radicale cambio di look.

Non saprei dire come mi ritrovai a casa di Kid, eppure quel pomeriggio, dopo un’estenuante partita di basket, con lui Black*Star, Patty e Tsubaki, le ragazze raggiunsero Liz al centro benessere in centro, mentre noi ci dedicammo ai video games. Quando le ragazze tornarono, Liz mi rimproverò per non aver acceso il cellulare, poiché Maka mi aveva tartassato di telefonate e messaggi. Infatti aveva preparato una sorpresa speciale per noi. Intuii perfettamente le sue intenzioni, voleva chiarire la nostra situazione a tutti i costi, quella era l’occasione perfetta per dirle che non avevo assolutamente intenzione di lasciarla andare, lei era solo mia e non l’avrei più abbandonata. Le ragazze, mi presero di peso e mi trascinarono in camera di Kid, dove trovai sul letto un completo di jeans e giacca neri, una camicia bianca ed una cravatta color cremisi, come i miei occhi. Evidentemente quelle tre si erano messe in contatto con Maka e con l’aiuto dei ragazzi, mi avevano procurato quel completo, assolutamente perfetto per l’occasione. Sarebbe stata una serata perfetta, era l’unica chance per prendermi la mia secchiona senza-tette. Mi ero innamorato di lei purtroppo, proprio della persona meno adatta ad uno cool come me, ma per lei valeva la pena di ammettere la sconfitta, una partner cool come Maka era una rarità e non potevo permettere che qualcuno me la portasse via.

Quando uscii dalla camera, trovai Soul ad aspettarmi in salone. Era stupito. Non solo dalla serata che gl'avevo organizzato, ma anche dal modo in cui ero vestita. Aveva scelto bene quell'abito, perchè valorizzava molto il mio fisico. Adesso anch'io avrei potuto competere con le ammiratrici di Soul, ma soprattutto quella era la mia chance per rivelargli quel sentimento profondo che da anni provavo per lui. Non avevo calcolato però, che anche Soul avesse avuto intenzione di dichiararsi, anzi lo ignoravo completamente. Così quando restammo soli, bastò solo il suono del piano a convincermi a confessargli. Rimasi sorpresa quando scoprii, con mia enorme sorpresa, che accettava e ricambiava i miei sentimenti. Suggellamo così quella confessione con una serie di baci, dappirma timidi, ma poi decisamente più vivi e ricchi di passione e d'amore. Di baci ce ne furono tanti quella sera, alternati da carezze ed abbracci, a momenti di pura tenerezza ed a parole d’amore. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che sarebbe andata a finire così, noi due, così diversi, eppure così uguali, insieme per sempre. Ricorderò sempre quella sera come una delle più felici della mia vita.

Mio padre mi aveva voluto pianista, ma per me quello strumento era sempre stato una tortura, ma da quando avevo incontrato Maka, suonarlo era diventato non solo il simbolo del nostro legame, ma anche un modo per potermi liberare dalle ansie e dalle paure che spesso mi tormentavano. La mia anima doveva essere sgombra da ogni tormento per sostenere quella luminosa ed estremamente forte, ma alo stesso tempo fragile anima della mia partner. Come quello strumento aveva permesso il nostro incontro anni addietro in quella saletta buia, quella sera attraverso un semplice brano, mi permise di compiere uno degli atti meno cool della mia giovane vita, confessare a Maka che ero innamorato di lei e che durante il suo soggiorno in Australia avevo sofferto come un cane. Mi ero sentito tremendamente solo. La solutidine era stata la costante della mia infanzia in quella gabbia dorata dov’ero nato, e della prima parte della mia adolescenza, nella quale ero stato costretto a sostenere esami per essere ammesso nelle migliori accademie di musica del mondo. Ogni volta che tentavo fallivo. Il destino voleva chiaramente che incontrassi Maka, che diventassi il suo partner, che mi trasformasse in una Death Scythe e che poi mi abbandonasse per trasferirsi in Australia. Ma da quando eradi nuovo accanto a me vi era un pensiero fisso, confessare alla mia ex tappetta-senzattette che ero follemente ed irrazionalmente innamorato ed attratto da lei. Grazie al piano, con mia grande sopresa, Maka mi confessò di essersi innamorata di me. Mai soddisfazione più grande avevo avuto nella mia vita, se non quella di ascoltare Maka Albarn, colei che odiava gl’uomini, ammettere di essersi innamorata di qualcuno, figurarsi se quel qualcuno ero io. Mi pareva talmente asssurdo, eppure era maledettamente reale, proprio come quando dopo un ghigno di soddisfazione m’impossessai, dapprima delicatamente e poi con sicurezza e decisione delle sue splendide labbra rosso fragola. Quello che era avvenuto tra di noi era stato un ritorno di fiamma. Il ritorno della fiamma della passione.

   
 
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