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Autore: Annoiata    16/04/2012    2 recensioni
Raccolta di One-Shot incentrate su un personaggio ed ambientate in un determinato periodo storico. Spesso il personaggio incontrerà una figura di spiccata importanza caratteristica di quel periodo.
1) Arthur Kirkland/Oscar Wilde
"Dovresti fare l’attore. Non sei brutto, sei soltanto povero. Hai dei begli occhi, e dei lineamenti quasi femminei. Potresti diventare un attore, ed io potrei darti quello che vuoi. Potrei provare compassione per la tua misera situazione, se solo tu facessi qualcosa per quei vestiti. E per quest’odore. Oh, e soprattutto per queste antiestetiche sopracciglia"
2) Seychelles (Goldie)/Jack lo Squartatore
3) Francis Bonnefoy/Napoleone Bonaparte
Genere: Dark, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 1888


Goldie si stringeva nello scialle sfilacciato, alitando di tanto in tanto sulle manine gelide. Quella notte si era sistemata un po’ più avanti rispetto al “solito posto”, piazzandosi proprio sotto la fioca luce di un lampione, all’incrocio di Buck’s Row, vicino ad uno dei tanti mattatoi del quartiere.

Goldie non sapeva bene perchè si fosse quasi inconsciamente allontanata dal vicolo buio dove solitamente adescava i passanti. Aveva avvertito un brivido correrle lungo la schiena, una strana ed inaspettata sensazione di crescente paura insinuarsi nel petto. Sentiva che sarebbe potuta esplodere in un urlo da un momento all’altro.

Ridicolo, aveva pensato. Da quando aveva messo piede a Londra e si era messa in società con Sean O’Bannion, uno dei tanti protettori e ricettatori della città, aveva imparato a non provare più nulla. Bisognava essere insensibili per poter continuare a battere il marciapiede senza impazzire.

Eppure Goldie temeva, come una sciocca bambinetta, che all’improvviso dal buio sarebbe uscito qualcosa che l’avrebbe aggredita. Anzi, non un semplice “qualcosa”. Non un mostro delle fiabe, no. Goldie aveva paura che il buio stesso potesse prendere forma ed attacarla, avvinghiandola tra le sue spire, soffocandola come una pesante coltre di fumo nero.

Perciò Goldie era uscita dal vicolo boccheggiando, alla ricerca istintiva di una minima fonte di luce. Agognava ad uno spiraglio di luminosità così come un naufrago in balìa delle onde desidera ardentemente cacciare la testa fuori dall’acqua.

Ed eccola lì, lontano dall’atmosfera opprimente della viuzza, intenta a stringersi addosso quei pochi indumenti scollacciati che aveva provando invano a riscaldarsi le membra. Aveva la fronte imperlata di sudore ed il respiro pesante, la strada era deserta e quella poca gente che passava non sembrava affatto interessata alla mercanzia, sebbene lei cercasse come sempre di apparire più accattivante che poteva. Smontare e tornare alla taverna era fuori discussione.

Sean ti manda a battere anche se ti sei beccata la peste, e se torni a mani vuote...

Mentre era immersa nei suoi pensieri una mano ghiacciata le arpionò la spalla, facendola trasalire.

<< Glodie, tesoro! Sono io, Gill! Ti ho spaventata? >> disse ridacchiando una donna dall’età indefinibile, dal quale abbigliamento provocante e trucco esagerato si poteva dedurre il mestiere.

<< Gill... che sollievo! >> fece Goldie portandosi una mano al petto strizzato nell’attillato corsetto, ed abbracciò calorosamente la donna. Gill era poco più vecchia di lei, eppure gli anni passati sul marciapiede avevano completamente sfiorito la sua bellezza giovanile. Quando Goldie guardava Gill non poteva fare a meno di pensare che anche quello sarebbe stato il suo futuro.

<< Come sta andando? Io ho appena finito >> chiese preoccupata Gill, che vedeva negli occhi febbricitanti della giovane ragazza un velo d’inquietudine.

<< Male, Gill, malissimo. Neanche uno straccio di cliente nelle ultime due ore. Povera me, Gill, se non guadagno almeno un penny è la buona volta che Sean mi ammazza! >>

<< Devi per forza continuare il giro? Sei uno straccio, tesoro. Stai male? >>

<< Credo di avere la febbre >>

<< Perchè non vieni con me da Sykes? Mettiti in società con lui, lui non ti manda in strada se hai la febbre >> insistette l’amica.

<< Ci penserò Gill, ma adesso ho davvero bisogno di trovare un cliente >> ribattè Goldie per congedarla.

<< Allora a domani sera tesoro, io sono troppo stanca e ho freddo >>

Una volta che la donna si fu allontanata, Goldie dovette resistere più volte all’impulso di girare i tacchi r tornare sui suoi passi per ripararsi da qualche parte. Chiuse gli occhi per qualche secondo ed in questo frangente sentì il caratteristico rumore dello scalpiccìo dei cavalli ed il cigolìo ritmico delle ruote: una carrozza.

Spalancò gli occhi, ed il cocchio era proprio fermo davanti a lei. Non l’aveva nemmeno sentito arrivare, ed avendo chiuso gli occhi non era riuscita nemmeno a capire da che direzione provenisse.

Dal finestrino della carrozza si affacciò un uomo dal cappello a cilindro, ma dal volto parzialmente coperto da un fazzoletto nero. L’unica parte del corpo visibile erano i piccoli occhi pungenti.

<< Vuoi salire? >> chiese sibilando. La sua voce era roca e suadente, eppure Goldie si ritrasse istintivamente a quella richiesta. La figura sinistra ripetè la domanda.

<< Subito, my lord. Sono brava e costo poco. Non se ne pentirà, my lord >> disse Goldie abbozzando sgraziati inchini.

L’uomo la fece accomodare in carrozza prendendole la mano, ed una volta dentro le offrì un succoso grappolo d’uva.

<< Ma quella è uva! >> constatò ammirata << voi dovete essere molto ricco, my lord. Ho fatto proprio un buon affare! >>

La carrozza ripartì.

 Goldie si lasciò sfuggire un’esclamazione poco elegante, ed estasiata si mise a piluccare gli acini uno per uno. Non poteva credere di stare viaggiando in carrozza, in compagnia di un tale gentleman. Forse l’aveva notata per la sua bellezza proprio tra tutte le prostitute del quartiere. La sua vanità le faceva credere così, del resto Goldie era una delle ragazze di più giovani che bazzicavano i marciapiedi Whitechapel, e Sean le aveva espressamente detto che una bellezza esotica come la sua sarebbe stata sicuramente apprezzata dagli uomini di Londra. Era bella, Goldie. Aveva la pelle eburnea come quella d’una principessa indiana, gli occhi grandi, intensi e marroni; e delle piccole labbra rosse che avevano tentato anche i gentiluomini più composti, quando, ancora bambina, vendeva fazzoletti rubati allo Spitafield Market.

La carrozza si fermò di colpo, e per poco Goldie non si strozzò con un acino. Rise imbarazzata, ed osservò dal finestrino l’ambiente circostante.

<< Ma come? >> domandò << ci fermiamo qui, in mezzo al nulla? Credevo mi stessi portando a casa tua. Ma se poprio vuoi farlo qui, va bene. Chi sono io per mettermi contro un signore e le sue voglie... >> quindi cominciò a spogliarsi in fretta. Abbassatasi per sollevare la gonna però, scorse ai piedi dell’uomo una valigetta di cuoio che prima non aveva notato.

<< Ci sono i vostri strumenti lì dentro? Siete un dottore, per caso? >> chiese incuriosita. Per tutta risposta l’uomo aprì la valigetta con uno scatto, ed il contenuto di essa non potè fare a meno di mostrarsi agli occhi increduli della povera Goldie.

Il sorriso impertinente della ragazza si tramutò all’istante in una smorfia di terrore. Ma fu quando l’uomo si tolse lentamente il pezzo di stoffa che gli copriva il viso fin sotto gli occhi, che il grido muto d’aiuto della ragazza si tramutò in uno strillo agghiacciate.

<< Urla quanto ti pare, mia cara. Non puoi scappare da me. Io sono il buio >>

Queste furono le ultime parole che Goldie udì. Poi più nulla.

***

Grazie  per le vostre recensioni. Vorrei precisare che questo secondo capitolo parla della stessa Goldie del primo, però la storia non è continua, poichè questa è una raccolta di One-shot. Non è escluso però che a volte alcuni personaggi possano ritornare, magari in un’epoca diversa. Da adesso aggiungerò il luogo e la data in cui si svolgono gli eventi.

Cosmopolita: sono contentissima di aver attirato l’attenzione di un’altra appassionata dell’Inghilterra vittoriana come me. E sono altrettanto contente che ti sia piaciuta la mia modesta caratterizzazione di Oscar Wilde, vuol dire che far fuori biografie del cocco più o meno ogni settimana mi è stato utile!

miristar: la mia Londra ti é piaciuta? Il cuore d’Europa in quei tempi era un paiolo brulicante di feccia, ma a me è sempre piaciuta. Ho cercato di ricreare quelle atmosfere alla Dickens che tanto le calzano a pennello. Comunque spero di riuscire a continuare questa raccolta di storie, dovrebbe essere relativamente meno impegnativa rispetto alle long-fic che ho in corso.

 

  
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