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Autore: LadyLeblanc    17/04/2012    2 recensioni
Vent'anni dopo la caduta di Giovanni, il Team Rocket è pronto a rialzarsi e a stendere di nuovo la sua ombra su Johto, stavolta con l'aiuto di un antichissimo talismano. Isabel, Bonnie, Aiden e Blake sono quattro aspiranti Rocket, quattro ragazzi diversissimi ma legati tra loro dai fili del destino. Ancora inconsapevoli della propria importanza, dovranno imparare a scoprire i loro poteri e a fare la scelta giusta tra volontà e dovere, sentimento e indifferenza, amore e odio, salvezza e distruzione.
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Oh yeah, suona davvero epico! ^^ (ma dove?? -.-', ndtutti) sigh non mi date mai soddisfazione >.< innanzitutto, vi prego di avere un po' di clemenza, perché è la prima fiction che scrivo e non so se sia decente o no. Mi è spuntata fuori l'idea, così, e ho provato a metterla giù. Se vi va, ditemi cosa ne pensate ^^ bacio!
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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~ Le Quattro Corde ~

Olivinopoli, Base Rocket, Misteriosissimo Ufficio del Boss.

Ore 14.30

Era tutto pronto. Aveva curato personalmente il suo progetto fin nei minimi dettagli, e questa volta era sicuro di farcela. Questa volta i Rocket avrebbero trionfato, e lui più di chiunque altro. 

Zalan, figlio di Giovanni e attuale boss del Team Rocket, alzò un calice di vino finissimo e brindò alla futura vittoria. Era nel suo ufficio, seduto sull'elegante poltrona un tempo occupata dal padre, e con la mano libera accarezzava il suo Natu, probabilmente il pokemon più grasso e viziato dell'intera Johto, che se ne stava accoccolato nel suo cuscino di seta e fissava il padrone con i grandi occhi inespressivi. 

Dopo la caduta di suo padre, Zalan aveva riunito i suoi agenti più fedeli e aveva fondato una nuova base Rocket nei dintorni di Olivinopoli, camuffandola da ristorante. A prima si presentava come un locale vecchio stampo, tutto decorato in trine e legno bianco, ma bastava andare nel magazzino e premere un pulsante nascosto per rivelare un'insospettabile entrata segreta.

Tornando al nostro Zalan, bisognava dire che negli ultimi anni era stato un leader eccellente. Sotto la sua guida, il misero pugno di agenti si era trasformato in un vero e proprio battaglione, e gli affari scorrevano sempre più lucrosi. 

Ormai era un'autorità nel campo dei sabotaggi e della corruzione. Era il re dei ladri sul suo trono di diamanti.

L'unico pensiero che ancora lo turbava era l'Artefatto. Quell'antichissimo globo millenario aveva ispirato leggende grandiose, ma Zalan era sempre stato convinto che dietro il mito ci fosse un fondo di verità. E le ultime ricerche degli scienziati Rocket l'avevano provato definitivamente.

L'uomo appoggiò il calice di vino sulla scrivania e si abbandonò contro lo schienale. Il suo sguardo cadde su uno dei plichi che ricoprivano la scrivania: era la copia di un documento d'identificazione, con tanto di foto e codice a barre sotto al nome: Blake Callagan. Un ghigno soddisfatto gli incurvò le labbra.

« Ormai ci siamo, Natu » disse piano. « Ora siamo al punto di non ritorno. Molto presto l'Artefatto sarà nelle nostre mani. »

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Olivinopoli, Base Rocket, Sala d'Addestramento.

Ore 14.30

« Espeon, Psicoraggio! Ora! »

« Esp! »

Una frusta di luce violetta colpì in pieno l'Ivysaur avversario, facendolo ruzzolare fino alla parete della sala d'addestramento. Il povero pokemon d'erba cercò faticosamente di restare in piedi, ma le sue zampe non ressero e lui s'accasciò a terra con un tonfo, esausto e fumante. 

« Oh no, Ivysaur! » Il suo allenatore, un apprendista Rocket magrolino e allampanato, si precipitò accanto a lui e lo scosse debolmente, senza successo: il suo Ivysaur era proprio K.O. Con un sospiro, il ragazzo lo richiamò nella sua pokeball.

« Ivysaur non è più in grado di combattere » gracchiò la voce robotizzata dell'altoparlante. « L'incontro è terminato. La vincitrice è Isabel del Plotone 7. »

« Sì! » Isabel agitò allegramente un pugno a mezz'aria, poi s'inginocchiò a terra e aprì le braccia: subito Espeon le saltellò incontro, mugolando compiaciuto quando lei lo strinse a sé. « Così si fa, Espeon! Sapevo che gliele avresti suonate. Piccolo mio, di questo passo, un giorno tu ed io conquisteremo il mondo! »

« Però » ridacchiò una voce alle sue spalle. « Ora non ti sembra di stare un po' esagerando, Is? »

Senza smettere di coccolare Espeon, Isabel si voltò, e il suo sorriso si fece ancora più grande. Dietro di lei era comparsa una ragazza bionda e minuta, dall'aria intellettuale. Dietro i suoi sottili occhiali rotondi, le iridi verde smeraldo brillavano divertite. Come Isabel e l'allenatore di Ivysaur, anche lei portava la divisa d'ordinanza dei novizi del Team Rocket, una tuta color fanghiglia con una R bianca ricamata sul cuore.

« Bonnie! Cosa ci fai qui in sala d'addestramento? Pensavo fossi ancora a provare gadget, o a disseminare la base di cimici, o a fare qualche altra roba ipertecnologica di quelle che piacciono a te. »  

« In effetti ero al laboratorio fino a qualche minuto fa » ammise Bonnie, e il suo viso di porcellana s'illuminò. « Sai che hanno ideato un nuovo tipo di paracadute autoaggaciante? E' fantastico! Con quello potresti gettarti anche da Monte Argento e atterrare senza un graffio, è facilissimo da controllare. »

« Ehm... » Isabel pensò alla propria dimestichezza con le macchine e i dispositivi brevettati dai Rocket. L'ultima volta che qualcuno aveva avuto la malsana idea di fargliene provare uno, lei per poco non aveva fatto esplodere l'intera base. « Beh, wow... non vedo l'ora di ammirare questo paracadute autocoso in azione! » disse, poco convinta.

« Sarà divertente, vedrai. » Bonnie si ravviò una ciocca biondo miele e sorrise. « Comunque, sono passata di qua per vedere come te la cavavi. Sei brava nelle lotte, Is. »

« Grazie, ma non sono brava io, è bravo lui. » Isabel accarezzò la testa di Espeon. « E' una fortuna che ci siano le lotte, sai? Almeno posso dimostrare di saper fare qualcosa. Se per diventare agenti dei Rocket ci si dovesse basare solo sui compiti scritti, io sarei già stata buttata fuori dall'Accademia a pedate. »

« Ma dai, scema. » Bonnie rise. « Hai visto il tabellone, no? Degli ultimi dieci scontri, non ne hai perso nemmeno uno. Ed è questo che serve, in campo: una brava combattente. Chi se ne importa poi se ogni tanto prendi tre nei compiti. »

Solo 'ogni tanto'? Isabel alzò al cielo gli occhi nocciola, ma decise di lasciar perdere. Il discorso avrebbe potuto prendere una piega imbarazzante.

« Certo, sarebbe bello se... » Le parole di Bonnie furono soffocate da un coro di urla e schiamazzi, subito seguito da una sonora esplosione. Sorprese, le due ragazze si girarono. 

La sala d'addestramento comprendeva sei campi d'arenaria, allineati in due file. Ciascuno di essi veniva monitorato da apposite macchine, che registravano i risultati e li proiettavano su un tabellone. A due campi di distanza da quello in cui si trovavano loro era in corso un altro scontro... uno scontro piuttosto vivace, almeno a giudicare dalla piccola folla che attorniava il campo, gridando e acclamando e trattenendo il fiato all'unisono, come un'unica entità dotata di molte teste. Isabel e Bonnie si avvicinarono, seguite a ruota da Espeon. Stavolta i due contendenti erano un Onix, un mostruoso serpentone di roccia, e un Houndoom, un elegante pokemon canino di tipo Buio. Di solito gli Houndoom erano terrificanti, ma questo appariva davvero minuscolo accanto al suo gigantesco avversario.

« Forza, Onix, Rocciotomba! » lo incitò il suo allenatore. Era un novizio all'incirca della loro stessa età, alto e - notò Alex - anche piuttosto carino, coi capelli di un caldo color rame e ardenti occhi dorati.

« Quello è Aiden Flame, del Plotone 3 » precisò Bonnie, un po' troppo in fretta.

« Lo conosco di vista, ma non ci ho mai parlato. » Isabel lo studiò con attenzione. « Dicono che sia il lottatore migliore del suo Plotone. »

« Combattivo e affascinante, proprio il mio uomo ideale. » Bonnie fece un leggerissimo sospiro. « Non pensi anche tu che sia carino da morire? »

« E' carino, ma non è il mio tipo. »

Lo sguardo di Isabel si focalizzò sul suo avversario, il padrone di Houndoom. Era un ragazzo alto e magro, dagli scarmigliati capelli neri, e osservava l'incontro in silenzio, con le braccia pazientemente intrecciate davanti al petto. Sembrava rilassato e a suo agio, il ritratto della tranquillità, ma i suoi occhi - di un blu tanto scuro da sfumare nel nero - erano mobili e attenti come quelli di un predatore e non si perdevano una sola mossa nemica.

« E quello chi è? » chiese Isabel a Bonnie.

« Quello chi? Oh. » La bionda gli gettò un'occhiata distratta, poi tornò a fissare avidamente Aiden. « Dev'essere il nuovo arrivato, Blake Qualcosa del Plotone 2. E' spuntato fuori dal nulla la settimana scorsa. »

Isabel metabolizzò l'informazione in silenzio. Aveva sentito qualche chiacchiera a proposito di un nuovo acquisto del Plotone 2. Chiunque fosse quel tipo, doveva avere un bel fegato a sfidare Aiden.

« Onix, ancora, Rocciotomba! » La voce decisa di Aiden la riportò alla realtà. Stupita, Isabel si rese conto che l'Houndoom non aveva alcuna difficoltà ad evitare le rocce di Onix: saettava da una parte all'altra del campo, così rapido da apparire quasi sfocato, scartando e balzando sopra ogni masso come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.

« Accidenti! » esclamò uno degli spettatori vicino a Isabel, impressionato.

« Non ho mai visto un Houndoom così veloce » ammise un altro. 

« Okay, tutto sommato quel Blake non è malaccio » concesse Bonnie, un po' contrariata che stessero mettendo in secondo piano il suo eroe. « Ma sono sicura che adesso Aiden gli farà vedere chi è che comanda. Il suo Onix non ha mai perso un incontro. »

L'Onix abbatté la poderosa coda a terra nel tentativo di schiacciare l'Houndoom, ma il demone canino era troppo agile e lo scansò con facilità. Prima che l'Onix potesse sollevare di nuovo la coda,  l'altro vi balzò sopra e la usò come trampolino, saltando prima sul suo dorso e poi sul suo collo. Il serpente di roccia ruggì, indignato.

Fu solo allora che Blake mosse le labbra. « Houndoom, Marchiatura. »

Un'esplosione di fiamme gialle e azzurre deflagrò sulla testa di Onix, così abbagliante che per un attimo tutti i presenti dovettero chiudere o schermarsi gli occhi. Dietro lo schermo delle dita, Isabel intravvide il corpo possente di Onix che scivolava al suolo. All'impatto della sua testa pesante, il pavimento tremò.

« O-Onix? » Allibito, Aiden fissava il serpente di roccia, immobile e chiazzato di nero.

« Onix non è più in grado di combattere » gracchiò la voce dell'altoparlante. « L'incontro è terminato. Il vincitore è Blake del Plotone 2. »

La piccola folla applaudì energicamente. Tutti a eccezione di Bonnie.

« Non è possibile » disse la bionda, sconcertata per la sconfitta di Aiden. « Voglio dire, non solo l'ha battuto ma l'ha battuto con un solo attacco! »

« E che attacco » mormorò Isabel. La ragazza guardò Espeon, e lui ricambiò l'occhiata con aria preoccupata. « Marchiatura, eh... non l'ho mai sentita. »

« Marchiatura è una Macchina Tecnica della regione di Unima » spiegò Bonnie, puntuale come sempre. « Sapevo che era piuttosto potente, ma non immaginavo così tanto. E poi, che diavolo ci fa quel tipo con una MT di Unima? »

Il pubblico si era radunato intorno a Blake e al suo Houndoom, ma né l'uno né l'altro pareva entusiasta di tutta quell'attenzione. Per la prima volta dall'inizio dell'incontro, il ragazzo appariva nervoso, come se i sorrisi e le pacche sulla spalla e l'ammirazione dei compagni lo mettessero a disagio.

Da parte sua, Aiden richiamò il suo Onix in silenzio. Sembrava ancora incredulo all'idea di avere perso, per di più in modo tanto veloce e improvviso. 

« Che diavolo stai aspettando, Bonnie? E' la tua grande occasione! » Isabel diede una spintarella all'amica. « Coraggio, va' da lui e consolalo. »

« Tu sei matta, non posso assolutamente farmi vedere così » protestò lei. « La tuta da novizia è orribile, ti fa apparire sexy quanto una melanzana andata a male. E poi credo che al momento Aiden non abbia tanta voglia di chiacchierare... »

« Ehi, ha solo perso uno stupido incontro, mica è stato condannato a morte! »

Mentre le due discutevano, nel frattempo, Blake richiamò il suo Houndoom e si allontanò dalla sala d'addestramento a rapide falcate, senza curarsi minimamente dei suoi nuovi fan. Se qualcuno, oltre a elargire pacche e sorrisi, si fosse preoccupato anche di guardarlo negli occhi, in essi non avrebbe trovato altro che gelo e indifferenza, forse appena velati da un'ombra di malinconia. 

  
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