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Autore: meiousetsuna    17/04/2012    11 recensioni
Dal testo: "Non mentirmi, ti conosco troppo bene, più di chiunque altro, credo. Forse Katherine è stata quella che dopo di me ti ha capito di più, perché per riuscirci ti ha squarciato il petto, tirato fuori le viscere con le mani per guardarti dentro, e tu l'hai pregata di continuare a farlo. Mentre io ero solo soggiogato, ti ho tolto tutto, Damon. La vita che desideravi, la morte che imploravi".
Partendo dal trailer della 3x19, assolutamente solo di spunto, una storia che porterà Damon a capire profondamente i suoi sentimenti per Elena e Stefan, cercando il suo vero Io.
Amicizia, Scelta, Ragione, Amore, Adorazione, Convinzione, Ego.
Passi dell'anima in cerca del Nirvana.
Sarei felice se voleste fermarvi a leggere, fino alla fine... specialmente le note!
Grazie!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Damon/Elena/Stefan
Genere: Angst, introspettivo
Avvertimenti: UST
Ambientazione: parziale ripresa del trailer della 3 x19, molto relativo…
É un esperimento un po’ particolare… sarebbe bello, per chi ne avesse la pazienza e la voglia, leggere le note finali.



NIRVANA

 

amicizia


Il vero giusto è colui che si sente sempre a metà colpevole dei misfatti di tutti*

 

“Andiamo, non puoi farla sempre così tragica!”
Damon strinse il bicchiere di bourbon nascondendo il nervosismo, l’unico segnale che lo rivelava era la ragnatela di piccole crepe che da sotto la sua mano cominciò ad avanzare con scatti puliti, fino a sgretolarne la parte superiore, lasciandogli in mano il fondo del calice; gocce del suo sangue si fusero nel liquore residuo, rubini nell’ambra e lui lo mandò giù tutto, bevendo il sapore del suo peccato fino in fondo.
Una scheggia provocò un leggero taglio su di un angolo della bocca, dal quale scese un solo, sottile, filo rosso. Che lo smascherava per quello che era; il mostro, il vampiro, il traditore di suo fratello.
“Per quanto io faccia e tenti con tutte le mie forze di ricostruirmi un’esistenza, lei prova sempre dei sentimenti anche per qualcun altro”.
“Immagino che quel qualcun altro dovrei essere io. Ma è solo la tua paura che parla, sai che non è così. Per un breve periodo, mentre tu eri via, l’ho creduto. Ma anche allora… se me lo avessi chiesto avrei rinunciato”.
Stefan si lasciò andare a quel suo unico mezzo sorriso sincero, quello che gli rilassava le labbra ma non trasmetteva nessuna luce agli occhi di un verde ormai scolorito dalla rassegnazione. In lui, tutto quello che era pulito, onesto e redento dalla privazione era stato definitivamente portato via da Klaus, come un demone delle fiabe che strappa il soffio immortale di una vittima con gli artigli, lasciando solo la parvenza della persona che c’era prima.
“Non mentirmi, ti conosco troppo bene, più di chiunque altro, credo. Forse Katherine è stata quella che dopo di me ti ha capito di più. Perché per riuscirci ti ha squarciato il petto, tirato fuori le viscere con le mani  per guardarti dentro e tu l’hai pregata di continuare a farlo. Mentre io ero solo soggiogato, ma ti ho tolto tutto, Damon. La vita che desideravi, la morte che imploravi. Immagino di doverti risarcire di una parte del dolore che ti ho dato”.
Si avvicinò a suo fratello, asciugandogli con le dita l’angolo delle labbra ferite, e portandole alla bocca, per pulirle. Negli occhi color cielo d’Inverno si accese un lampo di sorpresa e disgusto.
“Non ti sei nutrito, oggi? Cos’è, mi devo spaventare?”
“Volevo scoprire che sapore avesse. Mi è venuto spontaneo”. Damon lo guardò con la fronte corrugata, la bocca rimasta socchiusa.
“Sei mio fratello, questo è già il mio sangue”.

 

scelta-1

Perché l’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni**

 

Il maggiore non replicò, cercando semplicemente di non far trasparire l’emozione che lo stava assalendo e che lo lacerava a metà, in modo spietato. Cosa sarebbe successo se fosse riuscito a riabilitare Stefan? Avrebbe pagato un tributo forse troppo alto per sopravvivere, perché se l’avesse aiutato a tornare il ragazzo che era diventato negli ultimi anni, la donna della sua vita sarebbe volata di corsa tra le sue braccia, dimenticandosi del gioco contorto e crudelmente innocente che c’era stato tra loro in quei mesi. Perché era sempre stato Stefan. Per Elena. Per Katherine. Per lui. Si domandò con la sua solita ironia pungente, che per sua natura era a doppio taglio, quanto dovesse essere sembrato ridicolo mentre sussurrava promesse di morte e persecuzione, senza tentare mai veramente di metterle in atto nei giorni, nei secoli, nell’eternità di sofferenza che avevano attraversato, anzi…
Cercò di calcolare quanti anni aveva resistito ogni volta che era ‘partito per sempre’. Dieci, venti… poi aveva dovuto controllare dove fosse il suo stupido fratellino, irrompere nella sua vita, rovinargliela, perché ne era escluso se non vi si intrometteva con violenza. Perché non c’erano emozioni riservate a lui, se non l’odio. Certo, era forte abbastanza da sopravvivere, specie se avesse spento di nuovo quel pulsante, questa volta in modo definitivo, lasciandosi andare alla sua natura predatoria e selvaggia. Era davvero tanto differente dall’attitudine omicida di Stefan, quando perdeva la sua umanità, annegata nel sangue degli innocenti che attraversavano la sua strada?
No, perché loro erano speculari. Suo fratello aveva dannato la sua esistenza consegnandosi a Klaus per lui e l’unico prezzo che il loro destino maledetto avrebbe accettato per rilasciarlo sarebbe stato la sua anima, lasciata cadere sul piatto della bilancia, col suo peso incredibilmente concreto. Come se non potessero fare a meno di essere sempre diametralmente opposti. Un Sole e una Luna, che esistono solo se si muovono nello stesso Universo, ma se uno dei due sorge, l’altro sta tramontando. Tranne che per un istante, in cui si fronteggiano sull’orizzonte. Damon si chiese se esistesse una magia abbastanza potente da congelare il Tempo in quel momento.
Una domanda viziosa, la sua. Anche se una scintilla di speranza rifiutava di spegnersi. Qualsiasi linea, curvandosi su se stessa, può solo finire per ripiegarsi in un cerchio, chiudendosi in una perfetta eternità. E comunque, chi scommette deve essere pronto a perdere. Capì in quel momento e per sempre, che se uno solo dei due doveva essere salvo, non avrebbe scelto se stesso.

 

ragione

E' l'amore, non la ragione, che è più forte della morte***

 

Stefan non gli domandava nulla, era chiaro che aveva letto nei pensieri del fratello come se li avesse proiettati dentro la sua mente; forse era quella goccia di sangue che aveva preso da lui, forse il fatto che bastava che si lasciasse andare per provare dentro di sé quello che abitava nei pensieri dell’altro.
“Dovremmo saperlo, Damon, non decidere tra me e te. Elena non è una cosa, un premio che uno di noi deve vincere. Lei deve sapere che la amiamo tutti e due, anche se nessuno di noi la merita davvero; non credo che potrebbe essere davvero felice, forse la sua decisone dovrebbe essere quella di dimenticarci, di salvarsi. Ma dubito che lo farà… almeno deve chiarire tutto, sia con me che con te, chi non sarà scelto, potrà decidere se restare suo amico e continuare a proteggerla, o sparire da questa maledetta città. Credo che tu avresti il coraggio della prima scelta. Io no”.
Damon abbassò leggermente la testa, come segno di assenso. Aveva imparato che non poteva essere solo l’istinto a guidare ogni passo, almeno per un’umana. Malgrado fosse abituato a trovare soluzioni brillanti per quanto discutibili ai problemi, non vedeva altra possibilità che rimettersi alla decisione della ragazza. Doveva essere convinta della sua risposta, non era Katherine, che giocava a calpestare i suoi innamorati, quell’incertezza doveva stare facendo male a lei quanto a loro e conoscendo la sua indole riflessiva, quello che temeva di più era che avesse bisogno di tempo, troppo tempo perché la fragile pace con Stefan tenesse le scosse di quella tempesta.
Il desiderio egoistico che nel profondo, in realtà, Elena potesse somigliare abbastanza a Katherine, si impadronì di lui; non sarebbe stato semplice, essere loro tre, per sempre insieme? Dividere quell’amore così grande da essere abbastanza per tutti… giudicare era più facile che cercare di comprendere, la maggior parte delle volte. Bene, adesso era anche confuso.
“Stasera, fratellino. Parliamole stasera, non riesco a vivere così, neanche la mia non-vita”. Stefan girò gli occhi al cielo, lui non riusciva a scherzare in ogni circostanza, gli sembrava troppo dissacrante.
“Perché prolungare la sofferenza? Per una volta hai ragione – guardò Damon con angoscia – quindi andrai prima tu. Se non sono più l’unico, non voglio sentirmelo dire da lei, tornerai tu a dirmelo. L’ho lasciata troppo tempo con te, credo di averla persa già da quel momento”.
“Oppure ti ha voluto di più, perché sembravi scomparso per sempre, e quello che ci sfugge si apprezza maggiormente ”. Damon non credeva a quello che stava dicendo, era come se sperasse di essere scartato, essere felici è una opportunità terrificante, quando si è abituati a non esserlo mai. In un attimo aveva indossato la giacca, e prese le chiavi della macchina.
“In ogni modo, stiamo per saperlo”.

 

amore-1

L’unico vero amore, è quello non ricambiato ****

 

Elena lo aspettava sotto la coperta nera, quasi desiderosa che quel colore si tramutasse in una coltre di oscurità, che nascondesse i suoi pensieri, una cappa plumbea così pesante da bloccare il suo corpo anche contro la sua volontà, una negazione della sua presenza. Ma tutto quello che Damon vedeva era la morbida intimità di un cielo a mezzanotte, nel quale il suo viso risplendeva come un astro iridescente. Si sdraiò piano accanto a lei, su di un fianco, la mano sinistra sotto il capo, per voltarsi a guardarla come un miraggio materializzato in risposta alle sue più inconfessabili speranze. La camicia slacciata, di seta blu, una concessione al suo umore quietato.
Le prese la mano, intrecciando le dita senza trattenerle; era molto lontano il tempo in cui cercava di baciarla con la forza e forse non si sarebbe fermato neanche lì. Solo un’ora prima era entrato dalla porta d’ingresso, lasciandola esterrefatta, ma quelle apparizioni dalla finestra della stanza lo avevano stancato, non lo divertiva più prenderla di sorpresa, ciò che voleva era essere normale, possibile per lei. Elena non gli aveva chiesto cosa facesse lì, per assurdo proprio la volta che la risposta era meno ovvia. Salì in silenzio le scale, stringendosi nella vestaglia, avrebbero parlato mentre lei si rimetteva a letto, era stanca e infreddolita e poi perché no? Era già successo tante volte. Che niente fosse successo.
“Hai parlato con Stefan, vero? Cosa ti ha detto?”
La voce della ragazza era insicura, preoccupata della risposta, ma aveva comunque preferito affrontare l’argomento, sentiva di aver indovinato. Ormai non lo capiva più il suo… ex fidanzato? Nella pratica era tornato libero, sarebbe bastato fare un passo per uno per raggiungersi. Ma lui era irremovibile, e lei non poteva farli da sola perché la sua convinzione non era forte abbastanza per tutti e due.
“Era molto depresso, ma questo è normale – il vecchio scherzo mostrava i danni del tempo – non riesce ancora a controllarsi, quando gli chiedo qualcosa mi risponde bugie, lo so. Scompaiono troppe sacche di sangue, ultimamente”.
“Sta tremendamente male, Damon, e credo sia a causa mia, stavolta – il bruno rilassò le spalle con sollievo, era pronto a sentirsi dare la colpa – è convinto che io provi dei sentimenti speciali per te”.                           
“É così?”
Elena lo guardò come cercando di leggere la risposta in lui, invece che nel suo cuore, perché l’unica cosa che sentiva davvero affiorare alle labbra sarebbero state le parole “ Io non lo so”. Ma aveva l’impressione che non sarebbero state accettate, per usarle come scappatoia. Tutta la rabbia che lui aveva accumulato dalla sera della loro lite al ballo, era caduta a pezzi, come un’armatura di fragile cristallo, lasciando un cavaliere nudo e ferito.
“Vuoi che stiamo insieme, stanotte?”
Elena serrò la presa delle dita, comprendendo pienamente il significato della sua stessa frase solo nell’attimo in cui la sentì riecheggiare riempiendo la stanza. Damon rimase un lunghissimo attimo in silenzio, il tempo di un respiro, che per lui durò come l’intera giornata.
“Faresti l’amore con me?”
“Ti voglio molto bene, Damon. Vorrei dimostrartelo.” Una fitta lo trafisse dalla testa alla pancia, e non riuscì a nasconderlo, rispondendo con voce spezzata dalla sofferenza.
“Non voglio solo il tuo corpo. Il problema è che so troppo bene che io ti amo. Non posso raccontare a me stesso che questo mi basterebbe”. Lei in tutta risposta abbassò un poco la trapunta, lasciando spuntare le spalle e le braccia, che erano scoperte, attraversate solo dalla bretellina sottile del top viola.
Accarezzò i lineamenti cesellati, fissandolo per cogliere un invito o un rifiuto, per quanto non lo ritenesse possibile. Scese sul collo, fermandosi sulla curva della clavicola, per continuare timidamente sul petto scolpito, senza spostare la camicia, che delineava la carne come una striscia di sabbia bianchissima tra le correnti di un fiume profondo. Piacere e sofferenza affioravano a ondate, accendendo e ombreggiando gli occhi, che passavano dall’acquamarina allo zaffiro. Quando il tocco arrivò alla cintura, Damon poggiò l’avambraccio sul cuscino, nascondendo completamente il viso nella piega del gomito, non si sarebbe fatto vedere piangere per il desiderio. Elena si sporse a spegnere l’abat-jour sul comodino e ricominciò dove si era fermata, abbassando le palpebre per raggiungerlo nella sua solitudine e dopo un momento di esitazione cominciò ad accarezzare il suo sesso, sentendolo subito teso sotto il suo tocco, mentre gli baciava i capelli morbidi. Continuò, guidata dai sospiri spezzati che provenivano dalla gola serrata del ragazzo.

 

adorazione

L’amore è un demone. L’amore desidera qualcosa di cui ha bisogno ma che non ha ed è quindi mancanza*****

 

Damon la stava stringendo alla vita con l’altra mano, mentre tremava per contenere quella che sarebbe stata la sua reazione istintiva, non voleva cedere a quell’offerta, né riusciva a chiederle di smettere, era troppo bello sentirsi semplicemente toccare da lei. Improvvisamente, la mano di Elena smise di cercarlo, e la sentì cominciare a singhiozzare, prima piano, nel tentativo di ricacciare indietro lo scoppio del pianto, poi in modo convulso e violento, con disperazione, ansia e rancore per essere respinta da una persona che credeva le appartenesse, unito alla vergogna di averlo considerato così, a sua disposizione finché lei, solo lei, avesse deciso per un sì oppure un no. In un secondo, Damon le si sdraiò addosso, i loro corpi separati da quella coperta che si era trasformata in una divisione che faceva male come filo spinato, ma non si sarebbe allontanato neanche ne avesse sentite le punte trapassarlo da parte a parte.
Cominciò a baciarla dolcemente, ma impedendole di voltare la testa per sottrarsi, come cercava di fare per prendere fiato mentre era scossa dai singulti, poi con più passione, assaporando ogni millimetro delle sue labbra, della sua lingua, accorgendosi che le due lacrime che gli erano scese lungo gli zigomi perfetti, si erano tuffate tra quelle di Elena, perdendosi in quel mare trasparente. Premette con più forza il bacino sui fianchi di lei, che lo abbracciava stretto, fin quando non resistette più e posata la fronte bruciante nell’incavo della spalla della ragazza, poté solamente lasciarsi andare ad un orgasmo triste e freddo.
Rimasero così, incapaci di parlarsi o di spostarsi, finché Damon aprì gli occhi di colpo, aveva chiaramente distinto un rumore al piano di sotto e sapeva chi fosse. Stefan. In un attimo raggiunse le scale, intercettandolo prima che arrivasse in camera, abbattendosi con la sua gelosia anche su di lei. Gli occhi verdi erano circondati di capillari scuri, le iridi arrossate e i canini sporgevano nettamente mentre afferrava il fratello per il collo, rotolando insieme a lui lungo i gradini, atterrando con le ginocchia puntate sulla sua gola.
“Cosa avete fatto!” La voce disumana delle squartatore era affiorata da una memoria recente, ancora abbastanza vicina da fare parte di lui, poi si voltò indietro, fissando con ferocia Elena che si era affacciata dalla porta, restando agghiacciata dallo shock.
Prima che potesse anche solo avere un barlume di idea di prendersela con lei, Damon aveva ribaltato le posizioni, tenendo suo fratello bloccato al pavimento con tutta la sua potenza.
“Calmati adesso, non è successo niente, solo un bacio, te lo giuro. Ed è stata una mia iniziativa”.

 

convinzione

Le convinzioni sono per la verità nemiche più pericolose delle menzogne******

 

Damon non ebbe bisogno di alzare la voce per convincere Elena ad assecondarlo.
“Torna nella tua camera e resta lì, verremo noi a chiamarti”. Lei spostò lo sguardo dall’uno all’altro dei suoi innamorati rispondendo un “sì” con voce così flebile che solo il loro udito di vampiri avrebbe potuto afferrarlo. Stefan approfittò dell’impercettibile distrazione del bruno per spingerlo via di lato e alzatosi per primo cominciò a colpirlo con dei violentissimi calci al torace, fratturando alcune costole, continuando finché gli fece sbattere la testa contro la parete, lasciandolo tramortito per alcuni secondi. La furia che lo aveva pervaso cominciò a sfumare, assorbita anche dalla passività dell’altro davanti a quell’attacco.
Damon rialzò lentamente il viso, massaggiandosi la base del collo, riprendendo fiato mentre le ossa si risaldavano velocemente; senza dire una sola parola allungò un braccio, invitando Stefan a rialzarlo, cosa che il minore fece dopo pochi attimi di esitazione. La verità balzò ai suoi occhi, ma non poteva accettarla, non voleva credere che fosse stata Elena a lasciarsi andare e suo fratello a tirarsi indietro per lui. Non gli aveva neanche chiesto un giuramento prima di mandarlo lì, in parte fidandosi, in parte convinto della fermezza di Elena. Rimase fermo, aspettando, mentre Damon prendeva la rincorsa con il pugno diretto verso la sua mascella, slogandola e con l’altro lo colpì sotto il mento, facendolo cadere a sua volta, battendo la schiena sui gradini.
Si fermarono entrambi, ansimando e girando gli occhi in contemporanea verso il punto da cui sentivano provenire i passi dell’umana, che percorreva febbrilmente su e giù il pavimento, spaventata da quanto male avrebbero potuto farsi, ma abbastanza sicura che nessuno dei due sarebbe arrivato a voler uccidere l’altro, da fare, per una volta, esattamente quello che le avevano chiesto. Li aveva visti in troppe occasioni mettere a repentaglio la loro esistenza per soccorrersi, per credere che qualcosa di irreparabile sarebbe potuto accadere.
“Siamo pari”. Damon voleva smetterla, sperando di non sentirsi rivolgere domande troppo specifiche, ma non poteva nascondere la verità, gli odori che provenivano dal suo corpo, suoi, e di lei, raccontavano tutta la storia.
Stefan decise di fingere di non sapere, restando seduto a terra, con le braccia incrociate sulle ginocchia, in quel gesto così spontaneo quando aveva bisogno di aiuto, ma non voleva chiederlo. Era molto orgoglioso, decise Damon in quel momento, anche se non  lo manifestava come  lui, non lo esibiva; semplicemente, si chiudeva a riccio finché qualcuno non andava a tirarlo fuori dal suo angolo scuro. Magari, una persona di cui si fidava.
Poggiando le spalle alla parete, si lasciò scivolare di fronte al fratello, osservandolo con uno sguardo stanco.
“Cosa proponi di fare?”.

 

ego-1

Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri. *******

 

“Facciamola finita” – Stefan chiamò con voce cupa – “Elena, per favore”. La porta si aprì subito, lei si affacciò visibilmente sconvolta, naturalmente aveva ascoltato tutti i rumori dei colpi che si erano scambiati e sapeva che era per lei che lottavano, si trattava sempre di una donna; l’idea di aver riaperto le ferite inflitte da Katherine la rendeva la terza vittima di quella maledizione, anche se, apparentemente, la sua era la posizione più facile. Si chiese se non sarebbe stato meglio reagire come una persona ragionevole all’inizio, scappare appena aveva capito che la sua vita sarebbe precipitata in un vortice di forze e minacce molto più grandi di lei.
Che solo due anni prima, era la ‘piccola Gilbert’, con i suoi genitori che si curavano di lei, Jeremy, il suo “bravo ragazzo” Matt, forse la preoccupazione di un compito di matematica. Si rese conto, contemporaneamente, di che giovane donna combattiva era diventata e che non poteva far pagare quell’insicurezza così resistente nel suo cuore ai ragazzi che la amavano, forse con uguale intensità, anche se in modi così diversi. Si asciugò le tracce delle ultime lacrime.
“Possiamo parlare più tardi? Ho bisogno di raccogliere le idee, con calma”.
I due fratelli le risposero entrambi con un cenno di assenso, fiamme azzurre nelle iridi del primo, la profondità di un lago in quelle dell’altro. Stefan restò in silenzio, schiacciato dalla somma delle sue colpe, passate, presenti e future; era imperdonabile, anche se, senza nessuna logica, avvertiva la sensazione che esistesse una soluzione e fosse a portata di mano, se solo fosse stato capace di riconoscerla. Damon lo fissava, immaginando i due scenari possibili. Perdere suo fratello, o perdere Elena. C’era anche una terza possibilità ed era peggiore. Rinunciare a se stesso, questa volta per sempre. Restare un essere incompleto, come si sentiva in quel preciso istante, in cui stava continuando ad usare il riconoscimento degli  altri come misura di sé. Non avrebbe offerto così poco.
Le bugie pietose non servivano più, perché non ce la faceva a continuare a negare di amarli entrambi, qualsiasi cosa fosse successa quella sera, e questo lo rendeva già il vincitore.
“Stefan”. 
“Dimmi”.
“Mentre aspettiamo, vieni qui”.  Strinse forte suo fratello, impedendogli un distacco che non stava affatto tentando, sentendo il profumo della sua infanzia, la dolcezza del perdono, la consapevolezza di essere un Uomo.

 

Carissime amiche sopravvissute, e così buone da stare leggendo, come da richiesta, anche le note… per prima cosa, grazie!
Per seconda, l’elenco degli autori delle citazioni:

*(Kahil Gibran)  ** (Paulo Coelho)  *** (Thomas Mann)  **** (Yukio Mishima)  ***** (Platone)  ****** (Friedrich Nietzche)  ******* (Arthur Schopenhauer)
Per terza, fondamentale, l’origine dell’idea, alquanto “lontana” da Vampire Diaries: si tratta dello shoujo manga “Utena”, dove la protagonista combatte 7 duelli, ognuno dei quali ha un nome. Ho notato, essendo interessata alla materia, che questi nomi corrispondono ai 7 livelli dell’innalzamento verso il Nirvana, e così ho scritto questa OS... strana, come impostazione, lo so, ma ho sentito tantissimo questo messaggio. Spero solo di non avervi massacrate di noia. In ultimo, le “spiegazioni” dei duelli nel fumetto.
Mi auguro di non avervi perse per sempre, dopo tutto ciò! Baci, Setsuna

La nuova Amicizia, che cambia la vita  
Scegliere chi salvare
Cercare, con Ragione, di proteggere qualcuno
L’Amore per cui si mette da parte il proprio volere 
Troppa Adorazione porta all’ossessione
La Convinzione può diventare costrizione
L’amore per Se stessi, per poi donarsi agli altri

  
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