Uno
Vecchie ferite
Se vuoi sapere perché sono andato via chiedilo a tua figlia.
P.S. Sempre che sia in grado di spiegartelo.
E ora, passando davanti alla vetrina della gioielleria della madre di Sophie, li avevo rivisti, felici come non mai. Non era possibile che stessero comprando le fedi nuziali, aveva soltanto ventidue anni. Si sarebbe rovinato la vita. Socchiusi gli occhi e passai oltre, credendo di essermi fatta già fin troppo male. Mi incamminai verso il bar del centro dove avrei trovato Julia che mi aspettava per fare colazione. Il mio cellulare iniziò a suonare, smettendo dopo una decina di secondi. Non riuscii a prenderlo in tempo, ma quando lo acchiappai vidi una sua chiamata e un suo messaggio.
Forse è il caso che ti dai una mossa, sto morendo di fame!
Risi. Adoravo Julia. Da quando mi ero trasferita, ovvero dall'età di sette anni, lei mi era sempre stata vicina e ora, nonostante ne fossero passati altri dodici, la nostra amicizia era ancora più forte. Mi misi a camminare a passo veloce, quasi correndo, e dopo qualche minuto arrivai. Non appena mi vide fece un sospiro di sollievo.
«Sono in ritardo?», chiesi io con sarcasmo mentre mi sedevo. Lei rise. Uno di quei sorrisi che davvero tolgono il malumore. In quel momento arrivò Steven, il cameriere, che poi è anche il fratello di Julia.
«Cosa vi porto?», ci chiese con il block notes e la penna fra le mani.
Dopo aver ordinato, Julia iniziò ad osservarmi come per chiedermi il motivo del mio riardo.
«Ho incontrato Will», le dissi amareggiata guardando il pavimento.
«Gli hai parlato?», chiese di getto sbarrando gli occhi come fossero due fari.
«Certo che no!», risposi come se fosse una cosa ovvia. La mia amica mi guardava con aria interrogativa aspettandosi che aggiungessi qualcos'altro.
«Era con Sophie, e probabilmente sono in procinto di sposarsi». Sospirai. Più che arrabbiata ero delusa. Delusa da lui, delusa da mia madre, che non ha mai fatto nulla per fargli cambiare idea. Detto con totale sincerità a lei non è mai fregato niente di nessuno, tanto meno di Will, e soprattutto dopo il suo trasferimento. Aveva persino smesso di considerarlo figlio suo. Ripeteva continuamente che le aveva spezzato il cuore, ma continuava a star lì, seduta sulla sua poltrona in salotto senza muovere un dito.
«Mi dispiace tanto». Julia mi prese la mano, facendo scomparire quegli orribili pensieri che avevano invaso la mia mente, e in quel momento ricordai di non essere sola. Le sorrisi. «Tutto okay, davvero». Annuii, cercando di tranquillizzarla. Ma come poteva credermi, quando nemmeno ero sicura che stessi bene? In quel momento arrivò Steven, con le nostre brioches e i cappuccini fumanti. Dopo aver poggiato tutto sul tavolino si bloccò su di me. Abbassai lo sguardo, sperando che nel frattempo avesse cambiato preda, ma quando lo rialzai lui era ancora lì, con i suoi occhi puntati sulla mia scollatura. Non appena me ne accorsi mi coprii con le mani strabuzzando gli occhi. «Smamma», lo intimò Julia spingendolo via. Senza batter ciglio seguì il suo consiglio. Con le mani ancora lì e gli occhi sempre sbarrati scossi la testa alla mia amica come per chiedergli cosa avesse suo fratello. Lei si limitò ad alzare le mani in segno di innocenza, mettendosi a ridere.
«La festa di stasera capita a fagiolo, ci divertiremo vedrai». Sorseggiava allegramente il suo cappuccino fantasticando su cose a me totalmente sconosciute. Mi accigliai.
«Di che parli?». Degustai lentamente il mio cappuccino temendo scottasse, ma era perfetto. Mi leccai i baffi per rimuovere la schiuma, mentre aspettavo una sua risposta.
«La festa del Signor Drawter, per il suo compleanno». Mi guardava spaventata come se quella fosse una notizia vitale per la sopravvivenza dell'intera umanità. Come se fosse un reato non sapere che quello era il compleanno del capo.
«Perfetto – sorrisi - io non ci vengo». «Cosa?!», per poco non mi vomitò addosso la brioches che stava masticando. Scossi leggermente la testa, non riuscendo a capire. Era così importante andare a quella festa?
«Non ci vengo», ripetei noncurante mentre addentavo il mio cornetto alla crema.
«L'ho capito. Ma il motivo?»
«July non sono in vena, davvero, preferisco stare a casa»
«Non se ne parla!». Disse con la bocca piena scuotendo la testa.
«Sono certa che ti divertirai anche senza di me», continuavo a mangiare tranquilla come se nulla fosse. Non volevo andare a quella festa inutile, dove la maggior parte del tempo si trascorre a colloquiare noiosamente con gli altri invitati. Sarebbe stata una grande perdita di tempo mettersi in tiro per una festicciola più pesante di mia zia Gina, e io so di quel che parlo, ve lo assicuro.
«Kat, non si discute, non lascerò che tu ti deprima sotto un piumone guardando uno squallido telefilm. Tu verrai, fine della discussione!».
Conoscevo Julia, se avesse voluto portarmi a quella maledetta festa, lo avrebbe fatto. Non so come, ma alla fine avrebbe vinto lei.
Commento dell'autrice:
Ciao a tutti, dopo mille modifiche sono riuscita finalmente a pubblicare il primo capitolo della mia prima storia. Spero che vi sia piaciuto. E se siete arrivati fino in fondo, grazie mille. A presto!!