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Autore: dragon_queen    18/04/2012    1 recensioni
"Non ricordo quando iniziai a vedere i fantasmi, ma sono sicura che sia accaduto molto tempo fa. Forse il primo che vidi fu proprio quello della mia adorata nonna, un paio di giorni dopo il suo funerale. Avevo quattro o cinque anni, non ricordo bene.
Lei mi si era semplicemente avvicinata, mi aveva accarezzato i capelli castano cioccolato e poi, con un sorriso era scomparsa.
Dagli altri ero considerata strana, eccentrica, insomma, da evitare. Fu per questo motivo che, quando un ubriaco stroncò la mia vita investendomi, nessuno venne a piangere sulla mia tomba, ad eccezione di mio padre. Si, forse era lui l'unico per il quale mi dispiaceva davvero lasciare quello schifo di mondo.
Mentre ancora lo guardavo, rassicurandolo in silenzio che non l'avrei mai abbandonato, un fascio di luce mi attrasse a sé.
Da quel momento, iniziò la mia nuova vita..."
****************
Una ragazza obbligata a diventare shinigami e mandata a fare di stanza sulla terra dopo la perdita del suo migliore amico...
Un inaspettato nemico...
Un Grimmjow che sarà costretto a proteggere qualcosa di diverso dal suo orgoglio di guerriero...
Fatemi sapere se vi piace o anche il contrario...Un saluto
[COPERTINA INSERITA NEL PROLOGO XD]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nnoitra Jilga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Ehi Yoko, basta poltrire!!-

La ragazza aprì l'occhio color ametista, poi anche quello blu.

-Doi, possibile che non hai altro da fare se non venire a rompermi le scatole?- biascicò lei, girandosi dall'altra parte.

Quel ragazzo era un rompiscatole, ma era anche ciò che più per lei si avvicinava ad un amico e, anche se a malincuore, doveva ammettere che possedeva una pazienza infinita per sopportarla. Questo pensiero la fece sorridere.

-Oh, scusi "hime", ma come lei ben ricorda, abbiamo l'esame per il diploma. Dall'impressione che daremo, dipenderà il nostro futuro-

Lei si alzò, grattandosi malamente la testa e risistemandosi i lunghi capelli castani.

-Sai, per quanto mi interessa, non parteciperei neanche. Ti ricordo che mi hanno costretto ad entrare in questa cavolo di accademia-

-E di cosa ti lamenti? Sei uno degli elementi più forti qui dentro-

-Non ricordarmelo. Mi fanno già abbastanza pressioni- rispose lei, sconsolata.

Infatti, quasi sei anni prima, poco dopo aver raggiunto la Soul Society, venne notata da alcuni shinigami, i quali percepirono il suo reiatsu fuori dal normale. Informati i responsabili dell'accademia, venne “prelevata” e costretta a frequentare gli anni di studio.

Lei, che pensava che dopo la morte non ci fosse niente se non l'oblio, sperava di poter vivere quell'esistenza in pace, ma non c'era proprio riuscita. Doveva ammettere che per i primi tempi dentro di lei si era scatenato qualcosa di strano, come se una presenza si fosse risvegliata non appena aveva messo piede in quel mondo e ne era rimasta spaventata. All'accademia le avevano insegnato a controllarla e tramutarla in forza combattiva. La sua zampakuto era apparsa prima di quella di chiunque altro, anche se ancora la usava come una semplice spada, o meglio, era quasi giunta a scoprirne il vero nome, ma non il potenziale ultimo.

Prediligeva il corpo a corpo e la lotta con la spada, mentre rifiutava di utilizzare i kidou, anche se anche con quelli non andava male. Diceva che se proprio doveva combattere, non voleva ricorrere ai mezzucci come gli incantesimi.

Quello che li attendeva quel giorno era una sorta di esame. Yoko non aveva nessuna voglia di partecipare. Non ci teneva a finire sotto il comando di uno di quei boriosi capitani.

-Avanti "hime", o faremo tardi-

Perchè quel soprannome ridicolo? Forse perchè scrutava tutti con sufficienza? Ma lei non snobbava, era una sorta di autodifesa, una delle poche cose che si era portata dalla sua vita precedente. Ebbene si, della sua esistenza precedente non ricordava quasi niente, solo dei flash durante i suoi sogni.

Sorrise all'amico.

-D'accordo andiamo. Ma non piangere quando ti avrò pestato ben bene-

 

-Doi, è noioso. Andiamocene- disse la ragazza da uno dei balconi sopra l'arena.

-Ma Yoko, tra poco tocca a noi- si lamentò l'amico.

-E allora? Io...- ma andò a sbattere contro qualcuno.

-Ehi tu!!-

Non appena alzò lo sguardo però si bloccò. Colui contro il quale era andata a sbattere era niente popò di meno che il vicecapitano della sesta compagnia, Abarai Renji.

Yoko si rialzò, il viso rosso come un peperone. Nessuno lo sapeva, ma la ragazza aveva una cotta per quello shinigami da quando l'aveva intravisto per puro caso con il suo capitano che si aggirava per l'accademia un paio di anni prima.

Imbarazzata, fece un profondo inchino di scuse.

-Se non sbaglio voi due dovreste affrontare l'esame. Dove pensavate di andare?-

-Ecco...noi...- prese il ragazzo.

-Noi ci stavamo avviando all'arena. Non volevamo far tardi- rispose nervosa lei e, afferrato per il colletto l'amico, lo trascinò via.

Il rosso guardò per un attimo la ragazza mentre se ne andava, poi, sorridendo, disse:

-Sono curioso di vedere come combatte-

 

La voce del comandante generale risuonò nell'arena, segnando l'inizio dell'ultima sessione d'esame. Doi era una corda di violino. Yoko tentò di distrarlo.

-Dimmi, "baka", in quale compagnia ti piacerebbe entrare?-

Il ragazzo la guardò con i suoi occhi scuri, perplesso. Poi rispose:

-Vorrei entrare nell'undicesima, quella del capitano Zaraki-

-Cosa? Quella sottospecie di ominide che combatterebbe anche con i muri?-

-Con lui avrei la possibilità di diventare forte, in modo da proteggere le persone a cui tengo- arrossì Doi.

Poi rivolse la medesima domanda all'amica. Lei prontamente rispose:

-A dir la verità non ci ho mai pensato. Penso che chiunque mi proponga la propria compagnia, accetterei. Fosse per me, diventerei una sorta di freelance, libera di stare agli ordini di chi voglio e per di più sotto ricompensa-

-Devo ammetterlo, sei veramente fuori dal comune-

Yoko non ebbe il tempo di rispondere. Le porte dell'arena erano state aperte.

  
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