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Autore: Blackie_    18/04/2012    1 recensioni
Bill Kaulitz è il famoso cantante dell'altrettanto famosa band tedesca Tokio Hotel... Ma nessuno sa che il ragazzo vive una doppia vita: un lavoro in un locale notturno berlinese, uno sporco gioco di piacere, peccato e lussuria.
L'incontro con Ville, affascinante finlandese dai magnetici occhi verdi, finirà per segnarlo nel profondo. Perchè non puoi giocare con ciò che non riesci a dominare.
"-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-"
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: HIM, Tokio Hotel
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: Jesse Valo

Bill giaceva su un fianco con gli occhi socchiusi e il respiro pesante. Ville era dietro di lui, e gli cingeva la vita con un braccio, mentre l'altra mano non smetteva di accarezzare lentamente i suoi capelli.
-Stai dormendo?- Gli chiese Ville, baciandolo poi sulla spalla. Bill scosse la testa, poi sorrise
-Se continui così, però, succederà presto- Mormorò. E avrebbe davvero voluto addormentarsi lì, accoccolarsi al petto caldo dell'uomo e chiudere gli occhi per un po'… ma la cosa non aveva alcun senso al momento.
Ville emise una risata bassa che gli solleticò i lobi. Si morse il labbro inferiore. Diamine! Era eccitante anche quando rideva
-Ti rilassa?- Gli domandò l'uomo che non aveva ancora smesso di passargli la mano fra i capelli. La sua voce era talmente calda e seducente che Bill avrebbe potuto ascoltarla per ore, ad occhi chiusi, soltanto per sentirne quel suono profondo dalle tante sfumature differenti.
Bill mugolò di assenso, prima di girarsi verso di lui e sfiorargli piano le labbra con le sue.
Ville gli accarezzò la guancia, percorse con le dita lo zigomo, passando per il naso alla francese e scendendo lungo la mandibola, intagliata perfettamente in quel viso d'angelo. Sorrise appena.
-Non vale così…- Sussurrò -Sei troppo bello- Gli pizzicò scherzosamente la guancia e poi si alzò, accendendosi una sigaretta.
Bill stava per rispondere qualcosa, quando uno squillare acuto si propagò nella stanza
-è il mio…- Sussurrò Bill. Fece per alzarsi in piedi, ma Ville gli mollò uno schiaffo forte in pieno viso che lo sorprese non poco.
-nessuno ti deve cercare nei nostri momenti, Chiaro??- Disse l'uomo guardandolo acido -Ti conviene spegnerlo, o non potrei essere così buono la prossima volta-
Bill rimase a bocca semiaperta incredulo
-Scusami…- Mormorò a testa bassa, senza sapere che altro dire. Il cellulare continuava a squillare, Ville sbuffò infastidito:
-Forza! Vai a rispondere-
Bill ubbidì e raccolse il telefono dalla sua borsa. Era Natalie.
 "Pronto? " Disse, massaggiandosi la guancia colpita
 "Bill!! Ma dove sei? Credevo fossi già rientrato a casa…" La voce della donna lo colpì, sembrava quasi preoccupata
 "Sono in un albergo a Schoneberg … Mi è passato di vista l'orario…"
 "Vengo a prenderti!" Sentenziò
 "Non…"
 "Poche storie… E poi facciamo un discorsetto, signorino Kaulitz"
Pregò vivamente che Ville non avesse sentito il cognome pronunciato dalla donna, l'uomo sembrava assorto nei suoi pensieri e preso dalla sigaretta che stava fumando. Tirò mentalmente un sospiro di sollievo.
Diede l'indirizzo a Natalie, la quale chiuse la chiamata senza dargli il tempo di dire altro.
-Devo andare…- sussurrò incerto, sperando che l'uomo non se la prendesse a male.
-E dove?-
-A casa… Mio fratello sarà preoccupato…-
Ville lo guardò obliquo
-E dimmi, non può pensare che tu abbia di meglio da fare?-
Bill sospirò:
-è complesso… Lui non sa niente- Disse a testa bassa, cominciando a infilarsi boxer e pantaloni
-Non sa del tuo "lavoretto serale"?- Virgolettò con le dita, Bill scosse la testa
-Non sa nemmeno che mi piacciono gli uomini- Rispose sollevando il sopracciglio con il piercing
-Un bel casino- Commentò Ville spegnendo la sigaretta. Questa volta nel posacenere, per fortuna.
-Già…- Bill si infilò nel proprio cappotto e fece per aprire la porta
-Mi raccomando… Domani niente cellulare capito? E ti tengo qui fino a quando ne ho bisogno… Sono stato abbastanza chiaro?- Ghignò l'uomo, mentre i suoi occhi di smeraldo si accendevano di malizia.
Bill sentì un brivido di paura, misto ad eccitazione, scivolargli gelido lungo la schiena. Ma imitò il sorriso dell'uomo
-A domani sera- sussurrò. L'uomo rise
-Un giorno mi dirai perché ti lasci fare tutto questo…- Disse Ville.
Bill abbassò lo sguardo per una attimo. Quando lo risollevò, i suoi occhi mutarono completamente ed il suo sguardo trapassò Ville da parte a parte. Erano gli stessi occhi che l'avevano spinto a provare interesse verso quell'angelo erotico che danzava in alto, sopra di lui. Gli occhi che gli avevano completamente annebbiato la mente, quasi più di tutto il suo corpo sensuale.
Quello sguardo poteva uccidere, e Silberschein sapeva come usarlo.
-Fa tutto parte del gioco no?-
E si richiuse la porta alle spalle, scomparendo nel gelo e nel buio di Berlino.
La vita era soltanto un gioco, e Bill Kaulitz stava vincendo. Almeno, così credeva...

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Ville valo si versò un mezzo bicchiere di Gin, prendendone piccole sorsate mentre nell'altra mano reggeva una sigaretta accesa. Teneva lo sguardo fisso verso la porta, per lui non c'era niente di meglio per acuire l'appagamento dato dal sesso sfrenato: alcool e sigarette… Erano i suoi tre principali vizi, tutti in una notte sola.
Sorrise espirando la nicotina e passandosi una mano fra i capelli per ravvivarseli un po'. L'orologio segnava "appena" le tre e quaranta del mattino. Avrebbe detto fosse più tardi.
D'un tratto udì la vibrazione appena percettibile del proprio cellulare provenire dalla tasca dai suoi jeans, ancora buttati alla rinfusa sulla moquette.
Posò scocciato il bicchiere sul tavolino, c'era soltanto una persona che poteva scocciarlo a quell'ora
 "Pronto Jesse?" Fece scocciato, tirando una boccata di fumo
 "Ville! Ti sembra il modo di salutare il tuo fratellino? La prossima volta me ne resto a casa, se questa è la tua accoglienza" Ville rise appena, Jesse era suo fratello, più giovane di ben otto anni, ma i due si intendevano ugualmente alla perfezione.
 "Già arrivato? Comunque non aspettarti accoglienza migliore se telefoni alle quattro di mattina… " Continuò l'uomo, sempre più scocciato. La risata, dall'altra parte del telefono, lo fece corrucciare ancora di più
"Andiamo Ville, non ci credo che stavi già dormendo, e non stavi nemmeno scopando, altrimenti non avresti risposto"
 "No, ma avevo Gin in una mano e sigaretta nell'altra, il cellulare mi impedisce a prescindere una delle due cose…"
 "Prenditela con questo cazzo di aereo, sarei dovuto arrivare verso mezzanotte in teoria…"
Ville aveva precedentemente invitato il fratello a raggiungerlo a Berlino, ma questi non l'aveva avvisato del suo arrivo.
 "L'hai tenuta una suite per me vero?" Rise il fratello, Ville sbuffò
 "ingrazia che, conoscendoti, ho già bloccato la stanza di fianco…"
 "Peccato, e io che speravo di passare la notte con il mio tenero e dolce fratello maggiore…"
Ville sbuffò ancora senza replicare e spense la sigaretta, recuperando poi il Gin
 "Senti, dammi l'indirizzo che sono in taxi…"
Ville eseguì e poi chiuse la chiamata. Finì il Gin in due rapidi sorsi e si rimise i boxer in attesa del fratello.
-Ville! Pronta consegna dalla Finlandia!!- Si annunciò così il ragazzo, bussando forte alla porta della sua stanza. Ville scosse la testa rassegnato ed aprì la porta, trovandosi davanti il sorriso e la faccia da schiaffi del fratello
-fai meno rumore, tanta gente dorme- Gli fece notare Ville facendolo entrare
-Perché io ci credo che tu fai poco rumore qua dentro vero?-
Ville rise ed estrasse una sigaretta dal pacchetto, lanciandolo poi al fratello che se ne accese una a sua volta.
-Avevi detto che c'era pure il Gin!- Disse Jesse tirando e guardandosi un attimo attorno
-Finito- Sentenziò Ville, il fratello lo guardò di sbieco
-Bugia- Affermò. Ville roteò lo sguardo
-Nel frigobar- Si arrese poi, tirando e soffiando via il fumo dalle labbra appena dischiuse. Jesse sorrise vittorioso e andò a prendere bottiglia e bicchieri.
-Allora? Come ti è sembrata Berlino?- Gli domandò Ville, sorseggiando dal bicchiere che il fratello aveva versato per lui
-Fredda… Ma la Nightlife sembra a posto- Disse in un mezzo sorriso sornione.
-Fredda? Helsinki è molto peggio…-
-Io ho freddo…- Ripeté -Ma almeno qua c'è il sole la mattina-
Si piegò verso il fratello e sorrise
-Tu invece? Dimmi un po', come hai fatto a divertirti senza di me?-
Ville rise di gusto
-Oh, ho trovato più di un modo… Schoneberg è un quartiere pieno zeppo di attrattive- strizzò l'occhio, il fratello annuì
-Immagino… Andremo al solito locale anche quest'anno vero?- Gli domandò Jesse, ciccando nel posacenere.
-Immagini bene fratellino…- Ville si portò la sigaretta alle labbra per l'ultimo tiro, e un'idea perversa gli balenò nella mente
-Sai… Credo di conoscere qualcuno che sarebbe entusiasta di seguirci- Ghignò. Jesse sollevò il sopracciglio
-Non mi dire… Qualcuno ti è sopravvissuto e vuole davvero ripetere l'esperienza?-
Ville rise di gusto
-è un tipo particolare, ma sono cero che ti piacerà non poco- Jesse si leccò le labbra
-mmh… La faccenda si fa interessante, quanto avresti aspettato per parlarmi di questo… Com'è che si chiama?- A Ville scappò un sorriso
-Non vuole dirmi il suo nome… è un tipo particolare, te l'ho detto-
-Ti da il culo ma non ti dice il suo nome? Molto eccitante… Convincilo, o meglio, obbligalo a venire… ci sarà da divertirsi- Rise piano, Ville lo seguì
-Tranquillo, a lui piace giocare- Ghignò l'uomo, pregustando già il momento.
I due fratelli brindarono assieme, svuotando completamente la bottiglia di Gin.
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-Quante volte te lo devo dire che è pericoloso farti portare in qualunque posto da uno sconosciuto? Se vuoi scopare ci sono i bagni o il privé all'Eros, lo sai.-
Natalie aveva cominciato a rimproverarlo, nemmeno fosse una vecchia zia bisbetica. Bill sbuffò
-Come vedi sono ancora vivo, quindi puoi risparmiarmi la paternale- Le disse. Non aveva voglia di discutere. Il sesso con Ville l'aveva lasciato incredibilmente appagato, ma aveva anche prosciugato le sue energie, e non voleva sprecarsi a litigare con la sua truccatrice nonché migliore amica.
Natalie aveva sbuffato, ma poi aveva tranquillamente lasciato correre. Sapeva quanto lui, che il rischio rendeva tutto più divertente.
-Comunque tuo fratello potrebbe ucciderti, quando gli ho detto che non sapevo dove accidenti ti fossi cacciato si è spaventato da matti-
Bill abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa nei confronti di Tom, più che per l'ora, soprattutto per il fatto che avrebbe dovuto inventarsi un'altra bugia da rifilargli, e questo lo faceva stare male. Tremendamente male.
-Augurami buona fortuna- Disse a Natalie, prima di scendere dalla macchina
-Non ti basterebbe, comunque la cazzata l'hai combinata tu, quindi te la sbrighi da solo- Disse la donna
-Stronza!- Mormorò a denti stretti, suscitando l'ilarità della donna
-A domani Boss!- Fece lei, muovendo la mano come in un saluto militare. Bill sospirò ed entrò in casa.
Tom se ne stava rannicchiato sul divano, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Russava appena.
Bill sorrise, intenerito dalla scena, e staccando un post-it scribacchiò un biglietto che attaccò ad uno dei cuscini sul divano:
Sono tornato, puoi stare tranquillo adesso… Buonanotte e sogni d'oro!!
Il tuo fratellino.

Senza fare il minimo rumore, entrò in camera propria e cominciò a spogliarsi. Subito sentì il bruciore provocato dallo sfregare degli abiti sui graffi e sui lividi. Quella notte ci era andato davvero pesante, ma, a parte il male, non c'erano troppi segni evidenti sul suo corpo. Bill si portò la mano alla bruciatura sul petto, dove ora si era formata una piccola bolla. Chissà se sarebbe rimasta la cicatrice.
Non si domandò nemmeno per un istante il motivo per cui continuasse imperterrito a voler soffrire, a voler farsi scopare con tanta violenza, senza un minimo di rispetto per sé stesso… Ma non era così, poteva sembrarlo, ma Bill sapeva di essere lui a governare il suo gioco in fondo.
E la partita andava giocata fino alla fine.
 
  
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