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Autore: buonanotte    13/11/2006    14 recensioni
"Chi sei?"
"Puoi chiamarmi Nemesi."
Rimasto solo nell'appartamento buio, rannicchiato con le ginocchia al petto, lacrime di agonia che gli rigavano le guance, prima di perdere i sensi il dottor House gridò nella notte.
Nessuno lo sentì.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduto sul proprio divano, lo sguardo fisso allo schermo della tv, il dottor Gregory House consumava la propria cena direttamente dalla vaschetta di alluminio del take-away indiano da cui si serviva abitualmente.

Era una sera come tante, e lui era solo. D'altra parte, il dottor House era sempre solo, solo nel dolore, solo nelle lunghe notti, ed era certo che se fosse stato mai felice, anche allora sarebbe stato solo.

Non che a lui dispiacesse. In fin dei conti, la gente lo annoiava a morte. Tutti erano così banali, al giorno d'oggi, e dopo la soluzione dei piccoli, insulsi dilemmi che con le loro menzogne stuzzicavano la sua mente analitica, perdevano ai suoi occhi ogni interesse.

Distrattamente cambiò canale, e le sue mani si protesero verso l'astuccio contenente le vitali compresse analgesiche e ne afferrarono due, che trangugiò con un sorso di birra gelida direttamente dalla bottiglia di vetro. Mentre valutava l'ipotesi di trasferirsi dal letto al divano, sentì un rumore ovattato provenire dall'ingresso. Insospettito, si alzò e decise di andare a controllare. Alcuni dei suoi vicini avevano lamentato, negli ultimi mesi, incursioni di ratti, un guaio non infrequente nelle grandi città, e lui di sicuro non aveva intenzione di accogliere piccoli, pelosi ospiti grigi in casa sua. Dopotutto, doveva preservare i sentimenti del povero Steve McQueen, e lui di sicuro si sarebbe sentito geloso se altri suoi simili avessero usurpato il suo regno.

Zoppicando, poichè i dolori negli ultimi tempi si erano fatti decisamente più intensi, si avviò nell'anticamera, e stava per azionare l'interruttore della lampada alogena sul soffitto quando sentì un dolore intenso provenire dalla testa, e capì di essere stato colpito con un'oggetto contundente.

Ciò che accadde dopo rimase nei suoi ricordi confuso, nebuloso, come un passato lontano di cui l'animo serba traccia ma non la memoria. Il suo aggressore, presumibilmente un uomo, iniziò a colpirlo con ferocia sulla schiena, sulla testa, come se lo stesse punendo di tutti i mali del mondo. Dopo un tempo che sembrò interminabile le percosse parvero cessare. House, che, stordito dal dolore, non aveva proferito parola, tirò un sospiro di sollievo. La testa pulsava, ed un osceno sapore metallico riempiva la sua bocca. Fece per alzarsi, quando mani forti e salde afferrarono la sua gamba destra, la sua povera gamba straziata, e la strinsero con tutta la violenza di cui disponevano, prima di colpirla con un oggetto affusolato che House riconobbe essere il suo bastone.

Non aveva mai sperimentato, in vita sua, un dolore tanto atroce, neppure nei giorni terribili dopo l'infarto. Si augurò di morire in fretta per sottrarsi a questo supplizio insopportabile.

Mentre pregava Dio di portarlo via con sè, una voce, una voce che non avrebbe mai più scordato gli sussurrò all'orecchio:

"Ti è piaciuto, dottore? Mi auguro di sì, visto che tornerò presto. E non provare nemmeno a denunciarmi, Greg, non pensare nemmeno di raccontare a qualcuno di questa sera, o la pagherai cara, credimi. Conosco tutto al riguardo del tuo amico, il dottor James Wilson, della tua assidua protettrice, la dottoressa Cuddy, dei tuoi assistenti, la bella Allison e gli altri due seguaci, potrei perfino arrivare fino alla tua adorata Stacy se provi ad aprire la bocca. Meglio che ti comporti normalmente, House, con loro non sarei così gentile. In fondo, tu sei ancora vivo."

Seppur stordito dal dolore, ebbe la prontezza di porgli una domanda, usando tutta la voce che gli era rimasta:

"Chi sei?"

"Puoi chiamarmi Nemesi."

Rimasto solo nell'appartamento buio, rannicchiato con le ginocchia al petto, lacrime di agonia che gli rigavano le guance, prima di perdere i sensi il dottor House gridò nella notte.

Nessuno lo sentì.





Ciao a tutti, è un piacere fare la vostra conoscenza. Sono nuova del sito e questa è in assoluto la mia prima fiction, perciò mi piacerebbe sapere che ne pensate. Aggiornerò il prima possibile (ovviamente con la speranza che qualcuno sia interessato), ma non sarà molto presto perchè gli impegni della vita quotidiana, purtroppo, sono molti, e poi vorrei che il prossimo capitolo fosse sia più lungo che più accurato. A presto!
  
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