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Autore: GiulyHermi96    19/04/2012    6 recensioni
One-shot sulla mietitura del primo libro degli Hunger games.
Ovviamente sappiamo cosa sia successo e sappiamo chi sia stato scelto per i settantaquattresimi giochi della fame dal punto di vista di Katniss, ma...cos'ha pensato Peeta?
Cosa ha pensato quando è stata scelta Prim? O quando Katniss si è offerta volontaria? O quando è stato scelto lui come tributo maschile del distretto 12?
Questa è la mia versione della cosa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sarò una pedina nelle loro mani

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Ed eccoci qui... è passato un altro anno dalla mietitura e tutti i ragazzi tra i dodici e i diciotto anni del distretto, compreso me, sono in piazza ad aspettare che i due fantomatici biglietti siano estratti.

È spaventoso. Sembriamo carne da macello. Piccole insingificanti pedine nelle mani di Capitol city.

In più, ci si prende una gran paura e poi non succede niente. Cioè, magari succede qualche cosa ma, alla fine, 99 volte su 100 nessuno che conosci bene viene estratto, quindi puoi passare un altro anno tranquillo.

Ci dicono di dividerci tra maschi e femmine. Io seguo uno dei miei fratelli e sto nell'ala destra della piazza insieme a lui. Poi ci fanno dividere per età e io mi metto tra i sedicenni.

Il cuore mi batte già fortissimo. Batte come i picconi degli uomini nelle miniere: costanti e infiniti.
Non sento nulla, solo il mio cuore che batte e un gran peso sullo stomaco, ma so com'è... alla fine ci si prende paura per gli altri, non per se stessi.

Io, per esempio, ho più paura che mio fratello (l'altro è troppo grande) o uno dei miei amici venga scelto... se venissi scelto io, bé... credo che me ne farei una ragione.

Anche se non avrei uno straccio di possibilità.

Odio essere così debole, ma tra tutti sarei il meno indicato per questi giochi. Probabilmente morirei immediatamente.

Effie Trinket fa il suo discorso prima della scelta dei tributi. Diavolo, è così maledettamente pimpante. Scommetto che vede la cosa come quelli di Capitol City. Deve essere divertente vedere la gente morire davanti ai tuoi occhi sapendo che tanto tu non fai parte di quel mondo.

Bah, io proprio non vedo il divertimento, ma probabilmente è il mio modo di vedere le cose che limita la mia mentalità.

Prima le signore!” trilla Effie dal palco.
Non so mai se devo prendere questa cosa bene o male. Insomma, in un certo senso noi ragazzi non siamo i primi a soffrire ma, in un altro, passiamo più tempo in agonia.

Odio la mietitura. Sul serio. Ovviamente la odiamo tutti quanti, ma cerco sempre di non lamentarmi. Dentro di me, in realtà, sto urlando a squarciagola. Sto urlando, ma nessuno mi sente, come al solito. Io sono il dolce e insignificante Peeta, figlio del fornaio. Non sono come Gale Hawthorne: forte, aitante e misterioso. Sono solo Peeta, il  ragazzo del pane, gentile con i clienti e che è bravo a decorare el torte.

Effie Trinket allunga una mano nell'urna delle ragazza e prende un bigliettino dal fondo leggendo ad alta voce il nome stampato sulla strisciolina.

Primrose Everdeen” urla tutta contenta.

Oh no, non la piccola Prim. È la sorellina di Katniss Everdeen.

Assomiglia così tanto a sua madre. O almeno, mio padre dice sempre così. Ha solo dodici anni.

Tutti gli spettatori sospirano di delusione. Quasi sicuramente morirà. Povera piccola. Mi giro verso Katniss e la vedo pallida come un lenzuolo appena lavato.

I suoi occhi sono spiritati e sembra pensare ad altro.

Povera, chissà come farà a tirare avanti così...è sempre così legata alla sorella che...

Un attimo, che sta facendo?

Katniss si muove, prima barcolla poi corre verso le scale che la sorella sta salendo: “Prim! Prim!” urla.

Poi, sbotta veloce tirandosi dietro la bambina: “Mi offro volontaria!”

Ora sono io a sbiancare.

No...

No Katniss, non farlo! Non posso guardarti morire! Non te!
Inizio a tremare e vedo a mala pena un ragazzo prendere e portare via Primrose urlante.

Lo vedo passare a qualche metro da me e lo riconosco proprio come Gale, uno dei migliori amici di Katniss. In realtà penso che sia uno dei suoi unici amici.

Gira sempre da sola o con lui o con la sorella...con nessun altro, se non con Madge, la figlia del sindaco.

Effie Trinket sta blaterando su quanto sia emozionata a vedere un tributo e chiede un applauso. Noi tacciamo. Tacciamo e protestiamo allo stesso tempo, vogliamo farla a vedere e quelli di Capitol city, gli vogliamo far vedere il nostro disappunto.

A quel punto, ci sentiamo in dovere di fare qualche cosa, qualche cosa per Katniss, la ragazza che gira al forno e ci fornisce spesso di selvaggina.
Uno alla volta, come fossimo programmati per farlo, portiamo le tre dita della mano sinistra alla bocca e le puntiamo verso di lei.

Sì, anche io lo faccio, perché sarò sempre con lei.

Haymitch, in quel momento, irrompe sul palco parlando alle telecamere e, dopo un discorso confuso, cade di testa verso il pubblico.

Tipico. È difficile non vedere quell'uomo ubriaco.

Sto ancora pensando al vincitore dei cinquantesimi Hunger games e in piazza c'è ancora trambusto, quando Effie Trinket tutta tremante e spaventata, vola verso l'urna maschile e, cercando di richiamare l'attenzione su di se, prende il bigliettino con sopra il nome del tributo maschile.
“Peeta Mellark!”
Il mio nome mi rimbomba nelle orecchie.

Oh no...non posso essere io.

Sbianco più di quanto non l'avessi già fatto prima per l'offerta come tributo di Katniss.

Katniss... io e Katniss nell'arena... come potrò mai ucciderla?

Mi avvicino al palco sperando che qualcuno si offra per me. Come farò? Non voglio morire, ma non voglio nemmeno che lei perda la vita...

Qualcuno mi spari ora. Per favore. Per pietà. Non posso immaginare quanto sarà devastante. Gli Hunger games sono brutali con i propri partecipanti. Qualche anno fa una ragazza è impazzita...una del distretto 4 mi pare. Vinse, ma andò fuori di testa.

Non voglio diventare così. Non voglio diventare di loro proprietà.
Salgo sul palco e vedo Katniss guardarmi assorta, come se fosse nel bel mezzo di un pensiero...di un ricordo messo in un cassetto da tempo.
Dopo il discorso del sindaco e tutti i convenevoli 
Effie ci dice di stringerci la mano e mi avvicino a Katniss.
Il suo sguardo è
incrinato, come se stesse per piangere. Non lo farà. È troppo forte per farlo.

Le stringo la mano e la vedo sorpresa dalla mia stretta salda.

Io lo sono più di lei, dentro di me c'è una guerra che divampa.

Morirò. Ormai ne sono certo, ma qualunque cosa accada, farò in modo che lei si salvi, a qualunque costo.
No, non sarò una pedina nelle loro mani!


Angolino autrice:
Allooooora... è il mio primo esperimento con gli Hunger games... non so quanto sia venuto bene. Mi sono sempre chiesta perché Peeta sembrasse così pallido dopo essere stato scelto come tributo... che affermazione stupida, vero? XD è ovvio che sia sconvolto per gli Hunger games, ma secondo me c'era un altro motivo. Lo stesso che aveva fatto meditare Katniss... loro non erano amici ma si conoscevano. La differenza è che Katniss non era innamorata di Peeta, mentre lui sì =P
Lascio a voi i commenti. Se vi fas chifo ditemelo ^^
Giuly

   
 
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