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Autore: lady black    14/11/2006    1 recensioni
Pensieri che si susseguono in una lettera scritta mentre fumavo in poggiolo. Brividi. Di freddo e di malinconia. Nostalgia di una storia che non è mai esistita.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...Cara vecchia Winston...



Sera, fa freddo. Ma che me ne frega, se mi prendo la malora tanto non fa niente.


A proposito come stai?


Esco in poggiolo.

Mi accendo una winston. Blu, come sempre.

Il primo tiro, sempre il più bello.

Il fumo scende giù in gola caldo, brucia un po'.


Penso a te.

Tu, che... Dio non lo so neanch'io.

Solo che mi mancano i tuoi sorrisi tra i corridoi affollati.

I nostri sguardi che si incrociano.

Un mio -Ciao- che suona volutamente distaccato, il tuo -Ciao- che invece illumina tutta la giornata, il tuo sguardo caldo, il sorriso che non è solo di un istante.

Mi manca tutto questo.


C'è un furgone bianco parcheggiato nella stradina accanto a casa. Accende i fari. Li spegne. Li riaccende, li rispegne.

Poi li accende e li spegne.

Poi basta.

Magari sono i ladri che si danno i segnali per andare a rubare a casa di quella che una volta era la mia catechista.

Che me ne frega.


Guardo l'albero enorme davanti a me. Il giardino grande, i miei occhi che si abituano al buio.

Ma perchè poi questa casa grande... se non fosse per questa, magari potrei avere tutto quello che voglio, quella felpa della Paul Frank che puntualmente ammiro ogni volta che ci passo davanti.

Figurati se i miei buttano al vento così 247 euro.


Il fumo scende nei polmoni riscaldandomi, donandomi quella falsa tranquillità che tanto bramo.


Pace.

Tutto quello che vorrei.

Chiarezza, santo cielo. Capire quello che mi sta succedendo.

Tutto, all'improvviso, sembra essersi volatilizzato.

Un giorno avevo il tuo sorriso pronto la mattina presto e la ricreazione, il giorno dopo mi rifiuto di guardarti in faccia.


Mi dispiace che sia andata così, mi dispiace di averti insultato, di averti dato dell'insensibile.

Te lo meritavi, no?

Ti prego, dimmi di si...

Ed ora, che se ti sono dietro, con una delle mie amiche chiacchierine, sempre a spettegolare di quel figo o di quell'altro, tu ti giri e mi guardi.

E nel tuo sguardo non c'è più quello che c'era, magari, fino alla settimana scorsa.

Forse era un po' di tristezza è tutto quello che resta.

Vorrei di nuovo potermi perdere nei tuoi occhi verdi senza doverli abbandonare subito per non cederti niente.


Mi manchi, mi manca com'eri.


Sento un pipistrello stridacchiare.

Speriamo che non mi si sbari addosso, sai che roba... cado dal poggiolo, che schifo.

Poi finisco sul giornale: “Ragazza morta per schianto giù dal suo poggiolo mentre fumava una winston blu”.

Verresti al mio funerale?


Ok, sto delirando.


Ma non vorrei morire senza prima aver fatto pace con te.

Chissà come baci.

Eh, non lo posso sapere, visto che sono andata insieme al tuo migliore amico prima che chiarissimo un'altra delle nostre infinite cazzate.

Ma mi piacerebbe saperlo.

Sei uno di quelli che a guardarli ti viene da pensarlo.

Chissà come bacia bene.

Piccolino, cucciolino, carino...


Naaaa, invece, chi immaginerebbe come sei sul serio?

Non l'ho ancora capito neanch'io.


Passa una macchina lenta sempre nella stradina vicino.

Ecco i ladri che se ne sono andati.


Come siamo potuti arrivare a questo? Come hai potuto lasciare che andassi insieme a lui piuttosto che a te?

Ti odio per questo. Perchè ora Dio solo sa quanto vorrei poter stare vicino a te senza temere che da un momento all'altro tu possa cambiare idea.


Cosa credi, lo so che la mattina ti volti indietro per vedere se sto fumando.

E allora? Diglielo, se fumo. Tanto la tua parola contro la mia non vale niente.

Lui mi ama.

Sono io che non amo lui.

E non amo neanche te, se è per questo.


Sei solo la persona che sapeva rendere la mia giornata brutta o bellissima.

Sei solo l'unico che con un sorriso sapeva donarmi il mondo.


Se solo fossi stato disposto a combattere un po' per me...


Ultimo tiro. Quello amaro, caldo vicino alle dita ormai.


Butto la cicca dal poggiolo.


Storia passata, dovrei lasciar cadere anche questa dal poggiolo, ma non ne ho il coraggio.

Sento nausea.

A volte capita, se sono agitata quando fumo.


Guardo giù: la cicca è ancora un puntino incandescente nella notte.


La guardo mentre si spegne... un po' come noi, anche se non siamo mai esistiti.


Riguardo giù, ma non vedo più nulla.

Un istante fa la potevo vedere, chiara, nitida. Ora non c'è più.

Come i tuoi sorrisi.

E i tuoi occhi verdi.


“Come quelli di Ville Valo”.

  
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