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Autore: RoseGONEwild    19/04/2012    3 recensioni
Martin è irrimediabilmente attratto dalla parte più femminile di Peter, che ne approfitta subito dopo il concerto.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Peter portava spesso la gonna, i tacchi, le calze. Usava gli smalti per unghie dai colori più vivaci e si truccava meglio di molte donne, oltre a riservare ai suoi capelli un’attenzione spropositata.  Si depilava tutto, e anche i suoi movimenti richiamavano molto quelli di una ragazza.
E per quanto cercasse di negarlo, Martin trovava tutto questo schifosamente attraente. Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno quando il suo corpo forniva evidenti prove a favore di ciò.
- Per fortuna avevi la chitarra per coprirti… - sussurrò Peter al suo orecchio, una volta rientrati nel backstage dopo  il concerto. – Povero piccolo Sweet, che non riesce a controllarsi -.
Martin fu scosso da un brivido quando il biondo gli mordicchiò il lobo. Lo odiava con tutto sé stesso, perché si divertiva a provocarlo senza poi dargli alcuna soddisfazione. – Vaffanculo, London -.
Non erano mai andati a letto insieme. Certo, qualche volta si erano scambiati qualche bacio in svariate parti del corpo, ma non avevano mai fatto nulla sul serio. Non che lui fosse gay, ovvio, ma a volte sentiva un irrefrenabile istinto di prendere Peter, sbatterlo sul pavimento e scoparlo tanto a lungo da farlo piangere. Era una scena che si ripeteva spesso nella sua testa, quando calava la notte e la mente viaggiava verso la lussuria. Sognava anche le donne, anzi, molto spesso erano donne, ma a volte era Peter.
- Era per via di quella ragazza dai capelli rossi in prima fila, vero? – lo provocò il biondo. Non c’era nessun altro nel backstage, Eric e Simon dovevano essere già usciti per gli autografi, e Peter gli camminava lentamente attorno come un gatto randagio, accarezzandogli i capelli.
Martin deglutì. Stavolta sembrava avere intenzione di fare le cose sul serio. – Uhm… non proprio – rispose, ricambiando goffamente il sorriso malizioso di Peter, avrebbe provato in tutti i modi ad evitare che fosse lui a condurre le danze.
- Ah, no? E allora cos’è stato ad eccitarti così tanto? – continuando a stargli addosso, gli sfiorò le cosce. Martin arrossì. – Una certa biondina – rispose, rimarcando la desinenza femminile.
- Oh, bionda dici? – Peter mormorò avvicinandosi ancora di più a lui, facendo quasi aderire i loro toraci. – E com’era vestita questa bionda? -
In quel momento, Martin non voleva fare altro che proseguire con quel gioco perverso. – Aveva indosso una gonna, con dei leggins… zebrati – sussurrò, abbassando lo sguardo lungo il corpo di London per accertarsi che indossasse ancora suddetta mise. – E una maglietta strappata... ha mosso il culo per me per tutta la sera -.
Peter sorrise mordendosi un labbro ed azzerò la distanza tra loro facendo incontrare le loro bocche in un bacio profondo, costringendo le sue labbra a dischiudersi. Seppure avessero sperimentato diverse volte una cosa del genere, Martin era sicuro di non averlo mai baciato in quel modo.
Fece scorrere le mani attraverso i suoi capelli biondi e poi lungo la schiena, fino ad arrivare alle sue natiche. Le strinse fra le dita, costringendolo ad appoggiarsi contro di lui per non perdere l’equilibrio. Peter gemette nella sua bocca, mandandolo fuori di testa: era davvero bravo a provocare.
Sentì la sua erezione premere contro la propria attraverso la stoffa e d’istinto gli alzò la gonna fino all’ombelico, per poter infilare una mano nei leggins zebrati. Le loro bocche erano incollate e, forse per la prima volta, entrambi provavano davvero il desiderio di proseguire.
Erano sul punto di svestirsi e farlo sul pavimento, quando il loro idilliaco momento fu interrotto.
- Che cazzo state facendo? -
Simon, visibilmente ubriaco, aveva aperto la porta del backstage, con una bottiglia di Jagermeister in una mano e un paio di slip da donna nell’altra. I due si staccarono immediatamente e Peter risistemò la gonna, schiarendosi la voce. – Fatti i cazzi tuoi -.
- Uscite dai, la gente mi chiede che fine avete fatto – li invitò il cantante, appoggiandosi allo stipite della porta. Martin giocherellava con il colletto della propria t-shirt, imbarazzato come non lo era mai stato. C’era stato qualcosa di differente rispetto alle volte in cui lo avevano fatto per gioco. Concentrandosi per far sparire il rossore alle guance, diede l’impressione di avviarsi verso la porta. – Vai pure tu, arriviamo tra un attimo -.
Non appena Simon fu uscito dalla stanza, si voltò nuovamente verso Peter con sguardo famelico. Non era intenzionato a lasciare quella stanza senza averlo sistemato per le feste. Con sua grande disappunto, però, Peter non diede alcun segno di voler andare avanti e, anzi, si incamminò in direzione di Cruz. – Andiamo -.
Deluso, Sweet  lo seguì con sguardo basso. Prima di uscire però, Peter gli alzò il mento con due dita e sussurrò praticamente sulle sue labbra – E comunque, non era per te che muovevo il culo. Non ho certo bisogno di questi espedienti per rigirarti come mi pare -. Gli leccò la guancia prima di voltarsi e proseguire verso il corridoio.


NOTE DELL'AUTRICE: Peter London è una troia, ma gli vogliamo bene anche così.
  
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