NOTE:
Piccola shot senza alcuna pretesa, giusto crogiolarsi
un po’ nel fluff. Scritta per l’iniziativa indetta dallo stupendo gruppo di Facebook The Gleeky Cauldron con il prompt “scarpette da ballo”.
Betata dalla sempre stupenda e bravissima Medea00. Questa
sciocchezzuola la dedico a lei, ‘CAUSE BABY, YOU’RE NOT ALONE!
Purtroppo
Kurt e Blaine non sono di mia proprietà. Invece SHE è
tutta mia *__*
Buona
lettura!
She
Le luci della città brillavano, più luminose che mai, oscurando le
stelle e spandendo il loro luccichio colorato per terra, sulle strade un po’
bagnate dal nevischio, sui volti delle persone che camminavano davanti alle
vetrine; chi di corsa, chi affannato, chi con un sorriso emozionato sul volto,
il naso rivolto verso l’alto.
Aveva da poco smesso di nevicare e le miriadi di persone che
camminavano per quella via si stringevano nei loro cappotti, affondando il naso
nella sciarpa e le mani fasciate dai guanti nelle tasche delle giacche. Faceva
freddo a New York, ma non abbastanza da convincere la gente a chiudersi in
casa, soprattutto quando mancava così poco al Natale e c’erano ancora tanti
regali da comprare.
Di certo il freddo non aveva trattenuto in casa Blaine, che se ne
andava in giro con gli occhi sgranati per la meraviglia che quella città
riusciva a trasmettergli, nonostante fossero ormai passati anni da quando vi si
era trasferito. Sebbene i suoi lineamenti delicati da adolescente si fossero
fatti più marcati e anche se cominciavano a spuntargli le prime rughe intorno
agli occhi – colpa del suo poco uso di creme idratanti, almeno così diceva Kurt
– una cosa non era certo cambiata negli anni.
Blaine si voltò verso Kurt, il sorriso che gli si estendeva dalle
labbra agli occhi, lo stesso sguardo innamorato di quindici anni prima, a
sottolineare che alcune cose non erano affatto cambiate da allora, da quando
erano solo due ragazzini spaventati ma coraggiosi. Blaine amava Kurt proprio
come il primo giorno, se non di più; ogni anno che passava, ogni ora, ogni
minuto e ogni respiro, il loro amore cresceva, alimentato da esperienze, liti,
progetti e risate.
Anche il modo in cui Kurt sollevava il sopracciglio, così tanto che
esso quasi scompariva sotto il ciuffo di capelli che si erano afflosciati per
il nevischio che continuava a caderci sopra, non era affatto cambiato.
“Blaine, non saremmo dovuti uscire. Fa troppo freddo!” si lamentò il
più alto dei due, raggiungendo il marito.
“Lo so, amore, giuro che faremo in fretta,” rispose Blaine con tono
premuroso, avvicinandosi a Kurt e lasciandogli un bacio sulla guancia;
rimpiangendo un po’ il fatto di non poterlo prendere per mano, gli sorrise e
disse, “Seguimi, avanti! Manca poco.”
Un po’ scettico, Kurt lo seguì, domandandosi come mai a volte gli
sembrasse che Blaine non fosse cresciuto affatto. Il moro era sempre euforico
per qualsiasi cosa, andava in giro saltellando con quei suoi enormi occhi
luminosi spalancati, terribilmente emozionato dalla più piccola cosa; ma, in
realtà, a Kurt andava bene così: lo amava anche per quel suo comportamento un
po’ infantile.
Dopo circa dieci minuti durante i quali Kurt aveva seguito Blaine,
senza sapere dove stessero andando, finalmente si fermarono di fronte alla
vetrina di un negozio in una viuzza un po’ isolata rispetto al corso
principale. E quando Kurt si rese conto di dove si trovassero, si pentì
immediatamente di aver acconsentito alla folle idea di Rachel di andare tutti
insieme a vedere Lo Schiaccianoci, il
weekend precedente.
Kurt si voltò verso il marito, un’espressione dolce sul viso, come se
stesse per rivelargli chissà quale grande verità che, sapeva, avrebbe di certo
fatto intristire Blaine.
“Amore,” cominciò il controtenore con voce dolce, “mi sa che ormai è
un po’ troppo tardi per pensare di diventare dei ballerini di danza classica.”
Blaine lo fissò un attimo con espressione smarrita, per poi scoppiare a
ridere così forte che si dovette tenere la pancia gli occhi gli si riempirono
di lacrime, mentre l’immagine di se stesso che ballava con una ballerina sulle
punte - ovviamente più alta di lui - gli balzava in
mente. Quando finalmente riuscì a riprendersi, il moro si avvicinò a Kurt e gli
diede un bacio sulla guancia, indicando poi un paio di scarpette da punta, le
più piccole che avessero mai visto, presenti in vetrina.
Kurt aggrottò la fronte, iniziando a capire. Di certo quelle punte non
erano né per lui, né tanto meno per Blaine. Erano per qualcun altro. Abbassò lo
sguardo sulle sue mani, che stringevano il manico della carrozzina nera che
aveva spinto da quando era uscito di casa; dentro, seminascosta dalla copertina
rosa che l’avvolgeva stretta, spuntava appena il visetto di una piccola bambina
minuta. Aveva gli occhi chiusi ora, nascondendo alla vista di tutti le due
pozze azzurre identiche alle sue.
Kurt spostò lo sguardo su Blaine, ritrovando lo stesso sguardo
emozionato e quasi implorante di quando gli aveva chiesto di sposarlo.
“Avevo pensato che potremmo comprargliele!” disse Blaine, euforico
come non mai.
E Kurt avrebbe tanto voluto far ragionare il marito, dirgli che la
loro piccola Iris aveva a malapena tre mesi di vita, che non sapeva camminare,
figuriamoci ballare. Avrebbe tanto voluto dirgli che magari loro figlia sarebbe
stata un maschiaccio e che non avrebbe mai fatto danza. Avrebbe tanto voluto
farlo ragionare ma, come sempre, non riuscì a dire di no a quegli occhi
imploranti.
Così, circa dieci minuti dopo, uscendo dal negozio con un sacchetto in
mano dentro al quale stavano riposte in un’apposita sacca un paio di scarpette
da ballo, Kurt non pensò all’espressione semisconvolta del negoziante, ma a
quella euforica e felice di Blaine, che si immaginava già la loro piccoletta
con tutù e scarpette da ballo. E quasi riusciva a vedere anche lui
quell’immagine, impressa nella sua testa.
Si fermò in mezzo al marciapiede, afferrando Blaine per la manica del
cappotto e baciandolo all’improvviso; Blaine non disse nulla, rispose al bacio
e poi gli accarezzò una guancia. Kurt gli afferrò la mano, posandola poi sul
manico della carrozzina, allacciata alla sua. Si fermarono entrambi a guardare
il loro piccolo miracolo personale, i pugnetti chiusi intorno alla copertina,
mentre, quasi come se si fosse sentita osservata, Iris apriva i suoi enormi
occhioni azzurri, sbattendo lentamente le palpebre e guardando i suoi due papà.
NOTE:
Allora, questa è la mia prima Daddy!Klaine e mi sono letteralmente sciolta a immaginarmi Kurt e
Blaine con questa piccola bimba bellissima *___* Tipo
che io voglio una scena così… anche solo come quella
di David! Vi prego, RIB, accontentatemi per una volta!!!
Il titolo… bwahahahaha
sono morta a trovarne uno, e poi mi spunta She di Elvis Costello nel random di iTunes ed era così… perfetta, che
ho ceduto.