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Autore: Phai___    20/04/2012    5 recensioni
[Nick/Monroe; ambientata dopo la 1x16]
E lo aveva fatto: aveva portato a casa Juliette, prima di uscire, sentendo sulla schiena lo sguardo insistente di lei, che lo spiava di nascosto dalla finestra della loro camera al secondo piano, ignorandolo semplicemente. Poi aveva guidato ancora fino a trovarsi in quel quartiere che ormai conosceva alla perfezione, davanti a quella casa che lo aveva accolto in molte di quelle notti buie; e adesso era davanti a quella porta alla quale aveva bussato così tante volte da non ricordarne il numero, sapendo che la persona dall'altra parte avrebbe aperto.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Be still and know that I'm with you...

Be still and know that I'm with you

Be still and know that I am here

Nick stava uscendo di casa. Di nuovo.
Erano tornati da poco a Portland, il tempo di posare le valige in camera da letto e Nick era di nuovo fuori dalla porta. La loro vacanza romantica aveva smesso di essere tale, non solo quando Robin, quella povera donna, aveva avuto bisogno del loro aiuto, ma soprattutto quando, una volta fatta la fatidica proposta, Juliette non aveva potuto accettare.
Era stato devastante per lui non poter dirle della sua 'vita segreta', capire che il suo essere un Grimm avrebbe ostacolato la sua vita con Juliette. Ma non poteva metterla maggiormente in pericolo, rivelandole chi era, ciò che faceva e cosa c'era sempre stato là fuori ad attendere nell' ombra lei e le altre persone, ignare della fine che, prima o poi, avrebbero fatto. Non poteva rivelarle tutto l'orrore che li circondava.
Aveva potuto solo alzarsi, quella sera, dopo quella risposta, cercare di ricomporre i pezzi della sua mente e del suo cuore, cercare di trattenere tutto dentro, e andare a sistemare le ultime cose prima della partenza.
Il viaggio era stato orribile. Nessuno dei due aveva detto una parola. L'aria tra di loro, e intorno a loro, era tesa; i loro sguardi erano così lontani che non si erano neanche sfiorati, nemmeno per vedere se l'altro stava bene, per tutto il tempo del viaggio.
Gli occhi di Nick si annebbiavano, le lacrime minacciavano di scendere, ma lui era forte. Avrebbe resistito, avrebbe potuto aspettare di essere con la persona giusta, nel momento giusto, nel posto giusto.
E lo aveva fatto: aveva portato a casa Juliette, prima di uscire, sentendo sulla schiena lo sguardo insistente di lei, che lo spiava di nascosto dalla finestra della loro camera al secondo piano, ignorandolo semplicemente. Poi aveva guidato ancora fino a trovarsi in quel quartiere che ormai conosceva alla perfezione, davanti a quella casa che lo aveva accolto in molte di quelle notti buie; e adesso era davanti a quella porta alla quale aveva bussato così tante volte da non ricordarne il numero, sapendo che la persona dall'altra parte avrebbe aperto.
E come sempre, anche se era l'una di notte – forse anche più tardi –, anche se non aveva chiamato prima per avvisare che sarebbe passato, bussò e dopo qualche minuto sentì la voce di Monroe, impastata dal sonno, chiedere chi era.


- Nick.- rispose lui, con una voce che stentava a riconoscere come propria.


- Ehi, amico, sai che ore sono?- chiese, mentre apriva la porta, strofinandosi gli occhi, ancora mezzo addormentato. Poi vide il suo volto, o forse la sua espressione, e, automaticamente, anche la sua cambiò.



Si fece preoccupata, ansiosa, triste, come se sentisse davvero ciò che provasse, come se ci fosse un legame empatico che gli faceva avvertire il dolore che aveva represso nella sua mente e che ora era sul punto di esplodere.
Gli fece spazio, senza dire una parola, e lui entrò e basta. Si sedettero, uno vicino all'altro, forse troppo vicini per quelli che, apparentemente, sono solo buoni amici.


- Ho solo te... Sei l'unico che ho quando le cose non vanno come dovrebbero... Sei l'unico che ho...- sussurrò Nick con voce rotta da quel pianto che, adesso stava minacciando di scendere. Non era da lui lasciarsi distruggere così, non era da lui cedere alle emozioni, ma quella volta era semplicemente troppo.


- Ehi, ehi, va tutto bene, Nick. Sono qui.- rispose, mentre le se braccia correvano a stringerlo a sé, a sostenerlo.



Il Grimm appoggiò la fronte contro la spalla del Blutbad, liberando finalmente le lacrime, che bagnarono la sua camicia; la mano di Monroe si poggiò sulla sua testa, accarezzandola. Nick rifugiò il suo volto il lacrime nel collo del compagno, nascondendo la sua debolezza, mentre quest'ultimo si sbilanciava lentamente all'indietro per farlo stendere, per farlo rilassare.
Non c'era bisogno di spiegazioni. Monroe non aveva bisogno che Nick gli spiegasse cos'era successo, perchè era distrutto e in lacrime sul divano di casa sua all'una di notte. Sarebbe sempre stato lì per lui e lo era anche adesso. Era lì, su quel divano, con, tra le braccia, il suo compagno, che si aggrappava a lui con tutta la forza che aveva per rimanere attaccato a qualcosa di reale, per non cadere nel buio, mentre le lacrime pesanti e la mente stanca e addolorata lo pregavano di cedere, di cadere con loro nel baratro. Era lì a sussurrare parole dolci, parole che gli appartenevano, parole che cercavano di calmare i singhiozzi di Nick.


- Sono qui con te... Sempre.-



Monroe non sapeva quanto tempo era passato da quando Nick era entrato nella sua casa, ma pian piano, era riuscito a calmarlo e a farlo addormentare, sicuramente sfinito da tutte le emozioni e da tutto ciò che aveva passato durante quella notte. Si prese la libertà di osservarlo: aveva un livido sullo zigomo destro, un ricordino, probabilmente, di qualche mostro a cui aveva dato la caccia. Lo accarezzò, provando il forte desiderio di poterlo far scomparire con il solo tocco delle dita. Voleva con tutto il cuore, smorzare i suoi dolori, anche quelli più lievi, come quel livido sul viso.
Pensando a quanto, ormai, quell'uomo significasse per lui, a quanto aveva cambiato la sua vita, a quanto si era innamorato di lui, si abbandonò anche lui alla stanchezza, addormentandosi stringendolo fra le braccia per proteggerlo dal mondo, pur sapendo di non essere in grado di farlo.

 

 

 

[Note della presunta autrice]

Mha... Sinceramente c'è poco da dire.

Ho pubblicato la fanfic solo ora perchè sto male e quindi ho finalmente un giorno di pausa dal caos che viene chiamato “liceo classico” ._. Che cosa brutta!

Comunque, come ho scritto nella descrizione, è ciò che, secondo me, accade dopo la fine dell'episodio 1x16 ç3ç

Povero Nick

Btw, il titolo e i lyrics sono presi della canzone Be Still dei The Fray che io amo e vi consiglio *u*

Quindi... è tutto :3

SPERO di farmi rivedermi il prima possibile: ho un sacco di fanfic da pubblicare, ma non il tempo per farlo D:

Bacioni <3

A presto!

_Bya_love_

   
 
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