Lui
conosce il mio dolore.
Lui è simile a me. Anzi, probabilmente siamo più simili
di quanto pensiamo.
“Chi sei?” Bisbiglio con voce bassa ma le mie corde
vocali, vibrando pesantemente al passaggio dell’aria, la rendono più roca e grave
di quanto avessi voluto. Quell’essere dalla cresta color carminio mi sta di
fronte: è fermo, immobile e con quegli occhi fiammeggianti indirizza verso me
frecce così pungenti da ferirmi sin dentro l’animo.
E’ come se lo conoscessi.
“Il mio nome è Tapion. Ora lasciami andare, stai
ostacolando il mio passaggio.” Lo sento parlare, ma ho già abbassato lo sguardo
e mi sono spostato di qualche centimetro a destra, per poter cogliere la sua
espressione nel rivolgermi quelle parole così aspre.
Non l’ho mai visto ma è
come se lo conoscessi, come se conoscessi il suo dolore e la sua sofferenza.
Quel giovane dai capelli fiorentini … mi ricorda molto
quel bambino che ho conosciuto tempo addietro, quel bambino che mi vedeva come
un eroe. Chissà come poteva pensare una cosa simile, ma devo ammettere che non
mi dispiaceva; era stato pur sempre il mio più grande desiderio essere il
salvatore del mio pianeta.
Non può essere lui; sono partito da troppo poco tempo e
colui che mi stava dinanzi fino a poco fa era troppo grande per essere quel
bambino, si chiamava Trunks se non sbaglio, e inoltre percepisco che sono
troppo diversi.
Non so, ma è come se avessi già incontrato questo
ragazzo. E’ come se conoscessi il suo passato.
“E tu, saresti?” Mi fermo un momento, e, qualche passo
avanti a quello che era un intralcio, decido di non voltarmi.
Semplicemente attendo.
“Eh? Il mio nome è Trunks.”
Pronuncia queste frasi con orgoglio, e con una punta di meraviglia.
Lo vedo voltarsi e, per un brevissimo istante, i nostri
occhi, così diversi, ma anche così simili, si incontrano.
Vedo devastazione,
disperazione, rabbia, rancore … e delusione.
Vedo delusione, rabbia, rancore, dolore e
disperazione.
Quegli occhi azzurri, non potevo confonderli così
facilmente, eppure non l’ho riconosciuto.
Lui è quel bambino, quello a cui donai la mia amata
spada, in segno di riconoscimento e come mezzo per spronarlo a combattere e non
arrendersi per i suoi cari.
E, indirettamente, speranzoso che, se fosse successo
qualcosa di simile alla mia vicenda, lui non commettesse i miei errori e
uscisse vincitore.
Ma questo Trunks non è lo stesso. Lui non è quel bambino
viziato, lui non conosce nulla all’infuori della delusione e del dolore.
Come me.
Questo essere dai capelli rossi è come me. Anche lui
conosce la mia sofferenza.
E’ deluso, non so per che cosa, ma sono sicuro che deve
essergli successo qualcosa di simile a me, eppure non lo saprò mai.
Infatti lo vedo
allontanarsi, senza degnarmi di uno sguardo, a passo lento e deciso.
Non sono l’unico eroe senza gloria.
Questa è l’epoca sbagliata. Devo andarmene.
Addio Trunks … so che
saprai come rimediare ai tuoi errori.
Addio Tapion.
Che ne pensate? Ho bisogno di
consigli :D
Ho deciso che svilupperò in futuro una
storia a più capitoli su questo ipotetico incontro, ma non ne sono sicura.
Vi piace?
;)