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Autore: SoRomantic    20/04/2012    1 recensioni
Sono stanco di scappare e, del resto, è tutto inutile. So bene che, ovunque vada, non avrò scampo. Non c'è alcun modo di sfuggire alla creatura che tra poco mi raggiungerà. Inutile chiedere aiuto. Nessuno può vedere il mostro che tra poche ore mi ucciderà; nessuno può sentire le sue terrificanti urla, fatta eccezione che per gli sventurati, come il sottoscritto, sono destinati ad essere la sua vittima.
*quest'introduzione è tratta da un libro, il resto, quello che troverete all'interno se vorrete leggerere, è scritto da me.
Buona lettura!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono stanco di scappare e, del resto, è tutto inutile. So bene che, ovunque vada, non avrò scampo. Non c'è alcun modo di sfuggire alla creatura che tra poco mi raggiungerà. Inutile chiedere aiuto. Nessuno può vedere il mostro che tra poche ore mi ucciderà; nessuno può sentire le sue terrificanti urla, fatta eccezione che per gli sventurati, come il sottoscritto, sono destinati ad essere la sua vittima. Seppur pochi, siamo tutti nelle sue grinfie e non una sola volta nella vita, purtroppo. Ormai mi sta prendendo, si è avvicinato pericolosamente, sento il suo fiato sul mio collo, corro e corro, ancora, sempre più velocemente, ma per quanto io possa provare a seminarlo non ci riesco; non conosco il suo volto, ma non può essere umano se è così veloce, se è capace di seguirmi dovunque io vada, nonostante siamo in un luogo più conosciuto da me, che da lui. Mi butto a terra, stanco: sono deciso ad arrendermi stavolta, lo dico sempre ma quando lo vedo avvicinarsi, così vicino ma estremamente lontano, afferrarmi con quelle sue mani gelide per poi lasciarmi nello stesso posto sul pavimento da cui mi aveva delicatamente alzato, la paura mi assale, le gambe scattano da sole, il cuore, batte e lo fa senza sosta. Eccolo, lo sta facendo di nuovo, mi afferra e poi mi posa giù, forse non è così cattivo come credo, forse non ha intenzione davvero di uccidermi, è solo una mia impressione, altrimenti non avrebbe rifatto ogni volta quel gesto, che sa incitare la mia fuga.

E così continuo a scappare, ma ora, rialzatomi, tutto mi appare di nuovo chiaro: scappo da un mostro che non mi dà tregua, e non me ne darà mai. In un momento di cieca paura invoco un ''aiuto'', ma so che nessuno me lo può dare, non mi possono sentire. Ci ho provato qualche volta, ma è stato, come presumevo, pressoché inutile; mi ha permesso però di avere una speranza, che qualcuno prima o poi sarebbe accorso a salvarmi. La speranza mi guidava nel vuoto e ad ogni piccolo rumore, il cuore esultava credendo che potesse essere il mio salvatore che bussava alla porta. Ma questa volta è diverso, so già che nessuno può bussare alla porta e che nessuno lo farà. L'unica speranza che mi rimane è che il mostro si stanchi di seguirmi o debba andare da qualche altra vittima, che ad un certo punto mi giri e non veda nessuno di fronte a me. Potrebbe accadere, perché no? Tutti si stancano, tutti gli umani, quantomeno. Così ci provo, mi giro, ma lui è ancora lì di fronte a me, più forte e più veloce che mai, e più tempo io mi soffermo a guardarlo, senza riuscire ad individuare neanche una minima caratteristica, meno passi lo distanziano da me: ormai, li mancano pochi metri per uccidermi, ma non riesco ad individuare niente che possa adoperare per togliermi la vita. Niente.

Corro, senza vedere dove vado, sbatto, ma non m'importa, c'è qualcosa di molto più pericoloso dietro di me, ed è meglio non guardare, mi assalirebbe ancora di più la paura, non quella che fa venire i brividi, ma quella che ti fa tremare così forte da non poter parlare, quella che ti acceca, che, se ce l'hai, non riesci neanche a pensare, perché non c'è pensiero che possa sovrastare la certezza di aver di fronte la morte, di non potersi sottrarre ad essa.

I passi del mostro mi rimbombano nella testa, il suo avvicinarsi mi fa paura, ma lo vedo arrancare, come se corresse ormai solo per inerzia, ma in realtà era come se le forze lo avessero abbandonato. Spero sia così, altrimenti come salvarmi?

Cerco di correre, sono sfinito anch'io, forse più di lui, ma se non mi mostro più forte non avrò alcuna possibilità. Continuo senza sosta ed imprimo sempre più forza nelle gambe, mi bruciano, ma questo è il male minore, se penso a ciò che mi potrebbe infliggere il mostro. Il parquet ora mi dà uno slancio più forte, e sembro quasi sciare ma senza pattini e senza neve, eppure l'effetto è lo stesso: lentamente, molto lentamente, sto riuscendo a superare il mostro di qualche metro, poi di una decina. Ma un balzo, velocissimo, repentino che non gli avevo mai visto fare, e mi raggiunge; ora sì che sono in trappola, non mi sembra di scorgere nessuna via di fuga, ovviamente nessuno che mi possa aiutare, niente che mi dia il vago sentore di potermi salvare. Inoltre le forze mi stanno abbandonando, lo sento; mi accascio sul pavimento freddo, troppo, e sento un brivido alla schiena, che non riesco, non posso sopportare: lancio un grido e chiudo gli occhi.

Li riapro improvvisamente, accorgendomi che c'è qualcosa che non va. Perché il mostro non mi ha già preso, portandomi con lui o uccidendomi di una morte crudele? Perché non sento le sue mani gelide sul mio corpo ormai inerte, dopo il tempo trascorso a fuggire, con il cuore che batteva a mille? Perché sono ancora steso per terra, dov'ero prima di chiudere gli occhi, senza più il brivido e gli occhi riescono a distinguere qualche figura e a cogliere qualche movimento?

Un fascio di luce mi attraversa gli occhi, mi sfiora il viso e mi dona il tepore di cui avevo bisogno, intorno a me tutto si fa più chiaro, le cose contro cui sbattevo ora finalmente hanno una forma ben precisa, qualcosa di conosciuto, letti, divani e poltrone. Gli occhi non sono più accecati, e non sento più il fiato gelido del mostro dietro di me. Mi giro, egli non c'è più. Solo ora noto la piccola finestrella, a lato della stanza, lei mi ha permesso di salvarmi, ha scacciato via il mostro e mi ha riscaldato, finalmente. Il cuore non batte più così forte nel petto e la mia voce, ora la distinguo molto bene, si è fatta più sicura, la bocca non trema, le gambe, seppur stanche, funzionano, e mi riesco ad alzare con facilità, il mio corpo e il viso non hanno subito danni. Sono nelle stesse condizioni in cui ero prima che il mostro mi assalisse: che me lo sia sognato? Che non abbia mai abbandonato il mio letto e sia rimasto immobile, quando anche l'ultimo raggio di sole è scomparso all'orizzonte? Può essere... certamente è strano che il mostro compaia solo quando il Sole, stanco, decide di andare a letto, e a custodire il cielo rimane solitaria, la Luna.

  
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