Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: dragon_queen    21/04/2012    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Kanon, dopo la sconfitta di Nettuno, portato al tempio di Atena, trovasse qualcuno che lo apprezzasse anche per i suoi sbagli? E se questo qualcuno alla fine gli mostrasse un mondo che a lui è del tutto sconosciuto? E se fosse anche l'unico cosa che lo facesse tornare dalla battaglia con Hades sano e salvo?
Leggete e ditemi che ne pensate...XD
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saint seiya chronicle'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gea aveva quasi diciassette anni ed era da quando ne aveva dieci che si allenava per diventare una sacerdotessa guerriera.

Finalmente, l'anno precedente, aveva potuto combattere per ottenere la tanto agognata armatura della colomba. Il suo avversario era stata una ragazza, giunta al tempio circa nel suo stesso periodo. Nonostante non fosse una persona a cui piaceva usare la forza senza motivo, diventare cavaliere era stato il suo sogno da quando era entrata al tempio come orfana e non avrebbe permesso a nessuno di ricevere quell'armatura al suo posto. Doveva ammettere che non era stato facile, ma alla fine era riuscita a vincere.

Adesso si allenava con le altre sacerdotesse, preparandosi per quando al tempio ci fossero stati dei problemi.

Dopo la partenza di alcuni cavalieri per le terre di Asgard assieme alla Dea, giunse la notizia che la divina fosse stata portata via da Nettuno nel suo tempio e i suoi combattenti erano partiti per liberarla. Le sacerdotesse non erano state comprese nella missione, come di consuetudine, ritenendo l'impresa fuori dalla loro portata, ma Tisifone era voluta partire per forza, tornando in condizioni non proprio ottime.

Quando Atena e i cavalieri avevano fatto finalmente ritorno, però, non erano soli. Si erano portati dietro un uomo, dall'aspetto in tutto e per tutto uguale al precedente cavaliere dei gemelli, scomparso durante la battaglia delle dodici case.

All'inizio tutti si erano chiesti chi fosse quello sconosciuto, non riconoscendo in lui il precedente cavaliere. In seguito appresero che si trattava del fratello gemello, Kanon, il quale si era unito ai generali di Nettuno, con l'intenzione di ingannare persino il Dio.

Atena, nella sua immensa bontà, aveva accettato che l'uomo rimanesse al tempio e che un giorno, forse, potesse indossare le vestigia d'oro del terzo segno dello zodiaco. Quella donna riusciva a vedere in un futuro che agli altri non era concesso e dal suo sguardo si capiva che riponeva un'immensa fiducia in quell'uomo.

Quello aveva accettato la cosa, ma tutti ormai si erano resi conto che gli altri cavalieri non lo vedevano certo di buon occhio, comprese alcune delle sacerdotesse e che la sua permanenza si sarebbe rivelata assai ardua.

Così se ne stava rinchiuso nella terza casa, uscendo solo quando il sole tramontava o quando aveva la certezza di non essere visto da nessuno.

Gea in qualche modo lo compativa, anche se all'inizio, nonostante i continui sbalzi allo stomaco ogni volta che lo incontrava, anche lei si era fatta un po' trasportare dai pettegolezzi e dalle malelingue.

Poi però si era imposta di riuscire a leggere nel suo animo, cosa che era bravissima a fare, come un dono naturale. Più tentava di avvicinarsi, più rimaneva invischiata in una spirale di strani sentimenti, contrastanti a volte, che però le stavano facendo perdere coscienza di sé.

 

Era una calda mattina, una delle poche che si presentavano alla soglia della primavera. Le sacerdotesse si stavano addestrando nell'arena, sotto lo sguardo di alcuni dei cavalieri, d'oro o di bronzo.

Le ragazze sapevano di attirare la loro attenzione in modo particolare: nonostante portassero una maschera che nascondeva il volto, i loro corpi erano sinuosi e sensuali, rivestiti solo di indumenti aderenti e adatti al combattimento. Era risaputo ormai che alcuni dei cavalieri accorressero all'arena unicamente per guardare loro il fondoschiena.

A Gea questa cosa non andava poi tanto a genio: lei voleva essere apprezzata per il suo talento e la sua bravura nel combattere e proteggere Atena e non perchè aveva un bel corpo.

Poi c'era anche una postilla che non andava molto a favore delle donne guerriere: la perdita della loro maschera. Chiunque fosse riuscito a toglierla, sarebbe stato oggetto del loro amore o della loro vendetta.

Molti ormai le sfidavano unicamente per scommessa, solo per sapere come fossero i loro tratti sotto quei rivestimenti di metallo, ma tutte si erano date un gran da fare per mantenere il loro segreto.

Disturbata da quei continui sguardi sempre addosso, la ragazza chiese ad una compagna, Calliope della Gru, se le andava di allenarsi in un altro luogo, un po' più appartato e lontano da distrazioni.

L'altra acconsentì, pensandola esattamente allo stesso modo.

Così le due si spostarono in una radura, a picco su un dirupo, senza timore che qualcuno le seguisse, visto che quel posto lo conoscevano solo loro.

Infatti Gea e Calliope erano entrate praticamente lo stesso giorno al tempio, ognuna con l'obiettivo di conquistare una diversa armatura. Per questo erano diventate molto amiche, anche se sul campo di addestramento non si risparmiavano comunque.

Nonostante l'amicizia che le legava, però, la ragazza non era riuscita a rivelare neanche a lei ciò che in quel momento provava per l'affascinante forestiero.

Forse perchè lei per prima non riusciva a darsi una risposta.

 

-Sei migliorata amica mia- disse Calliope mentre Gea scansava abilmente un suo affondo.

-Anche tu non sei male. Sei diventata più veloce- rispose l'altra.

In effetti era vero. Erano state le migliori e a ben vedere: erano veloci e scattanti, ormai esperte nel corpo a corpo. Se non fosse stato per la maschera, la sacerdotessa della colombra avrebbe rivolto un sorrisetto all'avversaria.

Mentre schivava un calcio, Calliope le disse:

-Sai, in questi giorni ti vedo strana. È come se qualcosa ti turbasse-

Quella domanda le arrivò come una pugnalata e per poco non fu colta di sorpresa da un gomitata.

-Che intendi?- chiese, facendo finta di niente.

-Avanti Gea, ti conosco da quasi dieci anni e ormai capisco quando mi nascondi qualcosa. Chi è?-

-Chi è chi?!?- esclamò lei, bloccandosi e arrossendo, per fortuna sotto la maschera.

La sua voce però la tradì, uscendo tremula e insicura.

-Quello che ti piace. È qualcuno dei cavalieri d'oro?- riprese l'altra, fermandosi a sua volta e osservandola con le mani incrociate sul petto e la testa leggermente inclinata.

-Non è nessuno. Non ho tempo per queste cose. Quindi se ti vuoi allenare con me bene, altrimenti lo farò da sola- disse lei scontrosa.

-Non c'è bisogno di essere così acide. La mia era una semplice domanda e tu, con le tue risposte, non mi hai fatto certo capire il contrario. Comunque, per rispetto come amica, non ti chiederò più niente, ma sappi che...-

Non finì la frase, visto che Gea era nuovamente partita all'attacco. Un ginocchio sfiorò la testa a Calliope, la quale si abbassò appena in tempo.

-Ehi, amica mia, ti ho chiesto scusa, non c'è bisogno di essere così violenti- ridacchiò la sacerdotessa della gru.

-Smettila e difenditi- rispose l'altra, continuando ad attaccare.

Ad un tratto fu però distratta da un movimento nel sottobosco, che le fece perdere la concentrazione, tanto che un poderoso pugno da parte di Calliope la colpì in pieno volto.

La ragazza si accasciò al suolo, in ginocchio, nascondendo il volto con le mani. Solo allora l'amica capì che con il colpo la maschera le era volata via.

-Gea, io...-

-Non preoccuparti. Penso che per oggi sia abbastanza. Puoi anche andare. Ci vediamo dopo-

L'altra continuò a fissarla per qualche secondo, poi decise di andarsene.

-A dopo- disse solo e si allontanò.

Gea rimase ancora per qualche minuto in quella posizione. Era davvero così trasparente nei suoi atteggiamenti? Lei, che aveva sempre pensato di apparire fredda e distaccata, nonostante dentro il suo corpo fosse infiammato da numerosi sentimenti. Si era sempre presentata in quel modo, non voleva sembrare debole di fronte agli altri. Una sacerdotessa non doveva esserlo, ancora più di un normale cavaliere, causa anche il suo sesso.

Alzò un poco lo sguardo, notando la sua maschera a qualche passo da dove si trovava. Avrebbe dovuto recuperarla prima che qualcuno la vedesse in volto. Poi ci pensò un attimo: quel posto lo conoscevano solo lei e Calliope. Poteva anche permettersi qualche boccata di aria pura. Così si alzò, voltandosi verso il dirupo, dove il vento soffiava impetuoso, portando con sé profumi e ricordi.

Respirò a pieni polmoni. La costrizione della maschera era stressante, non le permetteva di godersi tante cose, anche solo il poter respirare liberamente.

All'improvviso avvertì nuovamente un rumore che proveniva dal bosco. Stavolta si voltò e rimase bloccata in quella posizione.

Un uomo si era chinato a raccogliere la sua maschera, i ciuffi mori a nasconderne lo sguardo. Quando si alzò, gli occhi di lei si specchiarono in quelli color cobalto dello sconosciuto e in quell'istante il suo cuore perse un battito. 




NdA Spero che piaccia anche questo secondo capitoletto. La sacerdotessa misteriosa è una mia OC, quindi mi spiace se ho deluso le aspettative di qualcuno, anche se spero di essere comunque perdonata. Buona lettura. Saluti Marty.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: dragon_queen