Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: _hurricane    21/04/2012    20 recensioni
Quando Burt entra in camera di Kurt la mattina dopo un party a tema disco organizzato dalle New Directions, l'ultima cosa che si aspetta di trovare sono Kurt e Blaine nudi sotto le lenzuola.
“Oh mio dio” sussurrò Blaine, guardando Kurt con la coda dell’occhio. “Che abbiamo fatto?”
“Non- non lo so” rispose Kurt a bassa voce, senza però staccare gli occhi da suo padre nel caso tirasse fuori da dietro la sua schiena una balestra o un fucile a canne mozze per far fuori il suo fidanzato una volta per tutte. “Non me lo ricordo.”
“Blaine” disse finalmente Burt, inchiodandolo con il suo sguardo. Blaine deglutì, stringendo istintivamente le mani sul bordo come se quel lenzuolo lo avesse potuto proteggere da qualsiasi pericolo. “Hai cinque minuti per lasciare questa casa.”

[Scritta per la settimana a tema "Serata Dance" del gruppo The Gleeky Cauldron]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Scritta per questo prompt del gruppo The Gleeky Cauldron per la challenge Serata Dance: “Cos'hai fatto ieri sera?” “E’ grave se non me lo ricordo?”

Se volete far parte del gruppo, che ogni settimana organizza una challenge diversa, credo basti fare richiesta per accedere :) hope you like it!

 


 

 

 


 

“Kurt? Kurt, è pronta la colazione! Sei sv- oh mio dio.

Burt rimase impalato sulla soglia, la mano ancora ferma sul pomello della porta, a fissare con gli occhi quasi fuori dalle orbite lo spettacolo che aveva di fronte a sé. Il letto di Kurt era un disastro, le lenzuola rosse tutte accartocciate e distese in ogni direzione, creando alti e bassi che non era abituato a vedere data la solita diligenza con cui Kurt rifaceva il suo letto. Intorno ad esso, c’erano vestiti sparsi ovunque; da quello che potè notare di sfuggita – molto di sfuggita, nonècomepensiBurtnonècomepensi – c’erano almeno una camicia azzurrina e una rossa ammassate l’una sull’altra insieme a dei gilet abbinati.

La cosa peggiore, ovviamente, fu ciò che trovò dentro il letto. Qualche magnanima divinità del cielo aveva deciso di concedergli almeno quello: le lenzuola coprivano Kurt e Blaine fino a un po’ più sotto della vita, rendendo però ugualmente chiaro che erano nudi. Kurt era rannicchiato su un lato del letto con un braccio che pendeva fuori dal bordo fino a toccare il pavimento, come se Blaine lo avesse lentamente spinto nel sonno fino a rischiare di buttarlo giù.

E infatti, quando Burt si concentrò sull’altro ragazzo, vide che si era aperto come se fosse una stella marina appena nata appiccicata ad uno scoglio del fondale oceanico, occupando praticamente tre quarti del materasso. Entrambi avevano i visi conficcati nei cuscini, i capelli arruffati e le schiene dai colori così diversi che si alzavano e abbassavano mentre dormivano come se non lo facessero da una vita.

Burt si alzò il cappello dalla testa e si passò una mano sulla fronte, spostando lo sguardo in ogni direzione come se potesse trovare dentro la stanza una boccetta di coraggio liquido o di lozione anti-imbarazzo – finchè non si rese conto che avrebbe potuto scorgere un’altra boccetta, e allora smise di guardare. Spostando di nuovo lo sguardo su suo figlio, non potè fare a meno di notare il piccolo sorriso che si intravedeva sul suo volto, ma decise di mettere da parte la tenerezza come era sempre costretto a fare quando doveva mostrarsi severo. Perché non era accettabile.

Già un’altra volta aveva ritrovato Blaine nel letto di Kurt, vestito, assonnato e stordito dopo una colossale sbornia, e pur sapendo che erano soltanto amici aveva letteralmente dato di matto nell’intimità del bagno per non mostrare a Kurt quanto fosse segretamente scosso. E non si trattava di sesso. Quello era stato solo… un ragazzo nel suo letto. Il letto di suo figlio, dove dormiva serenamente e faceva sogni innocenti su principi azzurri a cavallo di bianchi destrieri, non su teenager sbronzi con i ricci disordinati e i maglioni mezzi sbottonati che frequentavano la sua stessa scuola e avevano l’occasione di fargli languidi occhiolini o cercare di baciarlo in uno stanzino.

“Kurt!” riprovò Burt, la voce che uscì più tremante di quanto avrebbe voluto. Si schiarì la gola. “Kurt, svegliati!”

“Mmmm?” replicò in un assonnato mormorio Kurt, girandosi lentamente per mettersi a pancia in su e portandosi un braccio sugli occhi, per proteggersi dalla luce del giorno che fino a quel momento era riuscito ad ignorare. Il movimento spostò pericolosamente le lenzuola rosse, che ormai avevano scoperto le sporgenti linee dei suoi fianchi.

KURT!” quasi tuonò Burt, ottenendo finalmente l’effetto desiderato. Kurt spostò il braccio da sopra i suoi occhi e li sgranò, spalancando la bocca senza che ne uscisse niente, mentre Blaine saltò letteralmente in aria come se avessero appena tentato di bombardare la casa, riuscendo a sfidare le leggi della gravità e della fisica capovolgendosi in un colpo solo in modo da essere anche lui faccia a faccia con Burt. Quasi in sincronia, i due afferrarono i bordi delle lenzuola fino a portarseli sotto il mento, coprendo i loro corpi ormai diventati dello stesso colore del letto.

“Oh mio dio” sussurrò Blaine, guardando Kurt con la coda dell’occhio. “Che abbiamo fatto?”

“Non- non lo so” rispose Kurt a bassa voce, senza però staccare gli occhi da suo padre nel caso tirasse fuori da dietro la sua schiena una balestra o un fucile a canne mozze per far fuori il suo fidanzato una volta per tutte. “Non me lo ricordo.”

“Blaine” disse finalmente Burt, inchiodandolo con il suo sguardo. Blaine deglutì, stringendo istintivamente le mani sul bordo come se quel lenzuolo lo avesse potuto proteggere da qualsiasi pericolo. “Hai cinque minuti per lasciare questa casa.”

Blaine annuì semplicemente, accennando ad abbassare le lenzuola per uscire dal letto, quando si rese conto che non aveva addosso nemmeno le mutande.

“Ehm, s-signore…” tentò di dire, la voce rauca e incerta. Burt alzò un sopracciglio con aria scettica, prima di arrivare alla sua stessa conclusione e alzare gli occhi al cielo.

“Sarò qui fuori” disse allora, chiudendo lentamente la porta, ma prima di farlo del tutto fece rispuntare la testa per aggiungere: “Oh, e Kurt?”

“Sì?”

“La prossima volta che Blaine mi chiede di educarti su qualcosa, ricordami di non farlo.”

Detto questo, chiuse la porta e rimase ad aspettare, osservando l’orologio che aveva al polso per tenere fede alla sua parola e picchiettando il piede contro il pavimento. A quanto pareva, Blaine era così in ansia per la sua vita che ci mise meno di tre minuti.

“Sono pronto!” lo sentì gridare Burt, e quando aprì la porta lo vide dall’altro lato del letto, in piedi, mentre si infilava una scarpa slacciata sotto ridicoli pantaloni a zampa di elefante tentando contemporaneamente di baciare Kurt sulle labbra, barcollando lievemente per via del piede rimasto a mezz’aria.

“Tiamotiamotiamo” lo sentì sussurrare poi, e fu così infantile e semplice e dolce che per un attimo sorrise, tornando serio giusto in tempo per scoccargli un’occhiataccia mentre Blaine, a testa bassa, gli passava accanto e lasciava lentamente la stanza. Burt rimase con l’orecchio teso, trattenendosi dal ridere quando sentì i suoi passi tranquilli diventare rapidi e martellanti mentre si precipitava giù per le scale. Quando sentì la porta d’ingresso aprirsi e richiudersi sonoramente, tornò a guardare suo figlio, rimasto fermo come una statua di ghiaccio avvolto dalle lenzuola, ora in posizione seduta contro la testata.

“Papà, Blaine è senza macchina” esordì Kurt, la voce acuta macchiata dal più piccolo accenno di critica e preoccupazione. “Ci ha portati a casa Finn, non potevamo guidare.”

“Oh beh, almeno questo” sbuffò Burt. “Comunque vorrà dire che chiamerà un taxi.”

Kurt sembrò voler aggiungere qualcosa, ma decise saggiamente di non farlo, rimanendo in silenzio nell’attesa di scoprire il suo veleno. Suo padre sembrò rifletterci proprio in quel momento, passandosi una mano sotto il mento con aria pensierosa.

“Sei in punizione per una settimana” disse infine, vagamente soddisfatto di se stesso nell’essere riuscito a non farsi abbindolare dai bellissimi occhi chiari che lo stavano fissando in attesa, pronti a ricevere qualsiasi cosa lui avesse deciso con obbedienza e rassegnazione. “E niente più disco music. A quanto pare non vi fa molto bene.”

Detto ciò, rivolse a Kurt un ultimo sguardo risoluto e si chiuse la porta alle spalle. Kurt rimase fermo lì, guardandosi intorno con occhio indagatore alla ricerca di qualcosa che provasse con assoluta certezza cosa avessero fatto esattamente, nonostante sembrasse abbastanza chiaro ai suoi stessi occhi. Ma non riusciva a ricordare.

Tutto era sfocato e indistinto, la testa gli faceva ancora debolmente male, e le uniche cose che continuavano a rimbombargli nella mente erano canzoni ritmate, luci al neon e il bianco di una pista da ballo fluorescente che avevano spostato nel cortile di casa di Puck la sera precedente.

Niente, non ricordava niente. Perché non ricordava niente?!

Sospirando con aria rassegnata, si alzò dal letto e iniziò a raccattare i suoi vestiti da terra.

 


 * * *

 

 

“You should be daaaancinnnng yeeeaaah!” canticchiò Blaine, muovendo i fianchi al ritmo di una musica che ormai era solo nella sua testa mentre Kurt lo teneva fermo per la vita, barcollando a destra e a sinistra insieme a lui.

“Spiegami di nuovo perché non potevamo portarlo a casa sua” mugugnò Finn, mentre si chiudeva alle spalle la porta d’ingresso.

“More than a woman to meeeeee” fu la replica di Kurt, che stava cercando di muovere Blaine in modo da potergli far fare una piroetta. Intrecciati l’uno all’altro, rischiarono di far cadere una lampada da sopra la credenza.

“Shhh, per la miseria!” sbottò Finn, afferrandola giusto in tempo. “Non ho intenzione di finire in punizione per colpa vostra, andate a dormire!”

Kurt e Blaine annuirono tra risatine inconsulte, continuando ad ondeggiare seguendo probabilmente due o più canzoni differenti e avviandosi su per le scale. Finn li seguì a ruota da dietro, pronto ad afferrare al volo uno dei due per evitare che si rompesse l’osso del collo, e dopo qualche insistenza – Blaine voleva tornare nuovamente giù utilizzando il corrimano come scivolo – riuscì a farli arrivare alla stanza di Kurt sani e salvi e si congedò da loro alla velocità della luce.

Kurt e Blaine si richiusero la porta alle spalle e scoppiarono a ridere senza un motivo preciso, cercando di soffocare le risate con le mani libere e stringendosi l’uno all’altro per avvicinarsi al letto a poco a poco.

“Ah-ah-ah-ah stayin’ alive, stayin’ alive!” esordì Blaine, cercando di muovere il braccio in alto e in basso in una linea che fosse dritta, ma senza molto successo. Kurt rimase in silenzio per qualche secondo, come se la sua mente annebbiata stesse cercando di formulare una frase coerente.

“Mmm, lo conosco io un modo…” sussurrò, girandosi e tirando Blaine per il colletto della sua camicia rossa in modo da attrarlo in un bacio caotico, scoordinato e vagamente traballante a causa dei loro movimenti instabili.

Blaine sorrise contro le sue labbra ed iniziò a sbottonargli il gilet, imitato immediatamente da Kurt, ma la cosa sembrò richiedere molto più tempo del previsto e dopo più o meno un quarto d’ora riuscirono finalmente a sfilarsi anche i boxer, rimanendo nudi l’uno di fronte all’altro. Insieme, spinti da un inspiegabile sprazzo di lucidità, alzarono le lenzuola per spostarle verso la parte inferiore del letto e poi vi atterrarono sopra con un tonfo, iniziando a baciarsi con foga per poi rallentare a poco a poco, i loro movimenti pigri e languidi come se anche solo alzare un braccio fosse faticoso. E infatti lo era.

Stretti l’uno all’altro, ancora intenti a baciarsi ma senza neanche rendersene conto ormai, iniziarono a chiudere gli occhi, le loro palpebre così vicine che svolazzavano nel tentativo di non crollare verso il basso.

“Dovremmo dormire” fu l’ultima cosa che disse Kurt con un sorriso sul volto, prima di sentire Blaine annuire nell’incavo del suo collo e scivolare all’istante nel sonno più profondo.


 

 

   
 
Leggi le 20 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _hurricane