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Autore: gingerfox    21/04/2012    2 recensioni
Mentre il mostro esalava il suo ultimo ruggito e potevamo immaginare i singhiozzi dei nostri parenti, impotenti davanti alla nostra morte, feci un ultimo respiro profondo e chiusi gli occhi.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jack Dawson/Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come Josephine in my flying machine, going up she goes!

Up she goes!

Acqua, acqua, e ancora acqua. Il mare ci circondava, non ci lasciava via di fuga. Saremmo stati più di mille, su quel ponte, urlando e disperandoci, consci del nostro destino. Non riuscivo a guardarmi intorno, non volevo sentire le ripetute preghiere della gente che mi circondava; eravamo spacciati, nessuno si sarebbe salvato. Lo sapevamo, era logico e innegabile, ma nessuno abbandonava la speranza di salvarsi. Ero appesa alla poppa della nave, artigliata con una mano alla ringhiere e con l’altra alla mano di Jack. I suoi occhi mi davano la conferma che lasciarsi andare alla paura era inutile, quindi non demordevo. Come potevo abbandonarmi al sonno eterno se sapevo che c’era lui al mio fianco, che ci sarebbe stato per sempre?
-Ok, quando te lo dico io prendi una grande boccata d’aria- fu il suo ordine, mentre la sua mano stringeva ancora di più la mia. Avrei voluto piangere, urlare, ma ero paralizzata; i passeggeri cadevano, c’era chi si buttava in acqua cercando la salvezza, chi volendo raggiungere più in fretta la morte. Sotto di me, a guardarmi con occhi imploranti, c’era una ragazza bionda. Quanto avrei voluto aiutarla? Quanto avrei voluto chiedere a Jack di tirare su anche lei, per evitarle una fine misera?
-Ci siamo!- la nave si stava abbassando, sempre più velocemente, verso il mare. Quella distesa nera ci stava per inghiottire, e io non potevo far altro che guardare e subire. Neanche per un secondo pensai di aver fatto la scelta sbagliata saltando giù da quella scialuppa che mi avrebbe salvata: c’era Jack, ora potevo morire.
-O mio dio, o mio dio!- ci stavamo avvicinando, ancora poco e avrei dovuto trattenere il fiato. Ce l’avremmo fatta? Si. Dovevamo, non potevamo abbandonare tutto proprio adesso che avevamo superato tutte le difficoltà maggiori!
-Tieniti forte!- mi spronò Jack, notando che la mia mano stava tremando. Artigliai ancora di più la ringhiera bianca, imponendomi di pensare cose belle. Il mio primo incontro con Jack, quando volevo porre fine alla mia vita infelice; il nostro primo bacio sulla prua della nave, quando mandai al diavolo la mia famiglia per seguire il mio amore. La mia prima volta, con lui, in un auto; era stato così semplicemente perfetto. Ed in quel momento, in quei minuto di tortura, stava per finire tutto.
-O mio dio Jack, oddio!- volevo stringermi a lui. Pensieri positivi. “Addio, mondo” la mia mente era annebbiata dal dolore, che si tramutò subito in impazienza; stavo aspettando di raggiungere l’acqua, così sarebbe tutto finito. Così si sarebbe messo tutto a posto.
-Non lasciare la mia mano!- oh, Jack, come avrei potuto? Ero paralizzata, aspettavo il tuo ultimo comando… aspettavo di vivere, aspettavo di morire. Mi torturavo il labbro inferiore, mentre altre grida si aggiungevano alle urla di dolore, agli schiocchi dei corpi di coloro che mollavano la ringhiera e sbattevano contro le pareti della nave. Accanto a me, ora, c’era un uomo vestito di bianco. Poco prima aveva cercato di buttarsi giù dal Titanic, ma evidentemente voleva fare un tentativo per salvarsi. Cosa sarebbe potuto succedere di peggio? Quando non hai niente, non hai niente da perdere.
-Pronta?... Adesso!- respirai, mentre la mia vecchia vita mi passava davanti. La mia nuova vita, invece, mi stava spronando a prendere una boccata d’aria, forse l’ultima, e di provarci. Così le diedi ascolto; mentre il mostro esalava il suo ultimo ruggito e potevamo immaginare i singhiozzi dei nostri parenti, impotenti davanti alla nostra morte, feci un ultimo respiro profondo e chiusi gli occhi.

                                                      

Tu, Josephine, sulla macchina vieni con me, più su

vola via con me... 


 


Questa piccola flashfic è dedicata al centesimo annivarsario del naufragio del Titanic;
in onore agli attori stupendi di questo film, 
ma anche per tutte le vere vittime di questa strage

  
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