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Autore: Mire    22/04/2012    12 recensioni
Fanfiction momentaneamente sospesa.
Quando l’ innocenza diventa curiosità, una domanda diventa imbarazzo, una risposta diventa repulsione. Quando una dodicenne si crede abbastanza matura da poter sopportare il peso della verità, per quanto difficile e reale essa possa essere. In quel momento il desiderio di conoscenza diventa sete di sapere. Ma Bra non può immaginare cosa provocherà la sua indomabile curiosità, mentre è alle prese con le prime titubanze dell’ adolescenza.
Quando una domanda diventa imbarazzo, una risposta diventa sincerità, una lite diventa un gioco di provocazione, una promessa diventa vendetta. Quando il principe dei Saiyan e la sua scienziata diventano i giocatori di un gioco di seduzione e illusione che permetterà a Bulma di prendersi la sua rivincita dopo l’ ennesima lite ferendo l’ incrollabile orgoglio del marito. L’ orgoglio ferito non si cura facilmente, lascia solchi e lacerazioni profonde e sanguinanti nell’ anima di Vegeta, che alla fine si chiuderà dentro sé stesso. Ancora Bulma non si rende conto di ciò che ha fatto e si ritroverà a fare marcia indietro per recuperare il marito.
Bra non può di certo sapere cosa la sua domanda ha scatenato e forse questa volta Bulma si è spinta davvero troppo oltre.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Goten, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i bambini fanno questa domanda ai genitori, chi prima, chi più tardi… credo che per i genitori sia un momento decisamente imbarazzante. Che innocenti bugie si raccontano per togliersi da un’ imbarazzante situazione come questa? Mi sono chiesta “Come reagirebbero Bulma e Vegeta se Bra lo chiedesse a loro?”
ed ecco cosa a prodotto la mia mente…
 

 
 

Come nascono i bambini?
1. Innocenti bugie
 

 
Era notte fonda e sulla Città dell’ Ovest era calata l’ oscurità. I rumori e il frastuono che regnavano di giorno avevano lasciato il posto alla tranquillità della notte anche in una città grande e solitamente caotica come quella. Alla Capsule Corporation tutti stavano già dormendo… tutti tranne la piccola di casa. Bra era rannicchiata sotto le coperte e pur tenendo gli occhi chiusi non riusciva a prendere sonno, si rigirava e rigirava nel letto senza addormentarsi. La mattina a scuola, nell’ora di scienze, lei e la sua classe avevano cominciato un nuovo argomento che la aveva molto incuriosita e turbata allo stesso tempo. Parlando di bambini era venuto fuori di tutto quando la professoressa aveva chiesto ai suoi studenti cosa sapessero in merito e Bra si era resa conto che quello che i suoi genitori, o meglio sua madre, le avevano raccontato era una favoletta per marmocchi e lei a dodici anni non era più una marmocchietta. La cosa che la turbava era il fatto che i suoi genitori le avessero mentito dicendole che i bambini venivano portati da una cicogna. Non poteva credere che sua madre Bulma, bellissima e geniale scienziata della Capsule Corporation, e suo padre Vegeta, orgoglioso principe dei Saiyan, le avessero raccontato una sciocchezza simile. La sua fiducia per loro stava vacillando, su quante altre cose le avevano mentito? Nella testa di Bra passava un’ idea dopo l’ altra, una più assurda dell’ altra. “Magari Bra non è il mio vero nome… magari Trunks non è mio fratello… e se fossi una marziana invece che una Saiyan mestizia?... magari mamma e papà mi hanno comprata ad un commercio di bambini intergalattico… o magari il nonno e la nonna sono robot… quindi anche la mamma è un robot… visto che mi hanno mentito su una cosa così importante mi avranno sicuramente mentito anche quando sono tornata dal campeggio estivo e mi hanno detto che la mia tartarughina è fuggita… ma le tartarughe non corrono… o quando mi hanno detto che il mio coniglietto è saltato in cielo… ma come ha fatto a saltare in cielo? Non aveva le ali, i conigli non volano!... oppure mi hanno mentito anche quando mi hanno detto che il nonno e la nonna erano andati ad una convention, invece magari erano andati a fare una vacanza e non volevano che andassi con loro… come farò a fidarmi dei miei genitori da adesso in poi? Dovrò sempre chiedermi se staranno mentendo o se staranno dicendo la verità.”. Tormentata da quei pensieri, la piccola Bra prese a sbattere i pugni contro il cuscino, poi ci soffocò la testa lasciandosi andare ad un pianto liberatorio ma silenzioso. Aveva bisogno di sfogarsi ed era convinta che dopo aver pianto si sarebbe sentita meglio. Dopo qualche minuto si calmò, si alzò dal letto e si diresse in bagno. Si guardò allo specchio e vide che i suoi occhi blu come l’ oceano erano arrossati. Si bagnò il viso con dell’ acqua fresca e si sentì subito meglio. Aveva bisogno di risposte… e sapeva da chi andare per averle. Uscì dalla sua stanza prestando attenzione a non far cigolare la porta richiudendola e si diresse verso la stanza accanto con passo felpato. Esitò davanti alla porta, indecisa sul da farsi perché la determinazione di pochi minuti prima sembrava essere stata rimpiazzata da una sensazione di panico. Temeva che i suoi timori fossero fondati. “Non essere codarda, non puoi tirarti indietro” disse a sé stessa. Si decise quindi a girare il pomello della porta e ad entrare nella stanza. Si avvicinò piano al letto e vide che ovviamente stava ancora dormendo. Trunks dormiva con solo un paio di boxers addosso, il suo corpo statuario era rilassato e il suo petto si alzava e si abbassava in seguito all’ atto involontario di respirare e si trovava in una strana posizione: era disteso a pancia in giù con un braccio a sbalzo del letto, la mano opposta nei capelli lilla, una gamba a sbalzo del letto come il braccio e l’ altra gamba piegata verso l’ interno, il lenzuolo avvolto intorno alla vita come fosse una cintura e un’ espressione tranquilla in viso.
-Trunks? Trunks?- disse sottovoce smuovendo il braccio del fratello senza ottenere risultati. Ci riprovò di nuovo. -Trunks?... Trunks?- questa volta usò abbastanza forza da muovere anche il letto ma non fu comunque abbastanza. Nemmeno le cannonate avrebbero svegliato il fratello dal suo sonno. Doveva usare un approccio più deciso. Gli appoggiò una mano sul braccio, strinse pollice e indice con forza formando un bel pizzicotto che avrebbe lasciato il segno -Ahia!- disse Trunks svegliandosi di colpo e Bra gli tappò la bocca con una mano. -Zitto, tonto o sveglierai mamma e papà-. Trunks si spostò la mano della sorella dalla bocca.
-Ma sei impazzita?... ti sembra il modo di svegliarmi?-.
-Non è colpa mia se hai il sonno pesante-. Il giovane presidente della Capsule Corporation guardò la sorella con aria confusa e diffidente. -Spero che tu abbia un buon motivo per avermi svegliato di notte-.
-Certo che lo ho… devi darmi delle risposte-.
-Delle risposte?!-.
-Sssshhh! Non urlare!- gli disse sottovoce la sorella.
-Allora, che vuoi?- chiese sedendosi e Bra lo imitò sistemandosi accanto a lui. -Come nascono i bambini?- disse Bra, quasi di rigetto. Trunks rimase sorpreso e impaurito da quella domanda. -Perché… non dovresti fare questa domanda a me, dovresti chiedere a mamma o a papà…- disse per salvarsi.
-Invece voglio chiederlo a te… come nascono i bambini?-.
-Uffa Bra… chiedilo alla tua professoressa, no?... spiegare è il suo lavoro… e poi il tuo non è un valido motivo per avermi svegliato di notte, domani devo andare al lavoro-.
-E io a scuola ma non mi lamento come fai tu… e comunque a scuola ne abbiamo già parlato ma non ho capito un tubo, altrimenti perché sarei venuta a chiedertelo?-.
-Non lo so… magari perché sei una piccola rompiscatole- disse scompigliano capelli azzurri della sorella.
-Ti prego, Trunks… me lo dici?- disse in tono implorante sfoggiando un sorriso a cui era impossibile rifiutare.
-E va bene… ma non ti piacerà… io sono rimasto schifato quando lo ho scoperto, ho dovuto pregare la mamma per dirmelo, lei mi aveva avvertito che avrei potuto reagire negativamente ma ho voluto comunque andare fino in fondo-.
-Anche io voglio andare fino in fondo-.
-Ok… io ti ho avvertita… fin dalla nascita si può capire se si è maschio o femmina per una caratteristica che differenzia gli uni dalle altre...-.
-E quale sarebbe?- disse Bra fingendo di non saperlo.
-Lo sai benissimo... -Trunks si fermò un momento per trovare le parole adatte per proseguire e decise quindi di buttarla sul romantico ma di essere comunque sbrigativo -Quando un uomo e una donna si amano tanto… fanno l’ amore e può capitare che dalla loro unione venga concepito un bambino- disse Trunks il cui rossore era nascosto solo dall’ oscurità. -Dire di fare l’ amore è come dire di fare sesso- rispose allo sguardo confuso della sorella, illuminato dalla Luna.
-I bambini si formano così, per caso?-. Trunks decise di essere semplice e diretto. - Il corpo della donna produce una cosa chiamata ovulo mentre quella prodotta dal corpo dell’ uomo si chiama spermatozoo… se un uomo e una donna fanno l’ amore, l’ uomo riversa nel corpo della donna una sostanza chiamata sperma, che contiene gli spermatozoi e se uno spermatozoo riesce a raggiungere e fecondare un ovulo allora si concepisce un bambino- disse il ragazzo dai capelli lilla, soddisfatto della propria spiegazione.
-E come fa l’ uomo a riversare lo sperma nella donna?-.
-Ecco… non lo so! Questo devi chiederlo a mamma o a papà-. Trunks aveva deciso di evitare quella parte del discorso, la più imbarazzante, e passare il testimone ai genitori per schivarsela.
-Ma non posso svegliarli adesso!... sai benissimo che per papà il sonno è sacro-.
-Allora aspetta fino a domattina-.
-Non posso, Trunks… non riesco a dormire-.
-Allora svegliali-.
-Non posso fare nemmeno questo-.
-Che noia, Bra… tira una moneta e vedi cosa esce-.
-Non ho una moneta-. Il giovane Saiyan afferrò una moneta dal portafogli, poggiato su comodino e la porse alla sorella. -Testa li svegli, croce lasci perdere, ok?-. La piccola afferrò la moneta, la appoggiò sull’ unghia del pollice, la lanciò facendole fare un paio di risvolti e quando ricadde batté il palmo su cui si era posata la moneta contro il dorso della mano opposta. -Accidenti… testa… papà si arrabbierà moltissimo-.
-Non puoi tirarti indietro… hai detto che saresti andata fino in fondo, ricordi?-.
-Sì, però…-.
-Niente però… forza, sbrigati… fuori il dente, fuori il dolore-.
-Bel fratello che sei… grazie dell’ aiuto, fratellone- disse la piccola dai capelli azzurri sorridendo sarcasticamente al fratello venticinquenne. Se ne uscì indignata dalla camera di Trunks e fece per dirigersi in quella dei genitori. “Qui ci vuole un piano, potrei non uscirne viva” pensò esitando davanti alla porta. Nel frattempo il primogenito della famiglia Brief aveva tirato un sospiro di sollievo ed era tornato nel suo letto, sorridendo mentre pensava a quanto lui e la sorella si assomigliassero. Mai aveva pensato di dover affrontare quell’ argomento con la sorella. Non era compito del fratello far luce su quello che i bambini definivano ‘uno dei grandi misteri della vita’, spettava ai genitori risolvere il mistero al posto suo. Ma se pur la trovasse una rompiscatole, Trunks sapeva benissimo che non era in grado di negare qualcosa alla sorellina.
Bra si diresse verso il letto, sul lato in cui dormiva la madre Bulma. -Mamma?... mamma?-. La scienziata si svegliò -Bra… mi hai spaventata- la luce del comodino si accese.
-Non riesco a dormire-.
-Cos’ hai, tesoro?-.
-Devo farti una domanda… l’ ho fatta a Trunks ma mi ha detto che dovevo farla a te o a papà-.
-Allora è meglio che la fai a me… ti ascolto- disse la madre strofinandosi gli occhi.
-Voglio… voglio sapere come nascono i bambini… e voglio andare fino in fondo-. Bulma rimase sorpresa dalla richiesta della figlia e poi decise che la cosa migliore da fare era una sola: svegliare il principe.
-Vegeta?... Vegeta?... dai, svegliati- disse scuotendolo.
-Lasciami dormire, donna- rispose il Saiyan con la gentilezza che lo caratterizzava.
-Svegliati- la donna cominciò a scuoterlo con più decisione.
-Donna, ti ho detto di lasciarmi in…- si fermò immediatamente quando vide la figlia e il tono della voce scese di un decibel dopo l’ altro -Bra, ma non dormi ancora?-.
-Non riesco a dormire-. Bulma sussurrò qualcosa all’ orecchio di Vegeta e lo sguardo del principe mutò in preoccupazione mista a sconvolgimento. -Beh, fallo tu… dopotutto sei tu che hai fatto la maggior parte del lavoro- disse sbrigativo, in un modo che ricordava molto quello in cui il figlio aveva inizialmente liquidato la questione.
-E’ una cosa in cui centri anche tu… non te la caverai-. La preoccupazione di Vegeta si tramutò in terrore, il momento che aveva tanto temuto e sperato non dovesse mai arrivare, invece era giunto e per la prima volta in vita propria, il principe dei Saiyan, aveva paura. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di uscire da quella situazione, si sarebbe fatto uccidere da Freezer di nuovo, si sarebbe sacrificato contro Majin Bu un’ altra volta… tutto pur di uscire da quella situazione. Spiegare alla figlia l’ argomento ‘bambini’ non rientrava certo tra le cose che un guerriero come lui doveva fare, non voleva e non era in grado di farlo. Parlarne  avrebbe significato alludere ad un certo rapporto di un certo e preciso tipo tra lui e la moglie, cose che dovevano rimanere tra di loro. Il principe teneva moltissimo alla sua intimità e quello che faceva con la moglie tra le lenzuola doveva appunto rimanere tra lui e sua moglie, non avrebbe dovuto parlarne con nessuno, nemmeno se quel nessuno fosse tata sua figlia. Le bambine solitamente si rivolgevano alle madri per trattare la questione, proprio perché erano entrambi femmine ma Bulma aveva voluto tirare in mezzo anche lui. Aveva già dovuto affrontare l’ argomento una volta con il figlio e se pur in maniera nemmeno minimamente approfondita, era stata un’ esperienza che si era promesso di non ripetere mai più. Troppo imbarazzante la conversazione e lui troppo orgoglioso. Ma ora la storia si ripeteva e Vegeta si trovava nuovamente immischiato.
-Devo andare in bagno- disse scendendo dal letto. Chiuse la porta del bagno e si precipitò alla finestra, imprecò quando incappò in una difficolta che lo rallentò. La sua pazienza era troppo poca per  fermarsi ad armeggiare con la catenella che faceva salire le tende della finestra. La pazienza era arrivata al limite costringendolo a trasformarsi in super Saiyan prima di strappare la tenda. Appoggiò un piede sul davanzale della finestra ma una voce lo bloccò prima che potesse uscire nella notte -Dove credi di andare?-. Si girò lentamente -Al bagno- rispose freddo.
-E il gabinetto si trova in giardino?... perché se non sbaglio è lì che stavi per andare, vero Vegeta?... o magari volevi farla a sbalzo della finestra?-.
-Voglio farla in giardino, prendo una pala e la sotterro, sei contenta?- disse esasperato e profondamente irritato.
-Se pensi davvero che creda a questa patetica scusa, ti sbagli-.
- Terrestre, io non devo rendere conto a te di quello che voglio fare o dove voglio farlo… il principe dei Saiyan non prende ordini da nessuno!- sbottò.
-Calmati e ritrasformati… poi torna in camera- disse Bulma dirigendosi alla porta, dove la figlia la stava aspettando. La vena che aveva cominciato a pulsare sulla fronte del bel Saiyan smise permettendogli di ritrasformarsi. Ancora una volta si trovava a dare retta a quella terrestre furba e bellissima che aveva sposato. Un duro colpo per il suo orgoglio. Strinse i pugni e tornò in camera con una faccia scura e imbronciata sedendosi sul letto con le braccia incrociate al petto. -Allora, me lo dite?- chiese la figlioletta, sempre più impaziente.
-Da dove cominciamo…- disse Bulma guardando Vegeta.
-Comincia dal principio, mamma- la incoraggiò la ragazzina.
-Sì, certo… allora… quando una mamma e un papà si amano tanto…-.
-Lo so, fanno l’ amore e può capitare che dalla loro unione venga concepito un bambino… me lo ha già detto Trunks-.
-E allora perché sei venuta a chiederci come funziona?- chiese Bulma, armandosi di tutta la pazienza di cui disponeva. Vegeta rimaneva in silenzio.
-Trunks ha parlato di spermatozoi, ovuli e sperma…- la scienziata e il principe si rivolsero uno sguardo d’ intesa, cercando ognuno aiuto nel compagno mentre entrambi arrossivano sempre più lasciandosi sfuggire un colpo di tosse o di gola. -Quello che voglio sapere è come fa l’ uomo a riversare lo sperma nella donna-.
Silenzio totale. Imbarazzo puro. Se ci fosse stata la più piccola possibilità di uscire da quella situazione, entrambi la avrebbero afferrata al volo. “Vorrei sprofondare” pensarono Bulma e Vegeta “… o venire risucchiato”.
-Allora?... non me lo dite?- insistette la piccola Bra.
-Io… te lo dice papà… qui è la parte in cui lui è più esperto di me-.
-Cosa?! Non esiste! Io… io non aprirò bocca, hai cominciato tu e ora finisci, Bulma!- sbraitò fiondandosi alla porta e la moglie lo bloccò sfiorandogli il polso, in un gesto che suscitò idee e istinti poco carini e molto primordiali in Vegeta.
-Se mi aiuti ti prometto che avrai una ricompensa- sussurrò con voce suadente l’ azzurra all’ orecchio del morettone, per non farsi udire dalla figlia. Vegeta la guardò con la luce del desiderio e della bramosia negli occhi e si lasciò guidare di nuovo sul letto quando Bulma lo prese per mano.
-Allora, Trunks mi ha detto tutto ma quando gli ho fatto quella domanda ha detto che dovevo chiedere a voi- disse Bra, che si era riconquistata la piena attenzione dei genitori. -Che state combinando?- chiese Trunks entrando nella camera dei genitori. Si sedette in terra prendendo la sorella sulle gambe. -Ho fatto la domanda a mamma e papà-.
-Oh… capisco-.
-Sei venuto a goderti la scena, traditore?- disse Vegeta con tono accusatore rivolgendosi al figlio. Trunks non lo ascoltò.
-Beh, allora… gli uomini hanno il pene e le donne hanno la vagina… per concepire un bambino bisogna che uomo e donna si uniscano e questo avviene attraverso…- riprese Bulma, misurando tono e parole. Guardò il marito per passargli il testimone. Il Saiyan capì che la moglie non gli avrebbe mai dato la ‘ricompensa’ se si fosse sottratto a uno di quelli che Bulma definiva ‘doveri paterni’ e lui era troppo lussurioso, troppo bramoso, troppo avaro, troppo bastardo, troppo carnale per poter rinunciare ad una simile promessa quando il premio per tanto coraggio era… quello.
-Eh…- cercò le parole migliori per non essere troppo brusco, non voleva sconvolgere la sua principessina -l’ uomo deve penetrare la donna- cercare le parole giuste non era servito a niente visto che era andato diretto fino in fondo.
-Volete dire che l’ uomo deve infilare… e la donna… quindi voi due… io e Trunks siamo nati… che schifo!!!-. Trunks rideva tra sé e sé, Bulma era arrossita violentemente, Vegeta era tanto imbarazzato  e nervoso da implorare di morire e Bra era disgustata, sconvolta, senza parole, tutte queste emozioni avevano formato sul dolce viso della piccola Saiyan un’ espressione stralunata con lo sguardo vitreo. -Bra?... Bra?... io te lo avevo detto- disse Trunks accarezzandole il braccio ma la piccola non reagì. -Io… vado a dormire-. Si alzò e sparì in camera sua per rifugiarsi sotto le coperte calde del suo lettino, una fortezza che la proteggeva da tutto e tutti. -Vado a vedere- disse Trunks andandole dietro. -Ora non ci parlerà più… è tutta colpa tua, Vegeta, tua e della tua dolcezza pari a quella di un orso!- lo accusò Bulma.
-Mia?!... mia?!... ti ricordo che sei tu che mi hai tirato in mezzo, la colpa è tua, donna!- rispose il Saiyan di rigetto, con un tono di voce decisamente alto e aggressivo.
-Se tu non fossi così rude e brusco ora nostra figlia non sarebbe sconvolta!-.
-Non osare scaricare la colpa su di me… non ti permetto di trattarmi in questo modo, non cercare di incolpare me per una cosa che tu hai combinato!!!-.
-Smettila di urlare!- strillò Bulma.
-Smettila tu, sei isterica!- urlò Vegeta di rimando.
-E tu sei uno scimmione!!!-.
-Insopportabile terrestre!!!-.
-Rozzo Saiyan!!!-.
-Taci!!!-.
-Parli proprio tu che sei così noioso!!!... mangiare e allenarsi, allenarsi e mangiare! Stupido Saiyan!!!-.
-Stupida terrestre!!!-.
-Bene!-.
-Benissimo!-. Ognuno si sdraiò sul proprio lato del letto dando la schiena all’ altro. La coperta si ritrovò vittima degli strattoni provenienti da Bulma e della presa ferrea di Vegeta. Entrambi non volevano rinunciarvi, non che ne avessero bisogno ma non volevano cedere all’ altro la soddisfazione di tenerla tutta per sé. Bulma smise di strattonare e Vegeta ne approfittò per tirare la coperta tutta dalla sua parte, la avvolse formando in maniera grossolana una palla, si alzò dal letto con la velocità dei Saiyan e sorridendo alla moglie in maniera provocatoria, lasciò cadere la coperta dalla finestra, facendola finire in giardino. Bulma si alzò e prese un’ altra coperta dall’ armadio avvolgendovisi come se fosse un bruco nel suo bozzolo e con passi piccoli e veloci tornò a sdraiarsi a letto lanciandosi sul materasso scuotendolo tutto. Vegeta si sdraiò a petto in giù, si trasformò e si allargò poggiando un braccio sul seno dalla moglie, che per non mostrarsi accigliata e cadere nel suo tranello, rimase zitta limitandosi a muoversi ogni tanto. Il caldo all’ interno della coperta era infernale e l’ aura dorata di Vegeta produceva un calore soffocante.
Erano passate ore e il Saiyan si era addormentato da un pezzo visto il modo in cui russava mentre la donna non riusciva a chiudere occhio per il caldo. Bulma si sottrasse dalla presa e si liberò della coperta gettandola via. Vegeta si era ritrasformato e aveva cambiato posizione. “Se non fossi così stupido e cocciuto avresti avuto quello che ti avevo promesso”. La rabbia che cominciava a sbollirsi, ma che ancora provava, non aveva intaccato la visione celestiale del marito seminudo con indosso solo una paio di boxers. In quello Trunks aveva preso da lui, così come in molte altre cose. Il corpo muscoloso, liscio e perfetto disteso sulle lenzuola, il viso rilassato e tranquillo. Rimase a fissare il suo Saiyan dormiente per un po’, beandosi di quella visione. Un’ idea si insinuò nella mente geniale della scienziata. Tentare, provocare, soggiogare, mettere alla prova, ingannare ed eccitare Vegeta erano tutte cose che la avevano sempre divertita e appagata. Era proprio così che la loro vita insieme era iniziata. Si diresse al bagno del piano inferiore per non fare rumore e mettere in atto il proprio piano.
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Trunks raggiunse la sorellina nella sua camera. Aprendo la porta la trovò seduta sul letto con le gambe strette al petto e la coperta sulla testa che le scendeva lungo la schiena e finiva sul letto. -Che stai facendo?- chiese sorridendo, divertito per il comportamento di Bra.
-Niente-.
-Perché hai la coperta sulla testa?... mi sembri una suora- la prese in giro.
-Non c’è da ridere, Trunks- tagliò corto la piccola Saiyan.
-Se ti vedessi rideresti anche tu- si sedette sul letto accanto alla sorella. -Mi vuoi dire cos’ hai?- le diede una leggera gomitata per smuoverla.
-No-.
-Ok… allora me ne vado?-.
-No-.
-E cosa ci faccio qui se tu non dici nulla?-.
-Mi fai compagnia-.
-Bra, devi dormire… domani devi andare a scuola-.
-Non voglio andare a scuola-.
-Non ti conviene farti sentire da papà… e nemmeno dalla mamma-.
-Loro si sentono… senti come urlano-.
-Domani avranno già fatto pace.. dai, mettiti a dormire-.
-Non riesco a dormire-.
-Il tuo dubbio lo hai chiarito, no?… ora dovresti dormire-.
-Non ci riesco-.
-Vuoi dirmi che hai fatto tutto questo trambusto per niente? Ne hai fatto una questione di stato e non è servito a niente?!-.
-Sì… non è servito a niente-.
-Mi dici cos’ hai?- il Saiyan le tolse la coperta dalla testa.
-Schifo… è questo che provo… come è possibile che mamma e papà abbiano fatto una cosa simile per concepirci?-.
-Se vorrai avere dei figli dovrai farlo anche tu-.
-Io non avrò mai figli… e non farò di certo quelle cose-.
-Dici così adesso ma vedrai tra qualche anno-.
-Cosa intendi dire?- disse la piccola riducendo gli occhi a due fessure -… lo hai provato?-.
-Ma cosa dici, Bra!!!-.
-Trunks, tu lo hai provato?-.
-No… e anche se lo avessi provato di certo non lo direi a te, piccola rompiscatole-.
-Allora vado a dirlo a papà-.
-No, ti prego!... e va bene… ma acqua in bocca-.
-E non hai avuto figli?-.
-Ufff… ci sono delle… precauzioni che puoi prendere per non aver figli se non ne vuoi-.
-Precauzioni?-.
-Per ora ti basta sapere questo, sei ancora troppo piccola… ogni cosa a suo tempo-.
-Quanti anni avevi?-.
-Non te lo dico… sono cose mie-.
-Dai… io ti dico tutto-.
-Diciassette-.
-Diciassette anni?... papà sarà contento di saperlo- Bra si alzò dal letto ma Trunks la fermò sollevandola da terra tappandole la bocca con una mano. -Non dire stupidaggini… non puoi andare a dirglielo-. Lasciò andare la sorella sul letto. -Hai venticinque anni, puoi fare quello che vuoi-.
-Ma papà… lo sai come è fatto-. Silenzio. Se non altro Bra sembrava essersi dimenticata del discorso con i genitori. -E adesso dormi-.
-Non voglio dormire sola… voglio che tu dorma con me come quando ero piccola-.
-Non sei un po’ cresciuta per queste cose?... e poi non ci staremo mai in due nel tuo letto-.
-Allora andiamo nel tuo-.
-Ufff… e va bene-. Bra saltò in groppa al fratello e entrambi andarono nella camera del ragazzo. Si sdraiarono a letto e Bra si avvinghiò contro Trunks. -Sei comoda?-. -Sì-.
-Allora buona notte-.
-… Trunks?-.
-Cosa?-.
-Ho freddo-.
-Prendi la coperta-.
-L’ ho già presa ma ho ancora freddo-. Il giovane non perse tempo e si trasformò illuminando la stanza con la sua aura dorata. -Ora va meglio?-.
-Sì-.
-Ora dormi, Bra-.
-Trunks?-.
-Che c’è, Bra?-.
-Grazie-. Il Saiyan si sentì felice per la parola della piccola Bra, sei lettere che da sole non significavano niente ma se messe insieme racchiudevano un profondo significato. Gratitudine e affetto. Era una piccola rompiscatole ma Trunks non era mai in grado di dire no alla sorellina. Lei gli faceva gli occhi dolci e bingo… lui cadeva nella trappola. Dire di no a quel visino dolce, ignorare quegli occhi blu come il mare e non ascoltare le parole che uscivano da quella bocca a cuore sarebbe stato peccato e anche armandosi di tutta la fermezza del mondo sarebbe stato impossibile negare qualcosa a quella bambina. E questo Bra lo sapeva bene. I maschi di casa Brief erano ai suoi piedi, pesino il principe dei Saiyan, così testardo, orgoglioso e burbero non era in grado di opporsi alla figlia. Lei era la sua principessina. Quella freddezza che Bulma aveva impiegato anni a sciogliere, e non ci era ancora riuscita e probabilmente mai avrebbe potuto, la piccola Bra la aveva smossa in pochissimo tempo. Il primo sguardo a quella bambina appena nata lo aveva scaldato dentro, aveva scosso quel muscolo che sembrava sepolto sotto una valanga di neve. Anche se Vegeta non era il padre più affettuoso del mondo i suoi figli sapevano che lui voleva loro bene. Non era il padre che dava il bacio della buonanotte o quello che accompagnava i figli al negozio di giocattoli ma sapevano che lui teneva a loro. Moltissimo. Trunks ne aveva avuto la prova l’ istante prima che suo padre si sacrificasse contro Majin Bu, quel mostro rosa tanto stupido quanto potente. Aveva dato la sua vita per proteggere quella del figlio e della moglie. Anche se Bra allora non era ancora nata, suo padre le dimostrava di volerle bene. A modo suo ma lo dimostrava. Sotto quella corazza resistente come il ferro e fredda come il ghiaccio batteva un cuore che ogni tanto emanava calore.
Trunks sentì che Bra aveva allentato la presa sul suo corpo e capì che si era addormentata. Le scostò una ciocca di capelli dal viso e chiuse gli occhi nella speranza di raggiungere presto la sorella nel regno dei sogni.
 

 
 
Ecco qui… spero di non essere risultata OOC, ho sempre paura di andare fuori personaggio.
Spero che abbiate trovato il primo capitolo divertente, strappare un sorriso era quello in cui volevo riuscire.
Se vi è piaciuto spero che seguirete anche il secondo… se c’è una cosa che Bulma Brief non fa e farla passare liscia al marito.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione e se vi va rispondete a queste domande: “Come vi hanno risposto i vostri genitori quando avete fatto loro la stessa domanda che Bra ha fatto prima a Trunks e successivamente a Bulma e Vegeta? Vi anno anche loro dato la versione della cicogna come alla piccola Bra?  Vi piacerebbe che inserissi dei momenti erotici più avanti?”. Il componimento del secondo capitolo dipenderà anche dalle risposte a quest’ ultima domanda e se riceverò la maggioranza delle risposte positive cambierò il rating portandolo a giallo o arancione.
A presto :)
 
Ila
 

  

  
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