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Autore: PattyOnTheRollercoaster    22/04/2012    1 recensioni
In fin dei conti, si diceva sempre Elizabeth, lei e Ciel si conoscevano da tanto tempo. Erano cresciuti assieme, le loro famiglie erano vicine, e lei era sempre stata destinata a diventare sua moglie. Vedeva la cosa con particolare positività: lei voleva molto bene a Ciel e l’idea di diventare un giorno la signora Phantomhive poteva solo riempirla di gioia. Non sussistevano proprio problemi di alcun tipo, almeno fino a che Elizabeth non conobbe quel ragazzo misterioso, bello e terribile come un demonio, che le fece considerare un nuovo modo di vedere le cose. [...]
La osservò e poi fece una smorfia. «Non dovrebbe privare agli uomini un tale piacere qual è baciare la sua pelle.» Così dicendo le tolse fulmineo il guanto e la ribaciò sulla pelle nuda del dorso della mano. «Piacere di conoscerla, il mio nome è Alois Trancy.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Domenica 23 Marzo, nel mattino
Fino all’altro ieri





   Ciel era stato invitato alla magione del marchese Middleford con innaturale formalità. Lizzy lo informava che si sarebbero visti quel giorno e lei avrebbe detto a Ciel e Alois quale scelta aveva fatto. Non c’era scritto niente altro nella lettera, solo parole controllate e cortesi, ma la carta e l’inchiostro stesso traboccavano di freddezza e biasimo. Nel leggerla, a Ciel tornò in mente il volto di Lizzy del giorno prima. Il ragazzo mise la lettera da parte e ficcò le mani nei capelli, frustrato. Non sapeva cosa fare, non poteva rimediare ad anni di affetto ben celato dietro una maschera di freddezza in una sola giornata. Lizzy non gli avrebbe mai creduto, avrebbe pensato che lo faceva solo perché lei non si sposasse con Alois. Le donne ragionano come – no, le donne non ragionano, si disse il ragazzo amaramente. Lungi da fargli comprendere meglio l’universo femminile, quel pensiero lo gettò ancora di più nel panico. Cosa faccio?
   Ciel si alzò di scatto e cominciò a vagare lungo i corridoi, sperando di trovare presto chi stava cercando. Per fortuna lei era lì, a sua completa disposizione. «Meirin!» Il ragazzo scese le scale che la domestica stava lucidando e si fermò qualche gradino sopra di lei.
   «Padron Ciel, ha bisogno di qualcosa?» La donna sistemò gli occhiali sul viso e attese.
  «Ho bisogno di un consiglio. Tu… tu sei una ragazza…», cominciò Ciel con evidente imbarazzo, «se per caso volessi una… dimostrazione d’affetto, come dovrebbe essere?»
   Meirin s’illuminò e giunse le mani. «E’ per la signorina Elizabeth? Oh, Sebastian ci ha raccontato tutto del vostro litigio di ieri. E’ così romantico che lei ora la voglia riconquistare!» Ciel desiderava uccidere Sebastian in quel momento, ma non poteva perdere altro tempo. «Be’, credo che lei debba interessarsi veramente a quel che fa la signorina Lizzy, la sua routine e ciò che le piace. Dovete farle capire che in tutti questi anni lei è sempre stata molto importante per voi, e il primo modo per riuscirci è dimostrandole interesse, facendole capire che voi la conoscete.»
   «Sì, fin qui ci ero arrivato. Ma come?», sbottò Ciel esasperato.
  Meirin abbassò gli occhi, corrucciata. «Non lo so…» Poi s’illuminò. «Ho trovato! Dovreste portarla a vedere uno spettacolo di paura!»
   Ciel, interdetto, sospirò rassegnato. «Va bene, grazie per il consiglio Meirin.» Così dicendo scese la scale e fece un segno di saluto.
  «Buona fortuna!», esclamò la domestica allegra. Non appena il padroncino ebbe voltato l’angolo riprese il lucido e ricominciò a strofinare con rinnovata energia.
   Ciel decise che Meirin non era la persona più adatta a cui chiedere consiglio. In fondo aveva un debole per le storie horror, e per di più era un cecchino esperto, come aveva potuto pensare che fosse una donna romantica? No, sarebbe stato meglio chiedere a qualcuno con più esperienza, qualcuno che se ne intendeva di queste cose, qualcuno di equilibrato. «Tanaka, potrei farti una domanda?»
   Il maggiordomo, che si stava rilassando bevendo una tazza di tè in ginocchio sul retro della magione, lo guardò sorridendo. Ciel lo prese come un invito a parlare.
   «Se dovessi riconquistare Lizzy – non che io abbia bisogno di farlo, intendiamoci – come potrei fare?»
 Tanaka rimase a fissare Ciel con lo stesso sguardo allegro. Poggiò la tazza di tè a terra e si alzò. Il ragazzo, pensando che promettesse bene, si preparò ad una rivelazione cardine della sua esistenza. Magari Tanaka, con tutti gli anni che aveva, era riuscito a decifrare l’universo femminile meglio di lui. Il maggiordomo alzò lo sguardo su Ciel…
   «Oh! Oh! Oh!»
  Ciel in cuor suo non si aspettava molto altro, per questo interpretò quel suggerimento nell’unico modo in cui poteva fare. «Capisco: devo essere allegro con lei e… e farla ridere. Grazie mille Tanaka, mi sei stato di grande aiuto.» Il ragazzo si dileguò, assimilando le informazioni che fino ad ora aveva appreso. Ragionò sul fatto che comunque non bastava quello per riconquistare Lizzy in un solo pomeriggio, per cui forse poteva chiedere aiuto anche a qualcun altro. Non che Tanaka fosse tanto male, ma ci voleva qualcuno più al passo con i tempi, qualcuno di moderno! Così Ciel decise di andare in cucina a cercare Bard.
  «Bard, posso chiederti un consiglio?», cominciò il ragazzo titubante, di fronte al cuoco e a Finny, che stavano nelle cucine a giocare a carte.
   L’uomo ghignò e la sua sigaretta si storse in una strana angolazione. «Riguarda la signorina Lizzy?»
   «Sì», disse Ciel rassegnato prendendo una sedia e accomodandosi al tavolo degli altri due.
   Bard sghignazzò. «Be’, è molto semplice. Le dica che lei è la più bella ragazza del mondo, le porti delle rose, dei cioccolatini, magari un gioiello costoso e poi è fatta.»
  Finnian lo guardava con tanto d’occhi, mentre Ciel si chiese se quella tattica, che pareva tanto semplice quanto scontata, fosse davvero la soluzione a tutti i suoi problemi. «Non dire sciocchezze!», lo apostrofò Finn, negli occhi un’aria combattiva.
   «Oh già, hai ragione!» Bard assunse un’aria solenne. «Devi essere anche distaccato ogni tanto: quando le donne si sentono un po’ ignorate ti desiderano di più.»
  «Davvero?», domandò Ciel. Ma non è possibile, è praticamente quel che ho fatto io fino ad ora, e non mi pare che abbia funzionato.
   «Non dire sciocchezze!», ripeté Finny. «Le ragazze vogliono che il loro uomo sia romantico, che si dimostri forte per proteggerle e che non le facciano mai soffrire», decretò il ragazzo.
   «Che parole da damerino sono queste? Parli come quell’orribile conte biondo!»
   «E’ la verità, nessuna ragazza si farebbe mai trattare come hai detto tu!»
   «La mia tecnica è scientificamente provata, da me ovviamente, e per quanto mi riguarda ha sempre funzionato alla grande.»
   Ciel, pensando che si prospettava un discussione lunga, si alzò e uscì senza che i due nemmeno se ne rendessero conto. Appena fuori dalle cucine si diresse verso il giardino, ripassando ciò che aveva appreso. Bene, abbiamo detto: farla ridere, proteggerla, farle dei regali costosi, uno spettacolo di paura – no, no, quello no. Com’era? Ah sì, interessarsi a ciò che fa. Poi, vediamo… Ciel, immerso nelle sue elucubrazioni, si spaventò a morte quando un serpente lungo almeno novanta centimetri gli soffiò addosso il suo verso sibilante perché l’aveva quasi calpestato con il tacco della scarpa. Il ragazzo alzò gli occhi e vide Snake, inginocchiato a terra, allungare un braccio e ritirarlo una volta che il serpente vi si fu arrotolato addosso. Senza espressione l’addestratore guardò Ciel. «Scusa, dice Oscar.»
   «Non importa.» Ciel fece per avviarsi, ma il ragazzo lo fermò.
  «Ho saputo del vostro problema con la signorina Lizzy, dice Wordsworth.» Il ragazzo si volse, stupefatto. In quella casa tutti si facevano gli affari suoi! Anche i serpenti di Snake, il che dava da pensare sulla sua vita privata. «Io credo che lei dovrebbe essere sincero e dirle ciò che prova, senza nascondersi dietro a nulla… dice Wilde.»
   Ciel, gli occhi spalancati di stupore, guardò il ragazzo dalla pelle scarna e secca stupefatto. «G-grazie», balbettò soltanto.
   «Si figuri, dice Wilde.»
  Ciel sbatté le palpebre e fuggì fuori dalla magione, il più lontano possibile da tutte quelle persone che lo confondevano e gli dicevano come era meglio che si comportasse. Dire a Lizzy ciò che provava senza nascondersi dietro a nulla? Chissà cosa non sarebbe uscito da quella sua boccaccia! Forse era meglio non rischiare tanto, avrebbe lasciato quel consiglio come ultima possibilità.
«Sebastian!»
   «Mio signore?»
  Ciel sobbalzò, trovandosi il maggiordomo affianco in meno di un secondo. Diavolo di maggiordomo! Il ragazzo si schiarì la gola e ordinò: «Voglio che tu vada in città a comprare un mazzo di rose fresche, una scatola dei cioccolatini più pregiati e un anello dello stesso colore del mio, ma più… femminile. Il più in fretta possibile.»
   «Sì, mio signore.» L’uomo si avviò lungo le scale che portavano al giardino e poi al cancello, ma ad un tratto si fermò.
   «C’è qualcosa che non ti è chiaro?», domandò freddo Ciel.
   «Per caso questi doni sono per la signorina Lizzy?» Il ragazzo non profferì parola, e questo fu una chiara risposta alla domanda di Sebastian. «Me lo chiedevo solo per curiosità. Dev’essere di umore molto generoso, altrimenti non mi spiego perché mai abbia deciso di fare tutti questi regali a Miss Elizabeth. Di sicuro non sarà perché ha timore che lei scelga un altro, o sbaglio? Dopotutto lei la ama, mio signore, incondizionatamente.» Il demone sorrise sadico. «O almeno, così era fino all’altro ieri. Se perdesse… ma non succederà, non è vero?» L’uomo partì alla volta della città, di corsa, e Ciel digrignò i denti.

   «Elizabeth oggi ti trovo splendida.» Alois Trancy fece un sorrisino di circostanza, si chinò e baciò la mano a Lizzy.
  La ragazza si ritrasse, imbarazzata. Chissà se Alois si sarebbe comportato allo stesso modo anche da sposati? «Neanche voi sfigurate.» Tuttavia non poteva vedere in lui la stessa bellezza degli occhi di Ciel, del suo volto, del suo fisico, del suo modo di comportarsi intrigante. Ai suoi occhi Alois era una persona dal carattere molto semplice. «Desiderate fare colazione?»
   «Ma certo, basta che la facciamo insieme.» Alois sorrise e seguì Elizabeth nella sala da pranzo. Quando furono seduti e il tè venne servito in graziose tazze decorate a mano, Alois, con mossa premeditata e occhi dolci, posò una mano su quella della ragazza. «Lizzy, ho pensato molto a questa situazione», cominciò il ragazzo con voce greve, «E non posso fare a meno di notare la tua tristezza in questi giorni. So bene che il conte Phantomhive ha molte più possibilità di me di avervi per moglie, voi due vi conoscete da molto, avete avuto modo di apprezzarvi reciprocamente. Io sono nuovo qui, invece, ma desidero che voi sappiate che, qualunque sarà la vostra scelta, in me potrete sempre trovare qualcuno che vi conforti. Dimmi Elizabeth, cos’è che ti turba tanto?»
   La ragazza, stupita, fece scivolare via la mano da quella del conte Trancy e sorseggiò il suo tè prima di rispondere. «E’ lodevole da parte vostra, che vi siate accorto che ero di pessimo umore. In realtà non ho ancora scelto nessuno dei due, perché è come ha detto lei, conte: Ciel è mio amico sin dall’infanzia, ma non si è mai interessato al nostro matrimonio più di tanto, invece lei signor conte è molto preso, ma la conosco da poco.»
   «So di non averle dato molte ore per riflettere, e mi dispiace. Forse sono stato troppo impulsivo. Allora mi dia lei del tempo. Mi permetta di farle conoscere ogni aspetto del mio carattere, così che possiate scegliere l’uomo che più vi aggrada, ma vi prego di non farvi accecare dalla quotidianità.» Elizabeth lo guardò interrogativa. «Voi siete abituata a ricevere pallide attenzioni, ma non è così che va trattata una dama come voi. Se Ciel non riesce a capirlo allora non è degno del vostro amore né del vostro rispetto. Nel matrimonio un uomo e una donna non dovrebbero essere uniti solo dall’amicizia, ma da qualcosa di più. E io provo qualcosa di più per lei, miss Elizabeth.»
   Lizzy sorrise, imbarazzata e rincuorata al tempo stesso. Ad ogni parola quel conte Trancy guadagnava qualche battito di cuore in più da parte sua. «La ringrazio, lei dev’essere una persona molto saggia. Prima di pranzo le andrebbe di andare a fare una cavalcata? Abbiamo i purosangue migliori qui alla magione. Ha delle vesti per andare a cavallo?»
   «E’ possibile che Claude le abbia portate.»
   «Allora la aspetto alle scuderia fra un’ora.» Così dicendo Elizabeth si alzò e Paula la seguì a distanza di qualche metro.
  «Claude.» Dopo qualche attimo il nero maggiordomo aprì la porta d’ingresso ed entrò. Alois pareva arrabbiato. «Perché ci metti sempre così tanto?»
   «Mi perdoni, stavo tirando fuori dall’armadio la vostra divisa per fare equitazione. Anche se voi non siete mai andato a cavallo.»
  Alois fece un verso di disapprovazione. «La principessina è molto lenta a prepararsi, mi ha dato un’ora di tempo. Accidenti, che noia. Preparami un bagno caldo, subito.»
   «Sì, vostra altezza.»




















Ciao a tutti! =)
Allora, proprio perché non è una Seb/Ciel, che sono quelle più apprezzate nel fandom, sono contenta che la storia abbia qualche seguace. Lizzy Power! Mwahahah!
Okay, a parte questo: mi piace questo capitolo perché ci sono tutti i servitori di Ciel e ognuno gli dà un consiglio diverso! Siccome comunque adoro Snake ho fatto sì che il più saggio fosse lui ^^ E ovviamente non sia mai che Sebastian si dimostra carino con Ciel, per cui lui si è ancora impegnato tantissimo per fargli venire dubbi su Lizzy xD
Se volete leggere lo spoiler dell'ultimo capitolo cliccate qui, a Domenica prossima per vedere chi sceglierà Elizabeth: Ciel che la ama davvero ma non l'ha mai dato a vedere o Alois, che la vuole solo per un capriccio ma è molto convincente? Hmmm....
Patrizia
   
 
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