Caro Jack, 
sono trascorsi esattamente 84 anni dall'ultima volta che ho intrecciato le mie dita con le tue. 
Ho mantenuto la mia promessa: sono andata avanti. 
Ma senza te è stata terribilmente dura. 
Ho affrontato una tra le mie paure più grandi: il volo. Ed ho anche imparato a cavalcare come un maschio, proprio come tu mi avevi detto. 
Ora la mia mano è lenta, quasi trema non appena impugno una penna. Il tempo è passato, almeno per me. 
Ora ho una bellissima nipote, ed avevo anche un marito ed una figlia. Lei attualmente è a l'estero per lavoro, e mio marito...se n'è andato anche lui. 
Sembra che tutte le persone che mi amano se ne vanno prima o poi, ed io rimango lì, sola. 
L'altro giorno al telegiornale davano una notizia sul Titanic: uno studioso era riuscito ad entrare nella mia cabina, e trovare la cassaforte per cercare il “Cuore dell'Oceano”. 
L'ho chiamato, aveva trovato il tuo album dei disegni. Non avevo mai parlato a nessuno di te, nemmeno a mia nipote, ne a mio marito. 
No, non mi sono vergognata di te, dato che hai reso la mia vita migliore. Mi hai salvata in tutti i modi in cui potevo essere salvata. 
Sono cambiata, ed ho mantenuto la tua promessa. Forse avevo solo paura che gli altri mi credessero pazza quando gli avrei raccontato di te, ma torniamo a noi. 
Inizialmente non mi credeva, e come poteva? Mi guardavano con fare increduli, e come biasimarli? Mi hanno condotto in una sala, credo fosse destinata allo studio della nave. Vi erano delle inquadrature della nave. Vedessi come si era ridotta...il tempo aveva avutto effetti terribili anche su di lei. Sul pavimento vi era la sabbia che sommergeva oggetti caduti quando la nave si era ribaltata, inoltre si vedevano alcuni corpi congelati delle persone che non erano riuscite ad uscire. 
Mi sono venuti i brividi lungo la schiena. Come ti ho già detto, avevano frugato nella mia stanza con le loro macchine innovative, e avevano recuperato il mio specchio...il pettine che usai per sciogliermi i capelli prima del ritratto...ed altri utensili. 
Poi ho iniziato il racconto, ti ho rivisto esattamente com'eri: alto, slanciato, con un fisico mozzafiato , gli occhi azzurri come l'oceano che il Titanic attraversava, ed i capelli erano biondi...il colore assomigliava a quello del Sole. Potevi essere un principe, come nelle fiabe, ed io ero la principessa da salvare. Beh, come ho detto prima, lo hai fatto. Il tuo album da disegni era il tuo cavallo bianco, e la nave il tuo castello. La torre era la mia famiglia. 
Quando ti ho conosciuto quella sera...sul ciglio della nave, non avevo idea del nostro destino. 
Scusa se la lettera è bagnata, ma non riesco a trattenere le lacrime..specialmente dopo aver raccontato tutto alla perfezione oggi..ma che cambia? Non appena ho rivisto la nave, le lacrime hanno conquistato poco a poco il mio viso. 
Tutta la vita ruotava intorno a quel gioiello. Tre anni di duro lavoro, che ruotavano intorno a noi. E quant'era pesante, ricordi? E sai una cosa? Quell'idiota di Cal lo mise nella giacca..e quando eravanmo sulle scialuppe la diede a me..e poi tenni il gioiello, come ricordo della vita passata. 
Oppure perché ricordava quel momento troppo perfetto..il tuo pallore sulle guance, e quando cercavi di non guardarmi a lungo mentre mi facevi il ritratto, l'imbarazzo era padrone. Ma ti devo confessare una cosa: quello fu il momento più eccitante di tutta la mia vita. Il mio cuore batteva a mille, per la prima volta. 
Mi hai salvato, mille volte in modi che tu nemmeno immagini. Ti amo Jack, e lo farò fino alla fine della mia vita. 
Grazie. 
Rose..