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Autore: Maryyy    22/04/2012    7 recensioni
Fu una delle sensazioni più belle che provai durante quei lunghi quindici anni passati senza di lei...
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Piccola One scritta in un momento non molto felice diciamo.... Spero che possa piacervi e emozionarvi perché diciamo che c'è un po di me stessa anche in questa storia! 
Beh che altro dire? Ah già! Ovviamente i Mars non mi appartengono e non è stata scritta assoluntamente a scopo di lucro (anche perché se succedesse una cosa del genere a uno di loro ne morirei o.O).

Buon lettura e fatemi sapere cosa ne pensate! 

What is life without you? Nothing…

                                                    

Lì, in quel prato insieme a lei mi venne in mente l’ultima volta che i miei occhi poterono posarsi sul suo meraviglioso viso, quello stesso viso che mi è stato negato per sempre.

 
Come ogni sera, dopo essere ritornato dalle prove la trovai intenta a comporre, riempendo così la casa di note dolci e alcune volte malinconiche. La osservai di nascosto da dietro una delle colonne portanti del salotto. A prima vista si poteva dire che fosse tranquilla e serena mentre le sue mani si muovevano veloci e leggiadre sui piccoli tasti d’avorio ma quella piccola ruga proprio sotto il suo occhio mi svelò che quella sera era particolarmente concentrata sul suo lavoro. Senza far rumore mi avvicinai appena, così da avere una piena visione del suo viso illuminato dalla luce del tramonto che faceva capolino dalla grande vetrata che dava sul giardino posteriore. I suoi meravigliosi occhi erano celati dalla fragetta che ricadeva scomposta sulla sua fronte. Chiusi i miei occhi facendo si che quella dolce melodia mi entrasse completamente dentro. Era la prima volta che la sentivo ed era la prima volta da quando la conoscevo che la sentivo suonare con un ardore diverso.

_ Ti piace?_
Spalancai gli occhi preso alla sprovvista. Mi ero talmente lasciato trasportare dalle sue note che non mi  accorsi avesse smesso di suonare.
_ Si è bellissima, come tutte le altre del resto_ constatai avvicinandomi a lei e posandogli un bacio sulla tempia.
_ Dici? Però questa è diversa dalle altre è… come posso dire…Speciale!_
La guardai negli occhi e per un attimo mi persi dentro quelle grandi pozze dorate che tanto amavo e che ho amato per tanto tempo.
_ Come mai?_ domandai ad un tratto incuriosito.
_ Beh…questa l’ho scritta pensando a noi, a
te a tutto quello che abbiamo passato in tutti questi anni…_ mi spiegò abbassando lo sguardo ad un tratto imbarazzata.
Le guance le diventarono rosse come ciliegie mature, in netto contrasto con la sua pelle candida, donandole così quell’aria da eterna bambina che tanto amavo.
_ Dici sul serio?_
_ Si…_ sussurrò con un filo di voce.
Presi delicatamente il suo mento tra il pollice e l’indice rivolgendo il suo viso verso il mio.
_ Guardami._ sussurrai accarezzandole il mento con il pollice.
Alzò lo sguardo e con orrore vidi che i suoi occhi erano diventati lucidi.
_ Che succede?_ domandai preoccupato.
L’aria tutto ad un tratto diventò pesante e una brutta sensazione si fece largo alla bocca dello stomaco.
_ Stamattina, appena sei uscito di casa mi ha chiamato mia sorella e..._
_ E-e cosa ti ha detto?_ chiesi balbettando, sembrava come se un macigno si fosse schiantato contro la mia gola impedendomi di parlare.
_ Ha detto che mamma non sta bene e che sarebbe il caso andassi da loro prima che sia costretta a rimanere fissa a casa ma… tu stai lavorando e non puoi lasciare che tuo fratello faccia tutto da solo…_
_ Che significa scusa? Non riesco a capire cosa vuoi dirmi..._
Fece un profondo respiro prima di riprendere a parlare.
_ Voglio dire che mi toccherà andare da sola e che come minimo dovrò fermarmi lì almeno una, due settimane…_ sussurrò accarezzandomi la guancia.
Stare due settimane senza lei? Sarebbe stata sicuramente una tortura, non riuscivo a rimanere una sola ora senza sapere se stesse bene figuriamoci due settimane! Ma sicuramente non sarebbe stato nulla in confronto a quello che provo adesso…

_ Assolutamente no! Io verrò con te se no non ci andrai neanche tu!_ esclamai alzandomi dallo sgabello su cui mi ero seduto poco prima.
_ Ti prego ragiona! Mia madre ha bisogno di me e non posso far finta di nulla e tu non puoi lasciare a tuo fratello tutto il lavoro, te l’ho già spiegato. E poi se non ci vado adesso che ancora posso muovermi quando lo farò?_

Immerse il viso nel mio petto stringendomi forte a se. Potei sentire tutti i muscoli del suo corpo contratti dalla tensione, quella situazione non piaceva a nessuno dei due. Sospirai rassegnato. Quando si trattava della sua famiglia nessuno aveva voce in capitolo, diventava testarda come un mulo e l'unica cosa che mi rimaneva da fare era assecondare le scelte. Era così testarda…
_ Va bene, quando devi partire?_ domandai accarezzandogli i capelli lunghi.
_ Che ore sono?_ chiese guardandomi con le sopracciglia aggrottate.
_ Le sei, perché?_
_ Tra due ore devo essere in aeroporto…_ confesso nascondendo il suo viso alla mia vista.
Mi si mozzo il respiro in gola e solo in quel momento notai la grande valigia di fianco alla porta.
_ Credo di non aver capito…_
_ Invece penso tu abbia capito… Mi dispiace ma è l’unico volo disponibile per questa settimana e se non partirò stasera non credo di poter farcela ancora._ mi spiegò guardandomi dritta negli occhi.
_ M-ma… non puoi partire proprio stasera! Fuori sta piovendo e c’è brutto tempo!_ esclamai provando a farla ragionare.
Avrei voluto dire qualcosa in più ma non riuscivo a pensare a nient'altro in quel momento.
_ Non ho altra scelta, lo sai!_ si lasciò sfuggire un singhiozzo mentre qualche lacrima iniziò a scendere sul suo viso.
_ No... Non piangere, sta' tranquilla._
La presi tra le mie braccia accarezzandole la schiena per rassicurarla.
Non sopportavo vederla piangere, mi struggeva il cuore ogni volta.
_ Scusami... vorrei tanto rimanere qui con te ma allo stesso tempo sono consapevole che devo tornare almeno per qualche giorno dai miei, è un anno e mezzo che non li vedo…_ spiegò stropicciandosi gli occhi.
L'abbracciai baciandole il capo. Lei era la persona più altruista del mondo e quella volta ne ebbi, ancora una volta, la conferma visto che muoversi nelle sue condizioni non era la cosa più comoda. 

Rimanemmo abbracciati per u po'. In quei momenti non servivano parole bastava la presenza l’uno dell’altra.
_ Ho paura…_ confessai.
Alzò lo sguardo ancora appoggiata al mio petto e abbozzò uno dei suoi dolci sorrisi.
_ Stai tranquillo, cosa vuoi che succeda?_
_ Tu sei il mio mondo e non voglio assolutamente che ti succeda qualcosa di male!_ dissi a denti stretti guardandola dritta negli occhi. La strinsi ancora una volta a me e la baciai. Ricambiò il bacio come solo lei sapeva fare cercando di trasmettermi, con le sue labbra, tutta la sicurezza e l'amore che aveva in corpo.

Sono stato uno stupido quella volta a non fidarmi delle mie sensazioni perché quel giorno per il mio mondo giunse la fine. Non avrei mai e poi mai dovuto lasciarla salire su quello stupido taxi sotto la pioggia incessante perché lei non sarebbe ritornata da me presto come aveva promesso poco prima di essere strappata dalle mie braccia da un destino crudele. 
Cosa mi era rimasto alla fine? Nulla! 
Un bacio salato e una piccola carezza su quel ventre gonfio del nostro amore. Perché lì, su quell’aereo, il fuoco bruciò quasi tutto quello che una volta mi sarebbe appartenuto per sempre. Sul mio viso scese una lacrima.

_ Papà?_ spazzai velocemente quella lacrima, non volevo che lei mi vedesse in quello stato.
Mi voltai e vidi la mia unica ragione di vita corrermi incontro. Colei che mi ha donato la forza per andare avanti e non farla finita quello stesso giorno di quindici anni fa.
_ Ehy tesoro! – la baciai sulla fronte – Dov’è quel cretino di tuo zio?_ domandai non vedendolo arrivare.
_ E’ in macchina, ti avrei aspettato con lui ma volevo salutare la mamma._ mi sorrise inginocchiandosi sulla terra umida. Diede un bacio alla foto di sua madre prima sistemare le due rose blu che le aveva portato. La osservai in silenzio. 
Era impressionante quanto si assomigliassero. La mia bambina aveva preso i suoi stessi occhi verdi e il suo stesso raggiante sorriso capace di riscaldarmi sin dentro l'anima. 
Avevamo combattuto insieme tra la vita e la morte sin dall’inizio. 
Lei, il nostro piccolo miracolo.
Quando una delle infermiere venne da me informandomi che l’unica cosa che riuscirono a salvare fu una piccola bimba di nove settimane in anticipo il mio cuore andò in mille pezzi. All’inizio non riuscì neanche a vederla, lì in quella stanza fredda e vuota dentro un’incubatrice. E di questo mi vergogno ancora oggi ma dopo un giorno, spinto dalla curiosità, i miei occhi si posarono su di lei rimasi folgorato, proprio come la prima volta che vidi sua madre. 
La vita è stata dura con noi ma alla fine ne siamo usciti entrambi vincitori.

_ Avrei voluto avere la possibilità di conoscerla…_ disse stringendosi al mio braccio.
Le avvolsi le spalle con un braccio posandole un bacio sulla tempia -  Non c’è bisogno che tu la conosca per capire come fosse, siete più simili di quanto tu non creda…_
_ Non lo so papà… - scosse la testa - Lei era bellissima, sempre con il sorriso sulle labbra ed era la donna più forte del mondo e invece io…_ non finì la frase che abbassò lo sguardo sospirando.
_ Amore mio, te lo ripeterò per l'ultima volta! Anche tu sei forte e tenace, lo sei sempre stata proprio come lei da quando eri solo un fagottino urlante che a tutti i costi voleva stare in braccio! - rise dandomi uno spintone - E poi non credere che tua madre non avesse difetti! Era testarda come nessun’altra!_
Risi con lei ricordando alcune delle nostre piccole litigate. Ad un certo punto qualche goccia di pioggia iniziò a cadere dal cielo.
_ E’ meglio se andiamo, non voglio che ti venga l’influenza! E poi sono sicuro che tuo zio stia già dando di matto!_
_ Si, hai ragione. Ciao mamma! – la salutò accarezzando la pietra fredda e incamminandosi nella parte opposta – Papà non vieni?_ domandò aggrottando le sopracciglia.
_ Si, intanto vai. Ti raggiungo subito_
Con un cenno del capo la vidi uscire dal piccolo cancello in ferro battuto. 

Mi inginocchiai di fronte a Lei.
_ Hai visto? Abbiamo fatto un capolavoro!_ esclamai accarezzando la piccola cornice argentata. Sorrideva felice sulla spiaggia con quel suo sorriso pieno d'amore rivolto verso l'obbiettivo della macchina fotografica. _Non sai quanto mi manchi amore mio..._
La pioggia che ormai scendeva fitta e andò a mischiarsi  alle mie lacrime.
_ Spero tu sia felice amore e voglio che tu sia fiera di me – mi sfuggì un singhiozzo – V-vorrei tu fossi ancora qui con me…_

_ Ti amo…_ sussurrai baciando quella piccola foto.
In quel momento la sentì al mio fianco, pronta come sempre a consolarmi nei momenti peggiori. Una folata di vento portò con se il suo profumo di more. 

Fu una delle sensazioni più belle che provai durante quei lunghi quindici anni passati senza di lei.

  
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