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Autore: ProcrastinatingPalindrome    22/04/2012    1 recensioni
Quando America si fa male nel mezzo delle compere di Natale, Russia decide di fargli visita. Ciò significa sgattaiolare dentro casa sua passando per la finestra con la serratura rotta al secondo piano.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non mi appartiene, è una traduzione dell'omonima storia di ProcrastinatingPalindrome (potete trovarla su Fanfiction.net). Non mi appartenegono i personaggi utilizzati né il fumetto dal quale sono tratti. Questa storia non è a scopo di lucro.


Russia era un po’ seccato di aver appreso del problema di America stando nascosto in un cespuglio. Si trattava del genere di cose che voleva venire a sapere direttamente da America, magari grazie ad un rapido sms pieno di indecifrabili abbreviazioni che Russia avrebbe fatto tradurre ad Estonia. Era allibito dal fatto che, dopo che America non si era presentato all’ultima riunione e non aveva neanche risposto al cellulare, tutto quello che aveva ricevuto era stata la spiegazione di Inghilterra: “Smettila di agitarti tanto, lo scemo si è solo slogato la caviglia Venerdì. Sarà in forma nel giro di un paio di giorni. E smettila di fissarmi, io non c’entro niente!”

Tuttavia rimanevano ancora alcune importanti domande senza risposta (come ad esempio, come aveva fatto America a farsi del male, e avrebbe ritenuto una veloce e brutale vendetta nei confronti di chiunque fosse da incolpare per la sua ferita come un gesto dolce e romantico da parte di Russia?). L’unica logica soluzione era visitare America di persona. America gli aveva dato la chiave di casa sua qualche mese prima quando avevano ‘ufficialmente’ iniziato ad uscire insieme, insieme ad un lungo discorso riguardo a come ‘da grandi poteri derivino grandi responsabilità’. America aveva anche detto che se Russia avesse usato quella chiave per fini malvagi, allora non ci sarebbero state più 'nookie' per Russia. E dopo che Russia era tornato a casa e aveva guardato a cosa corrispondeva ‘nookie’ nel dizionario di slang che America gli aveva così gentilmente regalato, aveva deciso di prendere sul serio la minaccia.

Perciò, tanto per stare sicuri, non usò la chiave. Passò per la finestra del secondo piano con la serratura rotta. Era sempre stata la sua via preferita per entrare in casa di America, sin da quando aveva iniziato ai tempi della Guerra Fredda. Era davvero curioso che dopo tanti decenni, America non avesse notato la serratura rotta per farla riparare. Gli piaceva pensare che America sapesse della serratura e avesse deciso di lasciarla così, solo per Russia.

Anche con tutti i suoi anni di esperienza, doveva ancora trovare un modo per arrampicarsi sull’antico ciliegio e strisciare attraverso la finestra senza contorcersi in un modo imbarazzante lungo la strada. Tanto per peggiorare le cose, America aveva già messo le luci di Natale sui rami dell’albero, creando un’abbagliante rete multicolore tutta da aggirare per Russia. Era un bene che nessuno lo potesse vedere. America avrebbe così continuato ad immaginare che Russia fosse scivolato per la finestra come un qualche grande e aggraziato uccello. Possibilmente un albatros. Gli albatros erano aggraziati? Valeva la pena fare qualche ricerca per rispondere a tale domanda, ma quello non era né il tempo né il luogo adatto.

Camminò in punta di piedi per il corridoio. Dov’era America? La sua macchina era parcheggiato sul viale, quindi doveva essere a casa. Era improbabile che potesse mettersi al volante nelle sue condizioni. Forse era in salotto. America gradiva un sacco collassare sul divano sempre ingombro di roba per giocare a qualche videogame o guardare la TV. Magari aveva trasformato il divano in un’infermeria improvvisata mentre si prendeva cura della sua caviglia.

Russia scese le scale silenziosamente, attento a rimanere in silenzio, e si fermò all’entrata del salotto. Giusto oltre lo schienale del divano poteva scorgere una familiare massa di capelli biondo grano.

Bene, questo risolveva il problema di trovare America. Ora doveva investigare più da vicino. Russia si mise su mani e ginocchia senza fare rumore, scivolando cautamente più vicino al suo bersaglio…finché la sua mano non si appoggiò pesantemente su un’asse del pavimento che scricchiolava. Russia fece una smorfia. Come aveva fatto a dimenticarsene? Si era intrufolato in casa di America dozzine di volte, non c’erano scuse per la sua sbadataggine.

Come si aspettava, la testa di America balzò su da dietro lo schienale del divano come un cane da guardia occhialuto. Per un lungo momento, lo fissò. Russia lo salutò con la mano.

“Che cavolo stai facendo laggiù?” Chiese America, più curioso che arrabbiato.

“Ti faccio visita.” Disse Russia prontamente. “Sono passato per farti una visita. C’è qualcosa di sbagliato forse in quello che sto facendo? Hai detto che potevo passare ogni volta che volevo quando mi hai dato la chiave di casa.”

“Sì, ho solo pensato che l’avresti usata per passare dalla porta da adesso invece di sgattaiolare dentro da chissà dove. Allora? Finestra rotta del secondo piano?”

L’aveva lasciata rotta apposta! Questo era molto più romantico di un bouquet di girasoli. Oh cielo, Russia si sentiva arrossire…

“Non devi stare per terra, sai. C’è spazio sul divano. Solo non andare addosso al mio piede, capito?”

Russia non se lo fece ripetere due volte. Resistette a malapena alla tentazione di saltare sul divano scavalcando lo schienale, visto che America stava soffrendo e probabilmente non avrebbe apprezzato il ritrovarsi schiacciato da lui. Non sia mai detto che Russia fosse uno sconsiderato.

Il suo piede aveva un brutto aspetto in effetti, una volta che Russia si fu avvicinato abbastanza per vederlo, appoggiato tristemente su una pila di cuscini. Anche se fasciato a più strati si vedeva chiaramente come fosse gonfio.

“Come è successo?” Chiese, dando un leggero colpetto al piede. Forse non era stata una buona idea, visto che fece sì che America emettesse uno strano guaito che in genere proveniva solo da dei cuccioli di cane.

“Amico! Che cazzo!” Ululò. “Fa un male cane, idiota!”

“Ah, le mie scuse. Non avevo capito che la cosa fosse così seria.”

“Sono sdraiato sul divano e non sono venuto all’incontro di ieri. Cosa pensavi, che avessi sbattuto l’alluce da qualche parte?”

“Non saprei.” Disse Russia rigidamente, lasciandosi cadere sul divano con un po’ più di forza del necessario. “Non hai ritenuto necessario informarmi del fatto che ti era fatto male. Ma lo hai detto a Inghilterra. Interessante.”

America arricciò il naso. “Sei geloso perché non l’ho detto a te per primo?”

“Sono seccato perché hai fatto a meno di dirmelo.” Corresse Russia. Non stava mettendo il broncio. Il suo labbro sporgeva un po’ per la…serietà. Non per il broncio. Nyet.

“In realtà avevo un gran bel motivo per non dirtelo, che tu ci creda o no.”

“Illuminami.” Va bene, forse stava mettendo su il broncio un pochino.

America sospirò esasperato e si mise in una posizione più comoda. “Va bene, questo doveva essere un segreto, ma visto che ti stai comportando da bambino, te lo dirò. Ero uscito a fare compere di Natale per te. Okay? E avevo trovato questa cosa assolutamente grandiosa per te, ma era l’ultima sullo scaffale, e sono stato attaccato da una vecchia signora che voleva averla.”

Russia lo fissò dopo quella confessione.

“Non guardarmi così! Mi ha colpito col bastone! E sono caduto male, e amico, avresti dovuto sentire il rumore che ha fatto la mia caviglia quando sono finito a terra. Orribile. Rende uno veramente felice di non essere umano, altrimenti ci sarebbero voluti un migliaio di giorni per guarire. Comunque, questo è quello che è successo. Cittadini anziani, amico. Voltagli le spalle e loro si trasformano in una specie di ninja per poi prenderti a calci.”

“Ah, capisco. Le vecchiette sono davvero formidabili.”

“È meglio che non sia sarcasmo quello che sento.”

“Niente affatto! Ci sono vecchiette terrificanti anche a casa mia. In genere mi urlano contro o mi sgridano, però. Raramente inspiro in loro il desiderio di violenza fisica.”

“Sta’ attento, ragazzone. Ti colpiscono quando meno te lo aspetti.”

“Lo terrò in mente.” Gli assicurò Russia. Un sorriso stava cominciando ad apparire sul suo viso. Era difficile restare arrabbiati con America quando aveva provato a fare qualcosa di carino. “Cos’è che stavi cercando di comprarmi?”

“No, non te lo dico. Segreto. Ma è qualcosa che ti piacerà un sacco-”

“Documenti top secret della NASA?”

“No!”

“Sei sicuro? Magari in cambio, potrei far apparire sotto il tuo albero di Natale qualche cosina del mio programma spaziale…”

“…Allettante. Ma comunque no. Non voglio far scoppiare un casino. Sto cercando di mantenere i mie segreti un po’ più segreti in questo periodo.”

“Ah, da quando hai avuto problemi con Wikileaks?”

America si accasciò sul divano. “Dovevi proprio parlarne, no?”

“Non è così male!” Disse Russia in fretta, accarezzando il ginocchio di America. “Tutti se ne dimenticheranno presto.”

“Non sei arrabbiato per quello che diceva?”

“Perché dovrei essere arrabbiato? Mi hai detto cose molto peggiori in faccia. E mi piace la parte dove qualcuno ha paragonato Putin a Batman. La tua gente sa essere molto divertente!”

“Um.” America si seppellì un po’ più in profondità fra i cuscini del divano. “In realtà, quella l’ho scritta io. Scusa.”

“Dovevo aspettarmelo!” Ridacchiò Russia. “Vedi, non è così male. Divertente per me ed imbarazzante per te, ma andrà via tutto fra un po’. Non deprimerti per questo, per favore.”

“Ok…” Sospirò America, rimettendosi comodo. “Va bene, basta parlare di queste cose. Passami il telecomando, ti spiace? Ho bisogno di un po’ di TV per risollevarmi.”

Russia cercò fra i cuscini e le lenzuola finché non lo trovò e  glielo passò. America sembrava stare un po’ meglio grazie alla sua nuova distrazione, e girò per tutti i canali finché non trovò quello che stava cercando.

“Oh, It’s a Wonderful Life!” Gridò, tirandosi su il più possibile senza spostare il piede. “Sono veramente senza speranze se questo non può riportarmi nel giusto spirito Natalizio. Passami quella scatola di fazzolettini.”

“Perché?”

“Andiamo, ragazzone! La fine di questo film è veramente toccante! Ti fa venir voglia di piangere, no?”

“…Un uomo che guadagna un sacco di soldi ti fa piangere? Molto…capitalista da parte tua.”

“Ugh, sei senza cuore.”

“Non è vero.”

“No, è verissimo. Non piangi mai quando ci sono dei film tristi.”

“Ho pianto la prima volta che ho visto Eugene Onegin.” Quando America continuò a guardarlo impassibile, aggiunse, “L’opera.”

“Oh, l’opera. Quella roba non conta. Nient’altro che un branco di grasse signore con elmetti cornuti.”

“Non hai mai visto un’opera, vero?”

“No, ma ho visto un episodio dei Looney Tunes che ne parlava. Kill the wabbit, kill the wabbit~”

“Quella è la Cavalcata delle Valchirie.”

“E io la chiamo, Elmer Fudd Chases Bugs. In Re minore.”

Russia diede un colpetto al piede, sentendo solo un pochino di soddisfazione quando America si profuse in un coro di ‘cazzo-cazzo-cazzo-Santo-Dio-fa-dannatamente-male.”

“Perché sei venuto?” Brontolò America, dopo essersi ripreso dall’ultimo assalto al suo piede. “Eri solo annoiato senza qualcuno da infastidire?”

Russia si intristì. Perché dava sempre l’impressione sbagliata? Ora America pensava che fosse un bulletto… “Vuoi che vada a casa?” Disse guardandosi le scarpe.

“No! Chi altri mi aiuterà a trovare il telecomando visto che sono bloccato su questo divano? Era uno scherzo, scemo.” Aggiunse quando vide Russia intristirsi ancora di più. “Mi domando solo cosa ha scatenato questa invasione da parte tua. Non si trattava solo di vedere come stavo, no?”

Dalla sciarpa di Russia sporgeva un filo. Le sue dita lo afferrarono da sole, tirandolo senza sosta. “Ero preoccupato. Tutto qui. Ho saputo che ti eri fatto male, e non rispondevi al telefono. È una reazione normale da parte del proprio…ah, ragazzo, da?” Tirò il filo con più forza. Non aveva mai usato la parola con la ‘r’ parlando della loro relazione. Bisognava sempre stare attenti alle parole. Poteva creare confusione se non si stava attenti. Forse America non voleva definire così la loro relazione. Forse era impossibile definire cos’erano loro due…

“Preoccuparsi è una reazione normale.” Concesse America alla fine. “Entrare dalla mia finestra, no.”

“Ero molto preoccupato.” Insistette Russia. Sentiva di aver appena vinto una piccola battaglia quando America sorrise.

“Va bene, va bene. Ma la prossima volta, usa la porta. Scommetto che non hai nemmeno visto le mie decorazioni di Natale, sgattaiolando dentro.”

“Le tue decorazioni potrebbero vedersi dallo spazio, te lo assicuro.”

“…Fottutamente grandioso.

“Da, da. Davvero fottutamente grandioso.” Gli fece eco Russia, accoccolandosi sul divano per guardare il resto del film. Forse davvero aveva esagerato nella sua reazione. Persone normali in normali relazioni non strisciavano in casa del proprio ragazzo dalla finestra con la serratura rotta per controllare che stessero bene. Ma poi, anche America non era normale. Tutti ciò che riguardava loro non era normale. E mentre si rannicchiava fra i cuscini e ascoltava America che gridava alla televisione (‘Non saltare, George! Hai moglie e figli!’) pensò che forse la cosa non era poi così male.
 

  
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