Angolo dell’autrice
C-17 è un personaggio
molto interessante di Dragon Ball a mio parere.
Purtroppo, scompare
durante la saga di Majin Bu e per buona parte del gt, ricompare solo
per morire
nella Saga di Super C-17.
Ho voluto cambiare le
sorti di questo personaggio, lasciandogli quella possibilità
che mai ha potuto
avere, decidere del proprio destino.
Buona lettura.
Sin
da quando eravamo esseri umani.
Sorrido,
la vita a quel tempo era semplice.
Ci
sembrava che il nostro futuro fosse esclusivamente di nostra
proprietà, eravamo
convinti che la nostra vita sarebbe diventata come noi la volevamo.
Quanto
mi ero sbagliato.
Lo
sguardo gelido e calcolatore di un folle scienziato si era posato su di
noi, e
a quel punto il nostro destino ci era sfuggito di mano ed era stato
afferrato
da quel maniaco.
Un
velo nero era calato sui nostri occhi, poi esso fu tolto e la nostra
visione
del mondo non era più quella di prima.
Eravamo
macchine assassine, nate solo ed esclusivamente allo scopo di strappare
la vita
a degli esseri inferiori, sottostando agli ordini di uno squilibrato.
Lo
avevo tolto di mezzo, e la nostra libertà era ritornata.
Ma
presto ci accorgemmo che la nostra esistenza non aveva senso.
Decidemmo
di fare ciò per cui la nostra umanità ci era
stata tolta, considerando la
nostra missione un gioco che sarebbe servito per passare una porzione
del nostro
tempo infinito.
Quando
avremmo finito di fare ciò, saremmo passati ad altro.
Un
modo per occupare l’eternità si trovava sempre.
Ma
ci eravamo sbagliati anche su questo.
Le
nostre strade presto si divisero, colpa di un mostro apparso dal nulla.
Fui
risucchiato da quell’essere, mi persi in quel corpo, e il mio
volere fu
cancellato.
Sai
sorellina, quella situazione mi aveva ricordato lo stato di sonno in
cui
spesso lo
scienziato ci faceva cadere.
Mi
sentii tranquillo in quel momento, perché ero
sicuro che tu fossi accanto a me.
Poi
vidi una luce, pensai che forse sarei riuscito ad uscire da
quell’essere, ma
non fu così.
Mi
resi conto che la morte, quella cosa che noi vedevamo così
astratta, mi aveva
colpito in modo concreto, tangibile.
Quella
luce mi venne incontro, accecandomi e impedendomi di vedere il tutto, e
in quel
momento mi sentì in un limbo, sospeso tra la
realtà e il nulla.
Una
voce mi giunse all’orecchio.
“Ancora
non è il tuo momento, resterai qui per un pò, poi
tornerai sulla Terra”
Ricordo
che ero terrorizzato, come non lo ero da anni, ma poi sentì
una sorta di calore
crescere dentro di me, e quando riaprì gli occhi mi ritrovai
sull’isola, non
ebbi problemi a riconoscerla, in cui ero morto.
Ti
sentì dirigerti verso di me a gran velocità e
quando arrivasti ci abbracciammo
a lungo.
Presto
l’abbraccio si sciolse però, e le nostre vite si
divisero.
Decidesti
di sposarti, avesti una figlia e andasti a vivere con
quell’umano.
Però
sai che il tuo tempo con lui è limitato, così
come lo so io.
E
ora non mi resta che aspettare.
Saremmo
tornati di nuovo insieme.
Non
è forse questo il bello
dell’immortalità?
Vivere
diverse vite, tutte proprio come le vogliamo noi, attraversare i
secoli,
sopravvivervi senza mai invecchiare, vedere la fine di una
civiltà e il
nascerne di una nuova.
Adesso
il futuro è in mano nostra, non ci resta altro che viverlo.