“Guarda, quella era Agata-Maria-Cristiana!”

Agata. Maria. Cristiana. Probabilmente era successo per una lite familiare, e per placare gli animi in famiglia avevano dato alla creatura non uno, non due -che sarebbe stato quasi comprensibile- ma tre nomi.

“Agata, dopo la scuola passa dalla nonna”

“Maria hai un foglio da darmi?”

“Cristiana, giochiamo?”

Per quanto ne sapeva, Agata Maria Cristiana non era mai stata chiamata con un solo nome. Di solito scegli di farti chiamare solo Agata, o solo Maria, o solo Cristiana, o semplicemente decidi una bella mattina di sole di scrivere sul tuo quaderno COCCA e pace.

Nemmeno i suoi genitori si erano accordati su come chiamarla. Ognuno la chiamava col primo nome che si ricordava.

Lei e Agata Maria Cristiana avevano frequentato tre anni di scuola insieme. E per quanto tre anni fossero abbastanza lunghi, non avevano avuto nessun rapporto particolare, e pure allora sembrava che non si fossero mai incontrate.

Eppure non te la dimentichi tanto facilmente una con un nome simile.

Infatti di lei le era rimasto impresso quel nome curioso che per timidezza non aveva mai pronunciato, chiamandola con distacco e riservatezza sempre per l’unico cognome.

Fu una sera di fine aprile che passeggiava con l’unica compagna di quei tre anni che ancora conosceva le sue mani, quando un “Guarda, quella era Agata-Maria-Cristiana!”

Si voltò con inspiegabile violenza. Ma di Agata, di Maria e di Cristiana non rimase che una chioma bionda ossigenata, i lunghi riccioli che lei ricordava castani.

In fondo, ogni tanto cambiare non poteva che farle bene.