Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: C h e s h i r e_    23/04/2012    4 recensioni
Cosa ha provato Sebastian quando, durante la seconda serie, Ciel lo ha allontanato?
Ecco come la penso io.
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Dal testo:
“Non voglio vederti mai più!” pronunciò ad alta voce il ragazzo, imperioso e perentorio.
Sebastian indietreggiò. Non seppe definire i suoi pensieri in quel momento, sapeva solo che non poteva crederci. Non voleva crederci.
Un misto di rabbia sorda e malinconica incredulità immobilizzarono il demone, che volse lentamente lo sguardo a Claude.
Maledetto …
Aveva stracciato il loro patto."
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Scritta ad un orario in cui le persone normali dovrebbero essere a dormire già da qualche ora, spero vi piaccia!
[Spoiler! Seconda serie]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Whatever it Takes ~


Ciel puntò i suoi occhi blu nelle iridi rosso rubino del demone che per tanto tempo l'aveva servito con fedeltà, proteggendolo da ogni pericolo e da ogni male che potesse anche solo graffiarlo.C'era decisione nel suo sguardo, una decisione che tuttavia Sebastian sapeva essere stata manomessa.

“Non voglio vederti mai più!” pronunciò ad alta voce il ragazzo, imperioso e perentorio.

Sebastian indietreggiò. Non seppe definire i suoi pensieri in quel momento, sapeva solo che non poteva crederci. Non voleva crederci.
Un misto di rabbia sorda e malinconica incredulità immobilizzarono il demone, che volse lentamente lo sguardo a Claude.

Maledetto …

Aveva stracciato il loro patto. Aveva manipolato il suo Bocchan, confondendolo con la personalità di Alois Trancy, distorcendo l'anima di cui si era preso cura per così tanto tempo.
Strinse i denti, frustato. Per volere del contratto, non poteva disubbidire agli ordini del suo padroncino.
E quello davanti a lui, così piccolo e deciso,
così apparentemente indifeso, era Ciel Phantomhive, con dei ricordi che non gli appartenevano e un destino che non si era scelto.
Lui voleva solo la sua venedetta,
e basta. Per quello l'aveva evocato.

E' un ordine.” disse Ciel, tagliente.

Suo malgrado, Sebastian non potè rifiutare. Era un ordine del suo bocchan, del suo prezioso padroncino.
Accennò un inchino, posando una mano sul petto e pronunciando una frase che in quel momento gli parve quasi dolorosa, come se una forza gliela stesse strappando di bocca contro la sua volontà :

Yes, my lord”

Quando il demone rialzò lo sguardo sul ragazzo, lo vide osservarlo con freddezza. Forse la solita freddezza glaciale che c'era negli occhi del giovane Conte, eppure, pensò il demone, una qualche venatura in quelle iridi azzurre era cambiata.
Sebastian si voltò, scoccando un'occhiata a Claude che osservava la scena con un ghigno compiaciuto che riusciva a malapena a trattenere. Uscì in silenzio, chiudendo piano la porta dietro di sé.
Poi gli occhi del nero maggiordomo si illuminarono di scarlatto, mentre le membra irrigidite venivano avvolte da un'aura nera per niente rassicurante.

Rabbia, furia e desiderio di vendetta.

Una rabbia che veniva scandita da ogni singolo passo, rimbombando nel tetro corridoio, come una mesta e furibonda litania.
Furia che lo attenagliava in una morsa cupa, mista a un desiderio di vendetta che non aveva mai provato prima di allora.
Si sarebbe ripreso il
suo padroncino.
Due canini scintillarono attraverso l'aura nera, squarciandola.

In qualsiasi modo.
Perchè il Bocchan era suo, la sua anima era stata affidata a lui.
E avrebbe svolto il suo compito fino alla fine,
a qualunque costo.

   
 
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