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Autore: bik90    23/04/2012    2 recensioni
E' trascorso un anno dalla fine della loro battaglia e tutte le Hime vivono tranquillamente, incluse Shizuru e Natsuki. E se un incidente potesse mettere in crisi il loro rapporto?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Ecco, Natsuki >> disse Mai aprendo la porta di casa << Siamo arrivate >>.
Le aveva fatto un cenno con la mano per invitarla ad entrare. La diciassettenne esitò leggermente e dovette fare un respiro profondo prima di trovare il coraggio di muovere quei pochi passi che la separavano dall’amica. Da quando aveva visto quel lupo, Duran, non aveva più parlato temendo che, se l’avesse fatto, quei ricordi sarebbero tornati a torturarla. La paura era stata più forte. Il rumore della serratura che scattava alle sue spalle le fece comprendere si essere entrata. Si guardò intorno col cuore in gola mentre un odore familiare le arrivava alle narici. Aspirò varie volte prima di parlare.
<< Questo è… >> iniziò lentamente cercando gli occhi di Mai << …buono >>.
La rossa le sorrise abbracciandola.
<< Hai sempre cucinato tu per me e Mikoto >> continuò la diciassettenne ricordando i pranzi e le cene che si erano susseguite attorno al tavolo che vedeva << Non solo per noi ma anche per Tate e Midori e Reito… >> si fermò di colpo mentre diverse scene si sovrapponevano tra loro << …e Shizuru… >>.
Poteva vedere distintamente coloro che si erano seduti a mangiare intorno alla tavola, le pareva un film muto. Ridevano, scherzavano, si prendevano in giro, urlavano, si aiutavano a vicenda. Sembravano felici, lei sembrava felice. Si osservava mentre schizzava Mai con l’acqua con cui doveva lavare i piatti, mentre correva cercando di farsi ridare da Mikoto il suo ramen, mentre prendeva la mano di Shizuru quando non la vedeva nessuno. Anche la diciannovenne era contenta, le sorrideva spesso e l’abbracciava con calore. Ingoiò un groppo di saliva sentendo un calore improvviso salirle su tutto il corpo. Si passò una mano sulle guance sentendole bruciare. Non capiva perché quella ragazza le facesse quell’effetto. Non smise di guardare quelle immagini finché non scomparvero davanti ai suoi occhi. Altri ricordi si sovrapposero a quelli appena trascorsi, vide se stessa e Mai in ginocchio che bisbigliavano come se temessero d’essere ascoltate e una grossa figura animalesca sbucare dall’ombra. Era di nuovo quel lupo, quello che lei aveva chiamato Duran. Vederlo in tutta la sua fierezza, la fece tremare. Era stupendo e, al tempo stesso, incuteva timore. Improvvisamente perse l’equilibrio cadendo per terra.
<< Natsuki, stai bene? >> le chiese Mai aiutandola a rimettersi in piedi.
Solo in quel momento la mora si rese conto d’essere sudata e di avere il fiato corto. Respirò profondamente e la respinse con un gesto della mano.
<< Sì >> rispose semplicemente << Ho bisogno di sedermi >>.
La rossa avrebbe voluto aiutarla ma Natsuki non glielo permise. Con uno sforzo che le parve enorme, si sistemò sul divano del salone e cercò di riprendere il controllo del suo corpo. Mai la osservò con un misto di felicità a apprensione per quella ragazza che nemmeno in quello stato chiedeva aiuto. Aveva ricordato; l’aveva capito dal suo sguardo, da quegli occhi che si erano spalancati mentre fissavano il tavolino basso dove mangiavano e il resto dell’arredo. Si chiese come mai non volesse parlarne con lei. Quando era ancora nella sua stanza d’ospedale, l’aveva sentita urlare il nome del suo Child e l’aveva trovata in preda ai suoi ricordi che non aveva voluto condividere con l’amica. Forse con Shizuru si sarebbe confidata. Si ritrovò a scuotere il capo mentre la osservava fissare la parete di fronte. Aveva creduto che non l’avrebbe più rivista aggirarsi per quella casa e invece la diciassettenne dai capelli scuri aveva sorpreso positivamente tutti. Era ancora immersa nei suoi pensieri, quando il suo cellulare iniziò a squillare. Lo prese dalla tasca del jeans e sorrise nuovamente.
<< Ciao Shizuru >> disse.
A quelle parole Natsuki si voltò verso di lei quasi di scatto.
<< Mai, ho trovato ora le tue chiamate e letto i tuoi sms. Allora è vero? >>.
La rossa annuì anche se non poteva essere vista.
<< Sì, è tornata a casa >>.
Il sorriso di Shizuru si allargò sul volto mentre usciva dall’università.
<< Come sta andando? Cos’ha ricordato? >>.
La diciassettenne esitò leggermente a quelle domande. Non sapeva se fosse opportuno rivelarle d’aver sentito urlare l’amica il nome di Duran soprattutto perché non aveva idea di cos’altro avesse rammendato. Guardò Natsuki che non aveva mai smesso di osservarla.
<< Sta andando tutto bene >> rispose evasivamente.
<< Me la passeresti? >>.
<< Vuoi parlare con lei? >> ripeté Mai aspettando una risposta da parte della mora. La vide scuotere il capo e abbassare lo sguardo << Mi spiace, Shizuru ma si è addormentata sul divano. Ti faccio richiamare appena si sveglia, okay? >>.
<< Oh, si certo >> rispose la diciannovenne senza mascherare la sua delusione << Grazie >>.
Mai riattaccò avvicinandosi all’amica.
<< Perché non vuoi parlare con lei? >> le domandò posandole una mano tra i capelli. Natsuki non la guardò mentre poggiava il mento sulle ginocchia. Non voleva ammettere che le mancava e allo stesso tempo aveva timore d’incontrarla. Le aveva fatto una promessa, le era venuta dal cuore, l’aveva sentita sbocciare direttamente da un angolo nascosto che portava un profumo dolce; nessuno l’aveva costretta a farla, aveva sentito le parole uscire dalle sue labbra senza poter essere fermate e si era sentita bene e appagata dopo, ma adesso temeva di portarla a termine. Le avrebbe chiesto di sforzarsi di ricordare il suo passato, d’impegnarsi di più, di rammentare ciò che le era successo. E lei non voleva farlo, era terrorizzata solo all’idea di rivedere di nuovo quei mostri che volevano farle del male. 
<< Sono affari miei >> aveva risposto con un modo di stizza.
Mai, invece di arrabbiarsi, le sorrise chinandosi sulle ginocchia per poterla guardare negli occhi.
<< Natsuki, non devi proteggerti da nessuno. Noi tutti ti vogliamo un gran bene, soprattutto Shizuru. Lei per te farebbe davvero qualunque cosa >>.
La diciassettenne si sentì in colpa per il suo comportamento e le sue parole.
<< Scusa Mai >> disse sentendo le lacrime formarsi agli angoli degli occhi << Mi dispiace… >>.
L’altra la abbracciò per farle capire che non ce l’aveva con lei.
<< Cos’è che ti turba? Prima tu ed io parlavamo spesso >>.
<< Cosa devo fare, Mai? >>. 
<< Solo quello che ti dice il tuo cuore. Sei innamorata, Natsuki? >>.
<< Credo di sì >>.
<< L’ho visto, Mai >> disse la mora guardandola negli occhi << Ricordo che mi sei stata vicina parecchie volte >> fece una pausa prendendo coraggio << Allora dimmi, chi è Duran? >>.
 
Natsuki fissava il soffitto del salone con una mano sulla fronte e con l’altra lanciava una pallina da tennis contro la parete. Sentiva il rimbalzo e, con una prontezza che non credeva di possedere, la riprendeva prima che la colpisse il volto. Era veloce, non si aspettava di essere così brava e aveva scoperto che anche nel suo passato lo era stata. Era notte fonda ormai, le strade erano deserte e da lontano sentiva solo il latrato di un cane. Sospirò mentre continuava il suo gioco ripetitivo. Non era voluta entrare nella sua stanza, non aveva trovato il coraggio di farlo nonostante le tante e continue frasi di Mai per convincerla. Si era adattata a sistemarsi sul divano ma non riusciva a dormire; ripensava alle parole dell’amica dopo quella domanda. Era stata vaga a riguardo, troppo vaga e in conclusione non le aveva detto nulla di veramente concreto. Mai non era stata propensa alle spiegazioni, si era incartata varie volte e alla fine aveva lasciato perdere limitandosi a sorriderle. Lei non aveva insistito oltre comprendendo che sarebbe stato inutile. Era frustrata per lo stato della sua mente e provava rabbia per coloro che non le dicevano la verità. Shizuru per prima. Sapeva che c’era qualcosa che le nascondeva, lo sentiva distintamente ogni volta che le era vicina, che le sfiorava il volto, che l’abbracciava, che le sorrideva. Quando la guardava negli occhi, sentiva il suo sguardo urlare un dolore muto che non conosceva e che forse non voleva nemmeno comprendere. La figura della diciannovenne la faceva stare bene eppure ciò che non le diceva la inquietava. Soprattutto perché si trattava di lei. Strinse per qualche secondo la pallina da tennis prima di rilanciarla mentre si mordeva il labbro inferiore. 
Duran, pensò, Cosa sei veramente?
Improvvisamente lo vide nuovamente. Si mise a sedere mentre osservava quel ricordo. Era come se la stesse veramente guardando negli occhi. Inghiottì un groppo di saliva e allungò una mano quando lo vide scomparire. Nella sua mente, un urlo squarciò il silenzio della notte. Si prese la testa con entrambe le mani mentre le prime immagini accompagnavano le grida.
Due mostri si stavano affrontando davanti a lei. Erano enormi; quello in difficoltà era verde mentre l’altro, nettamente più forte, era viola.
<< Finiscilo >>.
Solo una parola che l’aveva fatta tremare. Si era voltata verso quella voce scoprendo Shizuru.
<< Shizuru, non farlo! >> aveva detto la Natsuki del ricordo.
<< Lo faccio per te >>.
In quel momento il mostro verde era scomparso in uno sfavillare di luccichii.
<< Haruka, no! >>.
Era tornata a guardare avanti a sé accorgendosi che erano presenti anche Yukino e Haruka. 
La bionda era carponi per terra e si teneva il petto con una mano come se da potesse scoppiarle. Aveva rivolto poche parole all’amica china su di lei, consegnandole una fascia, e poi era scomparsa allo stesso modo del mostro. L’orrore era dipinto sul volto di tutte.
<< Kiyohime, andiamo >> aveva detto semplicemente Shizuru allontanandosi e lasciando le tre sole.
Natsuki era rimasta esterrefatta da ciò che aveva visto. Shizuru aveva ucciso Haruka, era scomparsa davanti ai suoi occhi mentre le parole che aveva pronunciato le risuonavano nella mente. Involontariamente iniziò a piangere. Eppure le due ragazze erano andate a trovarla in ospedale, si erano presentate a lei con la speranza che potesse ricordarle. Si prese la testa con entrambe le mani. Che cosa stava succedendo? Stava impazzendo? La sua mente giocava con lei prendendola in giro? Possibile che quelli non erano ricordi ma solo frutto della sua immaginazione? 
<< Lo faccio per te >>.
Chiuse gli occhi reprimendo un singhiozzo e stringendo tra le braccia il cuscino. 
Shizuru, pensò toccandosi il cuore, Che cosa hai fatto?
Si asciugò il volto alzandosi in piedi. Non poteva più restare in quella casa, desiderava stare da sola e poter riflettere in pace. Voleva allontanarsi da quel posto che minacciava di farla vaneggiare. Cercando di fare meno rumore possibile con le stampelle, indossò il suo giubbotto, aprì la porta e uscì.
 
<< Come? >> esclamò Shizuru scendendo dall’auto e avvicinandosi a Mai in piedi davanti al portone della palazzina << Come hai fatto a non sentire nulla? >>.
La diciannovenne era nettamente nervosa. Guardò il suo orologio per l’ennesima volta e sospirò. Le quattro del mattino. Quando la diciassettenne dai capelli rossi le aveva telefonato per dirle che Natsuki non era più in casa, credeva che stesse scherzando. E invece era tutto vero.
<< Ti ho chiamato appena mi sono accorta che era scomparsa >> rispose Mai abbassando lo sguardo.
<< Ha le stampelle, possibile che tu non abbia sentito nessun rumore? >>.
La rossa fu costretta a scuotere il capo.
<< Mi sono alzata per prendere un bicchiere d’acqua e non l’ho trovata da nessuna parte >>.
Shizuru diede un pugno d’impotenza contro lo sportello della sua macchina.
Dove sei Natsuki?, si chiese.
<< Dove può essere andata? >> chiese Mai col cuore in gola.
Shizuru scosse il capo; poi aprì la portiera dell’auto infilandosi dentro.
<< Vado a cercarla >> disse non sapendo cosa fare.
L’altra annuì.
<< Ah Shizuru! >> esclamò la rossa posando una mano sul finestrino << Mi ha chiesto di Duran >>.
<< E tu? >>.
<< Io… >> iniziò Mai << Io… non sapevo se… >>.
Merda, pensò la diciannovenne mettendo in moto e partendo senza aspettare altro. Mentre viaggiava sentiva distintamente il cuore martellarle nella mente. Si domandò quando quell’incubo sarebbe finalmente finito.
 
Natsuki sedeva al primo banco della prima aula che aveva trovato vuota e osservava la lavagna pulita davanti a sé. Da quando era andata via da casa di Mai, non si era mossa dalla scuola. A guidarla erano stati i suoi ricordi e il suo desiderio di dare un senso a ciò che vedeva. Aveva sentito che la cosa giusta era entrare lì e, senza pensarci due volte, si era arrampicata sul cancello chiuso per calarsi dall’altra parte. Con sua sorpresa, era riuscita a lasciare le stampelle all’entrata mentre lei proseguiva. Accarezzò il legno del banco sorridendo appena. Frequentava la stessa classe di Mai e Tate, lo ricordava esattamente come aveva ricordato il percorso che faceva con l’amica dal loro appartamento a piedi. Aveva visto la sua moto e aveva sentito la felicità che provava quando la guidava.
Sarò ancora in grado di farlo?, si chiese guardandosi entrambe le mani.
<< Natsuki >>.
Quella voce la fece sobbalzare. Alzò gli occhi verso la porta e vide una figura nell’ombra. Tornò a guardare avanti a sé mentre l’altra avanzava.
<< Sapevo che saresti stata la prima a trovarmi >> disse con un mezzo sorriso sulle labbra.
Era convinta che Shizuru ci sarebbe riuscita; loro due condividevano qualcosa di unico.
<< Oh, Natsuki >> disse la più grande non sapendo se sentirsi sollevata o meno << Perché sei venuta qui a quest’ora? >>.
La diciassettenne la guardò fissando i suoi grandi occhi verdi su quelli dell’altra ragazza. 
<< Che cosa provi per me, Shizuru? >>.
La domanda era secca, senza troppi giri di parole e quel suo essere diretta mise i brividi a Shizuru.
<< Che… >> provò a temporeggiare << …cosa significa questa domanda? >>.
Natsuki si alzò in piedi e, con stupore, camminò senza problemi fino alla finestra.
<< Ho visto cosa hai fatto >> iniziò la ragazza dai lunghi capelli scuri << Tu hai ucciso Haruka >>.
Quelle parole furono come una coltellata in pieno petto per Shizuru.
<< E lo hai fatto per me >>.
Un fascio di luce di un’auto di passaggio le illuminò il volto nell’attimo in cui si voltò verso la diciannovenne che la guardava impietrita.
<< Ma Haruka è viva >> continuò Natsuki << E’ venuta in ospedale con Yukino >> fece un respiro profondo << Che cosa sta succedendo, Shizuru? Sto diventando pazza? >>.
Una lacrima le scivolò sulla guancia prima che riuscisse a scacciarla.
La ragazza dai capelli castani le si avvicinò sentendo il forte desiderio di abbracciarla e di farla nuovamente sua. Non riuscì a resistere.
<< No >> le rispose aggrappandosi a quel corpo che aveva temuto di perdere tante volte << Non stai impazzendo, Natsuki >>.
Sentì la diciassettenne allontanarla per poterla fissare negli occhi.
<< Cosa significa? >> chiese con uno sguardo colmo di paura.
Shizuru decise di non mentirle, non l’avrebbe aiutata.
<< E’ vero >> disse distogliendo per un attimo gli occhi da lei << Quello che ricordi è tutto vero, la tua mente non ti sta ingannando Natsuki. Quando eravamo Hime, ho ucciso delle persone durante il Carnival ed è stato un grave errore farlo. È stato un periodo della mia vita tremendo che ancora mi fa male ricordare. Non voglio mentirti, ho sbagliato ma avevo perso totalmente il controllo di me stessa. È difficile da spiegare quello che è successo un anno fa. Noi tutte avevano un Child e… >>.
<< Duran >> mormorò la diciassettenne incominciando ad associare i suoi ricordi a ciò che Shizuru le stava dicendo << Il mio Duran >>.
La diciannovenne annuì. 
<< E’ stato difficile per tutte affrontare il Carnival e la minaccia del Principe d’Ossidiana… >>.
Di nuovo Natsuki la interruppe.
<< Reito >> disse questa volta con sicurezza << Era lui il Principe d’Ossidiana. Ha seminato tanto dolore tra noi, ci ha messo l’una contro l’altra, ci ha costretto a combattere e infine… >> la sua voce fu rotta dal pianto che non riusciva più a trattenere. Si coprì il volto con entrambe le mani piegandosi sulle gambe << Noi due… >>.
Shizuru la strinse piangendo anche lei mentre ricordava ciò che era successo.
<< Questa scuola è crollata, i nostri Child si sono sfidati… e tu Shizuru… tu hai sofferto così tanto… >>.
La diciassettenne vedeva chiaramente davanti a lei ciò che la più grande aveva fatto in suo nome, come si era macchiata le mani del sangue di altre persone, di come pensasse di essere nel giusto, di come quello fosse il suo modo di proteggerla, di come fosse morte e risorte insieme. Insieme…unite in un unico destino, quasi una sola persona con una sola anima. Shizuru la tenne abbracciata per un tempo che nessuna delle due seppe quantificare sentendosi più leggera ora che Natsuki aveva ricordato il loro passato di Hime e non la stava rifiutando per quello che aveva fatto.
<< E’ stata colpa mia, Shizuru >>.
Si guardarono negli occhi.
<< Io ti ho indotto a comportarti in quel modo assurdo, è stata tutta colpa mia. Sono una persona orrenda >>.
Le scostò una ciocca di capelli dal viso e la diciannovenne le baciò la mano.
<< Oh, Natsuki non è vero >> rispose l’altra sfiorandole le guance bagnate di lacrime << Il mio amore per te è immenso, non mi sarei mai innamorata di una persona orrenda. Tu non lo sei >>.
Poggiò la fronte sulla sua godendo di quella liberazione. Sorrise nel vederglielo fare.
<< Ero innamorata di te, vero? >>.
Shizuru annuì senza smettere di guardarla.
<< Per questo ho sempre sentito qualcosa di così forte e profondo? >>.
Di nuovo la diciannovenne asserì col capo e credette quasi di sognare quando sentì il sapore familiare delle labbra della mora sulle sue. Chiuse gli occhi lasciandosi ad andare a quel bacio troppo a lungo desiderato e sperò che quel momento non finisse mai.
Ti amo, Natsuki.
  
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