Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Eloise    23/04/2012    5 recensioni
Terza classificata al contest "Scrivi fanwriter, scrivi!" indetto da _Zukkerina_ sul forum di Efp.
Shot ambientata al termine della puntata 3x18, Damon ha appena scoperto che il paletto di Alaric è sparito e a nasconderlo è stato proprio il suo alter-ego cattivo, mentre Elena ha appena concluso la sua "chiaccherata" con Stefan e confusa si dirige verso casa. 
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Puoi mentire agli altri ma non a te stessa Nickname: Lady Eloise
Titolo: Puoi mentire agli altri ma non a te stessa
Citazione scelta: Chiudi gli occhi e credi solo a quel che vedi dentro
Fandom: The Vampire Diaries
Personaggi: Damon e Elena
Genere: Romantico/Introspettivo
Avvertimenti: One Shot
Rating: Verde
Nda: Shot ambientata al termine della puntata 3x18, Damon ha appena scoperto che il paletto di Alaric è sparito e a nasconderlo è stato proprio il suo alter-ego cattivo, mentre Elena ha appena concluso la sua "chiaccherata" con Stefan e confusa si dirige verso casa.


Elena percorse veloce il vialetto della pensione dei Salvatore e senza voltarsi indietro raggiunse la sua auto. Era stata una giornata strana e la sua conclusione non era stata da meno, ogni volta che parlava con Stefan il discorso virava inevitabilmente sul fratello e tutto si faceva confuso e nebuloso.
Anche questa volta non era stata capace di dire la verità, aveva liquidato il discorso con un banale "Non so quello che provo", bugiarda era davvero una incredibile bugiarda e lo sapeva, ma non aveva avuto il coraggio di distruggere ancora una volta quel poco di umanità che Stefan aveva faticosamente ritrovato solo ed esclusivamente grazie a quello che provava per lei.
L'auto di Elena viaggiava silenziosa sulla strada, il buio avvolgeva ogni cosa e tutto sembrava così tranquillo e ammantato di pace da sembrare surreale.
Nel profondo dell’animo della ragazza si faceva strada una sensazione di ansia, come se un macigno le impedisse di respirare e la stordisse. Inizialmente non riuscì a capire ma in seguito tutto diventò più chiaro, il senso di colpa la stava schiacciando, ogni gesto diventava sempre più difficile e faticoso, l'aria nei polmoni faticava ad arrivare e in breve tempo si rese conto di non essere più in grado di guidare, così decise di accostare e fare due passi.
La brunetta scese velocemente dall'auto e cercò faticosamente di calmarsi ma l'unica cosa che ottenne fu di agitarsi ancora di più, non riusciva a capire come poteva essersi turbata così per la discussione con Stefan, dopotutto non era successo niente di strano, non aveva detto niente che poteva farla sentire in colpa, era stata come al solito molto brava a glissare sull'argomento Damon.
Non appena nella sua mente prese forma il nome del vampiro il suo corpo sussultò e a quel punto tutto le fu chiaro, non lo aveva neppure cercato per sapere se stava bene nonostante fosse a conoscenza del suo rapimento da parte di Rebekah, ma la cosa che la faceva sentire più in colpa era il non essersi opposta con più forza a Stefan e aver proseguito il piano senza tentare di salvarlo.
Elena afferrò la maniglia per aprire la portiera della macchina con così tanta forza da rischiare di romperla. Una volta a bordo non perse tempo e girò la chiave già inserita nel cruscotto e diede gas pronta a partire, non sentì nessun rumore provenire dal motore e l'auto non dava segni di volersi muovere, in preda alla rabbia la ragazza cominciò a colpire il volante con dei pugni più forte che poteva. 
Aveva avuto mille occasioni per capire cosa provava e per dirlo al vampiro, proprio ora che sapeva cosa dire era bloccata in mezzo al nulla.
Artigliò frustrata il telefono che aveva appoggiato sul sedile del passeggero e compose l'unico numero che aveva in mente, uno duo tre squilli ma dall'altro capo non ricevette nessuna risposta, possibile che Damon se la fosse presa e non le rispondesse, eppure era notte fonda e senza dubbio una sua telefonata a quell'ora significava che aveva bisogno del suo aiuto.
Non era da lui abbandonarla, non lo avrebbe mai fatto.
La ragazza scese dall'auto e non avendo altra alternativa cominciò a camminare in direzione del pensionato. Dopotutto era il posto abitato più vicino, più camminava più il suo passo diventava veloce finché non si ritrovò in pochi minuti a correre a perdifiato con un solo pensiero che le faceva scoppiare il cervello, parlare con Damon. Doveva scusarsi per non averlo salvato e per un altro milione di cose.
Quando giunse davanti alla dimora dei Salvatore era sudata e aveva i capelli tutti scompigliati, lasciò cadere a terra la borsa e la giacca che atterrarono con tonfo sordo e a passi lenti e misurati si diresse verso la porta.
Quando fu abbastanza vicina sentì chiaramente la voce dei due vampiri decisamente troppo alta per essere una discussione amichevole e capì che stavano litigando, si avvicinò alla finestra e vide Damon scaraventare nel camino un bicchiere di liquore, spaventata Elena fece un passo indietro. Non aveva mai imparato a gestire la rabbia di Damon, non aveva paura di lui ma ogni volta che si infuriava perdeva il controllo e diventava imprevedibile e irrazionale, praticamente tutto il contrario di lei.
Cercando di fare meno rumore possibile si allontanò dalla finestra e decise di attendere il termine della discussione prima di parlare con il vampiro moro.
Non riuscì neppure a scendere le scale del porticato poiché Damon spalancò la porta d'ingresso come una furia e uscì in giardino.
Il vampiro si aspettava tutto ma non un incontro con Elena a notte fonda e nel giardino di casa sua, per alcuni istanti si guardarono indecisi sul da farsi. Era una situazione alquanto strana, doveva essere a casa da alcune ore e poi cosa le era successo, sembrava che qualcuno l'avesse inseguita.
Il rumore sordo della porta d'ingresso che veniva sbattuta da Stefan li risvegliò dai loro pensieri.
- Stai bene? - disse Damon passandosi nervosamente una mano tra i capelli già piuttosto scompigliati.
- Sì...No...Veramente la mia auto mi ha lasciata a piedi poco lontano da qui, così sono tornata indietro di corsa - spiegò la ragazza con un filo di voce come se si vergognasse.
- Vieni ti accompagno a casa e domani vado a recuperare la tua auto, comunque dovevi avvertire qualcuno, non puoi andartene in giro a notte fonda da sola - replicò Damon mentre si dirigeva verso la sua auto.
- Ma io ti ho chiamato e non mi hai risposto, se ce l'hai con me ti capisco - replicò la brunetta stando ben attenta a non guardarlo in faccia.
- E sentiamo per cosa dovrei avercela con te, ormai quasi non mi rivolgi la parola? - disse a denti stretti il moro.
Elena trasse un respiro profondo e cercò di calmarsi il più possibile, quel ragazzo la mandava sempre su tutte le furie, era già abbastanza difficile per lei parlare di certe cose senza che lui facesse il suo solito teatrino da vampiro insensibile.
- Dovevo mollare tutto e venire a salvarti, tu lo fai sempre per me, mi dispiace -.
- Va tutto bene, l'importante era portare a termine il piano, io ero un danno collaterale - rispose il vampiro fissandola dritta negli occhi.
Senza dire nient'altro Damon si diresse verso la sua auto e fece segno a Elena di seguirlo. Una volta a bordo partirono verso la casa della ragazza, il viaggio fu terribilmente silenzioso, nessuno dei due osava dire nulla, quando all'improvviso la ragazza sbottò e si voltò verso Damon.
- Adesso basta, smettila di fare così, fermati, voglio scendere! - urlò Elena come una furia.
Damon inchiodò in mezzo alla strada e scese, grazie alla sua velocità aggirò in un istante l'auto e spalancò la portiera della ragazza invitandola in modo poco gentile a scendere.
- Cosa diavolo vuoi da me, sono il tuo cavalier servente e non ti va bene, ti lascio i tuoi spazi e non ti va bene, Damon Salvatore non è la marionetta di nessuno, questo te lo devi mettere bene in testa! - ringhiò Damon ormai furente.
La brunetta non rispose, ma il suo viso fu inondato da un mare di lacrime che scivolavano veloci lungo le guance. 
La ragazza cercò inutilmente di frenare quel fiume in piena, ma era impossibile, così cominciò ad asciugare le lacrime convulsamente con i palmi delle mani, tra un singhiozzo e l'altro Elena cercava disperatamente di trovare le parole per iniziare un discorso che era stato rimandato ormai da troppo tempo.
- Non ci riesco, ho troppa paura - bisbigliò Elena tra un singhiozzo e l'altro.
- Di cosa hai così paura, hai paura di me ? - disse il vampiro con voce tremante temendo la risposta.
- No, mai - replicò la ragazza perentoria.
Damon sussultò per la sicurezza e la determinazione con cui la ragazza gli aveva dato la risposta, non aveva vacillato neppure un secondo e non si era neppure fermata a pensarci, era davvero sicura di quello che stava dicendo, senza nessuna remora. Così si sentì in colpa per averla fatta piangere, si avvicinò alla ragazza e le accarezzò dolcemente il viso, cercò di asciugarle almeno una parte di lacrime, che nonostante i suoi tentativi continuavano a inondare copiose le guance di Elena.
- Ehi lo sai che puoi dirmi quello che vuoi, sono qui e ti ascolto - disse Damon dolcemente.
Elena avrebbe voluto parlare e raccontargli tutto il dolore che provava ogni volta che lo respingeva e lo allontanava in nome di un amore con Stefan che ormai non esisteva più da molto tempo.
Avrebbe voluto dichiarargli quello che provava con belle parole ma nel suo cervello aleggiava solo il vuoto più totale, lui era lì per lei, disposto ancora una volta a consolare le sue sofferenze per il fratello e lei non aveva il coraggio di dirgli che le sue sofferenze erano solo ed esclusivamente causate da lei stessa e dal suo cervello ottuso.
Una volta Damon le aveva detto che poteva mentire agli altri ma non a se stessa, solo adesso capiva che aveva ragione, lui lo sapeva da sempre, le aveva letto nel profondo dell'anima e l'aveva capita come nessun altro al mondo, aveva mentito a se stessa per troppo tempo, quella notte avrebbe trovato il coraggio per ammettere a se stessa e a lui i suoi sentimenti.
- Mi manca il coraggio - sussurrò la brunetta tenendo gli occhi bassi.
- Chiudi gli occhi e credi solo a quel che vedi dentro, se credi sia giusto dirmi questa cosa ti ascolterò qualunque essa sia - disse Damon prendendo tra le sue mani quella di Elena.
La ragazza seguì il consiglio del vampiro e chiuse gli occhi, all'improvviso tutto le sembrò così semplice e naturale, come aveva potuto aspettare così tanto a rendersi conto che Damon era sempre stato nel suo cuore.
Non era mai stato importante se fosse stato buono o cattivo, l'unica cosa importante era che fosse con lei, sempre e comunque.
Ogni volta che la lasciava sola il desiderio della sua presenza la assaliva prepotente, ogni volta che la toccava bramava un contatto più profondo e prolungato, tutte queste cose erano state da sempre davanti ai suoi occhi ma lei come se fosse stata cieca non le aveva viste. 
Quella notte la sola possibilità di perderlo per sempre le aveva ridato la vista concedendole finalmente di realizzare qualcosa che sapeva da sempre ma che non aveva il coraggio di ammettere, lei amava Damon immensamente e dolorosamente.
- Ti amo - sussurrò la ragazza mentre riapriva lentamente gli occhi puntandoli in quelli del vampiro.
Il vampiro non poteva credere a quello che le sue orecchie avevano sentito, si aspettava molte cose ma non una dichiarazione d'amore così diretta e semplice.
Spiazzato rimase alcuni secondi a osservare quei meravigliosi occhi castani che lo scrutavano dolci e speranzosi, poi riprese il controllo del suo corpo e attirò la ragazza a sé stringendola in un abbraccio colmo d'amore.
Non era mai stato così felice sia in tutta la sua vita che nella sua non vita. 
Posò entrambe le mani sulle guance della ragazza e avvicinò le sue labbra fino a sfiorare quelle rosa e morbide di Elena.
- Se il mio cuore fosse ancora vivo mi sarebbe saltato fuori dal petto, non sai quanto ho desiderato e sognato questo momento, credo che le mie orecchie non sentiranno mai niente di più bello di quello che mi hai appena detto - disse il vampiro sorridendo.
Elena sorrise dolcemente e appoggiò le sue labbra su quelle del vampiro colmando definitivamente la distanza, anche se minima, che era rimasta tra loro.
Fu un bacio ricco di amore e di dolcezza ma sopratutto di consapevolezza di qualcosa che in fondo avevano sempre saputo entrambi.


   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Lady Eloise