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Autore: cullen92bella    23/04/2012    2 recensioni
Per tutti i sopravvissuti alla 3x19,ecco uno spoiler di mia produzione (: DELENA,leggete.Troverete molto interessante questa storia.Ah e recensite,recensite,recensite!Avrei MOLTO piacere di conoscerere la vostra opinione a riguardo.Un bacio miei cari lettori :*
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'importante è da che parte scegli d'agire.
 
Il ritorno in macchina trascorse all'insegna dei silenzi imbarazzanti.Elena fissava un punto indefinito fuori dal finestrino,come se così facendo potesse annullare la presenza di Damon al suo fianco,che di tanto in tanto si concedeva di scrutarne il volto,con la coda dell'occhio.Le sue mani immobili sul volante,si strinsero a pugni.Damon tentava di mascherare d'indifferenza il suo rammarico,attento a celare quello sguardo che altrimenti l'avrebbe tradito.Le parole da lui pronunciate poco prima,avevano fatto breccia in Elena,che ora ne assoporava il retrogusto amaro.Jeremy se ne stava inerme sul sedile posteriore,fissando i due con occhi nuovi.La conversazione con Rose gli aveva aperto nuove frontiere.Iniziò a prendere seriamente in considerazione l'idea di vedere in Damon qualcosa in più del mostro senza scrupoli.Fissò la sorella.Si convinse che non era lui ad essere dalla parte del torto.Si disse che la ragione per cui volesse tenerla lontana da Damon,fosse la sua incolumità.Voleva proteggerla.Ma le parole di Rose fecero irruzione tra i suoi pensieri.
"Damon può essere per Elena la cosa migliore,o la peggiore."Tra le parole di Rose,una sola scosse Jeremy.Migliore.Iniziò ad insinuarsi in lui la possibilità che a Damon potessero essere accostati attributi come buono,migliore.Migliore per Elena.Conosceva sua sorella.Vestiva i panni della paladina del bene.Avrebbe mai potuto schierarsi con il nemico? Una nuova consapevolezza sopraggiunse in Jer.Damon poteva non essere il nemico.Un mostro non avrebbe mai nutrito sentimenti così forti,da metterne in discussione degli altri,apparentemente solidi.Perchè era esattamente questo ciò che stava accadendo.Elena si stava riscoprendo capace di amare qualcun'altro e,ironia della sorte,proprio del più insospettabile.Ma per quanto questo mandasse ancor più in confusione Elena,per quanto potesse ostinarsi a non accettarlo,nulla avrebbe più potuto cambiare lo stato delle cose.Elena iniziò ad interrograsi sulla natura della sua indecisione oramai esasperante.Si chiese se la ragione non fosse un'altra.L'indecisione le stava forse facendo da scudo,perchè troppo codarda per ammetterlo a se stessa? Probabile.Ma c'era dell'altro.Elena non ebbe bisogno di chissà quale ridondante strategia mentale per giungere alla conclusione.Una sola cosa le venne in mente,ed anche l'unica.Stefan.Il suo nome assunse un tono duro,ora.Iniziò ad occuparle i pensieri,come se non le avesse già sottratto abbastanza.Stefan,Stefan.La sua mente taceva,ma stava urlando,straziata.Era come se volesse punirla,schiaffeggiarla,per ciò che aveva commesso.Il fantasma di Stefan non l'avrebbe mai abbandonata,l'avrebbe sempre seguita come un'ombra.Qualsiasi sentiero avesse imboccato,avrebbe trovato quello di Stefan,sempre pronto ad incrociarsi al suo.E,se avesse scelto proprio,quel sentiero...Ma prima di portare a termine quella riflessione,mise a tacere la sua testa,oramai troppo rumorosa.Laddove regnava il caos,era divenuto impossibile ritagliarsi un angolo di pace.Eppure,scavando più in profondità,dove aveva perduto se stessa,rinvenne qualcosa di piacevole,seppur lontano dalla perfezione.Un'immagine,rimasta ben impressa in lei.E questo,nessun fantasma del passato l'avrebbe scalfito.Si tuffò in quel ricordo,immergendovisi completamente.Dovette chiudere gli occhi,così che potesse tornarvi con la mente.Si ritrovò nella stanza di un modesto motel.Rinvenne dal sonno improvvisato.Sentiva il guanciale premerle sul viso,le lenzuola avvolgerle il corpo.Gli occhi si aprirono in una fessura,appena sufficiente per guardarsi intorno.Il suo sguardo venne catturato da un angolo della stanza,avvolto nella penombra.C'era un tavolo vuoto.Poi,vide una mano cingere un bicchiere.La riconobbe.Ispezionò quella figura,scrutandone i tratti con curiosià nuova.Si,quello sguardo non gli era nuovo.Aveva riservato qualcosa del genere a Stefan.Ma non si trattava di lui,non stavolta.Il puzzle si ricompose,lo scenario prese forma,e c'era lui,come mai prima d'ora c'era stato.Lo vide quasi fosse la prima volta.Tutto sommato,lo era.Damon sorseggiava qualcosa,come era consueto fare.Distese i piedi su di una vecchia sedia.La camicia sbottonata ne lasciava intravedere l'addome piatto.Incurante,stava fissando fuori dalla finestra,perso tra chissà quali pensieri.Si voltò appena,senza che Elena potesse prevederlo,e la sorprese.Istintivamente,la prima mossa fu quella di simulare di dormire,pur sapendo di non essere credibile.Chissà come,riaprì gli occhi,e trovò i suoi a fissarla.Era uno sguardo serio,intenso,di quelli che ti costringono ad abbassare lo sguardo,poichè impossibili da sostenere.Eppure,lei lo sostenne,e senza molte difficoltà.Le parve interminabile quel frangente in cui i loro occhi si incrociarono.Ebbe tutto il tempo di osservarlo minuziosamente.Le sembrò un accenno di sorriso quello comparso all'angolo della sua bocca,quasi tradisse un segreto compiacimento per averla colta con le mani nel sacco.Quegli occhi,sembravano dire qualcosa di rimando ai suoi.Seppur inespressa,sapeva che tra loro due era in atto una conversazione,e fu come se da quello scambio,emergesse un tacito consenso,perchè Elena si ritrovò Damon a fianco,a dividere il letto con lei.Ricordò il suo cuore andare a ritmi impazziti.Il suo petto contrarsi al solo tocco della sua mano,pronto ad esplodere come una bomba ad orologeria.La passione ed il desiderio racchiusi in quel bacio...Elena si sorprese a sorridere di quell'istante.Rimase sconvolta della carica che su di lei quell'uomo esercitava.Tornò immediatamente alla realtà,riaprendo gli occhi di getto.Il suo respiro si fece affannoso.Cosa le stava succedendo? Decise di lasciar perdere quando,voltandosi,scorse Damon a guardarla.Si fissarono,ma stavolta lo sguardo di Elena non era in grado di sostenerlo.Gli lanciò una di quelle occhiate straziate.Damon si sentì come trafitto,ma non proferì parola,credendo che voltarsi fosse la soluzione più ragionevole.Affondò il piede nell'acceleratore,e proseguì la sua corsa.
Poco dopo giunsero a destinazione.Damon riaccompagnò Elena ed il fratello a casa.Scesero dall'auto,ed Elena prese il suo bagaglio.
"Lascia stare,ci penso io." Disse Damon.
"Faccio da sola,grazie." Fu la risposta di Elena,mentre sottraeva il suo bagaglio dalle mani di Damon.Avrebbe potuto trattenerla,ma lasciò ugualmente la presa.Elena filò dritta in casa,senza neppure degnarlo di un saluto.Sbattè la porta alle sue spalle.Damon capì che non era con lui che se la stava prendendo,bensì con se stessa.
"E' arrivato il momento della verità.Splendido." Disse Damon tra se.Aprì la portiera dell'auto,e mise in moto.
"Hey,grazie del passaggio." Disse Jer.In risposta Damon abbozzò un mezzo sorriso.Poco dopo,la sua auto era già svanita oltre il vialetto.
Quando Damon varcò la soglia di casa Salvatore,si aspettava un faccia a faccia con il fratello.Trovò Stefan seduto sulla poltrona del salotto,voltato di spalle.Damon si sentì come qualcuno che sta per confessare un atroce delitto.Era incerto,ma il suo fare deciso diceva l'esatto contrario.Avanzava infatti imperterrito verso il fratello,con aria di sfida,quasi volesse provocarlo.Si lasciò andare sul divano,come un facile bersaglio.Si perse in futili pensieri.Immaginò una grande insegna lampeggiante proprio sulla sua testa,con su scritto "Avanti,colpiscimi." Rise sotto i baffi.Stefan,intanto,reggeva un drink.
"Com'è andato il viaggio?" Disse Stefan,rivolgendogli finalmente la parola.
"Bè,non è stato divertente quanto Disneyland.A proposito,dovremmo farci un salto." 
A questa risposta Stefan si alzò,andando su e giù per la stanza,perso in una silenziosa riflessione.
"E' già l'ora del monologo? Eri più divertente da squartatore assetato di sangue,sai."
Finalmente gli occhi di Stefan puntarono quelli del fratello,in modo tutt'altro che amichevole.
"E' l'ora della resa dei conti,fratello." Pensò Damon,non staccando lo sguardo da quello di Stefan.I due si guardarono in cagnesco per qualche istante.Poi,lo sguardo di Stefan si distese,con sorpresa del fratello.Damon cercò di decifrarne il senso,ma fu interrotto.
"Ti ama.Elena Ti ama." Sibillò.Un velo di rassegnazione cadde sul viso di Stefan.Si voltò all'istante,non voleva che il fratello glielo leggesse in viso.Ma Damon se ne era già accorto.Inoltre,gli parve che le sue parole fossero fin troppo spedite.Così,iniziò a domandarsi da quanto lo sapesse.Sembrava proprio che a quelle parole seguissero lunghe ed attente ore di meditazione.Ciò avvalorò la tesi di Damon.Stefan ne era già a conoscenza.Si fece beffe di se stesso.L'unico a rimanerne all'oscuro,era proprio il protagonista di quell'estenuante vicenda.Tuttavia,ciò non bastò a persuadere Damon,che lo studiò per un momento,prima di rispondergli.
"Lascerò che quelle parole escano dalle sue labbra,prima di darvi credito." Sentenziò Damon.I suoi occhi ridotti a fessure.Nutriva ora una qualche sorta di risentimento,per quel fratello che stava alimentando in lui quella speranza,che teneva a bada da sempre.Fintanto quella fosse solo una possibilità,soggetta pertanto a mutamento,mai si sarebbe permesso di credervi.Sapeva che non ne sarebbe uscito illeso.Le ferite di guerra non si rimarginano con il tempo.Una lunga agonia,attende il mal capitato.Quelle ferite logorano,sino ad ucciderti.
Stefan lo guardò torvo.Ed incredulo.Dava per scontato che la cosa fosse più che nota al suo caro fratello.Stefan fissò il soffitto,pensieroso.
"Non è forse successo qualcosa,durante il viaggio?" Disse Stefan,palesemente cosciente dell'evidenza.Un'evidenza che a quanto pare,al fratello sfuggiva.
Quelle parole,racchiudevano un significato implicito per Damon.A quel punto,si trovò costretto ad intaccare quell'involucro consistente della sua volontà.Rimembrò quanto era accaduto.E avvenne l'irreparabile.Iniziò a sperare.Alle illusioni seguono sempre delusioni,lui lo sapeva bene.Ma non potè sottrarsi ad un tale richiamo.Si era aperto il varco della speranza.Si affrettò a richiuderlo,ma una nuova ondata lo trascinò giù,travolgendolo come un fiume in piena.Il suo corpo stretto a quello di Elena,le labbra dischiuse muoversi in sincrono,l'esplosione del suo petto.Dovette reggersi su di uno stipite,per mantener ben saldo l'equilibrio.Stava cedendo,ma non poteva vacillare in quel modo davanti al fratello.Gli diede le spalle,concedendosi un istante per ricomporsi.Quel silenzio,però,parve più che eloquente a Stefan,che non necessitò di ulteriori spiegazioni.A quel punto Damon tirò un respiro profondo,e inchiodò il fratello.Negli occhi di Damon,Stefan scorse tutto quanto.Nessuna parola era stata pronunciata,ma bastò tanto affinchè Stefan comprendesse.Anche Stefan mostrava ora segni di cedimento.Tornò a sedersi sulla poltrona,mentre uno dei braccioli si sbriciolava sotto la sua presa.
"1864,fratello."
Prima che Damon ci riflettesse,fu trafitto dalla frecciatina del fratello.
"Stesso scenario.Stesso intreccio della trama.Finale differente,tuttavia." Continuò Stefan.
I muscoli di Damon cominciarono a tendersi.Finchè il suo corpo scattò.Scaraventò Stefan sulla parete,con una mano stretta al suo collo.
"Sme-tti-la." Disse Damon,a denti stretti.
"Eccoti il lieto fine,fratello.Anche se in ritardo." Riuscì Stefan a dire.Damon lasciò la presa.Lo trafisse con lo sguardo.
"Lasceremo che sia Elena a scegliere.Sarà lei a decidere chi vuole tra noi due.Niente mosse false.Giocheremo pulito."
"Ho una condizione.E' più un compromesso,a dire il vero." Aggiunse Stefan.
"Sentiamo." Disse Damon,impaziente.
"Su chiunque cada la scelta,l'altro dovrà lasciare la città.Una coesistenza a tre,non è possibile."
Damon rimase basito.Non aveva mai considerato prima quell'aspetto.Per lui,avere Elena rappresentava una vittoria,su tutti i fronti.Non credeva che ciò avrebbe comportato delle rinuncie.Rimase interdetto.Riusciva a comprendere ciò che pensava il fratello.Eppure,avrebbe dovuto lasciar andare così ciò che ne restava della sua famiglia?Quel fratello per il quale ha più volte messo a repentaglio la vita?Quel fratello in nome del quale aveva accettato di rimanere dietro le quinte?Quel fratello,che aveva scelto lui,rinunciando a ciò che gli era più chiaro?Avrebbe dovuto voltargli le spalle,ora?Ma la scelta non spettava a lui.La responsabilità non ricadeva su di lui.Ma ciò non bastò a placare il senso di colpa che ora lo divorava.Ora,qualsiasi delle due prospettive,non gli concedeva sollievo.Sapeva di voler il fratello come parte integrante della sua vita.Ma sapeva anche che,se Elena avesse scelto lui,le avrebbe teso le braccia.Inghiottì il groppo in gola,e si convinse che quella fosse la scelta migliore.
"Siamo d'accordo."
La conversazione tra i fratelli Salvatore,si concluse in tal modo.
Elena si era abbandonata ad un bagno rilassante,nella speranza che potesse distenderle i nervi.Una volta terminato,scese di sotto.Fece qualche passo,quando qualcosa attirò il suo sguardo.Un oggetto bianco spuntava da sotto la porta.Lo sfilò,e vide che si trattava di un biglietto,piuttosto consistente al tocco.Lesse le uniche due righe.
"Lady Gilbert è cordialmente invitata a prender parte alle danze che si apriranno domani sera."
Mistyc Falls High School.
"Non si prospetta niente di buono." Pensò Elena,sapendo che Klaus ne avrebbe preso parte.
Lasciò il biglietto sul tavolo della cucina.Quando Jeremy lo lesse,condivise la medesima preoccupazione della sorella.Elena filò dritta in camera sua.
"Buonanotte,Jer."
" 'Notte."
Elena riuscì a trovare in Jeremy l'unica ragione per essere felice.Era bello riaverlo a casa.Chiuse la porta della camera.Sentì un'aria fin troppo fresca diffondersi per la stanza.La finestra era aperta,così la chiuse.Si chinò per afferrare l'estremità della coperta e si mise a letto.Fissò il soffitto,in attesa che il sonno l'assalisse.
Nello stesso istante,a casa Salvatore,Damon Fissava il vuoto della sua stanza,piegato su un fianco,con il braccio dietro il capo.
Da quando erano tornati,non c'era stato modo di riposare.Così i due,l'uno perso nei pensieri dell'altra,si addormentarono stremati.
Il mattino seguente Elena si svegliò di buon'ora.Si diede una rinfrescata,e scese di sotto a preparare la colazione a Jer.A sua insaputa,il fratello aveva giocato d'anticipo.Stava spadellando qualcosa dalla fragranza piacevole.
"Ah sei già sveglia,buongiorno.Sai,pensavo di farti una sorpresa ma sei già qui." Elena gli rivolse uno dei suoi sguardi,colmo di gratitudine.Si gettò tra le sue braccia.
"Quanto entusiasmo per un paio di uova." Scherzò Jer.
"Mi sei mancato,davvero." Gli sussurrò Elena all'orecchio.Sul volto di Jer comparse lo stesso sorriso stampato sulla faccia della sorella.Terminata la colazione,Jeremy uscì di casa,ed Elena rimise in ordine.Si era prefissa un obiettivo,per questa giornata.Intendeva portarlo a termine.Così si vestì e uscì di casa.Poco dopo,raggiunse casa Salvatore.Bussò alla porta.
"Elena?"
"Posso entrare?"
"Accomodati.Ero solo sorpreso di vederti."
I due si accomodarono in salotto,ma nessuno si sedette.
"Stefan,volevo dirti una cosa."
Iniziò ad avvertire del turbamento.Stefan fece cenno di proseguire.
"Mi è arrivato il biglietto dell'invito al ballo di fine anno.Non prevedo nulla di buono.Ti andrebbe di essere il mio accompagnatore?In due terremo meglio d'occhio la situazione." Sembrava proprio che Elena si aspettasse un rifiuto dell'invito,vista l'esitazione nel chiederglielo.Stefan lo notò,e il dolore di prima riaffiorò.Capiva la natura di quel comportamento.
"Volentieri." 
Elena si aprì in un sorriso di sollievo.Stefan era indeciso se osare o meno.Alla fine,si lanciò.
"Parlami del viaggio.Damon,non è stato molto esaustivo."
Elena rimase impietrita.Capì che Stefan sapeva.
"E' andato." Farfugliò. "Ehm,adesso è meglio che vada." E fuggì via.Stefan si gettò sul divano,rassegnato.Ma un barlume di speranza si accese in lui.L'aveva invitato al ballo.Magari si era sbagliato nel sostenere quella tesi.Perso tra i suoi pensieri,non si era accorto della presenza di Damon,che aveva sentito ogni parola.Alzò lo sguardo,e trovò quello di un uomo divorato dal dolore.Nonostante l'ostilità,Stefan riuscì a provarne compassione.Ma non fece nulla.Damon uscì di corsa,sbattendosi la porta alle spalle.
 
"Aspetta!" Disse ad Elena,mentre gli afferrava il braccio.Elena si fermò,ma non si voltò.
"Lasciami andare." Disse gelida.
Damon mollò la presa.Rimasero immobili.Lei parlò,rimanendo di spalle.
"Cosa vuoi,Damon?"
"Che ti volti,e che mi guardi dritto negli occhi."
Elena non si mosse.
"Elena!" Damon la voltò con forza,strattonandola.In quell'istante,Damon preferì non averlo fatto.Vide delle lacrime rigarle il volto.
"Che vuoi...Damon?" Disse ancora in lacrime.
"Non voglio niente.Non voglio nessuno." Disse lui.Poi,scomparì tra i boschi,desiderando di non aver mai pronunciato quelle parole.Ma quel che desiderava di più,è che Elena se ne dimenticasse.
Elena singhiozzò.Quelle parole non le erano rimbalzate addosso.La colpirono senza pietà,fino a penetrarla.Corse a casa,a prepararsi.Adagiata sul letto,trovò una grande scatola.All'interno vi trovò un abito.Notò che c'era un biglietto alleggato.
"Spero lo indosserai per me,stasera."
S.
Elena indossò il lungo abito nero,che la avvolgeva in una morsa delicata,rendendo sinuoso il suo corpo e le sue movenze.Scrutò la sua immagine riflessa allo specchio,da ogni angolazione.Le piaceva quella figura.Eppure non potè fare a meno di notare il velo di malinconia che trapelava dai suoi occhi.Preferì concentrarsi sull'acconciatura e gli accessori da coordinare.Raccolse i capelli in una pettinatura d'epoca,retta da un ferma capelli argenteo.Cercò di mascherare con del trucco le ombre violacee sotto agli occhi.Il risultato finale era piuttosto convincente.Sarebbe riuscita a passare inosservata,o almeno era ciò che auspicava.Conclusi i preparativi,osservò le lancette dell'orologio.Era trscorso più tempo di quel che immaginava.Era quasi ora di andare.Si diede un'ultima occhiata,e prese il soprabito.Scese le scale,quando sentì bussare alla porta.Quando aprì,si trovò davanti un fascio di rose rosse,tra le braccia di Stefan.
"Sei incantevole questa sera." Disse Stefan con fare adulatorio.
"E tu sei molto elegante." 
Stefan indossava uno smoking nero,e delle scarpe tirate a lucido.Porse il suo braccio ad Elena,che accettò l'offerta.Da perfetto cavaliere,le aprì la portiera dell'auto,e la fece salire.Giunti sul posto,la scortò fino alla pista da ballo.Elena si guardò intorno,e vide lui,in cima alle scale,con in mano un bicchiere di champagne,che sorseggiava di tanto in tanto.Fece per andarle in contro,quando vide Stefan reclamarla.
"Si aprano le danze." Disse una voce austera.
"Mi concedi l'onore di questo ballo?"
Elena posò il suo palmo sulla mano di Stefan ed iniziarono a danzare,roteando sulla pista.Stefan le cinse la vita,avvicinandola a se.Elena si sentì a disagio.Stefan colse l'imbarazzo,e allentò la presa.
"Ti ho già detto quanto tu sia splendida questa sera?"
"Credo che questa sia la seconda volta." Disse Elena,nascondendo un sorriso.
"Perdonami,mi sto ripetendo.Ma non riesco a toglierti gli occhi di dosso."
Elena non si scompose.Sorrise appena.Guardava la pista a lei circostante,ma nulla destava in lei interesse.Poi lo vide,di fianco alla pista da ballo,intrattenere conversazione con la più seducente degli antichi.Rebeckah,raccolta in un abito rosso,con uno scollo vertiginoso dietro la schiena che lasciava intravedere la sua carnagione avorio.Una punta di acidità colpì Elena nel vedere la bionda in compagnia di Damon,che non sfuggì a Stefan.Damon si voltò verso Elena,con aria compiaciuta.Poi mise il braccio sulle spalle di Rebeckah,guidandola sino al cortile,ma prima rivolse un ultimo sguardo ad Elena.In quello stesso frangente,lei strinse Stefan a se con più energia del necessario.Palesemente infastidito,Damon affrettò il passo e sparì con la bionda.Si sentì subito in colpa per aver usato Stefan in quel modo.Stefan sciolse la stretta.
"Vado a prendere un drink."
Fu presto di ritorno,con un bicchiere in mano.Lo offrì ad Elena,che lo mandò giù tutto d'un colpo,con espressione sorpresa del suo accompagnatore.Una nuova sinfonia si diffuse nel grande salone.Stavolta,fu Elena a chiedergli di ballare.Non era molto presente a se stessa.Era assorta tra i suoi pensieri,chiedendosi perchè Damon tardasse a tornare in sala.In ogni caso,si era proposta un obiettivo,ed era la ragione per cui Stefan era a quel ballo con lei.
"Stefan,devo parlarti."
"Aspettavo questo momento dall'inizio della serata."
Elena rimase di sasso.Stefan decifrò la sua espressione.
"Si,lo sospettavo.Ho capito che c'era qualcosa non appena mi hai invitato a questo ballo."
"La tua intuizione è stata corretta.Stefan io..."
La difficoltà di Elena era tangibile.
"Vedi,devo dirti qualcosa.Qualcosa che voglio tu sappia da me.Io e Damon ci siamo baciati." Riuscì infine a dire.
Seppur l'espressione non fosse delle più felici,parve che Stefan ne fosse già a conoscenza.
"Stefan,sono stata io a baciare lui."
Quest'affermazione cambiò tutto.Ora Elena vide in Stefan quella reazione che si aspettava facesse prima.Lesse dolore nei suoi occhi.Li vide ardere.Si dovette ricomporre prima di emettere parola.
"Tu?"
Elena fece cenno di si con il capo,poichè troppo vigliacca per ammetterlo ad alta voce.
"Questo cosa significa?" Sembrava quasi che Stefan non volesse sentire la risposta,eppure trovò il coraggio per chiederlo.
"Io non..." Elena incespicava con le parole.
"Elena!" Urlò Stefan,stringendole le spalle.
"Io...io non lo so!" La strattonò. "Lo amo!" Disse infine in lacrime.
Stefan la lasciò immediatamente.Aveva ottenuto ciò che voleva,la verità.Eppure,non ne trasse alcun giovamento.Al contrario,si sentì morire.Rimase immobile,come una statua scolpita nella cera.Intanto,Damon avanzava con passo rapido verso di loro.
"Ho sentito delle urla.Che sta succedendo?" Disse ad entrambi,ma rivolgendo lo sguardo solo ad Elena.
Stefan lo fulminò.Diede un'ultima occhiata ad Elena,colma d'amore nonostante tutto.Poi abbassò lo sguardo,e andò via.Ancora lacrime segnavano il viso di Elena.Damon lo prese tra le mani,ancora all'oscuro della ragione del suo pianto.Elena cedette,sprofondando nel suo petto,dove trovò le sue braccia pronte a cingerla.A Damon non importava quale fosse il motivo.Non le chiese nulla.La strinse solamente a se,dandole ciò di cui aveva bisogno.Il suo conforto,che silenziosamente lei ora gli stava domandando.La prese per mano,diregendosi verso l'esterno dell'abitazione.
"Vieni con me."
Si sedettero su di una panchina.Fuori si gelava,così le posò la sua giacca sulle spalle.La strinse in un abbraccio,attendendo che fosse lei a parlare.Finalmente Elena smise di singhiozzare.Damon le catturò l'ultima lacrima che le stava scendendo dal volto.Elena aveva ancora gli occhi lucidi,quando si perse in quelli di Damon.
"Damon,io..."
"Shh,non occorre che tu dica altro."
Ancora una volta,tra i due c'era stato un tacito scambio.
"Ti amo." Disse Damon,senza aspettarsi risposta.
Elena lo fissò a lungo.Gli posò il palmo sulla guancia.
"Ti amo." Disse lei infine.
Tale fu la sorpresa,che Damon ne rimase quasi sconvolto.Poi,la gioia prese il posto dello shock.Si aprì nel migliore dei suoi sorrisi e le strinse il volto tra le mani.Poi,la baciò.Fu un bacio differente da quello precedente.Seppur anch'esso fosse colmo di passione,a prevalere era ora l'intensità del sentimento che tale gesto esprimeva.Durò a lungo,e fu il vero primo bacio che i due si scambiarono.Ora che l'uno aveva aperto il cuore all'altra,si stabilì un equilibrio.Quando lasciarono il ballo,Stefan non potè che notarli,mandando giù un bicchiere di troppo.Damon la riaccompagnò a casa,seguendola sino in camera sua.
"Adesso che succede?" Chiese Damon.
"Lasciamo che le cose seguano il loro corso.Non pensiamoci troppo." Incredibile che quelle parole provenissero proprio da Elena.La stessa Elena che,sino ad un istante prima,era nell'indecisione più totale.Damon sorrise,completamente in accordo con lei.
Jeremy era appena tornato.Avrebbe voluto prender parte al ballo,ma quello non era ancora il suo ultimo anno.Si lasciò andare sul letto della sua stanza.Sperando che così  facendo si rilassasse,mise delle cuffie alle orecchie e ascoltò della musica assordante.Chiuse gli occhi,e quando li riaprì,vide Rose.Lo prese alla sprovvista,spaventandolo.
"Accidenti.E tu che ci fai qui?"
"Scusa l'irruzione.Prima di andare volevo dirti un'ultima cosa.Cerca di vedere di buon occhio Damon.Non è male come vuol far credere.Non vincerà mai il premio di buone maniere nè di discrezione ma,hey,nessuno è perfetto." Disse facendogli l'occhiolino.
"Non lo so.Tra i due fratelli Salvatore,è Stefan che ho sempre considerato il migliore.Immaginarlo accanto ad Elena,non mi preoccupa.Mentre Damon,bè,mi costringe ad attivare i miei recettori da fratello protettivo."
"Comprendo la tua diffidenza,Jeremy.Ma è stato Damon a voler questo.Tenta di reprimere il suo lato buono,così che gli altri non lo vedano.Cerca di vedere oltre l'apparenza.Tua sorella l'ha fatto,fidati del suo giudizio."
"Non lo so,Rose." Prima che Jer terminasse,era già sparita.Iniziò a considerare Damon ed il suo presunto lato positivo.Tutto sommato,Rose poteva avere ragione.Se Elena aveva creduto in Damon,poteva farlo anche lui.
Elena gli gettò le braccia al collo.Damon le prese la vita,scostandola quanto bastava per sfiorarle le labbra.Presero a baciarsi.La passione aumentava sempre più.I due neo immamorati ardevano di desiderio,si bramavano.Poco dopo,i loro corpi erano distesi sul letto.Si divincolavano,in preda ad un raptus di follia.Damon tracciò il profilo del viso di Elena,scendendo giù per il collo,le braccia,sino ai fianchi.La lampo dell'abito si aprì,scoprendo la pelle nuda sotto le sue dita.La camicia di Damon si aprì,bottone dopo bottone,ed Elena tracciò il profilo del suo addome.Damon baciava ogni lembo di pelle,chiudendo gli occhi in preda all'estasi.Elena,di rimando,piegava il capo,come ad accogliere quel piacere.La stanza divenne teatro di ombre.Due sagome indistinte occuparono il centro della scena,i cui corpi erano intrecciati,aggrovigliati.Riuscirono a distinguersi solo due mani sfiorarsi.Le luci di casa Gilbert si spensero.
  
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