Personaggi/Pairing(s): Jeremy Gilbert,
Rose.
Timeline: post-3x19. Jeremy, dopo il viaggio a Denver di Elena
e Damon, decide di tornare a casa.
Warnings:
spoiler.
Disclaimer: I personaggi di “The vampire
diaries” non mi appartengono (del tipo, non sarei qui se fosse
così, ecco ;O;).
Note: chiarisco
che l’obiettivo della shot non è schierarsi né dalla parte Delena
né dalla parte Stelena. È nata come un’introspezione di
Jeremy, un dialogo con Rose che reputavo obbligatorio
dopo che lei gli fa il suo discorso in macchina. Detto questo, buona lettura.
:)
Tu non vedi ciò
che vedo io
La sua stanza
era rimasta uguale a prima: la scrivania piena di libri, l’armadio mezzo
vuoto, un blocco da disegno abbandonato sulle lenzuola tirate del letto. Jeremy
non se ne stupì neanche più di tanto, si limitò ad
appoggiare il borsone per terra e sospirare, mentre la voce di Elena alle sue
spalle gli dava il bentornato a casa.
«Ho solo
pulito un po’, ma non ho toccato niente.» disse Elena, appoggiata a
braccia incrociate contro lo stipite della porta.
Jeremy
continuò a darle le spalle, camminando in direzione della finestra per
controllare la strada: quando era a Denver, quell’istinto di protezione
non ce l’aveva. Odiava la sensazione di doversi guardare sempre le
spalle, e se n’era liberato non appena aveva messo piede fuori da Mystic
Falls. Tornare a casa significava riprendersi anche quella sensazione.
«Hai
bisogno di qualcosa?» domandò ancora lei.
Jeremy si
girò per rivolgerle un debole sorriso, «No. Penso mi farò
una doccia e poi andrò a dormire.»
Elena
annuì lentamente, «Ok. Domattina puoi venire a scuola con me, per
farti riammettere...» iniziò a dire, ma il ragazzo scosse la testa,
interrompendola subito.
«Non
c’è bisogno di farlo.» le disse tranquillo, mentre lei
inarcava confusa le sopracciglia, «Evitare l’argomento
“Damon”, intendo.»
Elena fece per
aprire bocca, per giustificarsi, probabilmente. Per cercare di deviare
l’argomento ancora una volta, per minimizzare un problema ben più
grande di lei. Jeremy la conosceva, e dentro di sé sapeva perfettamente
che le sue parole non avrebbero cambiato la realtà dei fatti.
«Non sono
affari miei.» l’anticipò.
«Jeremy…»
«Buonanotte.»
La sorella gli
rivolse un’ultima occhiata piena di preoccupazione, prima di sospirare e
augurargli a sua volta, a mezza voce, la buonanotte. Si chiuse la porta della
camera alle spalle, mentre un brivido di freddo percorreva la schiena di
Jeremy; si voltò quasi d’istinto verso il letto, dove Rose lo
fissava con un sorriso comprensivo.
«Le mie
parole non sono servite a farti cambiare idea, vero?» domandò il
fantasma, poggiando i palmi aperti delle mani sulle lenzuola. Jeremy
roteò gli occhi, rivolgendo un altro sguardo verso il marciapiede: sotto
la luce del lampione, Damon ed Elena stavano discutendo per l’ennesima
volta. Il viaggio di ritorno a casa era proseguito in totale silenzio,
evidentemente avevano aspettato che fossero da soli prima di scoppiare in una
delle loro solite discussioni.
«Tu hai
detto che vedi qualcosa che io non vedo, giusto?» chiese Jeremy, senza
troppi giri di parole.
Rose
annuì, rivolgendogli un’occhiata incuriosita, «Esatto.»
«Quello
che hai detto, ha senso.» spostò lo sguardo dalla finestra al
volto di Rose, «Ma tu non conosci Stefan.» aggiunse deciso.
«Non ne ho
bisogno. So che tipo di amore può darle, ma non è il tipo di
amore di cui Elena ha bisogno, secondo me.» ribatté Rose, mentre
Jeremy si sedeva accanto a lei.
«Sai di
cos’ha bisogno davvero mia
sorella?» le chiese Jeremy, guardandola dritto negli occhi, «Ha
bisogno di tranquillità. Dopo tutto quello che le è successo, ha
bisogno di qualcuno che la faccia sentire al sicuro, che rispetti le sue
decisioni e che si fidi di lei.»
Rose
sollevò un sopracciglio, accigliata, «Non credi che Damon sia
capace di fidarsi di lei?»
«Quello
che credo io non ha importanza.» rispose Jeremy, incrociando le mani e
appoggiando i gomiti sulle ginocchia, «Per quanto mi riguarda, ho mille
motivi per non volere Damon accanto ad Elena. Motivi che, comunque, non hanno
importanza per lei. Non di fronte ai suoi sentimenti.»
«Non mi
avevano detto quanto tu fossi riflessivo.» sdrammatizzò Rose,
facendolo sorridere debolmente.
«Non lo
sono.» negò Jeremy mentre si stringeva nelle spalle, «Ma so
cosa vuol dire essere innamorati, e quanto possa cambiare le persone.»
Il fantasma
sospirò, facendo per allungare una mano in direzione della spalla di
Jeremy. La ritrasse quasi immediatamente, con un sorriso triste sulle labbra
nel rendersi conto che lui non avrebbe sentito niente; e anche se fosse stato
il contrario, non sarebbe servito a confortarlo o dargli sostegno.
«Quindi
sei “Team Stefan”?» continuò a scherzare.
«Non tifo
per nessuno dei due.» rispose Jeremy, divertito dal suo modo di
sdrammatizzare la situazione, «Non è che fate delle specie di
scommesse, dall’altra parte, vero?»
Rose
scoppiò a ridere, «In un certo senso. In qualche modo dobbiamo
occupare il tempo, no?»
Sentirono la
porta di casa sbattere, segno che Elena era rientrata; Jeremy sospirò,
stendendosi di schiena sul materasso e appoggiando le mani incrociate sulla
pancia. Rose rimase seduta accanto a lui, in silenzio.
«Perché
sei ancora qui?» domandò Jeremy, ad un certo punto. Il fantasma
non era ancora sparito, né aveva accennato a muoversi.
Rose si
girò verso di lui, «In realtà non lo so, immagino che tu
abbia ancora qualcosa da dirmi.» rispose, confusa quanto lui. Jeremy si
rimise a sedere, sollevando entrambe le sopracciglia per rivolgere
un’occhiata incuriosita, «Sei tu che mi trattieni… Damon ed
Elena hanno altro a cui pensare al momento.» spiegò, con un
sospiro stanco.
«Quello
che volevo dirti, te l’ho detto.» replicò Jeremy, esausto.
«Non
tutto, evidentemente.» replicò Rose sarcastica.
Rimasero qualche
altro minuto in silenzio, prima che Jeremy alzasse lo sguardo su di lei, «Mia
sorella non ha bisogno di qualcuno che le stravolga la vita, più di
quanto non lo sia già.» iniziò a parlare, esprimendo i suoi
pensieri, «Né di qualcuno che la protegga e non le faccia mai del
male.»
Rose
evitò di esprimere di nuovo il suo punto di vista, si limitò ad
annuire, «E di chi ha bisogno, allora?»
«Di
nessuno.» rispose Jeremy, lasciandola per un attimo spiazzata dalla sua
risposta, sincera e inaspettata.
«Tutti
abbiamo bisogno di qualcuno.» ribatté Rose, poco convinta delle
affermazioni del sedicenne.
«Lei ha sempre avuto qualcuno accanto: Matt,
Stefan e ora Damon.» puntualizzò, sicuro della sua opinione, «Ma
nessuno si è accorto che ha perso sé stessa, con tutto ciò
che è successo da quando i nostri genitori sono morti. Stefan l’ha
fatta sentire di nuovo viva, è vero.» ricordò le parole
scritte sul diario della sorella, quando l’aveva letto l’anno prima
ed era venuto a conoscenza di quel mondo che gli era stato nascosto per non
farlo soffrire, «E Damon l’aiuta a mettere in discussione la sua
vita, come dici tu.»
«E non
è un bene?»
«Non
dovrebbe essere qualcun altro a metterla in discussione o farla sentire
viva.» affermò Jeremy.
Rose
arricciò le labbra in una smorfia, annuendo suo malgrado,
«Forse.» disse mentre Jeremy ritornava a stendersi di schiena,
portando le mani al viso per soffocare uno sbadiglio. Il fantasma lo
fissò, prima di sorridere, «Sei un buon fratello, Jeremy.»
Il giovane tolse
le mani dal viso, per scoccarle un’occhiata sorpresa, «Non mi
conosci neanche.»
«Tu non
vedi ciò che vedo io.» ripeté Rose, sorridendogli
un’ultima volta. Jeremy si ritrovò a fissare il vuoto in una
manciata di secondi, costringendolo a rimettersi a sedere confuso. Prima di
potersene accorgere, un sorriso gli spuntò sulle labbra.