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Autore: Maracuja    24/04/2012    7 recensioni
“Era quello l'uomo di cui si era innamorata, quello l'uomo con cui avrebbe passato la vita, e non era necessario farsi una promessa ufficiale per saperlo”.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima classificata nel contest: "Say it with Disney" di Lady Nazzumi , giudicata, poi, da Dark Aeris.

 

Bulma si dovette appigliare ad un grosso pilastro per non cadere dagli altissimi tacchi a spillo, comprati apposta per l'occasione. Non era difficile, per lei, camminare su trampoli del genere, ma le ginocchia minacciavano di cedere, le gambe tremavano in modo incontrollato, le mani sudavano e si chiudevano spasmodicamente a pugno, mentre faceva il possibile per tenere nascosto il voluminoso abito da sposa che indossava mentre sbirciava gli invitati dalla porta di servizio. Non era pienamente soddisfatta del vestito: nonostante fosse elegante, con uno splendido strascico e ricco di pizzi ed elaborati decori, avrebbe preferito qualcosa di ancor più sontuoso, ma i continui borbottii imbarazzati del suo fidanzato durante le prove l'avevano costretta a cedere a un compromesso: il suo abito sarebbe stato degno di lei, ma non eccessivo, in modo da non mettere a disagio lo sposo più dello stretto necessario.

 

Il suo sguardo saettava veloce tra i presenti, in cerca dell'unica persona che avrebbe voluto vedere in quel frangente. Cappelli piumati e acconciature improbabili facevano spesso sostare l'attenzione della sposa, ma non erano certo quelli ciò che stava cercando. Nervosa, iniziò a battere il piede contro il pavimento, chiedendosi dove quel perdigiorno si fosse cacciato: ed eccolo lì, a conversare amabilmente con suo padre di chissà quale nuova macchina da allenamento. Bulma sospirò, scaricando un po' della tensione accumulata, e si concesse un sorriso. Sembrava assurdamente vicino il giorno in cui si erano incontrati, apportando un sostanziale cambiamento alle reciproche vite.

 

“Ma sei un figurino!” trillò cristallina la voce di sua madre, intenta a rimirare Goku in ogni suo dettaglio. “Questo completo ti dona moltissimo, sai? Solo pochi anni fa eri un bambino, e adesso... guardati!” la donna scoppiò in un pianto fragoroso, suscitando i sorrisi e la comprensione di molti presenti.

 

“Via, moglie” cercava di consolarla suo marito. “E' naturale che sia cresciuto, è successo anche alla nostra Bulma. Su, vieni, prendi una tartina...” le cinse le spalle con un braccio e la sospinse altrove, dandole buffetti affettuosi sulla schiena e mandando al ragazzo uno sguardo dispiaciuto. Quest'ultimo ridacchiava, una mano dietro la nuca, quanto più imbarazzato dalle attenzioni ricevute.

 

Bulma sospirò nuovamente, pensando alle parole della madre.

 

“Un giorno voi due vi sposerete” aveva detto Crillin con aria sostenuta, molti anni prima, nel mezzo dell'ennesimo litigio tra i due.

 

“Sposarci?” aveva risposto lei, sorpresa.

 

“Ma non posso sposarla, è mia amica”.

 

La risposta innocente di Goku le aveva fatto passare l'arrabbiatura, per chissà quale motivo.

 

“Sì” aveva detto. “Sarebbe troppo strano”.

 

Ripiegando con cura lo strascico del suo vestito, Bulma chiuse la porta che dava sul giardino, voltandosi verso il grande specchio a parete che adornava la sua stanza e ammirando il suo riflesso, invasa da rinnovata energia.

 

“Allora, sposina: sei pronta?”.

 

Rivolse a Marion, la fidanzata di Crillin, un grande sorriso, annuendo. Sarebbe stata lei la sua testimone. Avrebbe preferito che fosse stata Chichi, la sua amica più cara, ma per ovvie ragioni ciò non era stato possibile.

 

“Andiamo” rispose.

 

Varcarono insieme l'uscita principale, trovandosi immediatamente all'estremità del giardino fiorito della Capsule Corporation. Subito gli sguardi di tutti si posarono su di lei e un silenzio cerimoniale cadde tra i presenti, mentre il signor Brief procedeva a passo sostenuto nella sua direzione.

 

“Accidenti, Bulma, sei uno splendore!” disse, offrendole il braccio.

 

“Grazie, papà” mormorò, stringendolo.

 

L'orchestra attaccò la marcia nuziale e i due presero a camminare con esasperante lentezza, seguendo la stradina lastricata coperta di petali di ciliegio allestita al centro dello spiazzo.

 

“Sei nervosa?” sussurrò l'uomo.

 

La sposa trasse un sospiro tremante, che il padre interpretò come una risposta eloquente.

 

“Sento di stare per vomitare” confessò.

 

“Sciocchezze, tesoro. Continua a camminare, vedrai che andrà tutto bene”.

 

Lo stomaco non accennava a calmarsi, e subì un ulteriore tormento quando gli occhi incrociarono quelli dello sposo, immobile nel suo completo elegante. Era uno strano spettacolo, lo doveva ammettere, ma non si poteva certo dire che quell'abbigliamento non gli donasse. In ogni caso, Bulma continuava a preferirlo nei panni di valoroso guerriero, per quanto dozzinali potessero essere. Era quello l'uomo di cui si era innamorata, quello l'uomo con cui avrebbe passato la vita, e non era necessario farsi una promessa ufficiale per saperlo. Strinse più forte il braccio del padre, raddrizzando le spalle e sostenendo lo sguardo dello sposo. La nausea le era passata. Il tempo sembrava essersi dilatato a dismisura, la distanza che la separava dall'altare -da lui- era esteso, e non vedeva l'ora di annullarlo. Finalmente l'ultima nota risuonò, solenne, e il signor Brief le lasciò il braccio per prendere posto in prima fila, vicino alla moglie. Le dita di Bulma andarono a cercare quelle di Vegeta, intrecciandosi a loro.

 

“Ti amo” gli mormorò, prima che il sacerdote iniziasse la cerimonia.

 

Il Sayan rispose con un sorriso imbarazzato, stringendo più forte la mano della sposa.

 

Inutile dire che nessuno seguì veramente il discorso dell'uomo: ciò che a tutti premeva era di assistere al primo bacio pubblico della coppia, oltremodo restia a esporsi alle attenzioni dei curiosi. Le promesse pronunciate da Vegeta, in modo così pacato da risultare inudibili agli sfortunati che occupavano i posti in fondo, lasciarono di stucco persino Bulma stessa.

 

“Io, Vegeta...” aveva detto. “...Prometto di amarti e onorarti, rispettarti e proteggerti, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e povertà, quando sarai isterica e mi urlerai contro, anche se farò finta di non ascoltarti, quando andrai in giro per casa con occhiaia e capelli in disordine per colpa di Trunks, che non ti avrà lasciato dormire, e ti lamenterai di essere troppo giovane per queste cose. Ti amerò quando mi rinfaccerai di pensare solo ai miei allenamenti, perchè so che non sarai davvero arrabbiata con me, quando vorrai che ti porti a fare compere e che trovi un lavoro come tutte le persone normali. Ti amerò sempre, donna, perchè mi hai sempre dato una ragione per farlo e, qualsiasi cosa tu possa fare o dire, non smetterai mai di darmene altre. Quindi ti amerò per sempre, senza lasciare che stupidi inconvenienti come la morte ci separino”.

 

Bulma lo baciò senza aspettare il permesso del sacerdote, mentre lottava per ricacciare le lacrime che minacciavano di rovinarle il trucco. Fu difficile convincerla a rispettare la procedura e a terminare la liturgia. Fu questione di pochi minuti: in un attimo gli sposi stavano percorrendo la stradina lastricata al contrario, tra urla e applausi di amici e parenti.

 

“Congratulazioni, signori Brief!” esclamò Goku.

 

Bulma lasciò la mano del marito per gettarsi al collo del suo migliore amico, scoppiando, finalmente, in un pianto incontrollato.

 

“Sono sposata!” singhiozzò. “Riesci a crederci?”.

 

“E perchè no?” rispose lui. “E' stato molto emozionante, Chichi avrebbe tanto voluto essere presente, ma sai com'è...”,

 

“Già, è un peccato che avessimo già organizzato tutto” disse lei, asciugandosi il viso. “A proposito, come sta il bambino?”.

 

Goku si illuminò.

 

“Dovresti vederlo, Bulma, è tutto uguale a me!” disse, orgoglioso.

 

“Ci credo” rise la donna. “Appena li dimetteranno chiamatemi, sono curiosa di vedere questo Goten”.

 

“Sbrigati, donna” li interruppe Vegeta, scocciato. “Non vedo l'ora di togliermi questa roba di dosso, non è il caso di perdersi in convenevoli”.

 

“Sparati, Vegeta” rispose lei, con tutta calma. “Beh, credo proprio di dovere andare. Grazie di essere venuto, Goku, ci vediamo presto”.

 

Bulma sospirò e salutò l'amico con un bacio sulla guancia.

 

Non sarebbe stato un matrimonio facile.

  
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