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Autore: Ely79    24/04/2012    7 recensioni
Le silenziose riflessioni dell’antiquario Van Der Elst sull’arte, sulla vita e sulla morte.
Storia partecipante alla Original Challenge "La Scala e... la Drabble" indetto da Original Concorsi.
Genere: Introspettivo, Science-fiction, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Petits engrenages secrets'
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L'amant de la Mort
Titolo della storia: L’amant de la Mort
Tipologia: triple-drabble, 297 parole
Binomio scelto: 3° gradino - L’anfora e… il mostro
Genere: fantascienza, introspettivo, slice of life
Avvertimenti: -
Rating: per tutti
Credits: -
Note dell'Autore: l’ambientazione è steampunk. Questa storia prende le mosse da un’altra che ho scritto -al momento in fase di partecipazione ad un contest-, ma può essere letta indipendentemente da queste.
Introduzione. Le silenziose riflessioni dell’antiquario Van Der Elst sull’arte, sulla vita e sulla morte.

3

L’anforetta etrusca faceva bella mostra di sé sul piedistallo di ferro brunito. Circondata dagli altri oggetti d’arte del negozio, attirava l’occhio per la sua eleganza semplice e schietta. Secoli addietro aveva contenuto del vino, ora invece era colma delle lusinghe dei clienti che ne contrattavano giornalmente il prezzo. Era interessante come la superficie scabra, priva di decorazioni, erosa dal mare e dal tempo, conservasse inalterato il fascino impresso dalla mano che l’aveva forgiata.
Tempo. Mano. Forgiata.
Bastarono quelle poche parole a scuotere Hendrik dalla quiete pomeridiana. Scivolò nell’altra stanza, dove teneva i pezzi più ingombranti, tra cui un grande specchio veneziano dei primi del Settecento.
Tolse la giacca e sbottonò la camicia, scoprendo il braccio sinistro. Il metallo che componeva la mano, l’avambraccio e la metà inferiore dell’omero riluceva debolmente. Studiò il suo riflesso, mentre contraeva e distendeva l’arto.
Nonostante fossero trascorsi anni dall’incidente, a volte si scopriva a pensare quanto quella protesi fosse sbagliata, aliena. Un mostro aggrappato alla sua spalla, un essere simbiotico di cui avrebbe voluto fare a meno, ma dal quale non poteva liberarsi. Per quanto non sentisse del tutto propri gli arti meccanici che impiegava, erano ciò che l’aveva reso la persona che vedeva in quello specchio: un cultore di morte. Dietro il volto di Van Der Elst, stimato antiquario, profondo conoscitore di vite ormai passate, si celava un sicario, un assassino spietato.
Si rivestì e tornò nel negozio, percependo nell’aria un filo di tetra poesia.
Riprese a contemplare l’anfora, meditando su come la morte ne avesse cambiato l’esistenza. Da banale contenitore, il naufragio l’aveva trasfigurata in raffinato oggetto d’arte, pur seguitando a mostrare il volto natio. Per lui era stata la stessa cosa. Ed entrambi mascheravano col silenzio il segreto della metamorfosi.
«La Nera Signora ci predilige» pensò, sorridendo tra sé.
   
 
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