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Autore: Sarugaki145    24/04/2012    4 recensioni
Come si usa dire a volte è necessario perdersi per ritrovarsi.
E anche in amore può essere così, scivolare in un tradimento per capire di amare la propria donna, come è successo a Ducan in questo caso.
Una song-fic sulle note di "Tanta voglia di lei" dei Pooh.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tanta voglia di lei.

Mi dispiace di svegliarti,
forse un uomo non sarò
ma d'un tratto so che devo lasciarti,
fra un minuto me ne andrò.

Duncan si alzò dal letto pigramente, cercando di non far alcun rumore per non svegliare la donna che giaceva al suo fianco.

Nella stanza filtravano alcuni raggi di sole che illuminavano le lenzuola scure e accarezzavano il volto pallido della donna che ancora dormiva tranquillamente. I suoi lunghi capelli neri erano illuminati oltre che dai raggi da delle meches verdi, che incorniciavano il viso abbinate al trucco ormai sbavato sugli occhi.

Si infilò i boxer che erano caduti a lato del letto e poi con un gesto rapido acchiappò anche la maglietta li vicino e se la infilò. Fatto ciò si alzò dal letto e prese i jeans ammucchiati in un angolo e gli infilò, lanciando un’occhiata veloce alla ragazza, notando solo allora che si era svegliata e lo stava osservando.

E non dici una parola,
sei più piccola che mai
in silenzio morderai la lenzuola,
so che non perdonerai.

La coda dell’occhio del ragazzo la vide perfettamente mentre si girava nel letto mentre i suoi occhi lo disintegravano. Si girò formando un muro tra lei e quel ragazzo che si stava allacciando la cintura dei jeans, cercando di sfogare sulle lenzuola la sua ira.

Stava in silenzio e Duncan non sapeva se ringraziare o meno quell’assenza di comunicazione verbale, anche perché non sarebbe stato in grado in quel momento di intrattenere un discorso con lei. Per dire cosa poi? Che se ne stava andando?

La ragazza si rannicchiò sotto il lenzuolo leggero, come per poter scomparire da quel mondo che continuava a portarle solo dolore. Serrò gli occhi cercando di ricacciare dentro due grosse lacrime che volevano a tutti i costi andare sul cuscino, cercando di pensare ad altro, di dimenticare quell’ennesima notte con un uomo che non l’amava.

Mi dispiace devo andare
il mio posto è là,
il mio amore si potrebbe svegliare
chi la scalderà.

Il punk ripensò al naso lentigginoso della sua fidanzata e ai suoi occhi vispi che ogni giorno lo aspettavano con ansia e si illuminavano quando lo vedevano arrivare. Quella notte aveva dormito da sola e lui non l’aveva abbracciata, nutrendosi del suo profumo come aveva più volte fatto.

Prese la giacca dal divano in cui l’aveva malamente buttata la sera prima, scrollandola per eliminare tutte le pieghe e poterla indossare. Prima di uscire si guardò qualche secondo allo specchio, aggiustando con una mano la cresta verde che gli illuminava il volto. Subito dopo controllò di non avere succhiotti sul collo, per non insospettire la sua fidanzata nel suo ritorno a casa.

Strana amica di una sera
io ringrazierò,
la tua pelle sconosciuta e sincera,
ma nella mente c'è tanta
tanta voglia di lei.

Guardò nuovamente verso la camera della ragazza con cui aveva passato la notte, una vera e propria notte di fuoco che non avrebbe dimenticato in fretta. Aveva sentito la necessità di scappare dalla monotonia della sua donna, assaporando una nuova carne e un nuovo corpo.

Ma come si usa dire a volte bisogna perdersi per ritrovarsi. E quella volta Duncan si era perso, aveva toccato i limiti tradendo la donna che amava, per poter provare quell’emozione del tradimento, quella nuova sensazione che inizialmente l’aveva appagato totalmente, ma che già adesso gli stava facendo nascere dentro un disagio.

Si era perso per ritrovarsi, si.

Si era perso in quel modo per capire che la donna che desiderava veramente non era quella che conquistava in una sera, ma era quella che era stata al suo fianco per tanto tempo, con cui aveva litigato tante volte e che ora gli avrebbe urlato dietro, l’avrebbe odiato per il suo gesto, ma che poi sarebbe tornata perché sapeva che solo lui poteva completare il suo mondo.

Lei si muove e la sua mano,
dolcemente cerca me
e nel sonno sta abbracciando piano, piano
il suo uomo che non c'è.

La ragazza nel letto si era addormentata nuovamente, forse nel tentativo di trattenere le lacrime si era lasciata completamente andare al sonno, stanca di quella vita che la circondava.

Duncan la vide stringere il cuscino abbracciandolo, mentre una mano della ragazza si spostava nell’altro lato del letto, cercando qualcuno che ormai se n’era andato, cercando qualcuno che le desse l’amore che da tanto tempo cercava.

Duncan si avvicinò a lei e la coprì bene con il lenzuolo, in modo che quell’arietta che passava nella stanza non la facesse ammalare e poi con sguardo risoluto uscì dalla casa chiudendosi piano la porta dietro di se.

Mi dispiace devo andare
il mio posto è là,
il mio amore si potrebbe svegliare
chi la scalderà.

Nella mente c'è tanta
tanta voglia di lei.

Il ragazzo ripensò alla donna che lo aspettava a casa e accelerò il passo, impaziente di tornare a casa da quella massa di capelli marroni, voglioso di stringerla in un abbraccio.

Le avrebbe chiesto scusa come doveva, le avrebbe preparato la colazione e poi l’avrebbe riempita di coccole come lei amava che lui facesse. E le avrebbe sussurrato quanto l’amava, quanto si era accorto la sua vita fosse vuota senza di lei.

Duncan sperò che la fidanzata lo perdonasse e lo sperò con tutto il cuore, dandosi dello stupido per essersi accorto solo dopo una scivolata del genere del bene che voleva alla sua unica donna.

Chiudo gli occhi un solo istante,

la tua porta è chiusa già.

Ho capito che cos’era importante,

il mio posto è solo là.

Si fermò un momento chiudendo gli occhi e girandosi indietro prima di svoltare per la via e lasciare per sempre quella strada che non era solito frequentare e notò il grosso portone verde della casa della ragazza chiuso. Sospirò ripensando alle pene che doveva soffrire quella creatura così sola e in fondo al cuore sperò che un giorno trovasse un uomo che sarebbe tornato da lei a testa bassa ammettendo i suoi errori come stava per fare lui.

Le era grato per quello che gli aveva fatto capire, ma ora non aveva tempo di compiangerla e pensare a lei, nella sua mente solo un pensiero si stagliava, quello della sua fidanzata.

Duncan sorrise al solo pensiero di quella ragazza così acida e comandina che da anni era la sua fidanzata e capì che il suo posto era là, accanto a quella creatura che l’aveva irrimediabilmente cambiato scippandogli il cuore.


  
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