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Autore: francar2225    24/04/2012    5 recensioni
Annie e Archie si sposano. Candy e Terence vanno al matrimonio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matrimoni

 
1.
Il castello dei Granchestersi stagliava maestoso tra le colline scozzesi. Il lago brulicava di persone tra le quali era possibile distinguere le divise estive della Royal St. Paul School. Erano cambiate con il tempo, adattandosi al mutamento degli anni, ma l’impronta di quelle divise era rimasta le stessa: abito bianco e fiocco rosso a chiudere il colletto.
Candy Candy Andrew, duchessa di Granchester, seduta sul ramo di un albero, abbracciava Clean, il suo procione, e osservava la scena dall’alto, senza essere vista. Adorava quei luoghi, e adorava la Scozia. Quando Terence le aveva proposto di andare a vivere lì, lei non aveva esitato. Non aveva mai avuto paura dei cambiamenti, e in America non lasciava nessuno di particolarmente importante. Certo, le era dispiaciuto per Miss Pony e Suor Maria, e anche per Annie, ma Terence era tutto per lei, e lo avrebbe seguito ovunque. Inoltre, ogni angolo di quel castello era pervaso di dolci e spensierati ricordi. Era il castello che aveva visto nascere il suo amore per lui, ubicato vicino al lago dove si erano baciati  per la prima volta durante quella meravigliosa estate trascorsa alla scuola estiva della Royal St Paul School, scuola che entrambi avevano frequentato.
Candy e Terence erano arrivati al castello all’inizio della primavera, subito dopo il matrimonio celebrato sulla collina di Pony, alla presenza di pochi invitati: Annie ed Archie, Miss Pony, Suor Maria,la madre di Terence Eleonor Baker, Albert,  e tutti i bimbi dell’orfanatrofio.
Ovviamente il padre di Terence, il duca di Granchester,non aveva voluto saperne di intervenire. Non aveva mai approvato il loro amore, figurarsi il loro matrimonio. Candy era rimasta molto sorpresa, quindi,quando aveva ricevuto, come dono di nozze da Terence, proprio il castello in Scozia. Suo marito le aveva poi raccontato che, durante l’ultima visita fatta a suo padre prima del matrimonio, aveva chiesto di poter avere il castello. Non voleva altro da lui, solo quel castello che gli ricordava come si era innamorato di lei. Il duca lo aveva accontentato: prima di tutto perché odiava quella costruzione almeno quanto odiava la sua prima moglie che vi aveva vissuto fino a quando non era tornata in America, poi perché, trovandosi in Scozia, teneva lontano dalla sua famiglia quel figlio scomodo e quella nuora di così umili origini.
Candy soffocò una risata ripensando alla faccia che doveva avere fatto suo suocero quando aveva saputo dello scandalo che lei e Terence avevano provocato andando a vivere insieme senza essere sposati dopo la separazione di lui da Susanna Marlowe. Sicuramente non meno divertente di quella della zia Elroy.
I due innamorati avevano convissuto a New York, spavaldamente, incuranti delle regole e delle convenzioni, fino al divorzio di Terence. Poi erano diventati marito e moglie ed avevano iniziato una nuova vita, lì in Scozia. Terence aveva deciso di continuare a recitare, mentre Candy impegnava il suo tempo facendo l’infermiera volontaria per il medico del paese, ancora una volta in barba alle convenzioni sociali.
Eleonor Baker era spesso loro ospite, fin dai tempi di New York.  Voleva bene a Candy come ad una figlia, ed era solita raccontare ai suoi amici di come, grazie a quella ragazzina bionda con le lentiggini, avesse ritrovato l’amore di suo figlio.
Un rumore di passi fece voltare Candy. Sorrise. Doveva essere Terence. Si sporse leggermente dal ramo per capire da dove provenissero i passi, ma il ramo si incrinò facendole perdere l’equilibrio e cadde rovinosamente su…
“Terence!!!”
“Accidenti Candy! Ma vuoi uccidermi?”
“Scusa…” La ragazza rimise a posto il vestito fuxia.
Terence sorrise, ironico. “Quando la finirai di spiare la persone dalla cima degli alberi?”
“Non stavo spiando nessuno.”
Lui la guardò con l’aria di chi non crede ad una sola parola di ciò che gli viene detto, e Candy sorrise.
“Ho una cosa per te, Candy.”
Il sorriso di Candy lasciò il posto alla curiosità . “Cosa?”
Terence tirò fuori da una tasca una lettera e la porse a sua moglie. Lei la prese e sorrise di nuovo, felice. “E’ di Annie!” Candy riconosceva le lettere di Annie dalle buste, Erano tutte di color lilla e profumavano di lavanda. L’aprì. Lesse.
Terence attese in silenzio. Quando lei ebbe finito, alzò gli occhi verso suo marito continuando a sorridere.
“Oh Terence, si sposa! Finalmente lei e Archie si sposano il mese prossimo a New York! Guarda, ecco il nostro invito!” Candy lo diede a suo marito. “Ci andiamo vero? Ti prego….”
Terence rigirò l’invito tra le dita per un momento, pensieroso, poi la guardò. “Se ti fa piacere, andiamo.”
Lei gli saltò al collo riempiendolo di baci. “Grazie, grazie , grazie!”. Anche Terence la baciò. Fu un bacio breve: fugace, ma intenso, poi la lasciò andare. “Credo tu debba andare a scrivere ad Annie. Ci vediamo a cena.”
“Oh, si, certo!” Candy corse via veloce, seguita da Clean. Giunta all’imbocco del vialetto che conduceva alla casa, tornò indietro. “Ti ho mai detto che ti amo?”
Terence scoppiò a ridere. “In effetti oggi non l’hai ancora fatto. ”
 “Ti amo.” Poi Candy si rivolse al suo procione. “Vieni Clean, Annie aspetta una risposta.”
 
2.
Terence Grenstar guardò sua moglie che si allontanava in direzione del castello e scosse la testa, sorridendo. In realtà non aveva voglia di tornare a New York. La Scozia era la sua casa, l’unico posto dove fosse veramente felice, e non aveva voglia  di lasciare quell’angolo di Paradiso. Ma Candy voleva andare al matrimonio della sua migliore amica, e lui non l’avrebbe delusa. Quando le aveva scritto, dopo la fine del suo matrimonio, aveva giurato a se stesso che, se Candy fosse tornata da lui, avrebbe trascorso l’intera vita a renderla felice. L’aveva fatta soffrire troppo, lo sapeva, ma lei non si era mai lamentata. Il suo cuore grande le aveva fatto accettare, con pazienza, tutte la decisioni che lui aveva preso, anche le più atroci. Non solo: lo aveva anche spronato a prenderle, quelle decisioni, dandogli la forza di sopportarne le conseguenze. Molte volte, durante quegli ultimi mesi  trascorsi accanto a lei, Terence si era chiesto se sarebbe mai stato in grado di ripagarla per tutto quello che aveva fatto per lui da quando si erano conosciuti, ed era arrivato alla conclusione che non ci sarebbe mai riuscito. Candy era eccezionale e lui sapeva di non meritarla.
Non finiva mai di stupirsi di quanto fosse in pace con se stesso ora che aveva Candy accanto a se. Da quando erano andati a vivere insieme era iniziato per lui un sogno che non accennava a finire. Un sogno fatto di passeggiate, scherzi, risate, e notti dolcissime. Il matrimonio, poi, era meraviglioso, totalmente diverso dalla prigionia che aveva dovuto subire con Susanna Marlowe.
Immerso in queste riflessioni, Terence prese da una tasca l’armonica che Candy gli aveva regalato un lontano giorno di tanti anni prima, si sedette sotto l’albero dal quale lei gli era piovuta addosso, e cominciò a suonare. In un attimo i ricordi riaffiorarono, così nitidi da fargli mancare il respiro.
 
3.
La casa era buia e tetra. Terence, seduto sul divano suonava la sua armonica cercando di non pensare all’inferno della sua vita. Non ricordava neanche più quando era stato il momento in cui aveva perso la voglia di vivere. Tormentato dal pensiero di Candy non faceva che chiedersi dove fosse, e se per caso non lo avesse dimenticato. Quante volte si era posto quelle domande nell’ultimo anno? Ormai non le contava neanche più.
La presenza di Susanna gli era ormai insopportabile al punto di non riuscire più nemmeno a stare nella stessa stanza con lei. Quand’è che aveva iniziato ad odiarla così tanto? Forse il giorno del suo matrimonio, quando aveva pronunciato quel “Si” che era destinato ad un’altra. O forse ancora prima, su quella scalinata, quando aveva abbracciato Candy per l’ultima volta, prima di lasciarla per sempre, desiderando di morire in quell’istante.
Terence sapeva benissimo  che l’odio per Susanna era un sentimento sbagliato, in fondo lei non aveva altra colpa se non quella di avergli salvato la vita, e se ci fosse stata Candy, di sicuro lo avrebbe sgridato. Ma Candy non era lì con lui, e chissà, forse inconsciamente, Terence incolpava Susanna proprio di non averlo lasciato morire sotto quel riflettore.
Il matrimonio era una prigione e lui, sempre più spesso, sentiva l’aria che gli mancava. Erano quelli i momenti in cui suonava la sua armonica pensando all’unico amore della sua vita. Ma c’era anche qualcos’altro che gli attanagliava l’anima. Candy aveva già trovato un altro amore? E chi sarebbe potuto essere? Albert? Neal? Non riuscendo a darsi una risposta, Terence odiava Susanna anche per quello.
“Non ti sopporto quando suoni l’armonica.” Susanna era arrivata annunciata dal rumore delle stampelle che si ostinava a portare, e lui si era reso conto di non riuscire più a sopportare nemmeno quello. Lei si era seduta a fatica su una sedia di fronte al divano e lo aveva guardato con quell’aria triste e imbronciata che possedeva ormai da sempre. Terence aveva continuato a suonare senza nemmeno prendersi la briga di guardarla a sua volta.
“Andrai alle prove oggi?”
Lui aveva continuato  a suonare.
“Terence, per favore…”
Solo allora Terence aveva smesso e l’aveva guardata, assente.
“Terence…”
“No.”
“Ma….”
Lui si era alzato e si era diretto verso il mobile bar. Si era versato un drink, poi un altro, e un altro, e un altro…. Bere lo aiutava. A volte beveva così tanto da assopirsi sul divano, ma almeno riusciva a dormire senza pensare a Candy e a come sarebbe stato se avesse potuto sposarla e stare con lei per sempre.
“Per favore, non bere, ti fa male….”
La voce lamentosa e supplichevole di Susanna lo aveva fatto sorridere, amaro. Se ci fosse stata Candy, gli avrebbe tolto il bicchiere di mano e glielo avrebbe spaccato in testa. Ma Candy era Candy.
“Cosa hai da ridere?”
“Niente. E per l’ultima volta, Susanna, io voglio stare male, anzi, per essere precisi, io voglio morire.”
Susanna aveva sospirato. Aveva sperato per mesi di riuscire a fare breccia nel suo cuore, Terence lo sapeva, ma qualunque cosa lei facesse, aveva il potere irritarlo ancora di più.
“Questo matrimonio è stato un errore.”
Lui aveva annuito. “Già.”
“Allora perché mi hai sposata?”
Terence l’ aveva guardata con occhi freddi. “Perché me lo ha chiesto Candy.”
Gli occhi di Susanna si erano riempiti di lacrime. Aveva chinato la testa e, sfinita, aveva lasciato la stanza.
Rimasto solo, lui aveva preso la bottiglia del whisky ed era tornato a suonare.
Quando si era svegliato, la mattina dopo, il mal di testa era insopportabile, ma Terence ormai ci era abituato. Succedeva ogni volta che si addormentava intontito dal bere. Tuttavia quella notte era stata comunque un inferno. La bottiglia, ormai vuota sul pavimento, non era servita. Terence ricordava il sogno come se lo avesse vissuto: lui e Candy correvano felici verso la collina di Pony. Una volta arrivati, Candy aveva cominciato a raccogliere fiori, mentre lui si era sdraiato all’ombra, sotto il grande albero, a guardarla. Poi s erano baciati….
“Oh Candy… Io non chiedevo altro alla vita se non di renderti felice….”
Ed ecco che erano affiorati vigliacchi i ricordi:
Quando, aveva vista per la prima volta sul piroscafo che lo portava a Londra…..
Quando l’aveva ritrovata in quell’orribile scuola, unica nota di luce nelle sue giornate tutte uguali.
L’Estate trascorsa in Scozia e il loro primo bacio.
New York.
Si era innamorato subito di lei. Del suo essere anticonformista del tutto restio alle regole, del suo cuore d’oro,del suo modo di rimetterlo a posto e di frenare i suoi istinti ribelli, dei suoi capelli biondi…
“non devo tormentarmi così. Non risolvo niente.” Terence aveva cercato di alzarsi dal divano, ma non ci era riuscito. “Al Diavolo!” In preda alla disperazione aveva afferrato la bottiglia e l’aveva scaraventata contro il muro. Poi si era preso la testa tra le mani e calde lacrime amare erano scese, inesorabili, dai suoi occhi.
“Dove sei Candy? Io non ce la faccio senza di te.”
Era stato così che Susanna lo aveva trovato quando era accorsa dopo aver sentito il frastuono dei vetri che si infrangevano sul pavimento. Non era entrata nella stanza, era rimasta un attimo sulla soglia, poi se n’era andata.
Quando finalmente Terence era tornato in se ed era arrivato nel grande salone dove lui e Susanna facevano colazione, lei stava sorseggiando del caffè. Stranamente era sulla sedia a rotelle. Lui si era seduto al solito posto e aveva guardato con aria stralunata il cibo sulla tavola. La nausea gli stava stringendo lo stomaco.
“Parto.”
La voce di Susanna lo aveva fatto sobbalzare. L’aveva guardata senza capire. Lei aveva continuato. “Vado in Europa con mia madre. Il mio avvocato ti contatterà per avviare la pratiche di divorzio. Sei libero.”
Terence aveva continuato a guardarla e a non capire.
“Sei libero Terence, libero di tornare da Candy.”
La cameriera era entrata nella stanza. “Tutto è pronto Lady Granchester. Sua madre la sta attendendo in macchina.”
Susanna aveva annuito. “Arrivo.” Poi si era rivolta a Terence. “Quando ti ho salvato la vita, quel giorno, non volevo rendertela un inferno. In fondo l’ho sempre saputo che senza Candy per te vivere non ha senso. Addio Terence e sii felice.”
 
4.
 
Lo scrittoio di legno verniciato di bianco e tempestato di fiorellini delicati era appartenuto ad Eleonor Baker. Quando lo aveva visto per la prima volta, nella cantina del castello, Candy se ne era innamorata perdutamente, tanto che lo aveva preso e posizionato al centro della saletta che aveva adibito a suo studio privato. La stanza era ubicata nell’ala nord del castello, e dalla grande finestra era possibile vedere il lago. Candy aveva voluto che le pareti fossero dipinte di verde smeraldo, e il salottino era un tripudio di fiori. Gli stessi delle tende.
Terence la prendeva in giro spesso per quella stanza, ma lei non ci faceva caso. Quando entrava lì dentro si sentiva come sulla collina di Pony.
Anche quel giorno la sensazione di Candy, entrando fu la stessa. Aveva ancora in mano la lettera di Annie quando si sedette. Clean si appollaiò ai suoi piedi e lei sorrise, poi prese tutto l’occorrente per scrivere. Aveva mille cose da raccontare alla sua amica; così tante che non sapeva da che parte iniziare. Mentre cercava di riordinare le idee, aprì quello che era solita chiamare “Il cassettino dei ricordi.” Era un piccolo cassetto nel quale erano riposti gli oggetti che per Candy erano di maggior valore: la croce di Miss Pony, il medaglione del principe della collina,il carillon di Stear, la foto di Antony, e l’oggetto che Candy amava di più, una lettera di Terence. Anzi, per essere precisi, la lettera con cui Terence le annunciava il suo divorzio da Susanna. Candy la prese e cominciò a leggere.
“Cara Candy,
Quando riceverai questa lettera avrai già appreso dai giornali che io e Susanna  ci siamo lasciati. Mi dispiace, ma non sono riuscito a mantenere la promessa che ti ho fatto quel terribile giorno qui a New York. Non sono riuscito a farla felice. Non si può fare felice una donna se se ne vorrebbe farne felice un’altra…. E Susanna è una donna intelligente.
Dal momento in cui sono rimasto solo Candy, ho avuto un solo pensiero: scriverti. Scriverti perché voglio che tu sappia che non ho mai smesso di amarti e che voglio trascorrere tutta la mia vita con te.
Se non mi hai dimenticato, se ancora mi ami, ti prego, vieni da me.
So che questa non è una proposta da fare ad una ragazza per bene come te, e se fossi un gentiluomo, aspetterei di aver ottenuto il divorzio prima di venire personalmente a prenderti e a chiedere solennemente la tua mano; ma come tu sai bene, non sono un gentiluomo, e sono stato troppo tempo lontano da te.
Voglio sposarti e creare con te una famiglia Candy, ma non ce la faccio a starti lontano ancora a lungo e, anche se non potrò sposarti fino a quando il divorzio non sarà definitivo, se deciderai di venire, ti prometto che passerò tutta la mia vita a renderti felice.
Tu sai che posso farlo.
Attendo una tua risposta
Ti amo ,Terence”
Candy sorrise e ripose la lettera. Ora sapeva da dove cominciare.
 
5.
 
Il Mauritania fendeva le onde con forza e decisione. Era una notte fredda e ventosa e la nave ondeggiava leggermente spinta dalle folate di vento. Candy e Terence, abbracciati, sul ponte, assaporavano l’aria gelida che invadeva i loro visi. “Hai freddo?” chiese lui con premura.
Candy scosse la testa. “No. Tu?”
Anche Terence scosse la testa, assorto. No, lui non aveva mai freddo quando era con Candy.   
Era una questione di pelle.
Tra poche ore sarebbero arrivati a New York e Candy non vedeva l’ora di rivedere la sua amica. Sarebbe stata bellissima con l’abito bianco. I suoi capelli corvini avrebbero creato un contrasto meraviglioso con il velo e le avrebbero conferito un aria surreale.
“A cosa pensi?” la voce di Terence la riportò alla realtà.
“A quanto sarà bella Annie con il suo abito da sposa.”
Terence sospirò: “Mi dispiace.”
Candy lo guardò con aria interrogativa. “Per cosa?”
“Non ti sei sposata con il vestito bianco per causa mia. Se non avessimo convissuto e se io non fossi divorziato, avresti avuto anche tu un matrimonio come quello della tua amica.”
“Piantala. Venire a New York a vivere con te è stata una mia scelta. Sapevo quello a cui andavo incontro, e il bianco non è il colore che preferisco. In assoluto.”
Lui la strinse a se e annuì. Candy mentiva, lo sapeva, ma il suo orgoglio non le avrebbe mai permesso di ammetterlo. Quella per lei era stata una dura prova, e aveva fatto comprendere a Terence la portata del suo amore per lui. Non avrebbe mai dimenticato la lettera che aveva ricevuto in risposta a quella che le aveva inviato quando Susanna se n’era andata.
  
“Caro Terence,
Come puoi avere solo pensato che io ti avessi dimenticato?
Ti amo tanto!
So che è sbagliato, ma quando ho letto sui giornali della tua separazione, sono stata terribilmente felice. Felice come non lo ero da tempo.
Ho cominciato a credere che forse per noi non era finita e che forse la vita ci avrebbe dato finalmente la nostra occasione. Ti avrei scritto io se la tua lettera non mi avesse preceduto.
Sabato prenderò il treno e verrò a New York, da te.
So benissimo chi sei Terence, ed è per quello che ti amo. Non mi importa se non potremo sposarci subito. Non ho mai seguito le convenzioni sociali e non ho intenzione di iniziare a farlo ora che la nostra felicità è finalmente a portata di mano.
Oh Terence! Ancora non posso credere che sta succedendo!
Sto per venire da te per rimanerti accanto per sempre. E’ un sogno.
Verrai a prendermi alla stazione?
Non vedo l’ora di rivederti.
Ti amo. Candy ”
 
Con il cuore gonfio d’amore, Terence la fece voltare e la baciò. Alla fine del bacio la guardò intensamente. “Sai una cosa Candy?”
“Cosa…”
“Il giorno del nostro matrimonio eri bellissima con quel vestito a fiorellini rosa.”
Lei sorrise. “Grazie.”
Terence la prese per mano. “Di niente. E’ vero. Ora torniamo in cabina. Domani sarà una lunga giornata.”
 
6.
Il vestito bianco di Annie Brighton era all’ultima moda. I suoi capelli neri erano raccolti in uno chignon e la coroncina di perle era già fissata in testa, pronta per l’aggiunta del velo.
“Oh Annie! Come sei bella!”
Nel sentire la voce dell’amica di sempre, Annie si voltò “Candy! Credevo che non saresti mai arrivata!” Si schiarì la voce. “Lady Granchester, sono veramente onorata di averla al mio matrimonio”
Candy scoppiò a ridere. “Lascia stare i convenevoli e vieni ad abbracciarmi!”
Le due amiche si strinsero forte, poi Candy le sussurrò. “Io e te saremo sempre Candy e Annie della casa di Pony.” Le fece l’occhiolino e Annie la osservò per un lungo istante. Candy era bellissima. Il matrimonio l’aveva resa diversa, ed il suoi occhi risplendevano come stelle. L’abito lungo da cerimonia, di un azzurro intenso, si intonava perfettamente con il loro colore, e  non aveva rinunciato a raccogliere i capelli nei suoi immancabili codini, guarniti di fiori anch’essi azzurri, che andavano ad adornare due enormi fiocchi di raso.
“A cosa stai pensando, Annie?”
“A niente, solo … Oh Candy, come vorrei che anche io e Archie riuscissimo ad essere felici come te e Terence!”
“Ma certo che lo sarete! Vi amate così tanto!”
Annie guardò la sua amica con aria imbarazzata. “Com’è essere sposati Candy?”
Candy sorrise: “E’ bellissimo e presto te ne accorgerai anche tu”. Prese il velo e si avvicinò ad Annie: “Ora fai un bel respiro e mettiamo questo.”
 
7.
 
Terence se ne stava seduto in giardino sorseggiando una bibita analcolica: aveva smesso di bere quando Candy era tornata. Si era tuttavia concesso una sigaretta. Non era solito fumare, ma quello era un giorno speciale: era il giorno del matrimonio di Archie e Annie, e valeva la pena concedersi qualcosa in più. Quando lui e Candy erano arrivati alla villa degli Andrew, sua moglie era subito corsa dalla sua amica e lui aveva deciso di lasciarla andare da sola. Non si vedevano da circa un anno e sicuramente avevano molte cose da dirsi. La signora Brighton, al loro arrivo, aveva faticato a nascondere il suo disappunto, ma era stata costretta a fere buon viso a cattivo gioco. Avere i duchi di Granchesteral matrimonio della propria figlia era un onore che le avrebbe dato la possibilità di entrare a far parte della ristretta cerchia di quell’ elite newyorkese che, sebbene non approvasse il comportamento di Candy e Terence, non osava contraddire apertamente il potente padre di quest’ultimo. Inoltre, Candy era una Andrew nonostante tutto, pertanto la sua presenza in quella casa era del tutto legittima. Perso nei propri pensieri, Terence, non si era accorto degli sguardi ammirati delle donne presenti, agli occhi delle quali era apparso di una sfolgorante bellezza. Lunghi capelli neri che scendevano ribelli sulle spalle, corpo scultoreo, abito scuro di alta sartoria francese, occhi insolenti. Quale donna avrebbe potuto ignorarlo?
 “Guarda guarda… Il Duca di Granchesteral mio matrimonio. Quale onore milord!”
“Ciao Archie.”
Archibald Cornwell Andrew, Archie per gli amici, si sedette accanto all’amico. “Ciao. Ne è passato di tempo!”
Terence annuì. “Allora, come stai?”
“Male. In questo momento ho lo stomaco stretto in una morsa.”
“Si, conosco la sensazione, ma se ti può far star meglio, andrà tutto bene. Fidati.” Terence ed Archie non avevano iniziato bene il loro rapporto, ma avevano finito col diventare amici. Merito, ovviamente,  di Candy.
“Dov’è Candy?”
Terence guardò Archie sorridendo con ironia. “Dalla tua fidanzata.”
“Oh mio Dio!”
“Tranquillo, Candy non può che dire bene del matrimonio.”
“Anche se ha sposato te?”
“Proprio perché ha sposato me. Sono l’unico giusto per lei. E lo sai.”
Archie annuì. “Lo sei sempre stato. Le hai ridato la vita dopo la morte di Antony.”
“Credevo che non sarei mai riuscito a prendere il suo posto, quando eravamo a scuola.”
“Beh, non c’è dubbio. Entrambi abbiamo sottovalutato Candy e la sua particolare attitudine per le cause perse!” Scoppiarono a ridere, poi Archie diventò di colpo serio. “Vorrei che Stear fosse quì per vedere tutto questo.”
“Sono sicuro che ti sta guardando ed è molto fiero di te.” Terence tirò fuori dal taschino l’orologio d’oro tempestato di diamanti, regalo di sua madre per il suo compleanno. “E’ ora di andare.”
 
8.
 
“Ehi, voi due, vi ricordate di me?”
Candy e Annie si voltarono. “Patty!”
Patricia O’ Brien entrò nella stanza come un ciclone: “Oh Annie, sei un incanto! E tu Candy….Beh, devo dire che il matrimonio ti fa davvero bene!”
Candy scoppiò a ridere. “Non meno di quanto a te fa bene l’Italia. O hai un nuovo fidanzato?”
Patty arrossì: “Ma cosa dici Candy… Non potrei mai…”
Candy tornò seria: “Dai Patty, non ci sarebbe nulla di male.”
“Lo so. È che mi sono abituata a stare da sola e il mio lavoro di scrittrice occupa tutto il mio tempo.”
Le due amiche annuirono. Era inutile insistere. Stear aveva lasciato un enorme vuoto in tutti loro, ma per Patty, innamorata di lui, la sua morte era stata devastante. Tuttavia la ragazza sorrise abbracciando le amiche. Solo ora aveva compreso quanto le fossero mancate: “Eccoci di nuovo qui, tutte e tre insieme, come quando a scuola cercavamo di neutralizzare i tiri mancini di Iriza e Neal.”
Annie si sciolse dall’abbraccio, imbarazzata. “A proposito, c’è una cosa che devi sapere Candy…”
“Cosa Annie?”
“…..Ecco…..”
“Bene bene… E così abbiamo l’onore della duchessa di Granchestera questo matrimonio….” La voce squillante di Iriza Legan le fece voltare tutte. Candy si diede della stupida. Perché non ci aveva pensato? I Brighton e i Legan erano molto amici, era naturale che fossero al matrimonio. Sospirò: se c’era Iriza, da qualche parte doveva esserci anche Neal.
Tra tutti loro, Iriza era quella che era cambiata di più. Rimasta zitella, aveva vissuto gli ultimi anni nell’odio, sentimento riservato in particolar modo a Candy , rea di aver fatto innamorare l’oggetto del suo desiderio: Terence.
Nel tempo, i suoi abiti frivoli avevano lasciato il posto ad austeri abiti neri guarniti solo di enormi spille d’oro e i  suoi boccoli rossi, ora erano raccolti in chignon che le conferivano un aria ancora più arcigna. “Allora dov’è il tuo maritino? E’ per caso rimasto in Scozia per starti lontano? Magari finalmente ha capito con chi ha a che fare!” Il tono della sua voce esprimeva malignità e disprezzo.
“Niente affatto Iriza. Come puoi ben vedere.” La voce sprezzante di Terence, seguito da Archie, gelò l’aria. Iriza abbassò gli occhi. “Vado a cercare mio fratello.”
Tutti guardarono Iriza Legan allontanarsi, poi Terence abbracciò Annie. “Annie sei uno splendore!” le sorrise: “E credo sia arrivato il momento.” La sua voce era tornata ad essere dolce.
“Oh mio Dio! Lo sposo non deve vedere la sposa prima della cerimonia!”  La voce di Patty vibrò nell’aria. Candy, immediatamente si parò di fronte all’amica, mentre Terence prese Archie per un braccio e lo condusse fuori dalla stanza tra le risate delle tre amiche, risate che tanto ricordavano quelle della scuola.
Quando Terence ritornò, stavano ancora ridendo.
 
9.
Mancava veramente poco alla cerimonia. Candy,immersa nei propri pensieri, guardava il giardino delle rose dall’enorme vetrata del primo piano. Era abbagliante in tutta la sua dirompente bellezza. Dal cancello adornato di rose rampicanti, fino alle serre. Ma una rosa, solo una, di un bianco lucente, oscurava tutte le altre.
 “Rose Dolce Candy….”  Candy si voltò nel sentire la voce di Terence pronunciare quelle parole. Lui si avvicinò, inquieto. Aveva odiato quel giardino nel momento stesso in cui vi aveva messo piede. Lì Candy era stata felice senza di lui e questo non riusciva a sopportarlo.  Strinse a sè sua moglie ed entrambi continuarono a guardare fuori.  
“Deve averti amata molto….”
“Chi?”
“Antony.”
“Eravamo ragazzini.”
“Ti ha dedicato la rosa più bella di quel giardino. L’ha creata apposta per te….”
Candy annuì.
“Odio le rose.”
Lei sorrise. Terence non era cambiato affatto con gli anni. Il suo spirito violento, sebbene ormai sopito, a volte riemergeva, e lo faceva nei momenti più impensati. MaCandyi, per assurdo, lo amava anche per quello.
“Non avresti dovuto trattare Iriza in quel modo. So difendermi anche da sola.”
Lui scoppiò a ridere. “Oh, non lo metto in dubbio signorina tutte lentiggini. Ma quando ti ho giurato amore eterno, ti ho anche promesso che mi sarei preso cura di te, ed è quello che intendo fare.”
“Ti amo, lo sai?”
“Si, lo so Candy. Anche io ti amo.”
 
10.
Da un angolo buio, sul fondo del corridoio, Archie osservò la scena in un misto di tristezza e nostalgia. Tra poco meno di un ora avrebbe sposato Annie e sapeva che sarebbe stato felice, eppure….
Aveva smesso da tanto tempo di indagare sui sentimenti che provava per Candy  Non era giusto nei confronti di colei che sarebbe diventata sua moglie, inoltre, anche se non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, sapeva perfettamente di non essere all’altezza di Terence. E non perche lui era nobile. Semplicemente Archie non era capace di amare in modo così totale.
A pensarci bene, era di Candy che non era mai stato all’altezza.
“A cosa stai pensando Archie?”  Lui sobbalzò. Patty era sbucata improvvisamente dal nulla.
“Mi hai spaventato.”
Lei arrossì.  “Scusa.”
Archie tornò a guardare la coppia.
“Siamo mai stati veramente degni di loro, Patty? Ho la sensazione che siano due persone fuori dalla portata di chiunque.”
Patty annuì. “Siamo fortunati che due persone come loro abbiano deciso di renderci parte delle loro vite.”
Archie uscì allo scoperto. “Hey voi due! Sto per sposarmi! Diamo inizio alla festa!”
   
 
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