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Autore: Sashaprati    25/04/2012    3 recensioni
Dopo quello che è successo nella puntata "All my children", Elijah va a New York. Avrà un incontro inaspettato con una persona che non vedeva ormai da secoli...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Mangiafuoco, lo sapete chi è?
Il burattinaio, quello che c'ha sempre in mano i fili, è quello che stabilisce "che tipo di ballo" devono ballare tutti quanti.
E' anche molto irascibile, Mangiafuoco.
Si arrabbia facilmente.
Per esempio:
"Attento a te, che vuoi andare controcorrente, che vuoi fare di testa tua, perché Mangiafuoco non può tollerarlo!"
Per lui è importante che tutti ballino "sempre" lo stesso tipo di ballo.
Anzi, se Mangiafuoco si accorge che tu vai su a tre binari, fai un altro tipo di ballo, ha due mezzi per richiamarti al tuo posto:
O chiama i gendarmi
Oppure ti fa dichiarare "pazzo"...

( Edoardo Bennato )

La "Supercazzola69Fanfiction"
a cura di
Sashapratitelesette e Lilith Noor Daimon

PRESENTA:

Un incontro dopo secoli

 Si ringraziano inoltre:

 il Trio Medusa per la canzone
Giovanni Ognibene per l'idea & il suggerimento
e i tre "matti" qua sopra per aver scritto il tutto...

BUON DIVERTIMENTO !!!

 

Elijah stava camminando lungo l'ingolfata New york, guardava diretto davanti a se e pensava a quanto era cambiato il mondo e quanta vita aveva vissuto. scuoteva la testa annoiato pensando alla sua lunghissima vita. L'Originario era ancora sotto choc per gli avvenimenti degli ultimi giorni: La loro madre aveva tentato di ucciderli e sembrava perfettamente determinata a riprovarci.
Doveva forse lasciarla fare? Non ne era affatto sicuro e si stava rendendo conto di una cosa molto semplice.
Nessun uomo deve vivere così a lungo, nessuno poteva rimanere identico nel corso dei millenni e tutti avrebbero subito cambiamenti di carattere e di pensiero compresa la sua adorabile famiglia.
Klaus, Rebekah, Kol e Finn; Con loro aveva compiuto di tutto, alzò gli occhi al cielo e ripensò all'unica volta che aveva permesso alla sua emotività di varcare la sua mente.
Il volto di Katerina Petrova si fece largo in mezzo ai ricordi dell'originario, Elijah si era sempre informato, nei limiti del possibile, sul Vampiro. Ricordava ancora la faccia del suo fratellastro di fronte alla trasformazione di Katerina.
La bocca di Elijah si increspò mentre passeggiava normalmente; non voleva usare le sue doti di vampiro perchè voleva provare delle sensazioni come un uomo normale.
Katherine era all'interno di una discoteca e stava ballando seducente davanti ad un ragazzo, era divertente e perfino intrigante. La Petrova era dubbiosa, si domandava se lui fosse "degno" di essere trasformato ma, decisa si allontanò apostrofando duramente quel ragazzo.

- Mi incuriosisci per ora, sii felice che non mi interessi del tutto!

Si allontanò ripensando alle parole di Damon Salvatore, l'avevano turbata a fondo anche se lo avrebbe ammesso di fronte a nessuno, la sua corta gonna sbatteva sulle sensuali gambe rimaste identiche nei secoli.
Adoperando le sue abilità vampiriche si allontanò velocemente, aveva deciso di non trasformare subito quel ragazzo perchè voleva ancora osservarne le reazioni.
L'originario aveva predisposto una identità di copertura come professore di folklore dei popoli del nord, era stato chiamato dall'università di New York per tenere un ciclo di conferenze.
Elijah si sarebbe predisposto a dormire in un albergo, un evento che turbava le sue abitudini vecchie di Millenni ma si sarebbe dovuto abituare.
Procedeva come un umano, ma i suoi sensi erano quelli di un vampiro e aveva già percepito la presenza di un suo simile nella città; anzi poteva permettersi perfino di pensare chi fosse.
Elijah sentiva il bisogno di parlare con lei ma il suo controllo glielo impediva, un altro pensiero che, sembrava ma non era marginale, era il dubbio riguardante un dettaglio.

- Quanto avrà pagato per un senso dell'onore che ho affidato a una persona indegna come mio fratello Klaus?

Fu il sommesso mormorio che venne emesso dalle labbra dell'originario, ripensando a tutti gli atti di "dubbia moralità", volendo usare un eufemismo, che aveva commesso affiancato a Niklaus.
Entrò all'interno del Roosvelt, aveva richiesto quell'albergo per il motivo che si addiceva al suo gusto classico.
I vampiri, soprattutto quelli più antichi, erano tendenzialmente di gusti molto "Old Style" ed Elijah non faceva eccezione nonostante la sua capacità di evolversi e di adattarsi nei secoli.
Dopo aver sistemato le formalità burocratiche salì in camera sua e come primo atto, dopo essersi chiuso dentro, fu quello di andare alla finestra e fissare vuoto panorama di New York cercando di ritrovare quella sensazione che aveva stimolato i suoi sensi, quell'odore familiare dell'unica persona che aveva rappresentato per lui una debolezza a cui si stava quasi per abbandonare.
Nella sua mente emerse una decisione, avrebbe controllato cosa faceva suscitare quella stranissima sensazione: Poteva essere un vampiro creato dalla petrova in quanto lui poteva percepire la sua discendenza di sangue oppure anche la petrova stessa. Elijah non poteva perdere tempo in esitazioni inutili, uscì dalla sua stanza d'albergo e discese nei vicoli di New York.

Katherine stava cercando di nutrirsi, aggirandosi per un vicolo in compagnia di un ragazzo di colore caratterizzato da un abbigliamento tipicamente da rapper. Un osservatore esterno avrebbe etichettato quella coppia come due fidanzatini ignorando la realtà.
Appena furono nel vicolo, distante da occhi Katherine afferrò con la mano destra il volto del malcapitato e affondò i canini nella sua carotide.
Le urla del ragazzo cessarono dopo pochissimi secondi, la Petrova sembrava inebriata da quel sangue all'apparenza così delizioso.
Una voce stoppò il nutrimento della Petrova.

- Katerina Petrova!

Quella voce, per la Petrova, era inconfondibilmente un segnale di pericolo e di fuga.
Ma qualcosa nel tono di voce era diversa, era umana e non fredda come al solito.
La petrova sospirò e si alzò con le labbra sporche di sangue, voltandosi e incrociando i suoi occhi in quelli del vampiro originario.

- Elijah!

Fu la semplice risposta da parte della Petrova, non percepiva più il pericolo da parte dell'originario ma non era solo quello.
Sentiva che, come lei era una leonessa, Elijah era un leone che non voleva sbranarla.
Non comprendeva cosa sentiva ma non sentiva l'impulso alla fuga anche perchè non aveva vie di scampo; si voltò dopo aver ripulito il suo volto dal sangue e si girò con il suo solito atteggiamento sarcastico proferendo qualcosa che sapeva non vero.

- Cosa c'è, caro originario, vieni per conto del tuo caro fratellino?

Un debole sorriso increspò le labbra dell'originario, Katerina lo aveva sempre affascinato ma non perse tempo a replicare senza perdere la sua consueta calma.

- Quando hai finito di pasteggiare, dovrei parlarti, penso si tratti di una cosa che potrebbe avere una certa utilità!

Aveva usato il tu anzichè il lei, Katerina lo fissò negli occhi cercando di trovare la sua caratteristica freddezza e, sapendo perfettamente che non avrebbe potuto sfuggirgli, annuì senza troppi problemi.
Stranamente non la trovò la consueta freddezza del maggiore della famiglia degli originari; anzi trovava uno sguardo amichevole e pronto al dialogo e, senza nemmeno sapere perchè lo stesse facendo annuì.
EliJah continuò il discorso proferendo delle parole che avrebbero disarmato, almeno per il momento, la resistenza di Katherine.

- Ti do la mia parola che non è una trappola, ho solo intenzione di parlarti nella sala ristorante del Roosvelt Hotel, ormai dopo gli ultimi avvenimenti non ho motivi per violare la parola data!

L'originario sospirò malinconicamente ripensando alla sequenza di fatti accaduti negli ultimi giorni: sua madre, la strega originaria, aveva tentato di ucciderli tutti; oltre a ciò era stato costretto a ricattare i fratelli Salvatore per farsi aiutare, usando nel più cinico nei modi l'odio di sua sorella Rebekah contro la Doppelganger Elena Gilbert...
Aveva ancora diritto di essere felice? Poteva ancora dire che era lui quello che si sforzava di essere virtuoso?
A interrompere i pensieri di Elijah ci fu la voce musicale di Katerina. All'originario sembrava ancora di sentire le asprezze dell'accento Bulgaro vecchie di secoli.

- Dammi un minuto per sistemarmi e verrò con te - rispose. - Del resto non è molto salutare far arrabbiare un originario così cortese e che non ha motivi di violare la parola data!

Katherine sorrise e fece per appartarsi, si sentiva strana e come se il suo cuore si fosse leggermente ridestato dopo secoli e secoli.

- Prima Damon... Poi lui!

Furono le parole emesse dalla Petrova, mentre si puliva la bocca dal sangue con una piccola salvietta in maniera tale da risultare presentabile.
Dopo pochi minuti si presentò da Elijah facendo cenno di farle strada.

 

continua col prossimo capitolo...

  
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