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Autore: Sternschnuppe    25/04/2012    2 recensioni
Matteo è il cantante e chitarrista della band, ma chiunque lo incontrasse per la strada, al supermercato, in officina, non direbbe mai che adora la musica hard rock e metal, il suo aspetto è quello di un ragazzo che frequenta i pub e le discoteche un giorno sì e l’altro pure; forse per il suo aspetto possente, i suoi bicipiti pronunciati ricoperti di tatuaggi, la sua postura o i suoi capelli ai lati rasati e al centro un po’ più lunghi, per poter fare una piccola cresta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sogni nascosti in fondo al cuore

Matteo, un nome un programma. Matteo è un ragazzo, un uomo cresciuto troppo in fretta, ormai ventiduenne, vive in una viuzza accanto a Piccadilly Line, un vicolo stretto, neanche le macchine riescono a farsi spazio tra le mura che costituiscono due edifici imponenti. La sua non si può definire casa, è uno scantinato che il suo amico Aldo gli ha affittato qualche anno prima, dopo aver visto i suoi occhi chiari come il cielo, imploranti aiuto e un tetto sulla testa. Come tutto ciò che finisce nelle mani di Matteo, quel monolocale freddo e buio è diventato caldo e accogliente; purtroppo non è riuscito ad aumentare le dimensioni della “casa”, anzi le ha rimpicciolite più del necessario: al centro di un salotto improvvisato si trova una batteria, la batteria di Luca che di tanto in tanto si diverte a suonare, facendo impazzire la vecchina al piano di sopra che,spazientita inizia a battere una scopa sul pavimento lucido che emana un odore di cera appena passata. Matteo ha un’unica,sola ed eterna passione: la musica. La musica, la musica che per certa gente è solamente la disposizione di tante note in un ordine sparso, “rumore” la definiscono alcuni, sciocchezza per perditempo, altri, ma per Matteo, beh per Matteo la musica è la sua unica ragione di vita. Non passa attimo della giornata senza che la musica non lo accompagni, che stia lavorando come meccanico nell’officina all’angolo della strada, un lavoro che, in realtà gli sta un po’stretto, sia che stia facendo una passeggiata, come è solito fare, sia che stia viaggiando a tutta velocità sulle strade londinesi, sia addirittura che si stia facendo una doccia calda e rilassante, dopo una giornata faticosa, fin troppo faticosa, la musica c’è. La musica c’è quando il sole splende e si sveglia felice, c’è quando piove, ha dimenticato l’ombrello e cammina sotto la pioggia, c’è quando perde una partita di football con i suoi compagni o quando deve trattenersi dal tirare un pugno a Tyler, suo acerrimo nemico, che non si è astenuto dal provocarlo. Quando nessuno è li per lui la musica c’è, la musica c’è e ci sarà per sempre. Condivide la sua più grande passione con tre amici e con loro ha formato una band.   “Alma” è il suo nome, un nome formato dalla combinazione dei loro nomi: Alexander, Luca, Matteo, Ash. Questo nome può sembrare banale, ma in realtà simboleggia la loro unione, indissolubile,infinita, inspiegabile. Suonano musica rock, metal leggero, soprattutto cover, ma da qualche tempo si sono avventurati nella realizzazione di canzoni loro, nella creazione di testi che provengano dalle loro esperienze e musiche del tutto nuove, a volte uscite da una semplice sequenza musicale composta casualmente durante un momento di noia, di pausa dallo studio intensivo o dal lavoro opprimente. Si esibiscono il sabato sera in alcuni locali della città, e hanno sempre riscosso un gran successo, tanto da essere considerati una band emergente proveniente dalla periferia di Londra.
Matteo è il cantante e chitarrista della band, ma chiunque lo incontrasse per la strada, al supermercato, in officina, non direbbe mai che adora la musica hard rock e metal, il suo aspetto è quello di un ragazzo che frequenta i pub e le discoteche un giorno sì e l’altro pure; forse per il suo aspetto possente, i suoi bicipiti pronunciati ricoperti di tatuaggi, la sua postura o i suoi capelli ai lati rasati e al centro un po’ più lunghi, per poter fare una piccola cresta.
Quello che non si sa di lui è il suo passato, un passato troppo duro, difficile e doloroso; neppure i componenti della band lo conoscono e ogni volta gli chiedono della sua infanzia o del periodo prima che si incontrassero, Matteo cerca sempre di cambiare argomento, senza dar loro una vera risposta. A loro sembra non essere permesso aprire il cassettino con scritto “passato” ma anche quello con “sogni”; naturalmente Matteo, come tutti gli altri, desidera diventare famoso, suonare in luoghi con un pubblico più vasto, aprire il concerto di un ”big” della musica, fare un cd di tutti i brani che in questi tempi hanno sfornato, e chi lo sa, riuscire a fare un tour mondiale, oltre che nazionale. Ma in realtà sogna anche di viaggiare. Viaggiare alla ricerca di suo padre, un padre che da un giorno all’altro è sparito, quel padre che adorava, quel padre che gli ha insegnato a giocare a football, le tabelline del 7 e dell’8, andare in bicicletta, quella bicicletta che prende raramente in mano perché, in un modo o nell’altro, gli ricorda lui. Non ha alcuna idea di dove sia finito quel padre assente ma sente che se lo cercherà, presto o tardi, si troverà davanti il volto di quell’uomo che probabilmente ora gli assomiglia, quegli occhi che ha ereditato da lui, azzurri, cristallini come il mare tropicale.
E poi, beh poi c’è Ornella. Ornella, suo unico grande amore. Conosciuta cinque anni prima al liceo, era in classe con lui, quella classe di ventotto persone, e lui non riusciva a guardare che lei, lanciarle sguardi pieni di sentimento, parole, e vedere che lei ricambiava con un timido sorriso, per poi voltarsi di nuovo e continuare a seguire la lezione lasciandolo con ancora un’espressione contemplativa in faccia. Avevano trascorso due anni pieni di amore, a viversi semplicemente, con la semplicità di due adolescenti. Ornella è l’unica che ha vissuto il passato di Matteo, quel passato che ancora lo tormenta e certe volte non gli permette di dormire la notte. Anche Ornella lo ha “abbandonato”. È  volata negli States, e doveva rimanerci solo per un anno, mentre Matteo sarebbe rimasto ad aspettarla, e tutt’ora l’aspetta anche se non sa quando tornerà di nuovo da lui. Ornella ha deciso di viaggiare, di spostarsi di città in città qualora ne avesse avuto la possibilità. Si sentono ancora, ma raramente, e Matteo desidera poterla raggiungere in una delle sue mete, per riabbracciarla, per poter assaporare di nuovo il profumo di pesca e mandorla dei suoi biondi capelli, per sentire la sua risata cristallina diffondersi nell’aria. Questi desideri sono e rimarranno nascosti, sepolti nel suo cuore, con la speranza di poterli realizzare.
Matteo è straiato sul divano e segue un concerto dei Linkin Park in tv, nonostante il volume sia sufficientemente alto, come se stesse seguendo il concerto dal vivo, sente il suono del campanello, quel campanello che aveva istallato con le sue mani, subito dopo il trasferimento in quello scantinato. Qualche secondo dopo si alza e davanti a lui si trova una ragazza dai capelli color castagna e gli occhi neri, di un nero profondo, e la sua attenzione viene attratta da un neo sopra il labbro superiore. I suoi capelli setosi sono in parte coperti da un cappellino rigido blu e con un sorriso gli porge una lettera. Matteo incuriosito, guarda il mittente della lettera: Rosalinda Johnson. Prontamente le sue mani forti e vigorose frantumano quel foglio in mille pezzi che volano leggeri toccando, poi, il pavimento. La ragazza assiste alla scena incredula.

“Ehi, non ho fatto tutta questa fatica, sotto il diluvio universale, per portarti questa lettera e vederla sgretolata davanti ai miei occhi” esordisce in modo scherzoso lei.

Matteo alza lo sguardo incontrando gli occhi neri e accessi allo stesso tempo, della postina.

“Scusami, non reagisco così davanti a tutta la posta che ricevo” sorride il ragazzo

Lei gli sorride di rimando.

“Sono Nina” gli porge la mano destra, ancora un po’ umidiccia.

“Matteo” stringe quella mano così piccola, rispetto alla sua.

“Adesso devo andare, ho tutto il vicinato che mi aspetta, e se poi si allarmano perché non arrivi alle 11 in punto è la fine” dice lei offrendogli di nuovo un sorriso.

“Allora non ti trattengo”

Appena si chiude la porta il ragazzo si ritrova di nuovo solo, con la certezza che questa vicenda i suoi amici non la sapranno mai. E questo pensiero accompagna tutta la sua giornata.

 

  
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