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Autore: LadyLeblanc    25/04/2012    3 recensioni
Avete visto anche voi il film "Pokemon ranger e il tempio del mare"? Be', questa è una specie di sequel, ispirato a "Tracce di Luce"!
Dopo aver salvato il tempio del mare insieme ad Ash e ai suoi amici, Jack Walker riprende la sua 'tranquilla' vita da ranger. Stavolta la sua missione lo conduce a Oblivia, una splendida regione tropicale piena di segreti e avventura. Al suo fianco ci saranno personaggi vecchi e nuovi, e soprattutto una misteriosa ragazza che sembra avere uno strano legame con Suicune! Ditemi cosa ne pensate, please ^^
Estratto dal 1° capitolo:
"'Niente distrazioni, Jackie'. Il ranger si guardò velocemente attorno, in cerca di qualunque oggetto degno di nota. In realtà, non sapeva nemmeno lui cosa aspettarsi - forse un meteorite, o un UFO, o magari direttamente un alieno verde e rugoso - ma quello che di certo non sospettava di vedere era una ragazza.
Una ragazza sdraiata sulla sabbia, immobile. "
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Ranger Quest

Incontro

*

Vista dall'alto, l'isola di Dolcegoccia appariva davvero minuscola, poco più di un fazzoletto verde sperduto in mezzo al mare. Via via che s'avvicinava, però, Jackie non poteva fare a meno di notarne la bellezza: era un isolotto solitario, incoronato da alberi in fiore e radure erbose, uno di quei piccoli gioielli della natura che di solito si vedono soltanto nelle cartoline. Sarebbe stato fantastico esplorarlo, ma in quel momento Jackie aveva ben altro da fare... ad esempio, una delicata missione da ranger.

« Jackie? Jackie, sono l'Operatore Lisa, mi ricevi? » gracchiò una voce metallica nel suo orecchio.

Lui si aggiustò meglio le cuffie e sorrise. « Forte e chiaro, Lisa. Jack Walker a rapporto. »

« Ottimo, se non altro l'attrezzatura funziona. Sei già arrivato a destinazione? »

« Ci sono quasi. » Jackie si curvò sul collo del Pidgeot che stava cavalcando, indirizzandolo verso uno spiazzo aperto nella boscaglia. Vivaci sferzate d'aria gli scarmigliarono i capelli biondi mentre il Pidgeot planava dolcemente verso il punto prescelto. « Allora, Lisa, hai trovato qualcos'altro di utile? »

« Nulla che tu non sappia già » replicò Lisa con una punta di delusione. « Dal litorale ovest di Dolcegoccia continuano a provenire quelle strane radiazioni, ma nessuno strumento della base è in grado di decifrarle. E non è ancora chiaro cosa le stia generando, o a che scopo. »

« Beh, l'unica soluzione è dare una controllata di persona, no? »

« Uh-uh, immagino di sì. Ma tieni gli occhi bene aperti, Jackie, potrebbe essere rischioso. » 

« Ehi, di che ti preoccupi? Rischio è il mio secondo nome » scherzò il ranger. « Qui Walker, passo e chiudo. »

Ormai Pidgeot sorvolava lo spiazzo. Jackie attese fino a quando non si fu abbassato a sufficienza, dopodichè diede un colpo di reni e si lasciò scivolare agilmente a terra. I suoi muscoli ben allenati attutirono facilmente il duro impatto. Diversi metri sopra di lui, Pidgeot stridette un saluto e con un ultimo, possente battito alare tornò a sollevarsi verso il cielo. 

« No, grazie a te. » Jackie gli rivolse un breve cenno col capo, poi si voltò verso ovest. Davanti a lui c'erano una bassa muraglia vegetale, composta perlopiù da rovi e cespugli verde pallido, ma al di là di essa si scorgeva una striscia di sabbia candida come la neve. Di qualunque cosa si tratti, dev'essere laggiù.

Jackie non fece una piega. Non era né preoccupato né intimorito, solo attento. Avrebbe dovuto essere prudente.

Il ragazzo estrasse lo Styler dalla cintura e s'avviò a rapide falcate verso la spiaggia. Un unico balzo ben calibrato bastò per superare i cespugli, e lui si ritrovò al margine di una distesa bianca e fiammeggiante, che il sole accendeva di riflessi color perla. Non aveva mai visto una sabbia così chiara.

Niente distrazioni, Jackie. Il ranger si guardò velocemente attorno, in cerca di qualunque oggetto degno di nota. In realtà, non sapeva nemmeno lui cosa aspettarsi - forse un meteorite, o un UFO, o magari direttamente un alieno verde e rugoso - ma quello che di certo non sospettava di vedere era una ragazza. 

Una ragazza sdraiata sulla sabbia, immobile.

Jackie si precipitò verso di lei. Era rannicchiata in posizione fetale, con le ginocchia piegate contro il petto, e sembrava addormentata. Lunghissimi capelli blu scuro le ricadevano sul corpo come un mantello vivente. 

« Ehi! » Jackie s'inginocchiò accanto a lei e la prese gentilmente per le spalle, scrollandola con delicatezza. « Stai bene? Riesci a sentirmi? »

Per un attimo, la ragazza ciondolò tra le sue mani come una bambola senza vita. Poi, miracolosamente, le sue palpebre ebbero un lievissimo fremito e si sollevarono lentamente. Due nebulosi occhi violetti si puntarono in quelli verdi e lucidi di Jackie. 

« ... Chi sei? » biascicò la ragazza con voce incerta.

« Un amico » rispose lui nel suo miglior tono rassicurante. « Mi chiamo Jack Walker, sono un pokemon ranger di Johto. »

« Johto? » La ragazza inarcò un sopracciglio, confusa. 

« Sì, Johto. » Jackie rimase un po' interdetto. Tra Oblivia e Johto non c'era poi una grande distanza, era impossibile che quella tipa non sapesse dov'era. « E tu invece chi sei? »

La ragazza tacque per alcuni istanti, come cercando di raccogliere i pensieri, poi nel suo sguardo vacuo passò un lampo di panico. 

« Non lo so » sussurrò, sgomenta.

Jackie inarcò un sopracciglio. « Cosa vuol dire che non lo sai? »

« Io... non me lo ricordo! » La ragazza lo guardò con tanta genuina paura che Jackie non dubitò che stesse dicendo la verità. « Non mi ricordo niente, nemmeno come mi chiamo! »

Ha un'amnesia? Lui cercò di tranquillizzarla con un sorriso. « Shh, non serve allarmarsi. Capita avere dei vuoti di memoria, soprattutto se si prendono dei colpi alla testa. E mi sembra che tu te la sia passata un po' male, ultimamente. » Era vero: ora che la guardava meglio, era difficile non notare il pallore del volto, i graffi che le segnavano le braccia e la sporcizia sui capelli arruffati. Persino la sua corta veste azzurra era stracciata in più punti. « Ma non preoccuparti, adesso ci sono io. Ti porterò in qualche posto sicuro e scommetto che di qui a qualche giorno ti tornerà tutto in mente. »

Lei annuì, ancora un po' spaventata. 

« Piuttosto, hai visto qualcosa di strano nei dintorni? » chiese Jackie, volgendosi. « Che so, un meteorite o cose del genere? Prima di perdere i sensi, ovviamente. »

O meglio, di addormentarsi. Più che svenuta, gli era parsa proprio addormentata. Ma perché una ragazza sola e ferita avrebbe dovuto farsi un pisolino sulla spiaggia? Sarebbe stato più logico se fosse andata a cercare aiuto.

 La ragazza scosse la testa, confusa. « No, niente del genere. Ma... » Sussultò e si tirò fuori qualcosa dalla scollatura. Era un medaglione, uno splendido medaglione a forma di goccia finemente lavorato. Il cuore era un minerale azzurro limpido, un bellissimo zaffiro stella, e attorno ad esso c'era un sottile reticolo d'argento, intarsiato ad arte. « E' così freddo » disse lei, atona. 

Jackie lo prese delicatamente fra le dita, esterrefatto. Era un gioiello fantastico, che non avrebbe sfigurato al collo di chissà quale nobildonna. Era quasi irreale vederlo addosso a quella giovane lacera dallo sguardo perso.

Il ranger avvicinò il minuscolo microfono alla bocca. « Operatore Lisa, mi ricevi? »

« Bzzzz.... » L'unica risposta fu un vago ronzio statico.

« Beh, non importa. » Jackie si tolse lo zaino dalle spalle e lo aprì. Al suo interno c'erano un cambio d'abito, una piccola scorta di cibo, una borraccia d'acqua e tutta l'attrezzatura necessaria per un ranger, tra cui un pratico Navigatore. Non appena se lo legò al braccio, il suo schermo s'attivò. 

« Coordinate: 41°53'24" N, 12°29'...  » scandì subito una voce robotica. 

« Mappa di Oblivia » ordinò Jackie.

Subito sullo schermo lampeggiò una mappa chiara e ben dettagliata. Jackie sapeva che Dolcegoccia era l'isola più a sud di Oblivia. Poco più a nord, comunque, ce n'era un'altra decisamente più grande, Regiobaleno, su cui troneggiava una piccola città. Avrebbe potuto portare la ragazza lì, tanto per cominciare. Il suo primo obiettivo era la protezione della natura, dei pokemon come degli umani. Dopo averla messa al sicuro, sarebbe potuto tornare a Dolcegoccia e riprendere le sue indagini su quelle insolite radiazioni. 

« Andiamo, ti porto a Cocona » disse, indicando la città. Si alzò in piedi, e anche lei provò a farlo, ma le sue gambe erano talmente esili e tremanti che si riaccasciò subito a terra. 

« Ehi, dovresti mettere un po' di ciccia su quelle ossa » scherzò il ranger. 

« Scusa » mormorò lei con un velo d'imbarazzo. 

« Figurati. » Lui si chinò di nuovo e la prese gentilmente in braccio. Dopo un attimo di esitazione, lei gli allacciò le braccia al collo. 

« Aiutami a cercare un pokemon d'Acqua o Volante, e poi corriamo a Cocona » disse Jackie.

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Che dire, spero di avervi un pochino interessati ^^ continuerò questa fiction di pari passo a "Le quattro corde", se ci riesco. Personalmente adoro Suicune, e penso che Jackie sia un personaggio bistrattato, che merita un po' più di attenzione. Mi farebbe piacere se mi lasciaste un commentino, anche solo mezza riga per farmi sapere se la fiction vi è piaciuta o se devo darmi all'ippica.

Baci a tutti! <3

  
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