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Autore: LAWD_    25/04/2012    1 recensioni
One-Shot che ha come protagonista principale Sam Winchester.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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It will never end, Sammy -Sam..Sam?....SAM!
Un cuscino mi arrivò in piena faccia costringendomi ad aprire gli occhi, con lo sguardo fulminai mio fratello che un attimo prima mi aveva svegliato bruscamente in quel modo; guardai la sveglia..
-Dannazione Dean, sono appena le sette, si può sapere cosa c'è?
  Un leggero formicolio invadeva buona parte del mio braccio destro: un crampo mattutino pensai; strofinai la mano sul braccio per massaggiarlo quando del liquido rosso mi avvolse il palmo come una coperta, guardai la mano stranito per poi spostare lo sguardo e guardare mio fratello che nel mentre aveva assunto un'espressione tra il preoccupato e il serio.
 -Ecco che c'è!, stai sanguinando da più di un'ora!
"Cosa diamine mi è successo?!"  quel pensiero mi assalii per l'intero viaggio in macchina, "come ho fatto a procurarmi quella ferita?" per un'attimo ho pensato che fosse stato l'incubo di quella notte: un'incubo che ultimamente mi teneva compagnia, sembrava troppo vero per essere un incubo: Del fuoco dalle alte fiamme avvolgeva tutta la stanza: persino il soffitto era lambito da quelle lingue rosse ed incandescenti; intrappolato per l'ennesima volta in un cerchio di fuoco, scorgevo tra le fiamme i volti  di coloro che mi erano stati cari un tempo e che, chi per proteggermi e chi per aiutarmi, avevano dato la vita per me; un dolore atroce iniziò ad espandersi per  tutto il corpo costringendomi a piegarmi in due sulle ginocchia e cadere dove, fino ad un momento fa vi era il cerchio di fiamme,avrei voluto gridare tutto il male che provavo: qualcosa però mi impediva di pensare,agire, muovermi. Una voce echeggiò per tutta la  stanza chiamandomi due volte per nome, poi fu  il vuoto ed infine mi risvegliai con quella strana ferita sul braccio; Una brusca frenata mi fece tornare alla realtà, rimbalzai sul sedile a causa dell'alta velocità della macchina; guardai oltre il vetro per vedere se qualcosa stava attraversando la strada  ma non c'era niente, voltai lo sguardo verso mio fratello che era notevolmente incavolato: 
-ALLORA, MI STAI ASCOLTANDO?! TI STO PARLANDO DA PIU' DI MEZZ'ORA! ti ho detto che abbiamo un caso di "strane" morti nel Missouri, diamine sei così distratto ultimamente!-  ci fu uno scambio di sguardi, parlare, in quel momento sembrava un'impresa ardua quasi impossibile; dopo poco la macchina riprese il suo viaggio.

Arrivati al Motel, prendemmo la nostra roba e, con tutta la non-calanche che un ragazzo sulla trentina potesse avere: Dean, si recò a passo svelto verso il bancone, dove un'uomo, abbastanza grassoccio era seduto a guardare la tv che non appena ci vide balzò in piedi cercando invano di assumere una posizione normale, Dean a stento riuscì a trattenersi da una delle sue tante favolose risate, l'unica cosa che potessi fare in quella bellissima scena era una spinta con la spalla diretta a mio fratello che si ricompose immediatamente dicendo:
-Una camera per due per favore,e no, non vogliamo un letto matrimoniale, grazie.-  dopo aver sfoderato uno dei suoi tanti sorrisi finti e aver lasciato il proprietario del motel azzitito salimmo le scale,diretti verso la nostra camera: sulla parete vi erano dei fiori abbastanza gradibili  come carta da parati, due letti separati coperti da vari lenzuoli gialli, una minitv accantonata in un angolo della stanza, un bagno abbastanza pulito ed infine un freezer.
- Ci è andata bene, mettiamoci al lavoro mio caro Sammy.-  
- Si, lavoro, certo come no! io starò tutta la notte al computer cercando informazioni e tu sarai a casa di una qualche puttanella sbronza, finisce sempre così, dovresti dire "Avanti Sam, fatti squadrare il culo su questa bella sedia e bruciati le pupille mentre io sarò allegramente ubriaco a slinguazzare con qualche ragazza single e disperata." almeno eviti di mentire-
- Ma io sono molto d'aiuto qui dentro!-
- Dean, i numeri di telefono delle bariste non salveranno il mondo!-  
Dopo un'altra mezz'ora in totale silenzio impiegata a guardare sui giornali gli articoli della gente deceduta, uno strano articolo mi incuriosi maggiormente:
- Hey Amico, guarda qui: "Andrew Lewis, è deceduto ieri notte nel suo appartamento, apparentemente la causa del decesso è stato un colpo in testa causata da una lastra di ferro..."
- E allora?, sarà stato un'omicidio.
Odiavo con tutto me stesso quando mi interrompeva nel bel mezzo di un discorso,  trassi un sospiro profondo per evitare di insultarlo ancora  maggiormente di come facevo di solito così, mi limitai a riprendere la lettura dell'articolo:
- Era solo in casa, a quanto pare era una persona abbastanza solitaria-
- Wow, allora non sei l'unico sfigato senza amici sulla terra-  
- Molto dolce da parte tua.-
- Di nulla amico mio. Riposiamoci e domani andremo da agenti federali a vedere il  corpo del nostro simpatico amichetto solitario. -  
Sospirai scostando la testa per poi crollare nel modo più assoluto sul letto con la faccia schiacciata sul cuscino, sperando in tutti modi di evitare il "brutto sogno" che mi perseguitava. Ma così non fu, la mattina seguente mi ritrovai con il labbro sanguinante, pensai che fosse stato il freddo ma nel profondo, sapevo che qualcosa stesse andando storto.

Seduti sui comodissimi sedili in pelle dell'amata Impala, ci dirigemmo verso l'obitorio cittadino, dove come sempre mostrammo a delle guardie - palestrati come non mai che riuscirono quasi a farsela fare nei calzoni a  Dean- i nostri falsi distintivi; scampammo a morte certa  dirigendoci così da un dottore che ci mostrò il cadavere: oltre alla orribile puzza, il corpo inanime di Andrew aveva la tempia sinistra completamente spappolata; Dean fu colto da uno dei suoi tanti rigurgiti post-cadavere, che fermò mettendosi la mano sulle labbra e bevendo qualche goccio d'acqua.  
- Pensi anche tu a quello che penso io?- Quella domanda era troppo azzardata, che come risposta ebbi ciò che temevo di più: lo sguardo malizioso di mio fratello.
- No, non quello... stavo pensando ad un oggetto maledetto.-
- Ah....allora no -
Uscimmo dalla stanza  ringraziando il dottore e salutando le varie guardie che avevano intimorito ancora una volta mio fratello. Entrammo in macchina dirigendoci verso "il luogo del delitto", ancora una volta mostrammo i nostri finti distintivi a dei poliziotti che stavano ricontrollando l'appartamente alla ricerca di nuove tracce, accendemmo il rilevatore di campo elettromagnetico che momentaneamente non rilevava niente, girovagammo per tutta la stanza per circa 20 minuti fino a quando il rilevatore -finalmente- si mise a suonare.Ci fu uno scambio di sguardi: dal rilevatore a noi, per almeno tre volte; Spostammo il rilevatore su posti più impossibili ed immaginabili, quando finalmente, trovammo l'oggetto: un vecchio libro con la copertina in pelle e le pagine giallissime fece impazzire il rilevatore portandolo ad accendere l'ultima lucina rossa. Prendemmo il libro in fretta e furia, andammo in aperta campagna: dove Dean mi rubò il libro dalle braccia, scusandosi con un sorrissetto, gettò il libro sul suolo facendo alzare così una tonnelata di polvere, lo scosparse di sale e infine gli appicò fuoco.

Mesi dopo avvenne il peggio, quello che più temevo, quello che mi avrebbe condotto a ciò che sono adesso, quello che avrebbe distrutto mio fratello nel profondo è accaduto: Lucifero era tornato e voleva vendetta.
-Avanti Sam, rimettiamoci in viaggio, abbiamo tre ore di macchina d'avanti a noi.-  
-Arrivo!- presi le mie cose: zaino in spalla e il portatile stretto fra il fianco e il mio braccio.
- Prossima destinazione: Lawrance- 
- Ritorniamo in patria.-
Dean sorrise di gusto, lo guardai e sorrisi anchio senza pensare che quella volta fu l'ultima volta che avrei visto mio fratello sorridere..
-Allora, di che si tratta questa volta?-
- Speravo che me lo chiedessi - Dean era stranamente eccitato, ciò mi faceva paura, tanta paura. - Dei vecchi amici sono venuti a farci visita. - un ghigno appari sul suo volto, mettendomi ancora più timore.
- Vampiri?-  chiesi, riflettendo su ciò che aveva detto.
- Magari amico mio, magari, a quanto pare c'è un convegno di demoni e non ci hanno invitato. -
- Demoni? e più o meno quanti sono? -
- Dieci, dodici, chi se ne frega, a me interessa rispedire all'inferno quei figli di puttana. -
Arivammo a destinazione in tarda serata, e senza pensarci sopra facemmo una piccola sosta nel vialetto dove sorgeva la casa da dove tutto ciò ebbe inizio. Non avrei mai pensato che il luogo da dove tutto ciò è iniziato è lo stesso luogo  dove tutto ciò è finito; restammo qualche minuto ad osservare la casa e ricordare - o meglio, Dean riordava. - ogni cosa.
Senza alcun preavviso Dean mise in moto e partì: facendo trasparire sul suo volto tutto il dolore che una persona potesse avere. Non disse niente per tutto il breve viaggio, neanche per ordinare le camere, diventò improvisamente muto. Il mattino seguente quando mi rialzai lui non era in stanza.
- Dove caz...- Una porta sbattè prima che io potessi finire la frase, era Dean sporco di sangue non suo.
- DANNAZIONE. LO SAPEVO CHE C'ERA QUALCOSA CHE STAVA ANDANDO STORTO!-
- Ok, adesso ti calmi e mi racconti tutto-
- Calmarmi?! SAM! LA FAMIGLIA CHE ABITAVA IN CASA NOSTRA E' MORTA! -  
- Morta?, cosa?, pensi che siano stati i Demoni?-
- OH, STO PENSANDO UNA MAREA DI COSE E I DEMONI SONO IN CIMA ALLA LISTA, FOTTUTI BASTARDI!-
- Ok, tu adesso vai in bagno e ti dai una bella ripulita, io vado a controllare. -
Presi il mio materiale, mi incamminai verso la porta quando mi prese il braccio guardandomi come solo un fratello maggiore potesse fare.
- Sammy, fai attenzione!-
- Ci proverò..- Inconsapevole di ciò che mi sarebbe successo in quella casa, presi le chiavi dal tavolo e guidai fino al  mio luogo d'appartenenza: sfondai la porta con un calcio, fucile in mano, coltello nel'altra. A passo svelto arrivai in un batter d'occhio nella mia vecchia stanza dove, ad aspettarmi vi era l'ultima persona che avrei mai voluto incontrare..
- Hey Sammy, ti ricordi di me? sono io!-
- Lucifero...- quel nome mi usci con tutto il disprezzo che potessi provare verso una persona.
-  Esatto, credevi davvero che lasciandomi da quel tuo caro amico Castiel ti avrebbe liberato completamente da me?, grosso errore amico mio, grosso errore. -
Tutto quello che potessi fare fu sparargli un colpo ma fu inutile, era ancora lì, perdeva sangue ma questo non lo rallentana anzi..
- Auch, mi hai fatto male, Cattivo Sammy!- Si avvicinò a me e con un gesto mi lanciò sul muro dietro di me: picchiai forte la testa, tentai con tutto me stesso di non mollare, non adesso, non in quella stanza.
- Pensavo che noi due fossimo grandi amici. Sai, alcuni dicono che quando sogni una persona vuol dire che essa ti manca, molto tenero da parte tua Samuel.-
- Tu!, eri sempre tu fin dall'inizio!-
- Bingo-  Ricordo che andai su tutte le furie, tentai invano di liberarmi, la sua forza fu maggiore della mia, fui costretto a rimanere bloccato sul muro spoglio, tutto quello che riuscii a fare fu parlare e così feci.
- Eri sempre tu! il braccio! il labbro! maledetto figlio di puttana! -
- Ehi, non trattare così gli ospiti!  comunque, per la precisione quelle ferite te le sei procuarate da solo, cercando di scappare. Una volta che sei diventato il mio tramite, lo sarai per sempre, qualunque cosa accada, non finirà mai, Sammy.-  Tutto quello che ricordo dopo non è molto, ma è importante: Dopo avermi svelato tutto mi scaraventò contro l'armadio, lasciò la presa e io fui costretto a perdere i sensi. Quando mi svegliai ero ancora in quell'angolo: il mio braccio sanguinava e del sangue fuoriusciva dalla mia testa. chiusi gli occhi per un attimo, li riappri e la prima immagine che potessi vedere fu una scena raccapricciante: Dean era ricoperto di sangue, probabilmente aveva cercato di salvarmi, Lucifero era in un angolo della stanza che sghignazzava di gusto. Tentai in tutti i modi cacciarlo o ucciderlo ma risultarono tutti tentativi inutile, era troppo forte per me; Guardai Dean, sapendo che quella fosse l'ultima volta che avrei visto mio fratello, lo guardai sapendo che non sarei più tornato indietro, lo guardai sapendo che quello che stavo per fare era la cosa giusta per noi. Lo sguardo di Dean a mio stupore non fu di delusione come mi aspettavo ma, di accettazione, sapeva che tutto ciò sarebbe arrivato, come addio ci limitammo ad un breve discorso:
- Dean, m..mi dispiace. -
- Sammy, non devi dispiacerti, è la cosa giusta e lo sai... sono orgoglioso di te-
- ... ti voglio bene, stronzo -
A quest'ultima frase Dean sorrise dicendo: ...ti voglio bene, puttana. - 
Mi alzai in piedi cercando di non cadere, mi appoggiai al muro, chiamai l'attenzione di Lucifero verso di me che, nel mentre stava ancora ridendo di gusto.
Mi arresi, lasciai il mio corpo a lui: avevo perso, ma non da vigliacco, avevo perso con la consapevolezza di aver salvato il mondo, ancora una volta ..



Spazio autore: Bene, spero che questa storia vi sia piaciuta... so di non essere bravissima nel campo della scrittura ma, ci provo e se ci riesco bene.




  
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